FORMIA: AL TEATRO REMIGIO PAONE LA TAPPA DEL PROGETTO REGIONALE "IL TERRORISMO RACCONTATO AI RAGAZZI"

Redazione

Formia (LT) – Ha fatto tappa oggi a Formia “Il terrorismo raccontato ai ragazzi”, il progetto dedicato alle scuole superiori della Regione promosso dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti e dal Vicepresidente Massimiliano Smeriglio nell’ambito dei programmi educativi curati dal Progetto Abc Arte Bellezza Cultura. All’evento, tenutosi alle ore 11 presso il Teatro Remigio Paone, ha preso parte anche il Sindaco di Formia Sandro Bartolomeo.

Al centro del dibattito la figura del magistrato Mario Amato, “il giudice che fu lasciato solo”, sostituto procuratore della Repubblica di Roma titolare di delicatissime inchieste sul terrorismo nero che fecero luce sugli intrecci tra vecchia nomenclatura eversiva e gruppi rivoluzionari neofascisti. Nate nelle sezioni missine e confluite nella clandestinità, tali forze furono per lungo tempo ignorate e sottovalutate, nonostante Amato non smettesse di mettere in guardia sulla loro pericolosità.

All’incontro hanno preso parte Giovanni Bianconi e Sergio Amato, figlio di Mario, il Sindaco Sandro Bartolomeo e Giovanna Pugliese, referente per il Progetto Abc. L’iniziativa si ispira al libro “Figli della notte” di Giovanni Bianconi ,“edito da Baldini&Castaldi, uno spaccato della storia d’Italia ritratto dal punto di vista delle vittime degli attentati che tra 1969 e 1988 insanguinarono le strade del Paese.
 




REGIONE LAZIO: CERCASI DISPERATAMENTE PIANO RIFIUTI ANNUNCIATO DA NICOLA ZINGARETTI E MICHELE CIVITA

Nota a cura del Comitato Rifiuti Zero Fiumicino

Una rapida disamina sulla situazione della gestione dei rifiuti nel quadrante nord-ovest della provincia di Roma a circa 4 anni dalla dichiarata emergenza; ne esce un quadro desolante.

Raccolta differenziata:

A Roma che afferma di attestarsi al 38%, da quanto si vede e dalla puzza che tutti i giorni ammorba gli abitanti della Valle Galeria e delle zone limitrofe, sembra un numero impossibile.

A Fiumicino, dove il Sindaco Montino ha bloccato l’estensione del porta a porta dal 28/9/2013, nonostante i 2,6 mln di Euro finanziati dalla Provincia la differenziata non si schioda dal 12-14% e ad oggi ancora si ignora quando il servizio porta a porta verrà portato alle altre località del comune servite con raccolta stradale.

A Ladispoli, dove il bando per il porta a porta è stato aggiudicato da un anno, ma ancora oggi inspiegabilmente si continua la raccolta con i cassonetti.

A Cerveteri, che si attesta intorno al 10% di differenziata, dovrebbe partire a breve la gara europea per il nuovo servizio porta a porta e quindi, se tutto va liscio, ne riparleremo nel 2015.

Impianti di trattamento dei rifiuti:

A Roma, nonostante una sentenza del TAR dica che Malagrotta deve essere bonificata, si prospetta la requisizione dei due impianti TMB e forse del gassificatore di Cerroni (appunto a Malagrotta), per poter continuare ad utilizzarli rinviando così a data da definire l’avvio della bonifica; addirittura dalla lettura di alcuni atti emerge l’autorizzazione ad una variante “non sostanziale” per la costruzione di due nuove linee di incenerimento da 35 MW a Malagrotta accanto a quella esistente (di fatto “dimostrativa”, utile forse solo agli incentivi CIP6) da 10 MW circa.

A Fiumicino, scorrendo le pagine del bilancio per il 2015, è previsto un impianto di compostaggio con 10 mln reperibili in project financing e si immagina già comincino a ronzare gli avvoltoi del biogas.

Ad Anguillara e Bracciano si parla di due impianti biogas, eccedenti le necessità del bacino di conferimento di Cupinoro per l’organico.

A Cerveteri, Ladispoli e Santa Marinella fortunatamente si parla di un impianto di compostaggio aerobico per la cui realizzazione è stata inviata al Ministero della Difesa una lettera con la richiesta di messa a disposizione di un’area sull’asse Aurelia ricadente nel territorio del comune cerite dove poter costruire l’ impianto. Se questo progetto, come speriamo, andrà avanti e vedrà la luce bloccherebbe nei fatti la realizzazione dei due impianti biogas prospettati ad Anguillara e Bracciano considerato che oltre il 50% di rifiuto organico derivante dal bacino di conferimento di Cupinoro è prodotto nei tre comuni di Cerveteri, Ladispoli e Santa Marinella. I due biogas prospettati avrebbero necessità di accettare rifiuti provenienti da lontano, magari da Roma, in barba al principio di prossimità tanto sbandierato da Regione e dalla capitale ed ignorando completamente gli interessi del territorio e delle comunità che ci vivono.
Vedremo se la politica e la Regione Lazio, daranno spazio a questo progetto, se i Sindaci di questi territori saranno determinati a portarlo avanti ed avranno la schiena diritta nel fare una scelta di campo tanto coraggiosa quanto indispensabile per invertire la rotta delle emergenze rifiuti continue resistendo ai possibili richiami all’ordine di qualche partito e alle lusinghe economiche delle tariffe di conferimento dei biogas di Bracciano ed Anguillara. E poi Cupinoro e il rischio che vengano aggirati e superati i veti alla realizzazione del mega ampliamento, passando per la scorciatoia del Consiglio dei Ministri.

