TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE

di Ninnj Di Stefano Busà

Dentro di noi ne avvertiamo l' esigenza, lo stimolo, il conforto che ne potrebbero derivare, ma siamo ormai incapaci di rintracciare la nostra "spiritualità" fortemente oltraggiata, derisa, ignorata, trascurata dalla immensa mole di sollecitazioni esterne, che abiurano alla profondità e verità del soggetto-animatore che
dentro di noi abita. In qualche attimo di assoluto privilegio, "qualcosa" canta in noi, ci consente una parziale visione dell'assenza, chiede, talvolta, a gran voce di essere rigenerata, alimentata. 

È la voce della coscienza come premessa dell'indivisibile percezione dell’essere, più che dell’avere. Quella voce vorrebbe riempirci di splendore, di luce, di desiderio, raggiungere itinerari spirituali che ci arricchiscano all'interno, che ci proiettino qualcosa di alto, di nobile, di migliore per la nostra esistenza. Una vita degna di essere vissuta è l'anelito di tutti. Ma cosa può significare oggi il concetto stesso di spiritualità non osiamo neppure immaginarlo! Non ne abbiamo neppure l'idea, lo avvertiamo come percezione, come essenzialità di un tutto, di un corpus ineludibile che si presenta a noi come "anima", concetto astratto che si qualifica come l’irrangiungibile meta di un quotidiano attraversato da tenebra fitta. 

Ma dove stanno il buio e dove la Luce… non riusciamo a comprenderlo. Siamo in uno spaesamento, in uno smarrimento aberranti. C'è un vuoto dentro di noi che ci modella, senza la nostra volontà, incolpevolmente o non, verso un'informale, stereotipata visione della vita. Allo stesso tempo, siamo stritolati dalle passioni, dai desideri, dai tormenti quotidiani che ci allontanano sempre di più dal nucleo centrale del nostro esser(ci). Brancoliamo nel vuoto assurdo delle nostre incapacità pregresse, ma non abbiamo sensazioni di superamento  dallo status di frustrazione. Il vuoto ci prende, ci spende nella miriade di sue profanazioni, corruttele, inganni. Vorremmo ritrovare, indubbiamente, il senso della sacralità, ma siamo contaminati dalla grettezza, dalla pura e semplice incapacità a donarci senza remore ai moti del cuore, agli impulsi del sentimento, alle vicende amorose, sociali, politiche, religiose con una visione più ampia e meno banalizzante.

Da ogni parte si avvertono i sintomi di questa atroce contraddizione. Siamo la marea nera della nostra condotta; la domanda senza risposta, l'opposto e il contrasto vivo e tagliente della nostra miseria spirituale. Stiamo assistendo ogni giorno di più allo sfaldamento di tutti i valori, alle remore etiche, al fallimento dei significati più elevati e sobri. Siamo di fronte al diffondersi di un senza precedenti, una sperimentazione delle passioni e una  diversificazione dei sistemi esistenziali senza freni.

Ci occorrono nuovi modelli, nuovi mondi da esplorare, nuove vie da percorrere: il tragitto verso la Luce è inequivocabile, eppure ci allontana sempre di più dalla salvezza. A questo punto: o ci si allinea per raggiungerlo, oppure soffriremo sempre di più il vuoto, la desolazione, l'annientamento delle risorse
spirituali.  Siamo ad uno sbocco finale. Il passaggio da un'era all'altra ci ha visto spettatori impassibili scivolare verso abissi fondi. Oggi è tempo di tirarsi indietro, di iniziare a percorrere un sentiero che ci conduca alla consapevolezza di essere su una strada senza ritorno. Allora: o reiterare l'inganno o, modificare l'assetto,
l'opportunità di crescita spirituale. L'antico metodo scientistico ha messo in luce che il matrimonio tra scienza/fisicità non sta più in piedi, ne ha ampiamente mostrato i limiti. La fisica quantistica ne ha esaltato l'universalità materialistica della visione newtoniana, incentrata sull'atomismo dei nuclei e sugli atomi isolati, racchiusi nei margini di spazio-tempo.

Oggi, dopo l'illuminismo, attraverso la coscienza dell'intelletto pensante, ma anche dell'intelligenza dell'anima la concezione dell'universo è vista sotto un altro aspetto, il dettaglio non è di poco conto. esiste un legame tra corpo e anima, tra sacro e profano. E' davvero priva di scopo la nostra esistenza? C'è senso ad essere qui, ora nella nostra veste di protagonisti del nulla o dell'indissolubile mistero che ci  trascende? Esiste la metafisica? Dio? C'è legame tra la religione e la spiritualità che tanto evochiamo? La sfida è aperta. Tutto sta nel dirigere bene le forze interne a noi, non sprechiamo fiato ad evocare assurde dinamiche di funzionalità, mettiamo in moto le nostre sinergie e affrontiamo la prospettiva e la sacralità della vita con occhi diversi, ma soprattutto con nuovi metodi e nuove discipline che non contrastino lo spirito che abbiamo dentro.
 




ESSERE POVERI DENTRO

di Ninnj Di Stefano Busà

E' un guazzabuglio la società di oggi, un coacervo di contraddizioni sconclusionate e assurde, un artificio di azioni atte a rappresentarsi, autoreferenziarsi, mostrarsi all’ennesima potenza, senza costrutto, senza logica e raziocinio, né coerenza, essere privi di ragioni etico/morali.

Il comportamento umano è votato a dare  la peggiore immagine di sé, il più lacunoso, estroverso, eterodosso progetto di squalificazione e di disfattismo: si ricorre all’orrido quando non si trovano modelli, già preconfezionati, standardizzati da seguire. Mai secolo è stato più patentato al libertarismo sfrenato e inconcludente, portato alle sue estreme conseguenze, come quello attuale, mai società più dispersiva, inadeguata e, sprofondata in dubbi, compromessi, contraddizioni, incognite, pregiudizi, incertezze, conflittualità e aberrazioni come quella attuale. Ma cosa succede alla ns. coscienza? Cosa fa scattare la molla di perversione che ci svilisce e ci disorienta in episodi di poca luce spirituale, in assenza di valori, di significati, di idealità e moralità? Cominciamo col dire che il Bello non è più di moda, ma è il costrutto di una esigenza che deriva dall’interno e senza quella visione della vita non si può andare lontano. 

