ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: IN ATTESA DELLA NUOVA GESTIONE PARTE LA PROGRAMMAZIONE GRATUITA

di Ivan Galea

Roma – Il Nuovo Cinema Aquila dopo che lo scorso 9 marzo 2015 si era visto revocare dall'amministrazione capitolina la concessione per presunte irregolarità contributive e previdenziali commesse dal concessionario e per la subconcessione da parte del Consorzio Solco a favore delle cooperative consorziate Fabian Art Society e N.C.A. Coop. Sociale Onlus, in violazione alla Convenzione di Gestione ed in attesa della prossima assegnazione per la gestione del bando apre le porte dal 18 al 30 luglio con una programmazione gratuita all’interno di CityFest, il grande contenitore di eventi speciali, intrattenimento e formazione della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis. La rassegna è stata pensata per le famiglie e i più piccoli ed è spalmata su tre giorni della settimana: martedì, giovedì e sabato. "Un ulteriore appuntamento di qualità nel cartellone dell’Estate Romana  nel momento in cui anche le tradizionali arene stanno avviando la loro programmazione. È il risultato di un percorso condiviso con il municipio V che vuole salvaguardare un progetto culturale e un luogo così importante”. Ha commentato in una nota l’assessore alla Cultura e al Turismo Giovanna Marinelli.
 




NUOVO CINEMA AQUILA: “ABBIAMO SUBCONCESSO PER PROBLEMI ECONOMICI”

di Maurizio Costa

Roma – Il comune di Roma ha revocato la concessione del Nuovo Cinema Aquila alla cooperativa sociale N.C.A. La decisione è stata presa dall'amministrazione comunale perché il consorzio che ha vinto il bando per l'affidamento della struttura, il consorzio Sol.Co., ha subappaltato il Cinema Aquila proprio alla N.C.A., pratica proibita nella gara d'appalto (il concessionario non può trasferire ad altri il godimento del bene in uso, né subconcederlo, né cambiare la destinazione per cui è stato concesso).

Il direttore del cinema, Fabio Meloni, non ci sta e afferma che un consorzio può subappaltare
ad una cooperativa socia un bene ricevuto dal comune. “Tale possibilità – scrivono i lavoratori del cinema in un comunicato – può essere messa in atto anche in caso di cooperative socie non presenti al momento della gara, come nel caso della N.C.A.”.

Questa affermazione viene smentita dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, che stabilisce che “i concorrenti all'atto dell'offerta o l'affidatario, nel caso di varianti in corso di esecuzione, all'atto dell'affidamento, abbiano indicato i lavori o le parti di opere ovvero i servizi e le forniture o parti di servizi e forniture che intendono subappaltare o concedere in cottimo” e inoltre che “l'affidatario (Sol.Co n.d.r.) provveda al deposito del contratto di subappalto […] almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell'esecuzione delle relativa prestazioni”.

La N.C.A. Nasce solamente nel 2011 e quindi è impossibile che al momento dell'aggiudicazione (2008) il Sol.Co. avesse dichiarato di voler subappaltare alla cooperativa N.C.A.

Il direttore del cinema, Fabio Meloni, ha giustificato questo subappalto dichiarando che “la cooperativa era in gravi difficoltà economiche. Il Sol.Co non poteva ricevere credito cinematografico e sgravi per la digitalizzazione delle sale perché non aveva come principale attività quella del cinematografia. Non potevamo perdere questa opportunità e quindi abbiamo deciso di creare N.C.A.”.

In una conferenza stampa, Fabio Meloni ha parlato anche di questa subconcessione: “Io gli errori me li prendo. L'errore è stato subconcedere. L'irregolarità che ha portato alla revoca è stata la subconcessione. Secondo noi, questa è una cosa che si fa in tutti gli ambiti e non capisco perché non possa essere fatta qui. Non c'è nessuna sentenza a favore o a sfavore (ma ci sono le leggi all'interno del bando n.d.r.). Noi, però, non siamo neanche contrari al bando”.

Adesso, il comune di Roma ha deciso di istituire un nuovo bando, cercando di tutelare i lavoratori del Cinema Aquila, che così potrebbero perdere il lavoro. Meloni ha però preso una decisione importante: “Siamo già usciti dal consorzio Sol.Co. e adesso vogliamo partecipare al nuovo bando, senza scorciatoie ma solo col rispetto per quello che abbiamo fatto”.