Un bel quadro di riferimento, e meno male che c’è contiguità politica ai vari livelli tra le giunte comunali, i funzionari provinciali (nominati dalla precedente gestione), e la giunta regionale; del piano rifiuti della ragione Lazio annunciato da Nicola Zingaretti e Michele Civita a fine 2013 se ne sono perse le tracce. Mica male…

 




ROCCA PRIORA CASA DELLA SALUTE: ORA TOCCA AI MONTI PRENESTINI, L'OSPEDALE BERNARDINI NON VERRA' CHIUSO

Rodolfo Lena, ex sindaco di Palestrina ora Presidente della Commissione Politiche Sociali e Salute tranquilizza gli utenti dei Monti prenestini, l’ospedale Coniugi Bernardini non verrà chiuso, e sicuramente l’ex ospedale di Zagarolo sarà convertito in una Casa della Salute

di Cinzia Marchegiani

Rocca Priora (RM) – Prende nuova vita il Cartoni, l’ospedale di Rocca Priora ora convertito in Casa della Salute. Oggi c’erano proprio tutti all’inaugurazione della struttura, in primis il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Una giornata testimone di un passaggio storico e di cambiamento per la sanità pubblica che sta rivalutando le strutture del territorio laziale pronte a fornire un servizio non solo di qualità ma di prestazioni che sappiano dare risposte celeri agli utenti che ne hanno bisogno.

Al suo fianco il sindaco Damiano Pucci e Rodolfo Lena, Presidente della Commissione Politiche Sociali e Salute e il direttore dell’Asl RmH Francesco D’Alba.

L’ospedale, come molti nel territorio, era destinato alla chiusura definitiva della sua attività. Oggi La Casa della Salute metterà a disposizione reparti importanti per l’assistenza dei malati, dal reparto dell’Unità di Cure primarie, Centro Prelievi, Centro assistenza domiciliare, la diagnostica per le immagini, il Cup (centro unico di prenotazione) oltre le attività specialistiche che comprendono l’allergologia, la cardiologia, la medicina sportiva, odontoiatria, oculistica e ortopedia, nonché l’attenzione ai malati con patologie croniche e degenerative.

Ci sarà anche un consultorio familiare, un centro antifumo, centro diurno demenze e il centro antiviolenza. Si annuncia anche un’area con posti letto a gestione infermieristica entro la fine dell’anno. 31 milioni di euro è l’investimento che la Regione Lazio ha messo nel cantiere ammodernamento degli ospedali,e dei servizi.

La Casa della Salute di Rocca Priora coprirà le esigenze dei cittadini dei comuni limitrofi, da Rocca di Papa, Montecompatri, Monteporzio Catone, Colonna e anche Frascati. A presenziare l'evento i maggiori rappresentanti del Partito Democratico del territorio, partendo dal Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso fino ad arrivare al Presidente del Consiglio, Daniele Leodori.

Marco Vincenzi, Capogruppo del Pd alla Pisana ha sottolineato la straordinaria importanza di questa strategia: "L'avvio della nuova casa della salute di Rocca Priora, conferma l'attenzione della Regione Lazio per rafforzare e implementare l'offerta sanitaria nell'area dei Castelli Romani. Un impegno volto a dotare il territorio di nuove strutture sanitarie, aumentare le prestazioni specialistiche di prevenzione e diagnosi, rafforzare la rete assistenziale. La via maestra, insomma, per quel nuovo modello di sanità, meno costoso, più efficiente e razionale, centrato sulla qualità dei servizi sanitari, in grado di garantire efficacemente la tutela della salute dei cittadini. E' la terza casa della salute in funzione dopo quelle di Sezze e Pontecorvo avviate negli ultimi due mesi. Con il presidente Zingaretti stiamo rapidamente voltando pagina nella gestione del servizio sanitario regionale rispetto alla passata stagione dei tagli lineari di prestazioni e posti letto. Questa amministrazione dimostra con i fatti di investire nella sanità pubblica, di riorganizzare il servizio mettendo al centro delle sue scelte la tutela del diritto alla salute attraverso l'incremento di produttività delle strutture per coniugare qualità del servizio e contenimento dei costi. Lo avevamo promesso e lo stiamo realizzando con il massimo impegno perché non vogliamo tradire la fiducia e le speranze attese".

Riccardo Valentini, membro Commissione Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica, Regione Lazio spiega quanto questo progetto stia cambiando l’assetto sanitario della Regione Lazio: “Con la struttura di Rocca Priora inaugurata oggi, la prima casa della Provincia di Roma, diamo risposte concrete alle crescenti richieste dei cittadini su efficienza e puntualità nell’offerta di servizi sanitari. La rivoluzione che sta apportando la Giunta Zingaretti nella Sanità, insieme alla cabina di regia e con l’appoggio di questa maggioranza, punta a d un nuovo modello di sanità basato sulla qualità delle prestazioni e sulla razionalizzazione degli sprechi. Si tratta di una trasformazione radicale attraverso la quale il Lazio sta diventando una regione virtuosa, finalmente all’altezza delle aspettative degli utenti e diamo una vera svolta al passato, caratterizzato soprattutto da malaffare e malasanità. La terza Casa della Salute aperta da Zingaretti nel Lazio dimostra con i fatti che le promesse, spesso disattese dalla politica, possono davvero essere mantenute quando il fine principale è rappresentato dall’interesse per i cittadini.”

Ai microfoni dell’Osservatore d’Italia il Presidente della Commissione Politiche Sociali e Salute, Rodolfo Lena, nonché ex sindaco di Palestrina rassicura gli utenti dei Monti Prenestini che l’ospedale Coniugi Bernardini sito a Palestrina, non sarà chiuso, sicuramente saranno potenziati alcuni reparti e chiusi degli altri mentre il territorio avrà un’altra Casa della Salute, molto probabilmente l’ex ospedale di Zagarolo, che insieme riusciranno a dare una risposta socio sanitaria a questo quadrante dei Monti Prenestini.

Ai posteri l'ardua sentenza, saranno gli utenti a valutare con il passare del tempo e l'affermarsi dei servizi sanitari proposti l'effettiva efficacia di questo nuovo cambiamento. Detta in soldoni, la Casa della Salute funzionerà davvero se tra qualche tempo, quando ne sarano aperte altre ed entreranno a regime, non si vedranno più malati lasciati parcheggiati nei corridoi o liste d'attesa lunghe oltre sei mesi per indagini diagnostiche che costano tanto quanto eseguirle in tempi stretti nelle strutture private. La prevenzione si attua con l’accesso agli screening a 360 gradi, oltre il denaro si perde soprattutto un patrimonio immenso, che è rappresentato dalla salute pubblica..

La prevenzione deve ritornare battaglia basilare affinché si possa sconfiggere la malasanità che ha fatto dell’Italia il fanalino di coda in campo sanitario.