Oggi è il nomadismo della coscienza a dettar legge: si è orientati al buio, alla tenebra del ns. sentire. Il tanto deprecato male ha preso il sopravvento sul bene: non vengono rispettati piani di sviluppo morali, progetti di alto livello, ipotesi di meritocrazie, di sintonie comunicative. Ovunque alligna lo sfacelo, la ruberia, l’inganno, il sotterfugio per arraffare denaro (quasi sempre denaro sporco, contaminato), proveniente da intrallazzi, imbrogli, droga, corruttele,

Non siamo usciti mai da un movimento nefasto: “Mani pulite” è ancora dentro la strategia di sopravvivenza vile e fraudolenta del modernismo usa-getta della nostra epoca. Non è stato debellato, il suo fenomeno cresce ogni giorno tra le fila di una politica deviata, logora, insofferente e logorroica, una politica rea di aver praticato il politichese per i gonzi e la bella vita per le tasche “elitarie” di chi giunge in alto, tra i privilegiati di una gang che storicamente, da troppo tempo si fa i propri interessi personali, tralasciando e ignorando quelli che sono dell’Italia e degli Italiani. In questi ultimi quindici anni sono avvenuti le peggiori ruberie, le peggiori disfatte che siano potute accadere dal dopoguerra in avanti. Le greppie sono state basse e i partiti e i politici lesti a fare man bassa degli ingenti proventi pubblici. Un fiume di denaro è andato perso in sprechi, malefatte, scambi di favore, partitocrazie, collusioni e corruttele di ogni genere. L’uomo è come impazzito, gira attorno al potere, come un lupo famelico intorno alla preda, il protagonismo è la religione che meglio accoglie, predilige, mette in atto: tutti vorrebbero essere parlamentari, senatori, politicanti da strapazzo, pur di conquistare uno scranno in parlamento venderebbero la loro madre e anche le figlie, se necessa
rio. Ci si chiede, come questo sia potuto accadere?

Il libertarismo delle dottrine tramandate dal di Yung, dall’individualismo più generalizzato ha visto un facile terreno di attecchimento nel versante del libero mercato e del capitalismo senza regole della postmodernità, che ha aperto le frontiere, proponendo facili scambi di merci e di idee. Ebbene, lo scambio è avvenuto, ma l’Italia non avendo una sua moneta forte è andata indietreggiando, anche per il malgoverno e la corruzione dei suoi rappresentanti politici, incapaci di far rispettare le regole, inadatti ad un impiego di forze e di congiunture che mettessero l’Italia al riparo del suo default. Oggi siamo arrivati al capolinea, paghiamo a caro prezzo le menzogne, gli arrivismi, i rinvii, gli egoismi, le strategie paranoiche di molti pasionari corrotti e del malaffare, soprattutto, di un far politica da “strapazzo” il “politichese” dei mediocri, senza una visuale alta, senza una visione di priorità su quelle che dovevano essere le regole di un vivere “civile”. Il bubbone è scoppiato, l’Italia si è rivelata per quello che è una nazione fragile che vuole competere con i grandi del mondo, senza i connotati necessari. Mi spiego meglio, quando l’Italia è entrata quale membro nel Mercato Comune Europeo avrebbe dovuto tener conto dei diversi livelli e potenzialità economiche, sociali e culturali, si sarebbe dovuto tener conto delle differenze, dei parametri economico-finanziari di ognuno, non assembrare potenze economiche diverse, con solidificazioni e strumenti sociali diversificati tra loro, differenti culture e mezzi: welfare, gradi diversi di ideologie, di parametri di acculturazioni differenziate, di condizioni del lavoro, incompatibili e contrastanti, di preparazione, di ricerca, di studi imparagonabili.

Molti paesi più sviluppati dedicano ad es. alla ricerca ingenti somme, perché da essa origina la superiorità, la competitività sul mercato. l’import e l’export dipendono direttamente da quest’ago della bilancia, più un popolo è arretrato in tecnologia e sviluppo, minore possibilità ha di essere competitivo con gli altri. Le ragioni della nostra debacle sono tante, tutte da essere valutate e studiate, invece, si tende a fare: “si salvi chi può” e l’Italia affonda.

Infatti, dov’è la crescita? Dove sono il senso comune, la logica di immettere forze nuove sul mercato? Forze in grado di confrontarsi, di rivaleggiare e competere con le nuove strutture e le nuove forme di revisionismo globalizzate? Dove sono le menti atte a disporre di nuove tecnologie d’avanguardia? (non s’investe in risorse umane, nei laboratori di ricerca, anzi si tende ad azzerare i fondi che vengono quasi eliminati del tutto…) dove sono i governanti capaci di ristrutturare davvero le regole del lavoro? Preparare il domani dei giovani oggi diventa alquanto difficile, irrealizzabile.

Sarebbe indispensabile costruire un baluardo alle vecchie partitocrazie abuliche e insofferenti, sclerotizzate, ingessate da una burocrazia paradossale e fuori tempo, da un manierismo di regole non più aperte alla globalizzazione che nel frattempo è andata cavalcando in modo abnorme, diventando un pericolo e un rischio per le sue numerose devianze.

Per usare un eufemismo, dico figure mediocri, dico incompetenti, dico inadatti, ma… si dovrebbero giudicare con minore delicatezza e metterli al posto che meritano, tanti, troppi furfanti che senza alcun titolo, senza intelligenza e raziocinio, (non oso pensare al termine lungimiranza), ci hanno condotto fin qui, sprecando il nostro destino di libertà, di giustizia, di uguaglianza, massacrando le condizioni economico/finanziarie delle nuove generazioni, oltre che il benessere di oggi e di domani di milioni di italiani.

 




CON QUALE PRESUNZIONE UN TALE CHE SI AUTODEFINISCE PRONTO AL GOVERNO, SI TAGLIA GLI ATTRIBUTI.

Ninnj Di Stefano Busà

Di una cosa si è perlomeno certi, di questa grande empasse che ha colpito la governabilità italiana, si cala il sipario sulla scena politica di un certo Bersani.

Una figura enigmatica, complessa, invasiva, tutto nervi e neppure un pensiero positivo, una figura che chiaramente, per tutti coloro che non lo avessero capito  si conclude con un niente di fatto, con una messa in prima linea, la sua condizione di leadership, la sua agonizzante, ambiziosa supponenza di sinistroide, rispetto al bene dell’Italia. Una deludente presa di posizione, la sua, un’arroganza che poggia sulla sua improbabile superiorità di rango filocomunista. Ma chi è mai costui?

Un triste “figuro” con la faccia di Stalin (mai un sorriso, sempre faccia arcigna!) che credeva essere giunto finalmente a governare il paese, preconizzando la fine politica di Berlusconi, che nel frattempo era andato al di sotto, come gradimento, del limite previsto per il confronto, confortandogli la sua corsa a capo della maggioranza e sottovalutando nella maniera più becera e ottusa (non si era accorto neppure delle piazze gremite all’inverosimile), l’avanzata di un movimento (il 5 stelle) che lo ha schiantato. 

Non è uno “statista” lo ha dimostrato nel modo più assoluto, è solo un elemento di disturbo e null’altro. L’Italia delle prossime elezioni non gli perdonerà di aver posto in primis la sua condizione di deluso dalla politica. Escludendo qualsiasi intesa col Pdl e anche con le forze di maggioranza, si è preclusa per sempre la governabilità in un eventuale futuro. Non gli si chiedeva di sposare Berlusconi, ma soltanto di compiere una sorta di armistizio che permettesse al parlamento una tregua finalizzata a compiere poche mosse atte a salvare il paese, risolvere quattro o cinque punti di un’intesa che anch’egli ha sempre sbandierato di condividere. Ma la sua supponenza e presunzione non gli hanno permesso di fare un simile atto di generosità verso gli Italiani, il suo odio verso Berlusconi è più forte di qualsiasi sentimento.