Riguardo ai presunti rapporti del presidente del Consorzio Sol.Co., Mario Monge (intercettato al telefono con Salvatore Buzzi), con Buzzi e Mafia Capitale, Meloni ha dichiarato che “non abbiamo nessun rapporto con Buzzi e Carminati, anche se il primo ha fatto una proiezione qui”. E inoltre, il direttore del cinema continua: “Per salvare lavoratori e la cooperativa annuncio ufficialmente che noi usciamo dal consorzio Sol.Co. Mi dispiace ma c'erano molte cose che non sapevo, cose di cui mi sarei aspettato una partecipazione maggiore. Quindi ce ne andiamo dal consorzio. Se fossimostati coinvolti in Mafia Capitale ci avrebbero già chiuso gli inquirenti”.

Infine, Meloni giustifica la sua assenza in Mafia Capitale dicendo che “io mi sono preso anche qualche coltellata a Ostia e continuano a dirmi che faccio parte della mafia”.

La nostra inchiesta aveva svelato tutto già mesi fa e adesso finalmente giustizi è stata fatta. Ci sarà un nuovo bando, i lavoratori probabilmente continueranno a gestire il cinema, ma con una cooperativa più sana e senza vizi di legge.




ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: IL COMUNE REVOCA LA CONCESSIONE AL GESTORE

 

LEGGI ANCHE: ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS

 

di Ivan Galea

Roma – Sul caso sollevato da L'Osservatore d'Italia, relativo il Nuovo Cinema Aquila di Roma, in merito a passaggi di Onlus che sostanzialmente risultano essere controllate dallo stesso personaggio, Mario Monge, presidente della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione affidataria della gestione dell’immobile (Cinema) espropriato alla criminalità organizzata e affidato allo stesso Mario Monge dal Comune di Roma nel 2004 a seguito di bando pubblico, il Comune di Roma ha revocato la concessione al gestore a causa di irregolarità riscontrate nella sua gestione

Ebbene il nostro quotidiano ad ottobre del 2014 evidenziava alcuni passaggi in  contrasto con la convenzione stipulata tra il Comune di Roma e la cooperativa Sol.Co onlus che di fatto vietava nella maniera più assoluta il subappalto. E nonostante il divieto il subappalto veniva fatto da Mario Monge legale rappresentante della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione  ad un’altra cooperativa sempre onlus riconducibile allo stesso Mario Monge.

“Il Nuovo Cinema Aquila non chiude. È un bene confiscato alla mafia e di proprietà della città e l’amministrazione ha come priorità assoluta quella di garantirne la continuità. – Dichiara in una nota l’Assessore alla Cultura e al Turismo, Giovanna Marinelli. – Abbiamo dovuto procedere – prosegue la nota – alla revoca della concessione al gestore a causa di irregolarità riscontrate nella sua gestione. Ringrazio il grande lavoro fatto dal Dipartimento Cultura e dagli organi competenti che ci mette oggi in condizione di porre rimedio a una situazione non più sostenibile. Stiamo già lavorando affinché la programmazione possa continuare. In accordo con il municipio e gli uffici amministrativi coinvolti, stiamo procedendo con la massima urgenza alla pubblicazione di un nuovo bando che ripercorrerà nelle sue linee quello precedente, a salvaguardia delle finalità socio culturali di un bene con queste caratteristiche. Siamo certi di giungere quanto prima a una situazione di rilancio del cinema, la cui importanza come presidio culturale sul territorio è fondamentale per la città, per gli abitanti del quartiere così come per i tanti operatori del mondo indipendente del cinema”.




ROMA, MAFIA SOLIDALE: LETTERA SHOCK DELLA DIREZIONE DEL NUOVO CINEMA AQUILA

di Maurizio Costa

Roma – Il Nuovo Cinema Aquila, bene espropriato alla mafia e trasformato dal Comune di Roma in un multisala gestito da una cooperativa sociale, denuncia con una lettera aperta alcune situazioni che intaccano l'indipendenza del cinema stesso. “Fino a quando il Nuovo Cinema Aquila dovrà subire attacchi di una certa politica che mira a controllare anche l’aria che respiriamo? – si legge nella lettera pubblicata sulla pagina Facebook del cinema, che poi prosegue –

Una politica che indica chi dobbiamo far lavorare, chi dobbiamo ospitare, chi dobbiamo promuovere, chi dobbiamo ringraziare. Una politica che aiuta certi personaggi fino all’ultimo passaggio della vita, mentre lascia morire d’inedia giovani dei quali finge di essere interessata”.

