Condanna dell’OSCE degli ultimi attacchi russi in Ucraina

La Presidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, la deputata finlandese Pia Kauma (Finlandia) e i membri del Gruppo di Supporto Parlamentare dell’Assemblea Parlamentare per l’Ucraina hanno condannato fermamente gli attacchi della Federazione Russa contro obiettivi a Kiev, Lviv, Odesa, Dnipro, Kharkiv, Zaporizhzhia e altri  città.  Secondo i rapporti, più di 100 missili sono stati lanciati contro l’Ucraina, colpendo scuole, un centro commerciale, edifici residenziali, un deposito commerciale e un reparto di maternità.

 “In qualità di Presidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE e Presidente del Gruppo di Supporto Parlamentare per l’Ucraina, condanno con la massima fermezza gli attacchi vili e feroci contro obiettivi civili in Ucraina”, ha affermato la Presidente Kauma.  “Utilizzando quasi ogni tipo di arma nel suo arsenale e violando palesemente le leggi di guerra, la Russia ha distrutto infrastrutture civili e causato molte vittime in uno dei più grandi attacchi aerei dall’inizio della guerra.  Non esiste alcuna giustificazione per una violenza così orribile e indiscriminata.  Porgo le mie più sentite condoglianze a coloro che hanno perso i propri cari e auguro una pronta guarigione a coloro che hanno subito lesioni”.

Kauma ha aggiunto che, nell’interesse dei civili che stanno pagando il prezzo più alto per questa guerra di aggressione, l’Assemblea Parlamentare dell’OSCE ribadisce la sua richiesta per l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze russe dall’Ucraina, aggiungendo che il Gruppo di supporto parlamentare per l’Ucraina dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE è pronto a sostenere qualsiasi sforzo volto a risolvere il conflitto sulla base degli impegni OSCE, nel pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

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Con 57 Stati partecipanti del Nord America, dell’Europa e dell’Asia, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) è la più grande organizzazione di sicurezza regionale al mondo; si adopera per assicurare stabilità, pace e democrazia a oltre un miliardo di persone attraverso il dialogo politico su valori condivisi e attività pratiche che mirano ad avere effetti duraturi. L’OSCE è un foro di dialogo politico su un ampio ventaglio di questioni riguardanti la sicurezza ed una piattaforma di azione comune per migliorare la vita degli individui e delle comunità. L’Organizzazione adotta un approccio globale alla sicurezza, che comprende le dimensioni politico-militare, economica e ambientale, e umana. Grazie a tale approccio e alla sua composizione inclusiva, l’OSCE aiuta a superare le divergenze e a rafforzare la fiducia tra gli Stati attraverso la cooperazione nel campo della prevenzione dei conflitti, della gestione delle crisi e della ricostruzione post-conflittuale. Con le sue istituzioni, gruppi di esperti e una rete di operazioni sul terreno, l’OSCE affronta questioni che hanno un impatto sulla nostra sicurezza comune e che riguardano, tra l’altro, il controllo degli armamenti, il terrorismo, il buongoverno, la sicurezza energetica, la tratta di esseri umani, i processi di democratizzazione, la libertà dei mezzi d’informazione e le minoranze nazionali.

L’Organizzazione ha numerose istituzioni e strutture che l’aiutano ad attuare il suo mandato. Tra queste, l’Assemblea parlamentareriunisce 323 parlamentari che provengono da un’area geografica compresa tra Vancouver e Vladivostok. Essa offre un foro di dibattito e diplomazia parlamentare, guida missioni di osservazione elettorale e rafforza la cooperazione internazionale per sostenere gli impegni assunti in ambito politico e nel campo della sicurezza, dell’economia, dell’ambiente e dei diritti umani. Inoltre, l’Assemblea elabora e promuove meccanismi per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, presta sostegno allo sviluppo di istituzioni democratiche negli Stati partecipanti e assicura trasparenza e responsabilità nei loro confronti.

