Omicidio Yara: Bossetti condannato all'ergastolo

 

di Angelo Barraco

Brescia – Dopo oltre quindici ore di Camera di consiglio, la Corte d’Assise d’appello ha confermato la condanna all'ergastolo di Masimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio. Ricalcata in pieno la sentenza di primo grado.
  Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di 46 anni è stato già condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la bambina di tredici anni di Brembate che scomparve misteriosamente il 26 novembre 2010 e venne rinvenuta cadavere dopo tre mesi. Massimo Bossetti ha parlato davanti ai Giudici per circa mezz’ora, ribadendo a gran voce la propria innocenza e invocando giustizia e ulteriori verifiche ai fini di far luce sulla verità. Ha ripercorso la vicenda passo dopo passo, ribadendo la propria innocenza e sottolinenando di essere vittima “del più grande errore giudiziario di tutta la storia”. Ha ribadito la sua innocenza sottolinenando “non sono io l'assassino, mettetevelo in mente. La violenza non fa per me. Chi ha ucciso Yara è un pazzo, un sadico, e io non lo sono. Perché non è mai stata fatta una perizia psichiatrica su di me? Dimostrerebbe che non sono niente di tutto questo”.
Ha rivolto un pensiero a Yara, dicendo che quella ragazzina “poteva essere mia figlia, la figlia di tutti noi, neanche un animale avrebbe usato tanta crudeltà”. Si è inoltre scusato per il comportamento scorretto che ha tenuto nel corso della prima udienza a seguito delle affermazioni del sostituto pg “pensate però come può sentirsi una persona attaccata con ipotesi fantasiose e irreali”, ha dichiarato. Ha parlato inoltre delle modalità che hanno portato al suo arresto, precisando che nel preciso momento in cui fu fermato si è sentito come “una lepre che doveva essere sbranata da innumerevoli cacciatori”. Si è chiesto a gran voce il perché di tutto ciò, rivolgendosi ai presenti in aula, poi ha aggiunto “Io non sono un assassino”. Quello di Bosseti è il racconto di un padre che sente fortemente l’assenza dei figli che gli chiedono quando tornerà a casa: “Ai miei figli dico: non uscirò da un'altra porta: uscirò a testa alta dallo stesso, immenso portone da cui sono entrato”. Ha parlato delle accuse nei suoi riguardi: “Voi siete liberi di credere o non credere ma io vi ribadisco la mia innocenza. Se fossi stato io il colpevole non avrei resistito, avrei confessato, non sarei stato più in grado di gestire nessun aspetto della mia vita”. In merito al DNA ha detto invece che secondo lui “è sbagliato. E' un errore. Ecco spiegato quello che non è spiegabile in natura. Rifate la prova del Dna e vedrete che i risultati mi daranno ragione”.




YARA GAMBIRASIO: COLPI DI SCENA NEL GIALLO DELL'OMICIDIO DELLA GIOVANE GINNASTA

A.P.

Colpi di scena nel caso che tiene col fiato sospeso l'intera penisola: l'omicidio della piccola Yara Gambirasio. E' il 26 novembre 2010 quando Yara esce dalla palestra che dista poche centinaia di metri da casa e di lei si perdono le tracce. Tre mesi dopo, il suo corpo viene trovato in un campo abbandonato a Chignolo d’Isola, distante solo una decina di chilometri da casa. L’autopsia svela una ferita alla testa, le coltellate alla schiena, al collo e ai polsi. Nessun colpo mortale: era agonizzante, incapace di chiedere aiuto, ma quando chi l’ha colpita le ha voltato le spalle lei era ancora viva. Il decesso è avvenuto in seguito, quando alle ferite si è aggiunto il freddo. 

ILLEGITTIMO ANCHE TERZO FIGLIO DI ESTER

Anche il terzo figlio di Ester Arzuffi, madre di Giuseppe Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, sarebbe stato illegittimo. Secondo "La Stampa" la prova arriva dal test del Dna, anche se la donna continua a negare. Questo ulteriore elemento farebbe crollare l'affidabilità della Arzuffi e ora gli inquirenti mettono in dubbio le sue dichiarazioni in merito al non aver avvertito il muratore di Mapello dopo il test. Il padre naturale del terzo figlio della Arzulli non è Giovanni Bossetti e neppure Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno. Il pm letizia Ruggeri durante l'interrogatorio del 6 agosto aveva chiesto al presunto killer di Yara: "Ma lei lo sa che neppure suo fratello è figlio di Giovanni Bossetti?". E la risposta del muratore di Mapello era stata: "No, non so nulla e neppure ci credo.

LA FAMIGLIA GAMBIRASIO INTERVIENE NEI CONFRONTI DEI LEGALI DI BOSSETTI

Non può essere vero".Per la prima volta dopo molto tempo la famiglia Gambirasio interviene nel dibattito imperniato sulle indagini sull'omicidio della figlia Yara. E lo fa dopo che uno degli avvocati dell'arrestato Massimo Bossetti ha dichiarato durante una trasmissione di una tv locale: "Secondo noi non si tratta di un omicidio a sfondo sessuale, le indagini sono unidirezionali su Bossetti ma ci sarebbero da fare tanti altri accertamenti. Noi, con tutti i nostri limiti, li stiamo svolgendo e c'e' anche l'ipotesi di una vendetta contro la famiglia Gambirasio, ipotesi che non e' mai stata presa in considerazione seriamente". A questo ha risposto un comunicato dei Gambirasio: "Siamo da sempre convinti che i processi debbano essere celebrati nelle aule dei Tribunali e non nei salotti televisivi. Per questa ragione ci guardiamo bene dal partecipare ai dibattiti televisivi sul tragico caso di Yara. Usciamo, pero', oggi dall'abituale riserbo per dire che e' del tutto inaccettabile che uno dei difensori del sig. Massimo Bossetti, nel corso dell'ennesima trasmissione televisiva, abbia evocato nuovamente l'ipotesi di una presunta vendetta ritorsiva nei confronti della famiglia Gambirasio. Se il difensore del sig. Bossetti ha degli elementi concreti che vanno in quella direzione li porti non in televisione, ma in Tribunale ed in quella sede ci confronteremo. Se invece non li ha, e siamo convinti che sia cosi', si astenga dal rilasciare simili dichiarazioni. La famiglia Gambirasio ha sofferto fin troppo per dover anche sopportare sospetti ed illazioni fondate sul nulla"

MASSIMO BOSSETTI E L'INCONTRO CON IL FIGLIO

Primo incontro in carcere tra Massimo Bossetti e il figlio tredicenne Nicolas. Bossetti dal 16 giugno è detenuto nel carcere di Bergamo in quanto unico indagato nell’omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra Yara Gambirasio. All’incontro in carcere il ragazzo è stato accompagnato dalla madre Marita Comi; qui un breve colloquio col padre, che alla fine della conversazione sembra aver detto al figlio “Tornerò presto a casa”. Che poi dipende dal significato che vogliamo dare a “presto”, dal momento che il Tribunale della libertà di Brescia – al quale i legali di Bossetti si sono appellati dopo il rifiuto del Gip di Bergamo – non deciderà prima del 14 ottobre. Comunque sia il figlio ha chiesto di essere presente all’udienza del 14: a prescindere dalla decisione del Tribunale sarà comunque un’altra occasione per vedere il padre, ormai giustamente/ingiustamente recluso da oltre 100 giorni.