REGIONE LAZIO SPESE PAZZE – L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA SUGLI AFFITTI DEGLI UFFICI REGIONALI

di Maurizio Costa

Roma – In questo periodo, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sta facendo il giro delle province laziali per far vedere come il suo operato abbia modificato radicalmente in senso positivo l’andamento generale della Regione; il debito si è dimezzato, i giovani hanno più possibilità lavorative e le aziende vengono pagate più velocemente. I problemi, però, per essere estirpati totalmente e non rattoppati solamente, devono essere modificati alla radice. La Regione Lazio, ogni anno, spende, solamente nella Capitale, 13.982.336,88 di euro di affitto per i suoi uffici regionali.
Vediamo qualche esempio: per gli uffici della Direzione Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative, in Via Capitan Bavastro 108/110, la Regione spende 1,696,906.77 di euro l’anno dal 1988. Una cifra molto simile (1,472,683.19 di euro) viene buttata, dal lontano 1999, per alloggiare la Direzione Regionale Territorio e Urbanistica in Via del Giorgione 129. Il canone più costoso è quello di Via del Serafico 121: 4,706,042.64 di euro l’anno per l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Famiglia.

Cifre da record che però non bastano a far trapelare tutti i costi reali degli immobili in affitto passivo.

L’Amministrazione trasparente, tanto encomiata da Zingaretti, ha però delle falle. Ci sono altri immobili, intestati ad aziende affiliate alla Regione Lazio, che però non compaiono all'interno dell'elenco degli immobili del sito della Regione perché intestati ad altre società.
Il caso più spinoso è quello della LAit S.P.A., un’azienda che gestisce il sistema informatico della Regione Lazio. Un compito difficile, certo, che però comporta costi elevatissimi. La LAit ha sede in Via Adelaide Bono Cairoli 68; la Regione, oltre alle spese di gestione, paga l’affitto a questa società che ammonta a 750mila euro l’anno. Nel 2010 l’Amministrazione regionale aveva stabilito che avrebbe trovato un’altra sede per la LAit, ma la situazione è sempre la stessa da anni.

Sempre nel 2010, la Regione aveva stabilito la dismissione immediata dell’immobile in Viale del Caravaggio 99 perché le spese d’affitto erano troppo elevate: l’Amministrazione pagava infatti 4,530,308 euro più 535,703.20 di spese condominiali. Questa sede, quindi, è stata spostata in Via del Serafico 121, dove era già presente la Lazio Service S.P.A., ed il canone non è molto differente dall’originale: 4,706,042.64 annui. In questo caso, però, è stato eliminato l’affitto di un intero immobile, sebbene adesso l’Amministrazione paghi comunque tanto.
Sempre all’interno dell’ordinanza del 2010 si legge che la sede regionale in Via Monzambano, che costa d’affitto ben 223,554.00 euro l’anno, doveva essere trasferita in Via del Pescaccio 96/98, già residenza della “Azienda Strade Lazio S.P.A.”, che vi alloggia a spese della Regione. Morale della favola: la Regione continua a pagare il canone di Via Monzambano e per di più paga anche quello della ASTRAL in Via del Pescaccio, che ammonta a 1,969,349.36 euro. Poteva essere abolita una sede e invece la situazione è identica a quattro anni fa.
In un momento delicato come il nostro la Regione Lazio dovrebbe pensare a far partire il cambiamento da questi milioni di euro buttati in spese inutili. Sono migliaia gli immobili regionali che risultano sfitti e che potrebbero essere utilizzati dalla Regione in maniera differente.




GALLICANO NEL LAZIO, CENTRALE A BIOGAS: E' ARRIVATO IL MOMENTO CHE NICOLA ZINGARETTI, MICHELE CIVITA E MARCELLO ACCORDINO RISPONDANO AI CITTADINI

Giovedì 17 aprile 2014 alle ore 15, presso la sala mensa della scuola in Piazzale "Caduti di tutte le guerre"

di Cinzia Marchegiani

Gallicano nel Lazio – Il tempo inesorabile è passato, e siamo ormai alle ultime battute finali, il tanto atteso Consiglio Comunale rimandato dal 30 gennaio scorso è stato ufficialmente convocato. Il Presidente del Consiglio del Comune di Gallicano nel Lazio ha comunicato la data dell’assemblea pubblica cui è invitata a partecipare la cittadinanza poiché è nell’interesse di tutti riuscire incastrare i numerosi pezzi di un puzzle che si chiama Centrale a Biogas; un impianto industriale di portata non indifferente che produrrà energia elettrica dalla combustione di metano prodotto dal processo anaerobico dei rifiuti organici (appunto della Forsu), che impegna fisicamente i cittadini di Vallemartella (ma non solo), logisticamente parlando. Dal 30 Gennaio, molta acqua è passata sotto i ponti, e molte azioni sono state attivate a protezione non solo dell’ambiente ma anche della salute pubblica nel completo silenzio istituzionale delle amministrazioni coinvolte.

E’ stata presentata una mozione al Consiglio della Regione Lazio, poiché i dubbi e le perplessità emerse dallo studio e le evidenze scientifiche di queste tecnologie, hanno fatto scattare una richiesta di moratoria dove il M5S lo scorso 18 febbraio tramite i consiglieri Blasi, Pernarella, Porrello e Denicolò chiedevano alla giunta la sospensione di tutte la autorizzazioni in itinere degli impianti che prevedano l’utilizzo del FORSU (Frazione Organica Rifiuto Solido Urbano), di rendere obbligatoria la Valutazione Impatto Ambientale (VIA) per impianti di potenza complessiva superiore ai 0.25 MW, assoggettare la realizzazione dei nuovi impianti al Piano Energetico Regionale ed escludere per precauzione dalle aree, in cui sarà possibile realizzare un biodigestore anaerobico, le zone agricole in cui sono già riconosciute certificazioni ufficiali (Doc, Igt, Dop).

Ad Adiuvandum è seguita l’interrogazione indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, Nicola Zingaretti e all’Assessore delle Politiche del Territorio, Mobilità e Rifiuti, Michele Civita chiedendo ai destinatari una presa di posizione in merito all’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa alla V.I.A. presentata, in considerazione del fatto che il progetto è stato redatto dalla “Martino Associati Srl”, e se intendevano procedere ad un’indagine epidemiologica, studio osservazionale sullo stato di salute delle persone di Gallicano nel Lazio, Zagarolo e limitrofi.