Le sue sessioni annuali offrono ampie raccomandazioni sulle politiche relative alla gestione dell’Organizzazione. I Rappresentanti speciali dell’Assemblea concentrano la loro attenzione su questioni che vanno dalla cooperazione frontaliera alle minoranze nazionali e su aree che vanno dall’Afghanistan al Caucaso meridionale. L’Assemblea organizza inoltre visite di parlamentari sul terreno e missioni conoscitive e mantiene stretti legami con l’Assemblea interparlamentare della Comunità di Stati indipendenti, con l’Unione interparlamentare, con l’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e con l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Il suo Segretariato internazionale ha sede a Copenaghen. 

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L’invasione russa dell’Ucraina del 2022 ha avuto luogo la mattina in cui l’Assemblea parlamentare (AP) dell’OSCE si era riunita il primo giorno della sua 21a riunione invernale , con decine di parlamentari riuniti presso la sede dell’OSCE a Vienna ed altri che si sono uniti online. Nella sessione plenaria di apertura del 24 febbraio, 28 parlamentari hanno preso la parola, la maggior parte dei quali ha denunciato l’incursione ed espresso profonda preoccupazione per la vita dei civili in Ucraina. I parlamentari hanno denunciato l’operazione militare come “indifendibile” eduna “grave violazione del diritto internazionale” e hanno ribadito il ruolo dell’OSCE nel facilitare il dialogo e rafforzare la fiducia.Ma la risposta dei parlamentari dell’OSCE la mattina del 24 febbraio non è stata la prima volta che l’AP ha affrontato la questione della crisi in Ucraina e nella regione circostante. Sin dagli eventi dell’inizio del 2014, l’Ucraina ha avuto un ruolo di primo piano nelle attività sul terreno, nei dibattiti, nelle dichiarazioni pubbliche e nelle risoluzioni adottate dall’AP nellesue sessioni annuali. Alla Sessione annuale di Baku del 2014 , l’AP dell’OSCE “ha condannato la violazione chiara, grave e non corretta dei principi di Helsinki da parte della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, inclusa la violazione particolarmente eclatante della sovranità e dell’integrità territoriale di quel Paese”. L’AP ha inoltre sollecitato la piena attuazione degli Accordi di Minsk per porre fine al conflitto nella regione del Donbas.

Con il peggioramento della situazione all’inizio del 2022, l’attenzione dell’AP si è concentrata sempre più su come sostenere le discussioni ad alto livello per risolvere le differenze al tavolo diplomatico piuttosto che attraverso l’azione militare. Come ha affermato la Presidente dell’AP dell’OSCE Margareta Cederfeltnel suo rapporto scritto presentato al Comitato permanente il 25 febbraio: “Da mesi ormai, il rafforzamento militare in Ucraina e nei suoi dintorni ha drammaticamente intensificato le tensioni nella regione dell’OSCE. Su questo tema, la posizione dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE è chiara ed è stata ribadita in numerose occasioni dal 2014. Le nostre Dichiarazioni hanno costantemente condannato le violazioni della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e abbiamo ripetutamente chiesto una soluzione globale del conflitto basata su una soluzione piena attuazione degli accordi di Minsk”. Nel maggio 2022 la presidente Cederfelt ha nominato il vicepresidente Reinhold Lopatka rappresentante speciale dell’Assemblea per il dialogo parlamentare sull’Ucraina . La nomina è stata annunciata l’11 maggio  nel corso di un webinar dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE dedicato alla guerra russa in Ucraina , durante il quale la presidente Cederfelt sottolineava come sia importante utilizzare tutti gli strumenti disponibili per porre fine alla guerra, compresa la diplomazia parlamentare.

Una delegazione dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE composta dalla Presidente Margareta Cederfelt (MP, Svezia), dal Vicepresidente Reinhold Lopatka (MP, Austria), dal Presidente del comitato economico e ambientale Pere Joan Pons (MP, Spagna), dal Rappresentante speciale Kari Henriksen (MP, Norvegia) e dal Segretario generale dell’AP dell’OSCE Roberto Montella hanno visitato l’Ucraina il 28 giugno 2022 . Il 30 giugno 2023, a seguito di una decisione unanime adottata dal Comitato permanente durante la 30a sessione annuale dell’AP dell’OSCE a Vancouver, Canada, l’Assemblea ha istituito il Gruppo di sostegno parlamentare per l’Ucraina al fine di consolidare gli sforzi pratici e politici dell’AP dell’OSCE a sostegno dell’Ucraina in vista della guerra di aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. L’obiettivo principale del Gruppo di supporto è garantire che la guerra rimanga al centro delle attività dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE e che le esigenze dell’Ucraina siano pienamente prese in considerazione dall’Assemblea. 

