Stefano Cucchi, a che punto è il caso? Un altro carabiniere indagato: è un maggiore

C’è un nuovo indagato nel nuovo filone di inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi in cui si procede per falso. Si tratta del maggiore Luciano Soligo, allora comandante della compagnia Talenti Montesacro.

Nell’indagine sono già indagati per falso ideologico il luogotenente Massimiliano Colombo (comandante della Stazione Tor Sapienza) e il carabiniere scelto Francesco Di Sano che nel corso del processo a carico di altri cinque carabinieri ha dichiarato di aver dovuto, dopo un ordine gerarchico, modificare il verbale sullo stato di salute di Cucchi.

LA TESTE – CHIAVE

“Era solo un drogato di merda. Queste parole le ha sempre dette”. A parlare è Anna Carino, ex moglie di Raffaele D’Alessandro, uno dei carabinieri accusati di aver picchiato a morte Stefano Cucchi. La donna, intervistata da Le Iene, racconta come il suo ex marito parlasse di quella fatidica notte del 22 ottobre 2009.

“Lo raccontava divertito, col sorriso, mi inquietava questa sua tranquillità nel parlare di ciò che avevano fatto a quel ragazzo”, dice Anna Carino. Un carattere difficile quello di D’Alessandro, come lei stesso racconta: “Mi faceva paura, era gelosissimo, mi chiedeva sempre dove fossi, con chi fossi, con chi avessi parlato. Tante volte per le sue urla ci chiamavano, perché le sue grida erano impressionanti”. E così anche Anna nel 2015 si è presentata davanti alla Procura di Roma, per portare la sua testimonianza.

L’INCHIESTA PARALLELA

La procura della Repubblica di Roma. Tenterà di illuminare le zone d’ombra del caso Cucchi con una nuova inchiesta che punta sui responsabili delle manomissioni. L’indagine procede parallela al processo bis di primo grado sulla morte di Cucchi, che vede imputati cinque carabinieri coinvolti a vario titolo nel fermo avvenuto la notte del 15 ottobre 2009. Per tre di loro l’accusa è omicidio preterintenzionale.

MISTERI E DEPISTAGGI

Troppi sono ancora i nodi da sbrogliare. Per esempio la scomparsa dei cd con le registrazioni delle comunicazioni con la sala operativa effettuate la notte dell’arresto. Erano depositati sia in corte d’Appello sia in corte d’Assise. Più che un danno, alla fine, si è rivelato una beffa, perché la procura ha richiesto, ottenendole, delle nuove copie. Un’altra questione da chiarire riguarda la telefonata al 118 quando Cucchi si trovava nella cella di sicurezza a Tor Sapienza. L’appuntato sentito al processo sostiene di essere stato solo in quegli istanti. Ma dalle registrazioni delle chiamate in sottofondo si sentono altre due voci. Possibile? E perché tanto mistero rispetto all’ipotetica presenza di altri due colleghi?




OMICIDIO STEFANO CUCCHI: INDAGATI 5 CARABINIERI

Redazione

E' salito a cinque il numero dei carabinieri finiti sotto inchiesta a Roma per il caso di Stefano Cucchi, il geometra trentenne morto il 22 ottobre del 2009 a sei giorni dall'arresto per droga. Tre militari dell'Arma (Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro, Francesco Tedesco) sono indagati per il reato di lesioni personali aggravate, mentre per quello di falsa testimonianza il nome di Vincenzo Nicolardi e' stato aggiunto a quello (iscritto per primo alcune settimane fa) del maresciallo Roberto Mandolini, gia' vice comandante della stazione di Tor Sapienza dove Cucchi fu portato la notte dell'arresto. Stando agli accertamenti svolti dal pm Giovanni Musaro', titolare del procedimento bis, si tratta dei carabinieri che, a vario titolo, parteciparono alla perquisizione in casa Cucchi e al trasferimento del ragazzo nella caserma Appia.
"Ho piena fiducia nel procuratore Pignatone e nel Pm Musaro'. Sono convinta che loro sanno chi sono i responsabili della morte di mio fratello". Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, commenta cosi' all'AGI la notizia dei cinque carabinieri finiti sotto inchiesta.
"Tra qualche giorno – spiega Ilaria – sarebbe scattata la prescrizione. Non solo, tra 9 giorni e' l'anniversario della morte di Stefano, e io sono sempre piu' convinta che le cose non accadono mai per caso…". .