Secondo quanto denunciato dal direttivo del multisala, la politica sceglierebbe chi far assumere all'interno del cinema, ma anche i personaggi da promuovere e altre scelte che dovrebbero spettare a chi gestisce il Nuovo Cinema Aquila, Fabio Meloni. “Una politica che ci inganna quando ci porta a credere che un lavoratore assunto grazie al sostegno di un politico abbia sempre più ragione di un datore di lavoro che si oppone al ricatto e vuole scegliere liberamente i propri dipendenti e le proprie attività”. La lettera è molto dura, e continua affermando che “Mafia Capitale” è anche questo.

All'interno del cinema lavorano persone svantaggiate, che provengono dalla strada o che hanno passato un periodo in carcere. Invece, secondo quanto si legge dalla nota del multisala, ci sarebbero “attacchi subdoli da parte di politici e consiglieri comunali dei quali verranno fatti i nomi agli inquirenti, perché possano verificare i veri motivi dei cambiamenti repentini riguardo la valutazione che hanno adesso delle attività culturali e gestionali del Nuovo Cinema Aquila”.

La politica romana, quindi, sceglierebbe chi far lavorare all'interno del cinema e anche chi non licenziare. L'accusa è molto grave, e se proviene dal cinema stesso vuol dire che qualcosa di vero dovrà esserci per forza. Inoltre, il Nuovo Cinema Aquila sostiene che ci sarebbero alcuni tentativi di truffa e di sabotaggio che minano l'attività e l'indipendenza del cinema.

LE PUNTATE PRECEDENTI:

17/01/2015 MAFIA SOLIDALE: QUELLA TELEFONATA CON IL GIORNALISTA DE L’OSSERVATORE D’ITALIA”
17/01/2015 MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE
17/01/2015 MAFIA SOLIDALE: IL DOPPIO VOLTO DELLA SOLIDARIETA’
28/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI
20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS
20/03/2014 ROMA, IL GIALLO SUI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: CHE FINE FANNO I SOLDI DEL NUOVO CINEMA AQUILA? L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA
11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI



MAFIA SOLIDALE: QUELLA TELEFONATA CON IL GIORNALISTA DE L’OSSERVATORE D’ITALIA”

di Maurizio Costa

Roma – Appena uscì la nostra inchiesta, ricevemmo in redazione una telefonata da una persona informata sui fatti che riguardavano Mario Monge e il consorzio Sol.Co. Questo informatore ci ha rivelato la sua identità ma noi non la sveleremo per il rispetto della privacy. In una lunga telefonata, dalla quale il nostro quotidiano prende fin d'ora le distanze rispetto i contenuti dei quali sarà eventualmente la Magistratura a valutarne l'utilità, Giuseppe (nome di fantasia) riferisce particolari su Mario Monge e su come avrebbe gestito i soldi della cooperativa di cui è presidente, fin dal 1993. In quell’occasione, secondo Giuseppe, avrebbe avuto a che fare con ben 2 miliardi di lire con la cooperativa “Carcere e comunità”.

Ecco un sunto della telefonata dello scorso 8/10/2014 ore 12:09 dove abbiamo sostituito con dei “beep” termini da noi reputati inidonei e offensivi e nomi di persone.

Interlocutore: “[…] Mario Monge è un ………. (beep). Nel 1993 è stato licenziato dall’associazione “Carcere e comunità” per essersi …….(beep) due miliardi di lire del
l’epoca […]”.
Interlocutore: “[…] Tutti i soldi che arrivavano dai vari ministeri… Regione… e cose simili, che servivano per creare lavoro o cose simili, per detenuti ed ex detenuti, se
li è ………….. (beep)  tutti […]”.
Interlocutore: “[…] Coi soldi che si era …………… (beep) (Mario Monge ndr) ha messo in piedi quel baraccone che è il Sol.Co. […]. E continua a fare …………. (beep)
una dietro l’altra […]”.
Interlocutore: “[…] Lui (Mario Monge ndr) ha messo in piedi ‘sto baraccone (cooperativa Eurago ndr) […] e a quelli che sono andati lì gli ha detto «guardate io faccio l’imprenditore, non faccio il benefattore»
[…] e si è (………beep)  i soldi”.
Interlocutore: “[…] Questo qui (Mario Monge ndr) le fa …………..(beep) a un livello galattico. Questo è un ………. (beep) da
quattro soldi […]”.
Interlocutore: “[…] Questo (Mario Monge ndr) ………….. (beep) soldi ai contribuenti. […] E so che non ci ha mai provato nessuno (a fare inchieste su questa situazione ndr) e siete i primi che andate a ficcana
sare in quello che combina […]”.