Non capisce costui che siamo combinati molto male, non ci resta più tempo per vivacchiare, per prendere altro tempo, siamo agli sgoccioli, la gente muore di “credito” e non di debito: un suicidio ogni settimana, continuano a chiudere le saracinesche, gli alberghi, le ditte, le imprese. Di questo sfascio dobbiamo ringraziare due figure di quest’ultima farsa politica: certo Monti (soprannominato Rigor Montis) che ha affondato ulteriormente l’economia del paese, subissandolo di tasse e balzelli vari, e Bersani che senza avere altro per la testa che il “pallino” del suo mandato al governo del paese e avendolo creduto già acquisito, se ne è avuto talmente a male, da non volersi salvare neppure il futuro che per lui si presenterà cancellato con un colpo di spugna.

Chi vorrà più votare un elemento che mette l’io egoistico al primo posto e al secondo o terzo la salvezza dei suoi concittadini?  Vi sono cose che non si dimenticano facilmente, vi sono azioni indegne di un uomo che vuole essere statista, senza averne le qualità, le doti, i meriti. Vi sono trasgressioni che il popolo, messo sulla graticola della storia, ricorderà, ma tanto bene!! da far tacere ogni più facinorosa e impellente forza viscerale che pure gli è connaturata. Parlo naturalmente di coloro che “la sinistra” ce l’hanno nel sangue…Vi è una logica in tutto. E anche gli imbecilli, gli opportunisti, quelli imbevuti di comunismo ad ogni costo, constateranno sulla propria pelle. Bersani credo che per te sia finita definitivamente. Addio.
 




UN’EUROPA INDIVIDUALISTA E OPPORTUNISTA

Ninnj Di Stefano Busà

La crisi che ha investito come un uragano tutta l’Europa e non solo, sembra provenga da molto lontano, ha fatto venire i nodi al pettine di una civiltà antica, ma non allineata alla modernità. Entro il calderone di un continente “vecchio” sembra ribollisse da tempo un malessere culturale, socio economico generalizzato, paralizzato dal suo individualismo e libertarismo filosofico e del diritto, che è la perdita di coscienza dei popoli,

La causa a monte sta sempre nella miseria umana e nel vizio che l’uomo porta in sé, nella sua avidità di fondo, nella miserevole condizione morale sempre viva e presente di ignorare la trascendenza a favore di un soggettivismo che impugna prevalentemente false ideologie, campi minati di un sapere e di una cultura che forma e deforma i suoi falsi uomini, le sue false dottrine, i suoi temporanei teoremi che privano la volontà e la libertà dell’individuo fino a soffocarlo, togliendogli ogni residuo di bene e portandolo alla disfatta. E con ciò, non mi riferisco alle forze  e alle filosofie degli stati totalitari, ma a quelli più illuminati che sotto il profilo della democrazia e della libertà si fanno promotori e artefici oltre che interpreti di azioni criminali, inibendo le forze vivificatrici della trascendenza, miscelando nella fattispecie umana tutte le nefandezze, le incongruenze, gli egoismi della specie che viene defraudata dal suo grande beneficio: l’intelligenza logica e il responso morale
delle coscienze.
 




Il FINANCIAL TIMES BOCCIA MONTI, A QUESTO FATTO NON SI STA DANDO TANTA RISONANZA, PERCHE’ ?

Ninnj Di Stefano Busà

Invece, è un segnale preciso, una segnalazione di allarme rosso, Monti non è L’angelo piovuto dal cielo a salvarci, Monti, ha distrutto, quel poco che ancora reggeva, Monti non è affatto il salvatore della patria, è semmai lo scardinatore e l’esecutore fallimentare di un sistema ormai fragile, messo alle strette da una politica troppo accondiscendente con il teutonico Merkel-system e senza alcuna pietà per le fasce meno abbienti.

Il Financial Times, non è un giornale che si fa abbindolare dagli atteggiamenti reclamizzati e messi in essere dalla socialpolitic della (mutua italiana) fatta di personaggi squallidi bene addestrati alla vicendevole scacchiera dei benpensanti, abituati a dare un colpo alla botte e uno al cerchio.

Con un titolo che ricorda una celebre copertina dell'Economist su Berlusconi "Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy" (ricordate?) ha pubblicato su Rigor Montis un articolo a firma di Wolfgang Munchau, uno dei suoi più importanti analisti economici, "Why Monti is not the right man to lead Italy (Perché Monti non è l'uomo giusto per guidare l'Italia)".

Scrive Munchau: "La crisi economica in Italia sta crescendo. Ogni giorno vi sono notizie di peggioramento del credito, dell'aumento della disoccupazione, dei consumi, della produzione e della confidenza nella ripresa del business … Monti non si è opposto a Angela Merkel, ha massacrato l’Italia e il popolo italiano  infliggendo tasse su tasse.

Non ha imposto una revisione vera e soprattutto non ha puntualizzato che, il continuo impegno dell'Italia avrebbe dovuto dipendere da una vera unione bancaria con capacità decisionali e depositi sufficienti; l'adozione di un eurobond; sicché le banche hanno ingoiato gli ingenti capitali freschi come noccioline, perseverando con una politica di espansione economica da parte di Berlino sugli altri paesi della UE…

Monti ha promesso riforme ed è finito con l’aumentare solo le tasse. Il suo governo ha tentato di introdurre modeste riforme strutturali …giusto per fare specchietto alle allodole, la qual cosa ha peggiorato e molto la sua credibilità e lo ha posto ai margini d una politica seria che possa davvero avvalorare la sua leadership in ambito UE.

La sua narrazione (fantastica, ndr) è che lui ha salvato l'Italia dall'orlo dell'abisso, o piuttosto da Silvio Berlusconi. La caduta dello spread ha alimentato la sua narrazione, ma molti italiani (quelli più preparati e aggiornati) sanno che lo devono a un altro Mario- Draghi, presidente della BCE…e anche a dire il vero ai mercati che con mossa strumentale fatta ad hoc se ne stanno accquattati e silenti in attesa del “delirio” del dopo elezioni.  Per Monti, la mia miglior previsione è che la Storia gli darà un ruolo simile a quello di Heinrich Bruning (*), il cancelliere tedesco dal 1930 al 1932. Anche Bruning era convinto al pari dell'establishment di allora, che non ci fosse alternativa all'austerità"…ma l’austerità e il rigore senza le necessarie riforme fanno perdere di vista il PIL che si riduce e si comprime notevolmente, facendo scadere l’economia nazionale di un paese da terzomondo, (senza una sua fisiomomia né un credito internazionale).