Per approfondimenti:  https://www.oscepa.org/en/




Ocse, rapporto economico sull’Italia: fare dietrofront su quota 100 e reddito di cittadinanza

Negli ultimi anni l’Italia ha registrato una “ripresa modesta” che ora “si sta indebolendo” tanto che nel 2019 “il Pil dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% e un aumento dello 0,5% nel 2020. La politica di bilancio espansiva e una debole crescita faranno lievitare il disavanzo delle finanze pubbliche, che passerà dal 2,1% del Pil nel 2018 al 2,5% nel 2019” mentre il debito salirà al 134%. Sono le stime aggiornate dell’Ocse, contenute nel Rapporto sull’Italia. Ma il ministro dell’Economia Tria e i vicepremier Salvini e Di Maio respingono le critiche.

“L’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo” aumenterà “la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”, scrive l’Ocse nel Rapporto sull’Italia invitando ad “abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita”.

“La salute del settore bancario è strettamente connessa alla finanza pubblica e ai suoi effetti sui rendimenti dei titoli di stato. Rendimenti dei titoli di stato più bassi contribuirebbero a preservare la stabilità del settore bancario”, scrive ancora l’Ocse.

“Una maggiore adesione spontanea all’obbligo tributario e il contrasto vigoroso dell’evasione fiscale sono essenziali per aumentare il gettito fiscale, consentendo di ridurre le aliquote fiscali e rendendo il sistema tributario più equo”, scrive l’Ocse nel Rapporto sull’Italia che, tra le raccomandazioni, contiene quella di “evitare i condoni fiscali ripetuti” e anche quella di “abbassare la soglia massima per i pagamenti in contanti”.

“Il livello del trasferimento, previsto dal programma attuale del Reddito di Cittadinanza, rischia di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà”. Lo scrive l’Ocse nel Rapporto economico sull’Italia.

“Oggi l’economia italiana è ufficialmente in stallo”: lo ha detto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, sottolineando che “il rallentamento dell’economia sottolinea ancora una volta l’urgenza di sviluppare politiche per rivitalizzare la crescita”.

L’Italia “continua ad affrontare significativi problemi in campo economico e sociale” e “per risolverli è necessario adottare una serie di riforme pluriennali per favorire una crescita più solida e inclusiva e ripristinare la fiducia nella capacità di riforma”. Lo ha detto il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, alla presentazione del Rapporto economico sull’Italia dell’organizzazione parigina.

“Una marcia indietro sul regime di pensionamento anticipato introdotto con ‘Quota 100″ consentirebbe di liberare risorse per 40 miliardi di euro” da qui al 2025.

In Italia “il tenore materiale di vita, inteso come Pil procapite, è all’incirca allo stesso livello del 2000”, ha sottolineato Angel Gurria, notando però anche che “la riduzione del rapporto fra debito e Pil è una priorità”.




Italia, Ocse: uno dei paesi con popolazione più vecchia. E nel 2050 sarà peggio

L’Italia è uno dei paesi più vecchi dell’Ocse ma sarà ancora più vecchio nei prossimi anni arrivando nel 2050 ad avere, ogni 100 persone che hanno tra i 20 e i 64 anni, altre 74 over 65. Lo scrive l’Ocse nel suo Rapporto “Preventing Ageing Unequally”pubblicato oggi. L’Ocse segnala che i giovani italiani sempre di più sono intrappolati in lavori “non standard” e trovano difficoltà ad avere un lavoro stabile nel mercato.

Il tasso di occupazione tra le persone tra i 55 e i 64 anni è cresciuto di 23 punti tra il 2000 e il 2016 mentre quello dei giovani è diminuito di 11 punti. I redditi di coloro che hanno tra i 60 e i 64 anni in Italia negli ultimi 30 anni sono cresciuti in media del 25% in più rispetto alla fascia di età tra i 30 e i 34 anni a fronte di un gap medio nei paesi Ocse nello stesso periodo del 13%. La povertà relativa in Italia è cresciuta per le generazioni giovani mentre è diminuita per gli anziani.