LE PUNTATE PRECEDENTI:

17/01/2015 MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE
17/01/2015 MAFIA SOLIDALE: IL DOPPIO VOLTO DELLA SOLIDARIETA’
28/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI
20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS
20/03/2014 ROMA, IL GIALLO SUI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: CHE FINE FANNO I SOLDI DEL NUOVO CINEMA AQUILA? L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI

 




MAFIA SOLIDALE… QUELLE STRANE COINCIDENZE CON MAFIA CAPITALE

di Maurizio Costa

Roma – La nostra inchiesta sul Nuovo Cinema Aquila ha sollevato un polverone, che sembra legarsi a doppia mandata con le indagini di Mafia Capitale e con il business del traffico illecito sui vestiti usati per l'Africa. Questo perché ci sono due personaggi che emergono e che secondo gli inquirenti sarebbero implicati in questo altro scandalo del giro  illecito di vendita all'estero dei vestiti  usati gettati  nei cassonetti gialli con la complicità delle cooperative e con la mano lunga della stessa Camorra che ha fatto da regia dell'ormai famigerato giro d'affari.

Secondo quanto emerge dall'inchiesta de L'Osservatore d'Italia Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati avrebbe avuto rapporti con Mario Monge presidente della Sol.Co., che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila.

 

La storia:

Il Nuovo Cinema Aquila è stato affidato al Consorzio Sol.Co. nel 2004. Il presidente del consorzio di cooperative sociale è Mario Monge, che gestisce affari in tutta Roma e provincia. Il cinema, nel 2013, passa – in maniera discutibile – nelle mani della N.C.A., una società cooperativa che vede Mario Monge sedersi sempre nel consiglio d'amministrazione. Questo passaggio di cooperative è stato denunciato dalla nostra testata molti mesi fa, perché nel bando comunale c'è espressamente scritto che il cinema non può essere ceduto ad altre cooperative sociali. [20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS]

 

Lo scandalo dei cassonetti gialli:

Dopo lo scandalo di Mafia Capitale e gli arresti per vendita all'estero dei vestiti usati gettati nei cassonetti gialli, il cerchio sembra chiudersi. La squadra Mobile di Roma, guidata da Renato Cortese, ha arrestato 14 persone che ricevevano appalti senza gara dall'amministrazione (come quello della raccolta degli abiti usati), e lucravano sulla vendita di questi indumenti, spedendoli in Nord Africa o in Asia.

A capo del giro d'affari ci sarebbe Pietro Cozzolino, boss della camorra del clan di Portici-Ercolano. Con la complicità di sindaci, assessori e consiglieri comunali, la cricca gestiva questo business che fruttava milioni di euro l'anno. Ogni chilo di vestiti rende dai 35 ai 58 centesimi, che moltiplicati per decine di tonnellate fanno una bella somma. Ama Spa è direttamente implicata, e con lei anche Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati (“er cecato”). Buzzi sarebbe stato il referente di tutte le cooperative sociali e avrebbe ripartito il territorio in varie parti per dividere i fatturati. Qui entra in gioco Mario Monge e il consorzio Sol.Co.

 

La svolta:

Buzzi avrebbe dato il permesso di lucrare e sarebbe stato l'operatore di tutto il sistema. Inoltre, il braccio destro di Carminati sarebbe stato il raccordo terminale dei consorzi sociali. Mario Monge, presidente della Sol.Co., che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila attraverso la N.C.A., conoscerebbe bene Buzzi.

Mario Monge, secondo gli inquirenti, organizza gli incontri tra le cooperative e Dante Pomponi, ex assessore ai tempi di Veltroni. Secondo gli agenti, “chi vuole vincere non paga più solo alla Pubblica Amministrazione, in un contesto che è solo corruttivo, ma paga al titolare di poteri di fatto all’interno della Pubblica Amministrazione, poteri che sono correlati al dominio della strada e che si proiettano nel mondo istituzionale, condizionandolo anche con la corruzione, poteri che sono, in una parola, di stampo mafioso”.