Il giorno seguente Rigor Montis, piccato, ha risposto con una lunga lettera al Financial Times. Riporto alcune perle della sua intemerata in cui sin dal titolo appare la sua innata modestia "Italy has led reform in Europe as well as at home (L'Italia ha guidato le riforme in Europa oltre che a casa)"
1. L'Italia era vicina a essere espulsa dai mercati finanziari. Ridurre i bisogni finanziari era imperativo (durante il Governo Monti il nostro debito pubblico è aumentato di 100 miliardi, ha fatto peggio di Tremonti e i nostri titoli pubblici sono stati acquistati in prevalenza dalle nostre banche grazie al prestito ponte della BCE di gennaio/febbraio 2012 di 1.100 miliardi di euro al sistema bancario europeo, ndr) e poteva essere fatto solo aumentando le tasse. Ma si doveva intervenire sul taglio delle spese, soprattutto quelle strutturali e non sull'aumento delle tasse e della fiscalità aumentando così la recessione, ndr)
2. Quello che ha fatto questo governo diminuendo i prezzi (l'inflazione è salita al 3% nel 2012, ndr) e creando più lavoro nel settore dei servizi è senza precedenti (per Bankitalia nel 2013 il tasso di disoccupazione aumenterà, arrivando a toccare il 12% nel 2014 e per l' ISTAT: la disoccupazione giovanile supera il 37%, ndr) per un periodo così breve e senza una reale maggioranza in Parlamento (sostenuto solo da Pdl, Pdmenoelle e Udc, ndr).

Belin, che vergogna. Monti ci è o ci fa?

Rigor Montis non è la persona adatta a trainare l’Italia fuori dalla crisi in un momento tanto drammatico per la storia di tutti i tempi, non ne ha l’impronta, la visione, la tempra, non ne ha le caratteristiche, non possiede la pregnanza storica delle molte e inusuali determinazioni logiche oltre che dell’apparato intellettuale (si fa passare per tecnocrate, per gigante dell’economia…)


(*) In una situazione economica gravissima per la Germania, Bruning perseguì con determinazione, tramite decreti presidenziali d'urgenza, una politica di tagli di bilancio e di deflazione per alleviare il peso del debito estero connesso al pagamento delle riparazioni di guerra decise a Versailles. Per alcuni la sua politica provocò un grave aumento della disoccupazione, aggravò il disagio sociale e la condizione dei ceti medi, causò il massiccio spostamento dei medio-bassi verso l’estremismo populista-nazionalista di Adolf Hitler, di cui conosciamo la storia e tutta l’evoluzione successive.




QUELLO CHE SI DOVREBBE SAPERE PRIMA DI VOTARE, MA CHE NON DICONO PER PURA CODARDIA

Ninnj Di Stefano Busà

Quello che sta accadendo nel mondo e soprattutto nella UE è qualcosa di  scandaloso, vergognoso e immorale, ma soprattutto si fa a discapito del cittadino ignaro e incosciente di ciò che i governanti perpetrano a loro danno.

Ecco che cosa si sono inventati, detto in massima sintesi: le banche europee sono al collasso, tutte; Ma soprattutto quelle di Grecia e Portogallo, che però essendo indiziate e segnalate per cattivo funzionamento e fallimento, sono diventate fondamentali per organizzare un giro di fatture contabili da accreditare al sistema bancario europeo;

Si comportano nel seguente modo: la BCE presta 10-20 miliardi alla Grecia all’interesse ufficiale dell’1%, sostenendo che così si riprende e si rimette in piedi una nuova crescita. Il governo si prende la sua bella tangente e ringrazia; il giorno dopo fa un bonifico e usa quei soldi per pagare gli interessi alle banche private europee che si è calcolato in un originale 9% al quale va aggiunto il successivo 12% per il ritardo e poi aumentato di altri interessi per via di un meccanismo matematico-finanziario che si chiama anatocismo che significa il calcolo del debito di interesse sull’interesse “non pagato” in modo tale da raggiungere una cifra vertiginosa perchè gli interessi si sommano in progressione chilometrica e verticale.

In tal modo, le banche europee possono mostrare bilanci in profitto relativi a soldi che non hanno avuto dalla BCE e che nvece vengono iscritte in bilancio come se fossero guadagni di esercizio e di servizio.

La BCE applaude e dice: voi banche siete solidissime, allora vi presto dei soldi perché avete i conti a posto.

Se la Grecia e il Portogallo dichiarano di non pagare più, le banche europee di ogni singolo paese sono costrette a vedersela con i propri debiti veri, quelli non immessi e non conteggiati in bilancio.

Quindi loro (compresi noi italiani) devono a tutti i costi mantenere in vita il sistema bancario greco-portoghese, per evitare che falliscano MPS, Unicredit, Societa¨ General, Dredsner Bank, Santander, ecc. ecc

E la Grecia e il Portogallo affondano senza nessuna speranza di potersi riprendere mai. Le persone, le esistenze degli esseri umani coinvolti in questo “giochetto di prestigio” non contano, non vengono prese in considerazione, vengono calpestati e revocati i loro diritti alla vita. Tutti gli stati membri le avranno sulla loro coscienza: un paese che affonda è un genocidio, è inutile girarci intorno. Inoltre anche l’Italia come nazione e come stato, sta in bilico, non è salda, intanto che affonda si porta dietro, affamandoli, e distruggendoli due paesi, con l’unico obiettivo di nascondere i nostri debiti, pensando di poterla far franca, senza capire che si tratta soltanto di questione di tempo. Tutti i nodi vengono al pettine – prima o poi –  Il che, oltre a essere criminale è immorale.

Siamo ad un punto di valanga, da precipizio e di rischio infiniti. Cerchiamo di nascondere le sporcizie sotto il tappeto per evitare guai, ma andremo a finire in un baratro senza via di uscita. Solo l’uscita da questi ingranaggi tendenziosi, macabri e rovinosi potrà ormai salvarci, lo vado dicendo da un po’ e ormai lo dicono anche altri personaggi importanti della politica, i quali  hanno capito la gravità di andare avanti con questi “mezzucci” .

Forse in un rigurgito di coscienza, in uno scatto di dignità e di amore cristiano, comprendono la gravità e la rovina di intere generazioni, lo fanno ancora timidamente, quasi in sordina: dicono e non dicono, timidamente, come se vedessero un film dell’orrore, ma lo fanno per pochi attimi, poi tacciono soggiogati dal vantaggio, dall’egoismo, dall’utile, dall’ambiguità, dalla strafottenza e dall’incapacità di essere uomini-liberi. o forse semplicemente: Uomini.

 




IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETA’ DI OGGI

Ninnj Di Stefano Busà

Premesso che, chi scrive non è una sfegatata femminista, nè una pasionaria che vuole mettere in discussione il ruolo maschile  nella società e nel mondo, tanto meno spodestare o scalzare l'uomo dalla sua autorità millenaria di capo tribù, già acclarata dalla notte dei tempi. Al contrario, è a favore delle pari opportunità, ovvero, nulla a svantaggio dell'uomo, ma  nel contempo, sia dato alla donna il grande privilegio di essere donna, madre, sorella, figlia, ovvero  permetterle la piena realizzazione di tutti quei compiti che in sé amministra ed espleta, senza neppure il riconoscimento di un ruolo ufficiale, con parità di diritti e doveri con l'altro sesso.