Già oggi la partecipazione delle persone anziane al mercato del lavoro è maggiore rispetto a quanto avveniva in passato. Tuttavia, continua l’Ocse, non è chiaro se questa tendenza continuerà in futuro. I tassi di occupazione dei giovani sono calati in maniera brusca: -11 per cento. Inoltre, a partire dalla metà degli anni Ottanta, i redditi delle persone tra 60-64 anni sono cresciuti del 25% in più rispetto a quelli percepiti dalle persone con un’età compresa tra i 30 e i 34 anni (contro un aumento media nei paesi Ocse del 13%). Infine, i tassi di povertà relativi sono aumentati per i gruppi di età più giovane, mentre sono calati bruscamente tra le persone anziane.




L'Ocse promuove l'Italia sul tema scuola: meglio che negli altri Paesi

 

La scuola italiana funziona meglio di quella di altri paesi dell'Ocse, in particolare per quanto riguarda l'inclusione dei ragazzi delle scuole superiori provenienti da famiglie con una condizione non favorevole: è quanto emerge da uno studio elaborato dalla Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico basato sul confronto tra i dati delle indagini Ocse-Pisa sulle competenze scolastiche e sulle competenze degli adulti (26/28 anni). Nel nostro Paese, le differenze socio-economiche di partenza pesano meno, ma ritornano a farsi sentire dopo l'uscita dalla scuola. L'Italia si posiziona a ridosso della media delle nazioni esaminate (in totale 21) in posizione positiva, rispetto ai valori della ricerca. 


Dal confronto delle indagini Ocse-Pisa sulle competenze scolastiche e sulle competenze degli adulti (26/28 anni) Survey of Adult Skills (PIAAC), emerge che, in generale, il divario del punteggio nell'alfabetizzazione associato all'istruzione dei genitori è generalmente di grandi dimensioni, all'età di 15 e tende ad allargarsi come dimostra l'analisi realizzata sul campione di studenti osservato dall'indagine Ocse-Pisa giovane età adulta. Nella Repubblica Ceca, in Danimarca e in Polonia, il divario è superiore a 0,5 all'età di 15 anni e aumenta a 27 anni. Invece, in Belgio (Fiandre), in Canada e negli Stati Uniti il divario è maggiore di 0,5 a 15 anni ma diminuisce a 27 anni. In Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia il divario con il livello di istruzione dei genitori è ridotto all'età di 15 anni (0,3) ma aumenta da giovani adulti e, in Nuova Zelanda, arriva fino a 0,8. In Corea il divario è basso all'età di 15 anni e rimane sempre ad un livello non alto. Il divario con l'istruzione dei genitori all'età di 15 è di medie dimensioni in Australia, Austria, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia e Spagna. Il divario resta stabile in Germania, mentre tende a crescere in altri paesi.

"I dati – commenta il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli – ci dicono che la scuola italiana è una scuola inclusiva, capace di supportare le studentesse e gli studenti che partono da condizioni più svantaggiate. Una scuola di cui possiamo essere orgogliosi e a cui dobbiamo ora continuare a garantire strumenti e risorse perché possa attuare sempre pienamente l'articolo 3 della nostra Costituzione, garantendo a tutte le ragazze e tutti i ragazzi pari opportunità e uguaglianza. In questa direzione vanno gli investimenti che stiamo facendo sulle competenze delle studentesse e degli studenti attraverso i fondi PON che abbiamo messo a bando nelle scorse settimane".

"I dati Ocse – prosegue Fedeli – confermano che il nostro sistema scolastico funziona: fra le nostre e i nostri quindicenni le differenze socio-economiche di partenza pesano meno che in altri Paesi. Questo divario, però, torna a farsi sentire dopo l'uscita dal sistema scolastico. È quindi molto importante investire anche sull'acquisizione di competenze lungo tutto l'arco della vita e aiutare le ragazze e i ragazzi, soprattutto chi è in condizione di svantaggio, ad affrontare al meglio la transizione dalla scuola agli studi successivi o nel mondo del lavoro".