Monge è a capo del Nuovo Cinema Aquila, seppur indirettamente, e da alcune telefonate anonime, ci hanno riferito che sono anni che lucrerebbe in questi affari.

La cooperativa "New Horizons", facente parte sempre della Sol.Co. di Mario Monge, ha gestito per anni i cassonetti gialli per la raccolta degli abiti usati ed è implicata nelle indagini della Squadra Mobile di Roma. Inoltre, il Nuovo Cinema Aquila ha avuto uno strano passaggio di cooperative, e sembrerebbe che tra i 14 arrestati ci siano alcuni amministratori di altre cooperative del Monge.

In definitiva, Monge, presidente del consozrio Sol.Co. che raggruppa la cooperativa "New Horizons" (per quel che riguarda i cassonetti gialli) e la N.C.A. (che gestisce il Nuovo Cinema Aquila), conoscerebbe bene Buzzi, braccio destro di Carminati, implicato nello scandalo dei vestiti da dare in beneficenza insieme a un boss della camorra, Pietro Cozzolino.

Attorno al Nuovo Cinema Aquila c’è un passaggio di Onlus che sostanzialmente risultano controllate dallo stesso personaggio, Mario Monge, presidente della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione affidataria della gestione dell’immobile (Cinema) espropriato alla criminalità organizzata e affidato allo stesso Mario Monge dal Comune di Roma nel 2004 a seguito di bando pubblico.

Da risultanze CCIAA, la Sol.Co. conta a giugno 2014 ben 25 addetti e un valore di produzione di quasi sette milioni di euro di cui oltre sei milioni spesi per servizi  ed un utile di esercizio di 380 euro – trecentottanta euro – (Dati riferiti all'esercizio 2011)

Il Comune di Roma affida alla Sol.Co la gestione del cinema per finalità sociali e con divieto di subappalto e la Sol.Co di tutta risposta affida la gestione operativa alla N.C.A. riservandosi solo 4 giorni l’anno per perseguire gli scopi sociali in quanto onlus.
La cosa singolare è che questo accordo sancisce la trasmissione della gestione del bene dalla Sol.Co, rappresentata da Mario Monge, alla N.C.A., con membro del Cda sempre Mario Monge.

Difatti, il Cinema risulta essere gestito da una cooperativa diversa da quella che aveva vinto il bando comunale.E’ lecito dunque pensare che oltre al business dei rifiuti ci sono passaggi da chiarire anche rispetto alla gestione Nuovo Cinema Aquila?

La nostra inchiesta ha scoperchiato una situazione più grande di quello che sembrava all'inizio. Partendo da un normale cinema espropriato alla mafia, ci siamo trovati di fronte alla cupola che da anni muove i fili della capitale d'Italia.

LE PUNTATE PRECEDENTI:

17/01/2015 MAFIA SOLIDALE: IL DOPPIO VOLTO DELLA SOLIDARIETA’
28/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI
20/10/2014 ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS
20/03/2014 ROMA, IL GIALLO SUI BENI CONFISCATI ALLA MAFIA: CHE FINE FANNO I SOLDI DEL NUOVO CINEMA AQUILA? L'INCHIESTA DE L'OSSERVATORE D'ITALIA
11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI



ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: PARLA IL DIRETTORE FABIO MELONI

di Maurizio Costa

Roma – Continua la nostra inchiesta sul Nuovo Cinema Aquila. Dopo gli ultimi tabella, il presidente dell’attività vuole dire la sua, cercando di fare chiarezza sulla vicenda. Come emerso dalla nostra inchiesta, il Nuovo Cinema Aquila nasce come bene espropriato dal Comune di Roma nel 2004 alle organizzazioni mafiose. Dopo quattro anni di ristrutturazione, secondo la legge che tutela i beni sottratti alla mafia, l’Amministrazione comunale emana un bando per affidare la gestione del cinema a una cooperativa sociale, per favorire la crescita di un quartiere difficile come quello del Pigneto e favorendo l’integrazione giovanile.

Il bando viene vinto dal “Consorzio Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione”. A questo punto dobbiamo tornare al primo articolo della nostra inchiesta [ ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI].

Abbiamo contattato il presidente della Sol.Co., Mario Monge, che ha dichiarato che il Consorzio Sol.Co. e la Cooperativa Sociale Sol.Co. Fanno parte dello stesso soggetto giuridico e non sono due società diverse, come dichiarato nell’articolo dell’undici marzo scorso. “Il bando per l’affidamento del Nuovo Cinema Aquila è stato vinto dalla Società Cooperativa Sociale, come ragione giuridica, ma i nostri soci non sono persone fisiche ma persone giuridiche – ha affermato Monge – quindi il Consorzio Sol.Co. e la Cooperativa Sol.Co. fanno parte dello stesso soggetto giuridico”.