Per la donna  di oggi, sarebbe sacrosanto e giusto, oltre che un tributo alla sua innata capacità di destreggiarsi in mille ruoli diversi, lasciare la libertà che le compete e le spetta di diritto, al lume dell'intelletto che già possiede, poiché ella non tenta di aumentare il senso di competizione, ma di influenzare semmai positivamente il suo atteggiamento di compatibilità nei confronti del mondo intero, senza sfidarlo ad armi pari. Soprattutto perché ne risulterebbe svantaggiata dal ruolo di supremazia maschilista.

La donna agisce con la consapevolezza di un intuito che è quasi infallibile, (ne è dotata fin dalla nascita), le sue capacità logiche sono multiple, possiede eccezionali doti di buon senso, di amore, di pazienza, di comprensione, di equilibrio, di diplomazia, anche di malizia, perché no, perché malizia non vuol dire malvagità, crudeltà, miserabilità. Non mi trova d'accordo la sudditanza di nessuno dei due ruoli, ognuno potrebbe e dovrebbe operare in libertà, affiancandosi, difendendo il proprio spazio d'azione come può, al meglio delle sue possibilità e capacità attitudinali, in "simbiosi", semmai, senza sovrapposizione né ostentazione, senza scorrettezze e prevaricazione, in sinergia con l'altro sesso, non in netto contrasto con esso.

Ma sarebbe chiedere troppo, perciò, ci si limiti almeno alla correttezza e alla pari opportunità. Di fronte alle leggi della Natura e di Dio la donna e l'uomo sono stati creati uguali, nessuno dei due in sudditanza: liberi e felici nell'Eden fino alla cacciata dal Paradiso terrestre. La donna però, al contrario dell'uomo, fin dai primordi ha avuto molte parti sullo scenario della vita, ha dovuto interpretare più parti e quasi sempre le più difficili: crescere e amare i figli dell'uomo, aumentare il prestigio del partner, sia marito o compagno, interpretarne e facilitarne l'eventuale benessere, contribuire col sua amore e la sua dedizione alla famiglia, al mantenimento della casa, portare avanti l'economia dell'intera comunità familiare, fare salti mortali per organizzarsi, conciliare prerogative di lavoro con esigenze familiari, orari di priorità e necessità, dibattersi fino allo sfinimento in mille e mille modi diversi per condurre un'esistenza dignitosa, adeguata alle reali capacità e possibilità, alle esigenze eventuali di altri elementi aggregati, che possono subentrare nel nucleo familiare del tipo: genitori, suoceri, figli di matrimoni allargati.

Cosa manca dunque alla donna perché le venga riconosciuto l'imprimatur dei molti ruoli dei quali si fa già interamente carico, senza esserle riconosciuto alcunché di tutto ciò, e di cui è  all'altezza:  responsabile e guardiana del focolare domestico, pronta al sacrificio per la salvaguardia del suo progetto culturale e morale? 
L'avallo del maschio che pretende la sua piccola territorialità tutta per sé, e non è disposto a condividerla con nessuno, non rientra nelle sue aspettative, ella va oltre le remore istituzionali che la vogliono relegata al ruolo di "cenerentola" e di sudditanza al partner. Oggi più che mai la donna si è resa autonoma, affrancandosi da un ruolo che era un lacciolo alla sua libertà, alla sua scoperta del mondo, ai suoi diritti e doveri di essere umano "pensante". Ora la donna sta cominciando a capire che non è più tempo di sottostare ai loro strapoteri di vita e di morte, alle loro millanterie, ai loro loschi e recidivi inganni, alle malevolenze, alle vessazioni, ai tradimenti. La donna di oggi se non è affiancata da un partner compatibile, onesto, retto, autorevole, (senza essere autoritario),  preferisce di gran lunga lo stato di single: stare sola non la terrorizza, non è un assillo, ella è assolutamente autosufficiente. La sua condizione di single non la disturba, anzi, talvolta, ne fa una privilegiata. Dalla capacità della donna di sapersi adeguare ai mutamenti, di saper far crescere i figli, anche senza l'uomo, di saper individuare un menage sereno, sapientemente dosato di affanni e pene, (che nella vita quotidiana non mancano), ma notevolmente gioioso, accogliente, preferibile a quello furioso e destabilizzante del compagno, soprattutto se non le è congeniale, né compatibile né solidale, ormai è consapevole anche la società in cui viviamo.

Da qui: l'urto, la rabbiosa reazione, il malcontento, la furiosa gelosia dell'uomo di oggi. Da qui, la grande tragedia che sta colpendo da una parte i responsabile di tale situazione e, dall'altra, le vittime che tale situazione hanno dovuto fin qui subire. Sono stati calcolati in Italia più di 2000 casi di uxoricidio all'anno. Una vera ecatombe, una sorta di bollettino di guerra. Perché? E' presto detto. Le condizioni di sviluppo sociale, il benessere raggiunto in campo culturale, socio/economico, l'apertura intellettuale della donna verso traguardi che le hanno consentito nuovi orizzonti, rapporti sociali, progressi lavorativi, crescita economica, autonomia di giudizio, guadagni, hanno permesso alla stessa di negarsi al suo ruolo di eterna "cenerentola", e di non volersi più sottomettere al padre-padrone, ormai modello obsoleto di un tempo arcaico, che ha finito per perdere la forza bruta del suo bastone di cavernicolo. Ma sembra che l'uomo non voglia avvedersi della metamorfosi, del cambiamento sociale, culturale, morale, dell'entità cognitiva, sentimentale, emozionale, ristrutturante e impegnata del ruolo della donna in seno alla società, di cui condivide i dolori e i tormenti. Soprattutto, pare non voler accettare una simile condizione, una tale mutazione, che diviene frustrazione, inconcepibile per le sue ridotte capacità di cavarsela da solo. La donna, invece, dal canto suo, ha la forza magnifica ed esaltante della sua certezza di "essere", la potenza della sua energia propositiva, la sua intuitiva visione del tutto, cui fa appello in casi estremi per evitare di soccombere ai fendenti distruttivi, che la natura stessa le impone. Sicché quando tenta di lasciare un uomo che non dà nessuna garanzia di serena convivenza, diventa una vera tragedia familiare.