E mentre dimora il silenzio istituzionale e dell’assessore all’Ambiente di Zagarolo oltre all'assenza in agenda di consultazioni con la propria comunità Gabina, i consiglieri d’opposizione NCD e Forza Italia, Marco Bonini e Michelino Conti rispettivamente, congiuntamente ai firmatari alla petizione on-line, hanno chiesto un atto deliberativo dal quale si evinca l’impegno dell’amministrazione di Zagarolo a manifestare la propria contrarietà alla realizzazione della centrale a biogas di Gallicano nel Lazio, invocano il “principio di precauzione” e “l’acquisizione di ulteriori e neutrali pareri scientifici e sanitari”, in considerazione dei possibili danni che tale struttura potrebbe causare al patrimonio ambientale, archeologico, agricolo e idrogeologico nonché alla qualità della vita e soprattutto dei cittadini.

Giovedì 17 aprile tutto pronto quindi, per questa assemblea pubblica nella sala mensa, sita in "Piazzale Caduti di tutte le guerre" a Gallicano nel Lazio. Il Presidente del Consiglio, Valerio Bonamore ha scelto un orario già fortemente contestato, poiché alle 15:00 mette in difficoltà molti cittadini ad essere presenti. Un consiglio che tutti si auspicano parli a chiare lettere con la propria cittadinanza, poiché i dubbi su questa centrale sono oggettivi e documentati nelle stesse azioni messe in cantiere in Regione Lazio e anche indirizzate ai preposti ministeriali.


Una green economy che sta emergendo con tutte le sue ambiguità, dove spesso vengono dipinte bio tecnologie che invece sfruttano patrimoni ambientali per 10/20 anni per poi chiudere e andare altrove per ricominciare a usufruire di altri incentivi sulle biotecnologie.

Il Sindaco Marcello Accordino dovrebbe spiegare come sia possibile che un impianto di questa portata, riesca a produrre lo stesso impatto ambientale della dismissione di un distributore di carburante, quali tutele sono state o si dovrebbero attivare sia per i danni ambientali ed economici che la comunità si ritroverebbe a dover sostenere sia in termini di salute che economici.

Occhi puntati su questa assemblea, noi de l’Osservatore d’Italia, redazione Lazio saremo presenti, sperando che si possa finalmente sfatare anche un’odiosa e pestilente leggenda metropolitana che vede l’uomo come una piccola centrale a biogas…

E’ vero che le emissioni intestinali producono gas, ma non è combustibile e tantomeno metano.

Il Comitato per Gallicano che ha seguito e monitorato questo progetto comunale, raggiunto dalla nostra redazione, rende manifesto il proprio punto di vista: “A questo punto, dopo i vari consigli mancati, le proteste sui giornali, le fiaccolate, gli incontri pubblici, abbiamo mostrato la nostra posizione.

Siamo stati supportati da tutti gli altri comitati nell’esposizione delle nostre idee, e quindi in merito al Consiglio comunale la nostra partecipazione sarà dedicata all’ascolto di tutte le risposte che fino ad oggi non sono arrivate e che abbiamo chiesto sempre a gran voce. Ci mettiamo dunque in ascolto al fine di ascoltare finalmente qualche risposta e perché no, anche proposte”.




ALBANO LAZIALE DISCARICA: I PONZIO PILATO DEL SETTIMO INVASO, L'INTERMINABILE CONFERENZA DI SERVIZI E I CITTADINI CHE BOCCHEGGIANO TRA I VARI MALORI

"Benché Nicola Zingaretti all’inaugurazione dell’isola ecologica per l’avvio della raccolta differenziata a Genzano di Roma aveva promesso che se non proprio lui, ci sarebbe stato Michele Civita all'incontro con i Comitati,  venerdì 21 la delegazione ha potuto incontrare solo il Dottor Lazzara della segreteria dell’Assessore regionale Michele Civita e il  nuovo dirigente Bruno Placidi  – già Direttore dell’Arpa poi rimosso – nominato dalla Giunta di Nicola Zingaretti in sostituzione di Raniero de Filippis, arrestato per la vicenda rifiuti legata a Manlio Cerroni".

 

di Maria Lanciotti

Albano Laziale – Castelli Romani (RM) – Il No Inc lo aveva annunciato con un volantino: venerdì 11 aprile tutti alla Regione Lazio per la chiusura della discarica di Roncigliano nel comune di Albano Laziale. 

Gli ultimi fatti sono presto riassunti: da oltre un anno va avanti, a Palazzo Savelli sede del Comune di Albano Laziale, un’interminabile conferenza di servizi sull’inquinamento della falde acquifere sottostanti la discarica, ma tutto rimane lettera morta.

E intanto che Amministrazione comunale e Regione Lazio si addossano a vicenda responsabilità, che nessuno alla fine si assume, il Prefetto Pecoraro ha preso i suoi provvedimenti, imponendo ai comuni la sospensione di ogni genere di rapporti con la Pontina Ambiente. E ciò comporterebbe il divieto di accesso alla discarica per i compattatori, il divieto di utilizzo dell’impianto TMB che vi si trova installato e del fatidico settimo invaso.

E cosa fa il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini per tutta risposta? Mentre tutto continua come se il provvedimento d’interdizione non fosse stato mai emesso dal Prefetto Pecoraro, succede che alla conferenza dei servizi dello scorso  2 aprile il primo cittadino firma un’ordinanza per mantenere aperta per altri tre mesi la discarica di Roncigliano, con annessi e connessi. Rimandando poi tutto alla Regione, come prassi consueta dello scaricabarile.

Quindi il sindaco Nicola Marini – con gli altri sindaci di bacino,  – e nessuno di questi ultimi può dirsi fuori dal giro – ha fatto la sua bella manovra e si è dato una bella lavata di mani: nessun controllo né prima né dopo, mentre la settima buca velocemente si riempie e la cittadinanza boccheggia fra un malore e l’altro. Sembrerebbe pure che l’Amministrazione di Albano Laziale si sia fatta truffare da Manlio Cerroni, e ciò sarebbe molto grave e spiegherebbe ahimè tante cosucce. In tutto questo miserevole trac trac il Coordinamento No Inc non ha mai abbassato la guardia, e ha incassato colpi su colpi senza mai retrocedere. L’Amministrazione Marini ha negato loro l’accesso ai documenti relativi alla questione, tra cui le fatture della Pontina Ambiente dal 2012 ad oggi, ossia del periodo non coperto dall’inchiesta, e il rifiuto è stato motivato dal fatto che rendendo pubblici tali documenti si andrebbe a ledere “i legittimi interessi della Ditta”.