Fabio Meloni, direttore del Nuovo Cinema Aquila, ha voluto rispondere alla nostra inchiesta. “Durante gli anni molte Ong hanno partecipato a eventi all’interno del cinema, come Legambiente e Amnesty International. Facciamo convegni per aiutare molte comunità, contro l’Aids e i problemi in India. Inoltre, noi facciamo lavorare anche persone svantaggiate ed ex detenuti all’interno del cinema”. “Noi – continua Meloni – abbiamo dato la possibilità a molte persone che non potevano far vedere le proprie opere di proiettarle al Nuovo Cinema Aquila”. Riguardo all’affidamento del cinema, il direttore dichiara che “in base alla Legge Merloni, i consorzi possono affidare alle cooperative la gestione non facendo subappalto”. “Chiunque può verificare sul nostro sito tutti gli eventi che facciamo ogni settimana, – ha continuato Meloni – le finalità sociali ci sono e lo possiamo dimostrare”. Riguardo al costo di gestione, Meloni afferma che “proiettare film ha un costo ed è impossibile proiettare pellicole gratuitamente. Quando un film approda in una sala cinematografica c’è bisogno che chi lo ha prodotto abbia un guadagno che copra l’investimento”. “Quando concediamo il cinema alle istituzioni e al Comune – continua Meloni – non riceviamo un euro di tutti questi servizi che abbiamo fornito all’Amministrazione e l’Assessorato alla cultura, inoltre, non ha mai investito in questo posto, fino ad oggi”.

Continueremo la nostra inchiesta, senza chiudere le porte a chiunque voglia esprimersi su questo argomento,

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11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI



ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: OMBRE SU QUEL PASSAGGIO TRA ONLUS

di Maurizio Costa
Roma – Attorno al Nuovo Cinema Aquila c’è un passaggio di Onlus che sostanzialmente risultano controllate dallo stesso personaggio, Mario Monge, presidente della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione affidataria della gestione dell’immobile (Cinema) espropriato alla criminalità organizzata e affidato allo stesso Mario Monge dal Comune di Roma nel 2004 a seguito di bando pubblico.

Questo passaggio risulterebbe in contrasto con la convenzione stipulata tra il Comune di Roma e la cooperativa Sol.Co onlus che di fatto vieta nella maniera più assoluta il subappalto.

Che dire poi se questo subappalto viene fatto da Mario Monge legale rappresentante della cooperativa sociale onlus, Sol.Co. Solidarietà e Cooperazione  ad un’altra cooperativa sempre onlus dove Mario Monge è comunque presente nel cda?

Da risultanze CCIAA, la Sol.Co. conta a giugno 2014 ben 25 addetti e un valore di produzione di quasi sette milioni di euro di cui oltre sei milioni spesi per servizi  ed un utile di esercizio di 380 euro – trecentottanta euro –  (Dati riferiti all'esercizio 2011)

La Sol.co. ha l’onere di gestire questo bene sequestrato alla malavita come “luogo dove svolgere attività di educazione al cinema” e quindi di perseguire scopi sociali ben definiti, come l’aggregazione giovanile e l’autoproduzione culturale. Di fatto, al nuovo cinema Aquila è dedicato molto spazio alle nuove visioni ed è, a tutti gli effetti, un cinema romano come tutti gli altri se non fosse per la sua storia, iniziata intorno agli anni ’70, quando la struttura entra nel giro della banda della magliana, diventando un cinema a luci rosse e approdata poi nella sfera di una gestione finalizzata a scopi socialmente utili.

Dal 2004 al 2008, il cinema rimane chiuso per i lavori di ristrutturazione, costati 2 milioni di euro ed eseguiti dal Dipartimento XIX del Comune di Roma.

La convenzione che affida il bene alla Sol.Co. ha delle regole ben chiare che, se non fossero state rispettate, avrebbero causato la revoca della convenzione stessa. Per esempio, “l’immobile o parti dell’immobile – si legge nella convenzione – non possono essere ceduti in locazione a soggetti terzi anche per brevi periodi”. Insomma il subappalto viene espressamente vietato. Infatti, all’articolo 24, si stabilisce che “il concessionario (la Sol.Co. n.d.r.) non può trasferire ad altri il godimento del bene in uso, né subconcederlo, né cambiare la destinazione per cui è stato concesso”, pena la revoca della concessione. Sono state rispettate queste norme?