L'uomo non possiede ancora le facoltà di emanciparsi dalla donna, è lui il debole, è lui lo scriteriato, è lui il più fragile, il più immaturo, indifeso, il più arcaico soggetto della modernità e del binomio all'interno del nucleo familiare. Perciò, doversi rimettere in gioco, dover ricominciare, doversi separare, condurre una vita da single, non poter più imporsi a nessuno, lo fa letteralmente impazzire, gli fa saltare la molla che tiene legati i filamenti del cervello, lo fa andare fuori fase: perdere sul campo dove aveva la superiorità, il vantaggio e, soprattutto, dover fare a meno dei servigi della donna considerata per secoli ai suoi diretti comandi, doversi umiliare a riformularsi daccapo, dopo secoli di predominio e di accondiscendenza della donna, polverizza la sua psiche labile e fragilissima, facendola esplodere come una miccia o un  congegno ad orologeria.
Piuttosto che dover ammettere il fallimento della sua inutile e surrentizia vita da reuccio, o adattarsi a passare al ruolo passivo di apprendista stregone, doversi lavare i calzini, prepararsi la cena, vivere in disperata solitudine, "uccide" il soggetto-oggetto del suo rancoroso legame, o si fa saltare le cervella malate.
La donna, dal canto suo, ha acquisito un ruolo sociale di preminenza, spesso giunta all'apice della carriera, non intende mollare.

Negli ultimi due anni sono stati calcolati solo (si fa per dire) 10.ooo morte ammazzate, stuprate, violentate dalla furia selvaggio del maschio che smarrisce la ragione.  Da pochi mesi è  stato inserito nella legislatura italiana il reato di stalking nella legislazione italiana, in teoria, nelle intenzioni del legislatore, questo strumento dovrebbe servire a moderare i bollenti spiriti dei pionieri…del far west, o degli abitatori della giungla. La donna si è resa responsabile di un processo storico che prende sempre più consistenza e di cui la società avverte da poco tempo la "mutata ratio". La donna è provvista  di illuminazioni folgoranti, di furbizia spicciola, ma anche di quella profonda, studiata e lungimirante apertura mentale che serve nella società di oggi: tutte cose che all'uomo spesso mancano del tutto. L'uomo è istinto, sopraffazione e violenza, la donna: dialettica, esercizio della tolleranza, pazienza e lungimiranza. Come si fa a non capire che il mondo oggi ha bisogno di entrambi i poli per innescare il corto circuito? Come si fa a non capire che è finito il tempo della sudditanza silenziosa, della irascibilità bestiale dell'uomo condotta sul filo dell'arroganza e della forza bruta? solo perché era lui a portare i pantaloni, a provvedere economicamente alla famiglia?
Eppure, ci tentano ancora a sopraffare la donna (in generale) i bellimbusti: a stuprare, a violentare, proprio in funzione di quella spinta animalesca che li soggioga, li cattura, li dirige.

Sono in balìa del loro malsano istinto, che li fa credere dominatori del mondo. E lo sono stati per troppo tempo nei secoli passati.  Ma ogni cosa ha un fine e oggi la fine è venuta con l'avvento della cultura del diritto, che assegna ad ognuno il suo ruolo, separato e insieme circoscritto, ad un solo grande progetto universale, far sopravvivere il mondo. Non importa Chi vi sta a governarlo, a dirigerlo. L'importante è dominare le negatività, prevenirle, mitigarle e possibilmente superarle. Se poi sarà merito dell'uno o dell'altro sesso niente toglie al merito. Ma questo ancora l'uomo, dopo 2000 anni di storia non lo ha accettato, né capito, neppure è disposto a metterlo in discussione e, ancor meno, a lasciare che si realizzi una simile sovrapposizione di ruoli.

 




IL CITTADINO RIDOTTO A SUDDITO DA UN GOVERNO CANAGLIA, SENZA TRASPARENZA MORALE E PRIVO DI COSCIENZA CIVICA

Ninnj Di Stefano Busà

Da una indagine a lungo raggio risulta che il peggior malgoverno dell’area mittleuropea è stato realizzato in Italia. Un modello arcaico, di fantomatico sistema intercambiabile ma non trasformabile, sarebbe come dire: far finta di cambiare, senza cambiare nulla.

Una tattica che ha dato pessimi risultati, perché si realizza la definizione matematica per la quale scambiando gli addendi il risultato rimane lo stesso. Quindi fumo negli occhi dei cittadini ignari, che vedono l’inadempienza sommergerli ogni giorno di più fino a divenire intollerante. Non ci siamo mai soffermati in quest’ ultimi due anni sulla fine che farà la generazione che è stata defraudata dal lavoro. Ebbene, facciamolo. Per pochi anni ancora sopperirà alla mancanza di occupazione giovanile, un ammortizzatore sociale di grandissimo rilievo: la famiglia, i pochi euro dei vecchi genitori ormai anziani, qualche lavoretto di “sfroso”, qualche call center con paga miseranda di un precariato giovanile che diviene ogni giorno di più un dramma.

Ora riflettiamo, questo status non può essere eterno. I vecchi genitori che mantengono i figli maturi, esodati o disoccupati, questa generazione di poveri vecchietti pensionati si estinguerà negli anni a venire, moriranno e, allora? quali ammortizzatori troveranno in una Italia martoriata da tasse, da balzelli, succube di una Europa sempre più ingorda, con un debito pubblico strabiliante per il quale ora può giustificare agli occhi dell’europa di stampo mittlemerkeliano il versamento di ingentissime somme facendole passare per indispensabili ad estinguere il debito, col solo scopo di diminuire il tasso percentuale d’interesse dello stesso (è la favola?) Ma ora sappiate che non è più credibile, dobbiamo metterci in testa che la verità non è questa, è quella di incrementare utili su utili ad un sistema bancario corrotto e ignobile che chiede sempre di più e dà sempre meno in termini di costruzione di una Europa Unita. NON C’E’ nulla di vero in questo concetto fraudolento che vuole abbattere gli stati più fragili economicamente.

Ora passiamo ad un altro argomento di grande rilevanza: quando ci si accorge di un errore madornale, e questo errore può portare a morte certa interi paesi, fare affondare popoli nella fame e nell’indigenza più nere, non si rema controcorrente, si corre ai ripari, non si lascia morire un popolo di stenti, di miseria. Ed è quello che sta facendo l’establishment di ogni mandato di turno…Accortosi di aver fallito, di non aver considerato che prima si fanno le leggi e poi le alleanze, continua impeterrito la sua strada verso la distruzione totale. Mi dite perchè di tornare indietro si parla solo in sordina? Chi mette questo dictat? Chi impone che indietro non si torna, ovviamente chi ne ricava il suo maggior profitto? ovvero la zarina Merkel che ne trae il massimo giovamento. Ma noi non possiamo sottacere, obbedire ad una linea politica che vede avanzare le strategie e le supremazie teutoniche. Prima o poi la Ue scoppierà perchè taluni Paesi meno dotati finanziariamente imploderanno e vi sarà la resa dei conti, allora ne vedremo delle belle e come si dice: affonderemo nella melma creata da noi stessi a nostro discapito.
 