Mentre il Dipartimento di Prevenzione della Asl RmH non ha reso loro accessibile il Rapporto ARPA dello scorso gennaio.  Questo ed altro il No Inc si riserva di portare in Procura, dove oltre alla richiesta di poter visionare i carteggi vorranno anche discutere i ricorsi pendenti relativi alla settima buca. E ciò costerà altri soldini che dovranno uscire dalle tasche dei cittadini, cui si chiede la massima solidarietà popolare.

Ed ora un breve resoconto sull’iniziativa di venerdì 11 aprile, seguita al volantino di convocazione, che ha visto riuniti in presidio dinanzi alla sede della Regione i Comitati del Lazio, che da tempo si battono contro la devastazione ambientale e contro ogni tipo di lobby. E sono stati loro, i semplici cittadini, a tentare un dialogo con la Regione Lazio, poiché chi dovrebbe rappresentarli – fra cui anche qualcuno ben retribuito nello staff del Governatore Nicola Zingaretti – non sembrerebbe propendere per una corretta comunicazione.

Lasciamo quindi la parola ad uno dei cittadini presenti, che ci  ha raccontato a caldo lo svolgersi e l’esito (amarissimo) dell’incontro. 
"Benché Nicola Zingaretti all’inaugurazione dell’isola ecologica per l’avvio della raccolta differenziata a Genzano di Roma aveva promesso che se non proprio lui, ci sarebbe stato Michele Civita all'incontro con i Comitati,  venerdì 21 la delegazione ha potuto incontrare solo il Dottor Lazzara della segreteria dell’Assessore regionale Michele Civita e il  nuovo dirigente Bruno Placidi  – già Direttore dell’Arpa poi rimosso – nominato dalla Giunta di Nicola Zingaretti in sostituzione di Raniero de Filippis, arrestato per la vicenda rifiuti legata a Manlio Cerroni.

È entrata una delegazione composta dai rappresentati di Albano Laziale, Fiumicino, Cerveteri-Bracciano, Guidonia, Malagrotta, Gallicano-Genazzano, per un totale di sei persone. La delegazione è uscita dopo due ore e mezza  molto delusa e arrabbiata a causa di un atteggiamento vago e di bassissimo profilo dei due interlocutori. I quali hanno cianciato per tutto il tempo di “legalità” e quando gli è stato fatto notare che il percorso di questi impianti – discariche, TMB, inceneritori, impianti a biomassa/biogas – è costellata di atti illegittimi a cui ha dato seguito anche la Magistratura, il Dottor Lazzara ha candidamente chiesto: “E dove li mettiamo i rifiuti?” Aggiungendo: “E poi bisogna rispettare le normative per far lavorare gli impianti”. 

L'Arpa certifica che a Roncigliano c'è una situazione di emergenza sanitaria, sulla caratterizzazione complessiva interna-esterna il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini dice che è stato lasciato da solo (da chi?), sulla revoca dell'AIA va bene quello che dice la Confservizi (come fosse Vangelo), all’assemblea regionale sulla situazione rifiuti dopo gli arresti si era detto: “Rivisiteremo e ridiscuteremo tutte le Autorizzazioni Integrate Ambientali, e ciò non è stato fatto né si apprestano a farlo. Niente di nuovo, iniziativa senza nessun riscontro, purtroppo".  

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REGIONE LAZIO: LA SENATRICE M5S ELENA FATTORI SCRIVE A NICOLA ZINGARETTI: "GLI SCHELETRI NELL'ARMADIO BALLANO LA SAMBA"

Nota della Senatrice M5S Elena Fattori

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta al Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti
 
Regione Lazio – "Gli scheletri nell'armadio ballano la Samba. Questo è il messaggio che la Giunta Regionale di Zingaretti sta lanciando, in un groviglio di indagati e condannati che fa spavento. Tutto cambia affinchè nulla cambi, come non cambiano nemmeno gli assessori della giunta Regionale del Lazio, una volta rinviati a giudizio o evidentemente implicati. Presidente Zingaretti, è inammissibile che due settori come Rifiuti e Sanità abbiano come amministratori Civita (PD), intercettato in telefonate benevolenti con l'arrestato Manlio Cerroni relative alla gestione dei rifiuti dell'avvocato, e D'Amato (Comunisti Italiani) oggi a processo per frode nei confronti della Regione.

La Sanità laziale versa in gravissime condizioni con uno spostamento evidente degli interessi economici e degli investimenti dal settore pubblico a quello privato, senza parlare del buco enorme di miliardi di euro che le diverse gestioni ci hanno lasciato in eredità. Come possiamo pensare che una persona processata per frode verso la sua stessa istituzione possa fungere da garante del sistema sanitario regionale? Come possiamo pensare che chi fa gli accordi col monopolista Cerroni operi nell'interesse dei cittadini? Dall'inizio della Sua legislatura già tanti, troppi, sono i casi di consiglieri e amministratori implicati in vicende tutt'altro che edificanti, denotando un continuum politico che ci ha regalato personaggi come Fiorito e affini. La invitiamo dunque a voler sospendere dalle proprie funzioni i suddetti Civita (che non risulta indagato) e D'Amato, almeno finchè non abbiano chiarito le proprie posizioni rispetto la legge e i cittadini, che, viste le vicende giudiziarie e le relazioni personal politiche con una rete che gestiva criminosamente il ciclo dei rifiuti, vengono amministrati da persone che non godono del requisito minimo per una gestione rivolta alla collettività: la fiducia.

Il momento di crisi economica e sociale ha bisogno di svolte reali e non più di giochi di potere imposti da forze estranee al sostrato cittadino che favoriscono sacche di voto in maniera non sempre lecita. Giriamo costantemente i presidi ospedalieri; riceviamo centinaia di richieste e di segnalazioni di malfunzionamento sia amministrativo in seno alle ASL, sia nell'erogazione del servizio sanitario; riceviamo accorati appelli da lavoratori precari non rinnovati in una situazione di carenza di personale; molte sono le persone che ricorrono al Pronto Soccorso a causa dei cattivi odori provenienti dalle discariche di Cerroni.