L’undici aprile 2011, ecco che nel discorso del Nuovo Cinema Aquila s’introduce una nuova cooperativa: nasce la “N.C.A. Società Cooperativa Sociale (ONLUS)”, in cui Mario Monge, già presidente della cooperativa sociale Onlus Sol.Co., figura tra i soci fondatori insieme a Fabio Meloni, inserito nel progetto culturale del Nuovo Cinema Aquila come direttore del gruppo di lavoro Fabian Art Society, quindi coinvolto nell’attuazione del progetto culturale stesso.

Questa N.C.A., prende la gestione operativa del progetto e della stessa convenzione stipulata tra la Sol.Co. e il Comune di Roma. La Sol.Co e la N.C.A. stipulano l’accordo il 1 agosto 2013, determinando che il contratto avrà durata dal 30 luglio 2013 fino al 22 maggio 2018, pertanto dal 30 luglio 2013 la gestione operativa del cinema è di fatto della N.C.A. salvo quattro giorni all’anno, ripetiamo quattro giorni all’anno, durante i quali la Sol.Co svolgerà le proprie attività sociali a titolo gratuito.

Dunque Il Comune di Roma affida alla Sol.Co la gestione del cinema per finalità sociali e con divieto di subappalto e la Sol.Co di tutta risposta affida la gestione operativa alla N.C.A. riservandosi solo 4 giorni l’anno per perseguire gli scopi sociali in quanto onlus. E’ lecito tutto questo?

La N.C.A. è formata da 11 soci tra cui anche i lavoratori del cinema stesso che, detengono una quota di 200 euro ciascuno, insieme ai già citati Monge e Meloni. La cosa singolare è che questo accordo sancisce la trasmissione della gestione del bene dalla Sol.Co, rappresentata da Mario Monge, alla N.C.A., con membro del Cda sempre Mario Monge.

Difatti, il Cinema risulta essere gestito da una cooperativa diversa da quella che aveva vinto il bando comunale. Sui biglietti del cinema compare ben visibile il nome della N.C.A., che, come scritto sul tagliandino, è organizzatrice e titolare del Sistema.Dal suddetto contratto, inoltre, emerge che la N.C.A. deve pagare 12.000 euro l’anno, oltre l’Iva, alla Sol.Co. fino al 22 maggio 2018.

Altra singolarità è rappresentata dall’articolo 6 dell’accordo di cessione tra Sol.Co ed Nca nel quale si legge: “Il personale designato allo svolgimento delle attività deve mantenere nei confronti di qualsiasi persona non autorizzata la riservatezza per quanto attiene a informazioni riservate.” In pratica il personale non può assolutamente rilasciare nessun tipo di informazione sulla propria mansione o figura ricoperta all’interno del cinema stesso.

Altro punto da evidenziare è che l’Nca, che da contratto con la Sol.Co., gestisce il cinema da luglio 2013, presenta una relazione di bilancio 2013 priva di ricavi, giustificando che l’anno 2013 è caratterizzato dalla conclusione dei principali adempimenti post – costituzione e che l’avvio effettivo delle attività è avvenuto nel 2014.
Che bisogno c’era di stipulare un contratto con decorrenza luglio 2013 mentre erano in corso gli adempimenti “post- costituzione”, per poi andare a rettificare sulla nota integrativa al bilancio 2013 che l’effettiva partenza dell’attività è riferita all’anno 2014 in cui il Comune di Roma assessorato alla Cultura ha concesso l’impegno di spesa di 40 mila euro?

Tanti i punti oscuri che cercheremo di chiarire nella prossima puntata dell’inchiesta sul Nuovo Cinema Aquila.