MONTI BIS, LA “CRESCITA” TANTO PALESATA E’ SOLO UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE: UNA VOLTA CHIUSE NEL SACCO NON HANNO POSSIBILITA' DI SOPRAVVIVERE

Ninnj Di Stefano Busà

Coi Patti Lateranensi Mussolini firmava un accordo bilaterale tra i due Colossi di allora: Stato Italiano e Stato del Vaticano. Oggi lo Stato del Vaticano è ancora notevolmente saldo, lo Stato italiano è quasi disintegrato dal mal governo e dall’inerzia di un esecutore testamentario che ne sta realizzando il Rigor Montis attraverso una figura di “salvataggio” dissennata e insipiente.

Di formazione gesuita e apparentemente uomo della Chiesa, Monti risulta cattolico praticante, a chi si può ispirare secondo voi, il promotore di una così franante e defraudante legislatura tecnocratica? Un ibrido tra tecnicimo travestito da pastoie europeistiche di stampo socialpolitic, condiscendente con i poteri forti e le manie di grandezza e di superiorità di un euromoneta di stampo marcatamente merkeliano che sta per distruggere vari Paesi dell’area deputata a questa valuta, ma soprattutto gli stati membri costituenti meno forti, meno agguerriti e meno protetti dell’intero establishment UE.
Salvaguardare le Banche è stato l’obiettivo di Monti sin dal suo primo esordio in politica. In realtà ha salvaguardato il destino dei potenti, ha dato man forte alla parte che più si distingue per accaparramenti economico/finanziarie e speculazioni monetarie, “fenomeno” degenerativo maligno che oggi  viene denominato < spread > e che fa tremare le vene dei polsi delle nazioni aderenti al Mercato Comune. L’uomo della Provvidenza? Ha registrato al suo apparire il più alto gradimento mai tributato ad un uomo di governo, deteneva il 60% dei simpatizzanti, ora risolto in un 10-15% di “manutencoli” che gli tirano la giacchetta pur di andare o restare in Parlamento, perché senza di lui rischierebbero di non rientrare nella quota prevista per essere eletti.

Ecco cosa ha prodotto Monti: Disoccupazione, aumento delle tasse, tagli indiscriminati alla sanità, alla scuola, un riforma dell’articolo 18 della legge sul lavoro iniqua e feroce che ha ridotto sul lastrico migliaia di famiglie, portato allo sbando parecchie migliaia di esodati e ci ha regalato una supertassa esorbitante, a sua immagine e somiglianza, che è andata a soddisfare la gola profonda di Banche, contrariamente alla sua affermazione infausta di voler  diminuire il debito pubblico (che invece è ulteriormente aumentato).

Ecco cosa non ha prodotto: Equità, (neppure l’ombra, poiché non sa dove stia di casa…) liberalizzazioni zero, crescita del lavoro e occupazione zero, strutture e riforme zero, tagli alla politica zero, lotta agli sprechi zero, alle caste, (neppure un euro sottratto a privilegi esorbitanti, a pensioni e vitalizi fuori controllo, indegni di un paese civile; miglioramenti di nessun tipo, agevolazioni fiscali 0, incremento industriale, creditizio zero.

Ci ha elargito a piene mani invece una IMU strabiliante che gli gioverà per essere menzionato nella storia del fisco come l’esattore più disciplinato e preparato di tutti i tempi.

Il suo apparato di rigidità ha provocato la caduta ulteriore del PIL (prodotto interno lordo) che è andato ai minimi storici. Ora per farsi eleggere blatera di “crescita” affermando che è il suo 2° traguardo, (ce ne guardi Iddio!). Ma a questo punto crediamo tutti che il professore non abbia chiaro neppure il significato del termine, “crescita” per lui è solo crescere in tasse. “A buon intenditor poche parole” dice un vecchio detto…e noi l’abbiamo provato sulla nostra pelle. Le sue manovre e le sue mire politiche ora sono sotto gli occhi di tutti, unirsi al centro per indebolire i due poli e andare spedito di nuovo alla guida del paese, ma questa volta ci auguriamo davvero che gli italiani lo mandino a casa sua per sempre, a fare lì i conti della spesa. Non è tipo da salvare l’Italia. E lo abbiamo abbondantemente capito. Perlomeno si spera… ardentemente, ne andrebbe della sopravvivenza degli italiani che sarebbero ulteriormente schiacciati, con una guida al governo di quel genere.
 




MONTI VUOLE FARE IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Ninnj Di Stefano Busà

Monti si è scoperto, ha buttato giù la maschera, ed è come se avesse detto testualmente: andate avanti, sporcatevi le mani…lo avete sempre fatto, io sto nelle retrovie e interverrò solo se mi conviene…
Ma vi sembrano parole, pensieri, gesti, di un premier, di uno che tiene a mettere a posto le cose in Italia? La giacchetta a questo ennesimo simulatore non gliela tira più nessuno e allora… s’immagina di recitare una parte di colui che si degna di essere tirato in ballo per necessità di patria. Ma chi crede di essere costui?

I denari per non strangolare gli italiani con una tassa tanto iniqua quanto esorbitante li avrebbe dovuto tirar fuori dal dimezzamento dei partiti, dallo snellimento delle caste (sì proprio delle caste al plurale) perché in Italia vi sono troppi privilegi, troppe corporazioni, troppo scompensi, troppi: alt! Chi tocca i fili muore. Avrebbe dovuto rimodulare i vitalizi, perlomeno abbassare i ladrocini nei confronti del Popolo che sta sudando “sette camicie” per fare quadrare il pranzo con la cena.

Monti è un ibrido: pensate che doveva essere il “salvatore” e invece ne è l’esecutore fallimentare (come bene lo ha definito Di Pietro). La sua paga è superiore ai suoi meriti, quello che incassa è esorbitante e ha cominciato col fare gli interesse delle banche e dei magnati, non ha toccato patrimoni miliardari all’estero, non ha toccato privilegi di sorta ai suoi simili…e fin qui niente di male (potremmo dire che si fosse capito fin dal principio il suo metodo di condurre la politica).

Egli vuole entrare in politica, e lo si è capito da subito che non avrebbe mollato più l’osso. Ma ora sta facendo il gioco sporco, per non avere Berlusconi tra i piedi nella sua scalata, si vuole alleare alla sinistra;

Pensate uno di destra “realizzato e miliardario” come lui che vuol far intendere che si muove all’insegna degli interessi del Popolo, con ideologie e visione da marxsimo travestito da burocrate non precisamente proletario, uno che come lui viene dall’elite del paese e trova nel suo mondo l’humus facile per attecchire.

Ma ci chiediamo dove siamo arrivati? dove ci porterà questo vento di supremazia capitalistica travestita da popolismo? Davvero costui crede che gli italiani sono una massa di pecore e solo lui è il furbo di turno. “Chi viene dopo un anno, dovrebbe mettere l’Imu il doppio? Ha pronunciato testualmente, nella conferenza stampa tenuta alle dimissini. Dà dunque per scontato che qualunque formazione politica vincerà non vedrà l’alba di 5 anni di governo? Il pronostico parla chiaro, le sue parole sono scandite, pronunciate con cautela, ponderate e scarse. Sa bene l’importanza delle sue sentenze ipocrite e menzognere.