Se non ritiene che queste persone siano degne di una politica corretta allora lasci al loro posto gli assessori Civita e D'Amato, se invece deciderà finalmente di rivolgere l'attenzione verso chi le ha consentito di salire alla Presidenza della Regione Lazio, allora si assuma le Sue responsabilità rispetto alle persone che Le sono state imposte dai partiti della Sua maggioranza o che ha liberamente nominato come fiduciari".
 




ALBANO LAZIALE DISCARICA RONCIGLIANO: SI TIENE LA CONFERENZA DEI SERVIZI E LA REGIONE NON PARTECIPA

Redazione
 

Albano Laziale (RM) – “La scorsa settimana ad Albano Laziale è andata in scena un’importante conferenza dei servizi, convocata per parlare dello scenario nella discarica di Roncigliano in seguito al recente provvedimento della prefettura di Roma. Al tavolo c’erano tutti gli enti preposti tranne la Regione Lazio. Oltre ad aver spiazzato i rappresentanti delle istituzioni presenti a Palazzo Savelli, l’assenza dell’attore protagonista della gestione regionale dei rifiuti è un fatto assolutamente grave, il sintomo allarmante di una amministrazione regionale che non sa più che pesci pigliare per affrontare concretamente la questione rifiuti nel nostro territorio. Dopo mesi di scaricabarili, silenzi istituzionali e “bacchettate” ministeriali, Zingaretti smetta di fare lo snob e pensi piuttosto a lavorare per quel piano rifiuti serio e coerente, di cui il Lazio ha bisogno come il pane”. Così il consigliere regionale di FI e vicepresidente della Commissione Ambiente, Adriano Palozzi.

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FARFA: IL COMITATO PENDOLARI REATINI HA PRESENZIATO ALL'ASSEMBLEA "UN ANNO DI GOVERNO" CON NICOLA ZINGARETTI, FABIO REFRIGERI E DANIELE MITOLO

Redazione
Rieti
– Giovedì  27 marzo 2014, presso i locali dell’Abbazia di Farfa, il Comitato Pendolari Reatini ha presenziato all’incontro organizzato dalla Regione Lazio dal titolo ‘Un anno fa’. "Come Comitato Pendolari Reatini, era importante presenziare per recepire dagli interventi di Zingaretti, Refrigeri e Mitolo e gli eventuali programmi o strategie future per il trasporto regionale nella nostra Provincia. – Dichiara in una nota il portavoce del Comitato – C’è stata da parte dei rappresentanti della Regione Lazio, – prosegue la nota – piena coscienza della legittimità delle richieste avanzate da quasi tutti i Sindaci presenti all’evento e la disponibilità ad intervenire con progetti programmatici e strutturali nel breve-medio termine anche in prospettiva di un rilancio dell’economia locale.A fronte di richieste e proposte specifiche, sia avanzate  autonomamente come Comitato, sia portate avanti insieme all’Osservatorio Regionale dei Trasporti, di cui ricordiamo essere membri e parte attiva, abbiamo finora avuto sempre delle risposte chiare e precise dalla Regione Lazio, mai votate a dare false illusioni ma sempre proiettate verso una serie di piccoli ma finora validi accorgimenti che hanno prodotto i primi  risultati. Come ad esempio l’accordo tra la Regione Lazio, la Regione Umbria e Trenitalia, per permettere a chi è residente nella provincia di Rieti, di transitare attraverso il collegamento ferroviario da Rieti a Roma via Terni , utilizzando il proprio  titolo Metrebus  5 zone ed il proprio documento d'identità valido e le 2 nuove   coppie di treni pomeridiani da Roma a Rieti con cambio a Terni.

Non siamo ancora soddisfatti totalmente, reputando che le criticità maggiori siano ancora  tutte da risolvere soprattutto lato COTRAL, ma siamo consapevoli che non si possa ottenere tutto e subito e che serva un progetto valido e serio. La nuova giunta regionale, ha da subito dato ascolto alle nostre richieste attraverso un costante e proficuo confronto, fatto di incontri, di scambi di email e telefonate e pertanto continueremo a farlo fintanto che questo dialogo sarà basato sul rispetto reciproco delle idee e delle singole posizioni,  dove il cittadino evidenzi le esigenze e criticità alla politica di turno e che questa risponda per soddisfare e porre rimedio a queste.

Concludiamo ringraziando pubblicamente il Presidente Nicola Zingaretti ,e naturalmente tutti coloro che hanno operato perchè ciò si concretizzasse, per aver voluto e trovato il tempo di incontrare una piccola delegazione del Comitato e dei pendolari rappresentati dallo stesso, confrontandosi attraverso un dialogo molto cordiale durato qualche minuto, recependo ed appuntandosi alcune richieste precise da porre in essere nell’immediato per poter ottenere a costo zero qualche miglioramento al servizio offerto da Cotral, come il rispetto delle tabelle di esercizio, intensificazione delle corse Rieti-Passo Corese-Rieti e potenziamento del collegamento Rieti-Terni-Roma per scaricare la tratta Cotral dal pendolarismo della città di Rieti e dintorni.

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GALLICANO NEL LAZIO BIOGAS: DOCUMENTO CHOC DEL COMITATO. IL M5S INTERROGA NICOLA ZINGARETTI E MICHELE CIVITA


”E’ ormai scientificamente provata l’associazione dell’inquinamento da polveri sottili con un aumento della mortalità generale e per cause cardio-vascolari e respiratorie, con l’insorgenza di patologie acute quali l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale, le infezioni delle vie respiratorie (polmoniti e bronchiti), con l’esacerbazione di patologie croniche quali la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) e l’asma bronchiale".

 

di Cinzia Marchegiani

Gallicano nel Lazio (RM) – Le associazioni e i comitati non si arrendono anche di fronte al totale silenzio dell’amministrazione del comune di Gallicano nel Lazio, che a fronte di un consiglio straordinario rimandato dal 30 gennaio scorso ancora non  comunica la data della prossima assemblea pubblica.

La  Centrale  a Biogas sembra preoccupare, molto evidentemente, i responsabili che hanno proposto e difeso questo progetto industriale. Nella giornata dello scorso 31 marzo è stato inviato un rapporto inquietante su questo impianto a diversi indirizzi, tra i quali il Consiglio Regionale del Lazio, Commissione VI – Ambiente, Lavori Pubblici, Mobilità, Politiche per la Casa, Urbanistica, e per conoscenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,  Ministero della Salute, dell’Ambiente,  dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dell’Interno e della Giustizia, oltre alla Procura della Repubblica di Tivoli, di Roma, di Napoli, alla  Corte dei Conti Lazio/Campania e altri.