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11/03/2014 ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI

 




ROMA CINEMA ESPROPRIATO ALLA MAFIA: IL COMUNE SPENDE 2 MILIONI PER RISTRUTTURAZIONI E LO AFFIDA A CONSORZIO PER PERSEGUIRE SCOPI SOCIALI… MA RESTA UN CINEMA A TUTTI GLI EFFETTI

di Maurizio Costa

Roma – I beni immobili espropriati alla mafia sono un patrimonio importante per la collettività. Sembra un paradosso ma questi averi, una volta sottratti alle mani delle organizzazioni mafiose, vengono riutilizzati per la società, affidandoli a delle associazioni che, a titolo gratuito, fanno partire le loro attività di volontariato all’interno di queste strutture. Di solito si cerca di dare una continuità “al contrario” al bene espropriato: per esempio si costituiscono delle comunità per tossicodipendenti in strutture che precedentemente venivano usate per spacciare la droga. Confiscare questi immobili vuol dire dare uno schiaffo alle mafie, facendogli capire che non solo le istituzioni, in questo caso il Comune di Roma, riutilizza il bene ma lo fa anche per aiutare la collettività.

La nostra inchiesta sui beni espropriati alla mafia prosegue con il caso del “Nuovo Cinema Aquila” di Roma. [ Articolo precedente 08/01/2014 ROMA, BENI, MAFIA E BUSINESS: DOVE VANNO A FINIRE I BENI CONFISCATI ALLA MAFIA? ]

Costruita nel dopoguerra, questa struttura è entrata a far parte del giro della Banda della Magliana intorno agli anni ’70. La banda lo fa diventare un cinema a luci rosse e ben presto tutta la comunità del Pigneto si lamenta di questa situazione di degrado. Successivamente, il cinema viene abbandonato dall’organizzazione mafiosa e finalmente, nel 2004, il Comune di Roma espropria il bene.

La legge che permette ai Comuni di espropriare beni alla mafia è la numero 109 del 1996. Questo testo stabilisce che: “I beni immobili [confiscati] sono trasferiti al patrimonio del Comune ove l’immobile è sito, per finalità istituzionali o sociali. Il Comune può amministrare direttamente il bene o assegnarlo in concessione a titolo gratuito a comunità, ad enti, ad organizzazioni di volontariato […], a cooperative sociali […] o a comunità terapeutiche […].” In poche parole, il Comune può utilizzare il bene per farci degli uffici comunali, delle caserme di polizia, degli archivi o degli alloggiamenti popolari, oppure affidare il bene a titolo gratuito a cooperative che perseguono fini sociali.

Adesso che conosciamo la legge, torniamo al nostro cinema. Il Comune di Roma, dal 2004 al 2008, investe 2 milioni di euro per ristrutturare il cinema: le sale passano da una a tre, vengono costruite vetrate, ascensori e lamiere d’acciaio per abbellire il nuovo cinema. L’opera diventa bellissima e si prospetta un successone.

A questo punto, come stabilisce la legge, il Comune emana un bando per affidare il “Nuovo Cinema Aquila” per finalità sociali. Fino ad ora le cosiddette “finalità sociali” non si vedono e il cinema sembra solo una macchina per fare soldi.

Tornando al bando, il Comune formula questo avviso pubblico, destinato solamente alle cooperative sociali, per affidare la gestione dell’attività; qualsiasi cooperativa vincitrice del bando avrebbe dovuto svolgere un “programma culturale ed educativo al cinema con finalità sociali, favorire l’aggregazione sociale del quartiere anche attraverso progetti di educazione alla legalità, favorendo l’integrazione sociale del quartiere e offrendo opportunità di lavoro a persone svantaggiate.”

Il bando viene vinto dal “Consorzio SOL.CO. Solidarietà e Cooperazione”, che affida la gestione alla cooperativa sociale “Sol.Co. Roma”.

Attualmente il “Nuovo Cinema Aquila” è un normalissimo cinema che proietta tutti i generi di film. La domanda sorge spontanea: quale scopo sociale persegue questa attività?

Quella di aggregatore sociale? Sappiamo benissimo che basterebbe un bar per riunire i giovani di un quartiere. Il programma educativo che dovrebbe svolgere il cinema non sembra esserci, dato che i programmi sociali sono ben pochi e quei pochi che ci sono non sono per niente gratis. Non stiamo accusando nessuno, è tutto a norma di legge, ma ci sembra assurdo che una cooperativa sociale guadagni tantissimi soldi dalla vendita dei biglietti mentre ci sono famiglie che non hanno una casa in cui stare o associazioni che aiutano bambini e tossicodipendenti che non hanno strutture adeguate per svolgere il loro lavoro.

Nei prossimi giorni sentiremo i Presidenti delle cooperative, sperando in risposte concrete e precise. La situazione è a norma di legge, lo ripetiamo, ma utilizzare un bene espropriato per fatturare tantissimi soldi fa storcere un po’ il naso.

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