Renzi, ci promuove, abbiamo fatto molto – "La notizia più bella riguarda la scuola visto che l'Ocse ci promuove. Continuo a pensare che sulla scuola abbiamo fatto molto ma abbiamo anche sbagliato approccio. Punti come il merito, l'alternanza scuola lavoro, la fine del precariato, il potenziamento degli insegnanti, la formazione, l'edilizia scolastica, il diritto allo studio, lo ZeroSei sul modello di Reggio Emilia sono tuttavia per me molto importanti. Con Maurizio Martina – e coinvolgendo il ministro Fedeli – faremo nelle prossime settimane un'iniziativa su questi temi. Da quali temi ripartireste? Mi indicate un punto positivo e uno negativo tra quelli che vi hanno colpito della riforma della scuola?". Lo scrive l'ex premier Matteo Renzi su Facebook. "Il primo G7 della cultura – innovazione della presidenza italiana – nella magnifica cornice di Palazzo Vecchio, col Maestro Muti che torna a Firenze dopo molti anni", sottolinea tra l'altro.




DATI OCSE: A.A.A. CERCASI RIPRESA ECONOMICA. LA DISOCCUPAZIONE E' ANCORA AL 42,7%

di A.B.
 
La disoccupazione è un grave problema in Italia, ma l’Ocse riporta che nel 2016 comincerà a scendere e andrà sotto il 12% nel quarto trimestre, contro il 12,7% del 2014. Nel 2014 il 61,5% dei disoccupati lo era da circa 12 mesi, contro una percentuale del 56,9% del 2013. Nel 2014 la disoccupazione giovanile è aumentata in Italia di 2,7 punti rispetto all’anno 2013 ed ha raggiunto il 42,7%, tale percentuale è nettamente raddoppiata rispetto il 2007, poiché prima era al 20,4%. Invece vi è un incremento in Italia dei lavoratori under 25 con contratti precari, si passa dal 52,7% del 2013 al 56% del 2014. Vi è stato un aumento di circa 14 punti rispetto al 2007 (42,2%), invece nel 2000 era del 26,6%, quindi in questo caso vi è stato un aumento di 30 punti. Si legge che il jobs acts “rappresenta un importante passo avanti verso la riduzione delle diseguaglianze di lungo periodo e l'eliminazione della segmentazione del mercato del lavoro italiano”.
 
Si legge inoltre che “Le condizioni del mercato del lavoro sono in generale miglioramento nei Paesi Ocse ma la ripresa dalla recente crisi economica resta molto disomogenea, l'occupazione cresce ancora troppo lentamente per chiudere il divario occupazionale indotto dalla crisi in tempi brevi” si legge inoltre che “la disoccupazione resterà elevata fino alla fine del 2016” anche se vi è una graduale riduzione. “Il mix occupazionale si è spostato verso più lavoro part time e lontano dai posti di lavoro in manifattura e costruzioni, cosa che può rendere più difficile per alcuni trovare lavoro” conclude dicendo che “rimane inaccettabilmente alto, è c'è il rischio che alcuni in questo gruppo si siano disimpegnati dal mercato del lavoro”. 



ALLARME OCSE: ITALIA SECONDA PER NUMERO DI "NEET" SOTTO I 30 ANNI

di M.L.S.

L'Italia si aggiudica il secondo posto per il numero più alto di giovani under 30 nella condizione di “Neet”, cioè disoccupati e non impegnati in percorsi formativi o di studio. L'allarme proviene dal rapporto annuale “Oecd skills outlook 2015”, proveniente dall'organizzazione parigina e stilato in merito a tutti i paesi dell'area Ocse. 

Il rapporto, legato alle problematiche dell'occupazione giovanile, vede l'Italia sul podio, seconda solo alla Spagna, con un rapporto di giovani “Neet” sotto i 30 anni del 26,1%, a fronte della percentuale media europea del 14,9%. Ampio divario anche tra l'Italia e la terza in classifica, l'Irlanda, che detiene una percentuale di giovani inoccupati del 19,2 %, più di 6 punti percentuali in meno rispetto al Bel Paese.

Capovolgendo la classifica, i membri con meno “Neet” sono l'Olanda, con una percentuale dell'8,9%, la Norvegia con il 9,1% e la Svezia con il 9,4%.