Siamo alla frutta, di questo passo è indicativo il concetto (e lo dà per scontato) che egli solo è in grado di governare e che solo se tirato in ballo, se strattonato da tutte le parti, acclamato a gran voce, si degnerà di entrare in gioco e “buggerare” ancora gli italiani ingenui e le forze minoritarie che non vedono di buon occhio un ritorno di Berlusconi in campo e si alleerebbero con lui per distruggerlo.

Berlusconi questa volta non vincerà, pagherà a caro prezzo le sue motivazioni poco azzeccate di averlo appoggiato per 13 mesi e poi averlo mollato solo in prossimità delle elezioni. Gli italiani non gli perdoneranno di averlo avallato, sostenuto mentre egli distruggeva l’italia e la polverizzava. Si metta dunque il cuore in pace. Anch’egli avrebbe dovuto fare le riforme tanto tempo fa, non avrebbe dovuto giocare “al quieto vivere”, a galleggiare per un intero anno del suo mandato, rendendosi ridicolo, puerile e in balìa di oscure forze…che lo hanno semidistrutto, facendogli perdere la stima internazionale. Un vero leader, uno che si sente capo di governo non deve andare tanto in basso, non può, non gli è consentito, oggi l’elettorato lo ha abbandonato e non lo ritroverà mai più. I giochi sono fatti, le carognate anche, e tutte sulla pelle degli altri; non c’è posto per i ripensamenti tardivi, le promesse fatte in punto di morte mentre il malato esala l’ultimo respiro. Anche Berlusconi ha sbagliato e molto…ora ci viene a proporre la cancellazione dell’Imu, tirando in ballo spese campate in aria che fanno rabbrividire, gesti aleatori, tardivi, che non hanno modo di convincere più nessuno. Perché non dice agli italiani?: Io ridimensionerò il parlamento, dimezzerò gli stipendi ai papabili, taglierò le gambe ai “vitalizi stratosferici, agli sprechi, metterò l’Imu sugli immobili del Clero, eliminerò la tassa della TV, non sovvenzionerò più tutta la stampa “indiscriminatamente” non solo quella di parte…

Questi sarebbero discorsi seri, non blablabla, per non dispiacere sotto voto nessuno alleato probabile. Mostrando programmi ancora nebulosi, incerti, cauti, senza lme della ragione, non andrà da nessuna parte, resterà inchiodato al suo declino inevitabile.  Con questi presupposti  e progetti sarebbe più credibile, ma servirebbe anche questa volta controfirmare un patto con gli italiani, un patto inderogabile, quasi un vincolo di sangue coi pochi che ancora gli sono rimasti fedeli e non sono molti, personalmente indico come scala di misura un 19%. Se saprà giocare bene le sue carte, forse recupererà un 5%. Ma essere agguerrito simulatore non gli gioverà, la gente è allo stremo e questa volta non si farà ingannare dalle chiacchere, vuole fatti, vuole programmi e riforme vere, a lunga scadenza, non per navigare a vista, vuole lavoro, crescita, riforme migliorative, non distruttive sul lavoro, sulle imprese, sugli sgravi fiscali, sull’edilizia, sulla scuola, sull’immigrazione, sulla sanità (che a dire di Monti vacilla), vuole la contropartita all’esubero di tassazione con la quale viene stritolato ogni giorno di più, senza che niente funzioni nel paese delle banane.

Così ci hanno ridotto le interferenze distruttive di un manipolo di politicanti da strapazzo che hanno pensato di rimpinzarsi a crepapelle senza portare nessun beneficio alla Nazione.




MONTI E IL SUO SERMONE DA PRETE SPOGLIATO

[VIDEO – CONFERENZA DI FINE ANNO MARIO MONTI]

 

Ninnj Di Stefano Busà

Un sermone da prete di campagna, un continuo rimescolare su quanto egli abbia salvato l’Italia e la gente non lo abbia capito: comizio singolare e banale, fatto di allusive stonature tragicomiche, di continui assilli sollecitatori sul filo della logica e del buon senso, un arrampicarsi su vetri fragili e rotti che non fa che avvalorare, qualora ve ne fosse ancora bisogno, il suo malgoverno, la sua incapacità a darsi regole e strutture portanti di cui tanto “blatera”.

Un addio di così scadente istanza avrebbe potuto pronunciarlo chiunque, ma se viene da uno che ha guidato l’Italia allo sbaraglio come ha fatto Monti in questi tredici mesi, diventa avvilente e umiliante.

Mi sembrava di sentire un parroco dire messa alle esequie di un morto: tono apparentemente pacato, ma inconcludente, di chi non ha nulla da dire o da dare, tranne che il suo mandato raggiunto da agonia stringente, da astenia e anemia irreversibili. Questa la verità ultima, la verità oltre ogni menzogna,

La straordinaria quanto censoria e arrogante ultima parola, prima del congedo, che si spera definitivo per tutti noi italiani ha disorientato, ma non ha lasciato stupiti: cosa ci si poteva aspettare da uno che ha tolto ai poveri per dare ai ricchi? Un vero Robin Hood al contrario.

Attenzione, non che l’Italia raggiunga la posizione soleggiata, non che vi siano speranze di crescita, non che si delineano menti in grado di realizzare la “rinascita” tanto auspicata, ma almeno "fuori uno", ovverosia, il più drammatico fuori porta sbalzato via da un calcio di rigore che lo ha messo fuori campo.

Ora la palla passa a coloro che stanno in panchina ad attendere gli esiti delle elezioni, che non hanno un’aurea di saper dare risposte certe, non hanno programmi a breve e a lunga scadenza, non hanno progetti e soprattutto volontà d’impegnarsi a risolvere i tanti problemi degli italiani, che sono diventati un vero allarme, una emergenza che rischia di divenire cronica e di portare a livelli di guardia non più tollerabili la popolazione in ginocchio.

Al voto delle urne, dunque, l’ultima parola. Sapranno gli italiani tenere in considerazione fatti e cose, parole e tradimenti? Sapranno cambiare registro, dando la sterzata che faccia drizzare il timone verso: crescita, lavoro, occupazione, giustizia, dimezzamento di caste e camerille, dimezzamento del numero dei parlamentari, cancellazione di lauti compensi con solo pochi giorni di mandato-parlamentare alla casta, accorpamento di Province, misure più eque per la tassazione e il Fisco (siamo i peggiori in Europa).

Saprà il prossimo governo prendere atto che siamo fuori rotta? Fuori tempo massimo? Per non cadere nell’abisso più fondo di una “recessione” irreversibile. Saremo i prossimi a cadere sotto l’effetto del famigerato “spread” sempre in agguato? O ci tireremo fuori appena in tempo per non cadere nella gola profonda di un sistema economico/finanziario fuori controllo, patrocinato dalla forza centristamerkeliana che la fa da padrona su tutta la linea. Monti lascia il campo, ma saprà il successore trovare la chiave per aprire le porte al sole della rinascita?