Il documento in oggetto è  uno studio realizzato dal professor Giancarlo Ceci e firmato dal Presidente del Comitato per Gallicano, Andrea Ciamei, dai consiglieri di opposizione del comune di Gallicano del Lazio, Mario Galli e Fabrizio Betti di Progetto Comune e Lucia D’Offizi Capogruppo PDL. Il  resoconto è stato prodotto a valle dell’audizione tenuta in Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Lazio lo scorso 11 febbraio 2014. Dalla sua lettura si estrapola il rapporto tecnico/ambientale/territoriale dell’impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che il Comune di Gallicano, come proponente, vorrebbe realizzare, e che si collocherebbe in un appezzamento di terreno della tenuta Passerano (passata di proprietà alla Regione Campania che la gestisce attraverso la SAUIE s.r.l. di Napoli) all’interno della quale si trova un castello medioevale.

L’Ente Regionale Campania ha l’obbligo di utilizzare i profitti ricavati da tali beni, con attività a favore dell’Istituto pro ciechi Colosimo di Napoli. Nel progetto si fa riferimento alla realtà urbana di Gallicano nel Lazio e alle sue zone rurali con bassa intensità abitativa, ma non viene messo nella giusta evidenza il nucleo abitativo di prossimità. L’impianto, nella posizione definita, dista meno di 400 mt. dalle prime abitazioni di “Valle Martella”, frazione del Comune di Zagarolo, urbanisticamente complessa e con circa 5.000 residenti.

Dal documento si apprende: "Ci sono anomalie per quanto riguarda il piano Regolatore vigente del Comune di Gallicano, poiché l’area interessata dal progetto ricade nella Zona Agricola E3, dove il 10 giugno 2011, con delibera n. 259, la Giunta Regionale del Lazio ha approvato la variante generale al P.R.G. di Gallicano del Lazio, riclassificando l’area interessata dall’intervento in E2 Agricola, ma non si evidenzia che il terreno sul quale si vorrebbe realizzare l’impianto di “Trattamento Rifiuti e produzione di Energia Elettrica”, risulta essere, a tutt’oggi, di proprietà della Regione Campana. In questa direzione l’Amministrazione Comunale di Gallicano non ha mai prodotto documentazione inerente la procedura di esproprio della parte del territorio, interessata dal progetto, della tenuta Agricola di Passerano, che risulta essere ancora della Regione Campania, che la gestisce attraverso la SAUIE s.r.l. di Napoli. Non solo, ma sull’intero comprensorio della tenuta di Passerano pende tuttora dinanzi al Commissario per la liquidazione degli usi civici per il Lazio, l’Umbria e la Toscana procedimento, contraddistinto con il numero di R.G. 9/1992, con il quale l’Università Agraria di Gallicano nel Lazio rivendica l’esistenza di usi civici gravanti sulla tenuta in questione; che la qualitas soli in via di accertamento nel suddetto procedimento è tutt’altro che indifferente ai fini dell’acquisizione e dell’acquisibilità delle terre in questione, anche tramite il procedimento espropriativo, potendo essa condizionare l’esperibilità e comunque la validità del procedimento stesso; a tal fine si evidenzia che a pag. 307 del piano regionale dei rifiuti, tabella 16-2.1, quarta riga, in "criteri di localizzazione degli impianti" è indicata come tutela integrale le aree assegnate alle università agrarie L.R. 24/98 art. 11 e s.m.i. e N.T.A. P.T.P.R. art.39. In particolare la L.R. 24/98 introduce il criterio di tutela integrale di tutte le aree dichiarate di notevole interesse, interessate da preesistenze archeologiche, o da vincoli idrologici, inoltre richiama esplicitamente l'adozione della L. 431/85 su: fasce costiere marine, fasce costiere lacunari, corsi di acque pubbliche, montagne sopra i 1200 mt, parchi e riserve naturali, aree buscate, aree delle università agrarie e di uso civico, zone umide, aree di interesse archeologico.

Oltre le osservazioni squisitamente legislative e territoriali dell’ubicazione della centrale emergono altri importanti aspetti regolatori, poiché la localizzazione, relativa ad un impianto industriale che dovrebbe trattare rifiuti solidi urbani per 40.000 t/anno, è in contrasto anche con il disposto dell’art. 12, comma 7, del D.Lgs 387/2003, in quanto si pone in direzione totalmente contraria al sostegno del settore agricolo auspicato dal legislatore. Non secondario il fatto che per il sito la procedura autorizzativa, alla quale è stato sottoposto il progetto, ha visto il MIBAC (Ministero dei Beni Ambientali e delle Attività Culturali) emettere parere negativo, con conseguente sospensione della Conferenza dei servizi e in attesa, inoltre, della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) regionale.
Il 5 aprile 2013 con la Determina N° 05/04/2013, la VIA otteneva, dagli uffici regionali preposti, “Parere favorevole con prescrizione”. Non definendo e superando di fatto, nella pronuncia di Compatibilità Ambientale, i dubbi emersi in prima istanza.

Il documento segue con le osservazioni tecnico-ambientali e idrogeologiche, inoltre vi è un’analisi  dettagliata della tecnologia che produce un compostaggio anaerobico che spesso viene confuso con quello naturale di tipo anaerobico. Dati che tutti dovrebbero leggere, perché nella completa informazione ci si rende consapevoli nelle scelte sostenute. Il fatto che sia rassicurato che un impianto di tale portata produca, al momento della sua dismissione, un impatto ambientale quanto una dismissione di un impianto di carburanti, evidenzia che lo studio in questa direzione sia stata alquanto lacunosa. In effetti, si legge che manca una Stima dei Costi e, mancando un’ipotesi societaria, manca anche un piano di dismissione e ripristino dei luoghi e di conseguenza l’ipotesi di una fidejussione a copertura del costo di dismissione. Sarebbe opportuno, nel caso in cui l’impianto venisse autorizzato e realizzato con prevalente capitale privato, che tale fidejussione fosse, nei tempi e nei modi, conforme a quanto si prescrive nell’ Art 12 D.L. 387/2003 comma 4 nel quale viene previsto che il rilascio dell’autorizzazione unica costituisca titolo a costruire ed esercire l’impianto in conformità al progetto approvato e precisa che la stessa deve contenere l’obbligo, a seguito della dismissione dell’impianto, alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto/i titolare/i dell’autorizzazione.

Dal documento si apprende anche: ”E’ ormai scientificamente provata l’associazione dell’inquinamento da polveri sottili con un aumento della mortalità generale e per cause cardio-vascolari e respiratorie, con l’insorgenza di patologie acute quali l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale, le infezioni delle vie respiratorie (polmoniti e bronchiti), con l’esacerbazione di patologie croniche quali la broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) e l’asma bronchiale. Numerosi studi epidemiologici supportano tali conclusioni: gli aumenti della mortalità generale e specifica e l’aumento delle ospedalizzazioni per patologie respiratorie e cardiovascolari provocate dall’inquinamento sono stati riportati in diversi studi effettuati. L’insieme dei dati disponibili conferma che l’esposizione ad inquinanti di lunga durata è associata ad una riduzione della speranza di vita. Tra i vari inquinanti ambientali, il materiale particolato di dimensione inferiore ai 10 micron (PM10) e il particolato fine (dimensione inferiore 2,5 micron, PM2,5) sono ritenuti responsabili dei danni osservati nei diversi studi. L’attenzione è anche rivolta alla frazione di particolato con diametro inferiore a 0.1 micron, le polveri ultrafini. Altri importanti inquinanti sono quelli di natura gassosa, quali il biossido di azoto (NO2), l’anidride solforosa (SO2), l’ossido di carbonio (CO) e l’ozono (O3).L’intensità degli effetti sulla salute umana è direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, e la relazione è di tipo lineare senza soglia. E’ semplicemente vergognoso come nel progetto sono stati, o per meglio dire come non sono stati trattati nella maniera corretta elementi importantissimi quali : l’Analisi della struttura antropica – e i dati sulle cause di Morte nel territorio in esame. I pochi dati ISTAT riportati sono del 2002 e non contemplano nessun riferimento storico sull’argomento o ipotesi di indagine epidemiologica delle realtà di Gallicano e soprattutto di Zagarolo, distante qualche centinaio di metri. In questi ultimi anni i cittadini di Gallicano hanno evidenziato, in più occasioni pubbliche, ai vari rappresentanti della Amministrazione Comunale, la necessità di effettuare nel Comune una seria indagine epidemiologica con studio Osservazionale di Corte, visti i numerosi decessi di bambini in età prescolare e scolare. Malattie spesso associate a danni provocati dall’ inquinamento ambientale.”

Ora si è in attesa che i preposti regionali e ministeriali si attivino nel conferire risposte in merito al suddetto documento dove in conclusione viene chiesto di riconsiderare l’autorizzazione concessa alla V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) presentata, che qualsiasi valutazione venga solo a valle di un’indagine epidemiologica con studio osservazionale sullo stato di salute della popolazione di Gallicano nel Lazio, Zagarolo e dei comuni limitrofi e infine che le indagini epidemiologiche e valutazioni del rischio, finalizzate al miglioramento dell’ambiente costruito e la promozione della salute, vengano accompagnate da una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) a norma dell’Art. 1 Direttiva 2011/92/UE.

A supporto di questo documento non si è fatta attendere l’interrogazione dei consiglieri regionali del M5S, nelle persone di Devid Porrello e Silvia Blasi, membri della commissione Ambiente, indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale, Daniele Leodori (che ha anche un legame imprescindibile con queste terre, poiché è stato per dieci anni sindaco di Zagarolo, nonché attuale Consigliere Comunale) cui si chiede al Presidente della Giunta Regionale, Nicola Zingaretti e all’Assessore delle Politiche del Territorio, Mobilità e Rifiuti, On. Michele Civita se intendono riconsiderare l’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa alla V.I.A. presentata in considerazione del fatto che il progetto è stato redatto dalla “Martino Associati Srl”, e ancora se  intendono procedere ad un’indagine epidemiologica, studio osservazionale sullo stato di salute delle persone di Gallicano nel Lazio, Zagarolo e limitrofi. Questa interrogazione contribuisce  de facto alla “lotta” che, sin dalla sua costituzione, il Comitato per Gallicano ha inteso portare avanti con le armi del dialogo, dello studio e dell’amore per la propria terra e le proprie origini… la Tenuta di Passerano forse rimane uno degli ultimi polmoni verdi alle porte di Roma e campagna di inestimabile valore dell’Agro Romano Antico.
 

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ROMA RISCHIO EMERGENZA RIFIUTI, SANTORI: "RESPONSABILE DELL'IMMOBILISMO E' NICOLA ZINGARETTI"

"Si tratta della stessa ignavia di chi anche sul bilancio non ha saputo prendere decisioni e del paradosso di una politica che, invece di decidere, chiede a gran voce il proprio commissariamento."

 

Redazione

Roma – "Parlare a nuora perché suocera intenda è un esercizio linguistico inaccettabile su un tema così delicato come quello dei rifiuti. Non so se il Sindaco marziano capirà la battuta, ma qui c’è poco da ridere, considerato che sono settimane che denuncio il rischio di un’emergenza rifiuti a Roma e l’evidente inettitudine del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’unico e vero responsabile di questo immobilismo. Forse il Sindaco dovrebbe recarsi in Regione a chiedere spiegazioni, prima di parlare in maniera impersonale al Procuratore Capo Pignatone. Governo e Regione sono in perfetta sintonia partitica con Roma e, dopo l’emergenza bilancio, ora serve l’assistenza anche per quella dei rifiuti. Ignazio Marino è ormai commissariato su tutti i fronti", così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e componente della commissione Rifiuti, commentando le allarmanti parole del sindaco Ignazio Marino che denuncia che a breve non saprà più dove mettere i rifiuti. "Tutti i nodi vengono al pettine, l’immobilismo del centrosinistra e l’irresponsabile attesa di un commissario che decida per conto della coppia Zingaretti-Marino. Si tratta della stessa ignavia di chi anche sul bilancio non ha saputo prendere decisioni e del paradosso di una politica che, invece di decidere, chiede a gran voce il proprio commissariamento. Non c’è un piano rifiuti, si è sbandierata la chiusura di Malagrotta, c’è stato lo scandalo Cerroni e in tutto questo tempo Zingaretti non ha saputo decidere nulla", conclude Santori.