NAPOLI,SOTTRATTI “POCKET DAY” AGLI IMMIGRATI: CARITAS E ONLUS INDAGATE

di Christian Montagna

Teggiano-Policastro – Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per la presunta truffa ai danni dello Stato e degli stranieri nell’ambito di fonti destinati all’assistenza dei migranti utilizzati per scopi personali. Anche don Vincenzo Federico, a capo della Caritas in provincia di Salerno, tra gli indagati. Una custodia cautelare in carcere è stata eseguita nei confronti di Alfonso De Martino presidente della Onlus “Un’ala di riserva” di Pozzuoli; ai domiciliari invece è finita la sua compagna Rosa Carnevale. I capi di imputazione vanno dalla truffa aggravata al peculato, dall’appropriazione indebita aggravata all’associazione per delinquere. Oltre ai tre indagati, altre cinque persone sarebbero indagate al momento tra cui due funzionari regionali, Vincenzo Cincini e Giuseppe Mattiello.

LE INDAGINI

Le indagini sono partite da una denunzia di De Martino che aveva rappresentato ai carabinieri di Pozzuoli le iniziative violente ed estorsive da parte di due cittadini somali Aden Sade e Abdulkadir Mohamed Ibrahim che, a suo dire, si erano presentati presso la sede legale dell’associazione e lo avevano minacciato per costringerlo a consegnare loro somme di denaro. I due migranti furono quindi tratti in arresto dai Carabinieri ma dopo qualche settimana, a seguito degli approfondimenti investigativi e una volta assunte le loro dichiarazioni con le quali spiegarono l’effettiva consistenza della vicenda vennero scarcerati e si aprì quindi la fase delle investigazioni e dei riscontri, procedendosi ad attività di intercettazioni telefoniche e acquisizione di numerosi documenti .

Fondamentale in questa inchiesta è stata la piena collaborazione di diversi migranti ospitati penalizzati dalla gestione fraudolenta delle risorse stanziate. L’ordinanza è stata emessa dal Gip di Napoli a seguito di indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Napoli e coordinate dalla VII sezione della Procura di Napoli, ed è stato necessario darvi esecuzione anticipata perché gli indagati erano in partenza per il Montenegro. I pubblici ministeri Raffaello Falcone e Ida Frongillo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli hanno scoperto che il “pocket money”, il bonus extra di 2,50 € dato agli immigrati per spese di prima necessità, finiva in gran parte nelle tasche di un comitato che li utilizzava per interessi propri. Sono stati inoltre disposti sequestri di beni immobili e diversi conti correnti bancari.

IL DANNO ALLO STATO

L’ammontare del danno sarebbe di un milione e mezzo di euro per la Onlus di Pozzuoli e di tre milioni per i centri legati alla Caritas.Secondo il giudice per le indagini preliminari Antonio Cairo si tratterebbe di "un sistema di frode stabilmente orientato a permanere nel tempo" e "volto a durare e a garantire a ciascun soggetto un utile che in parte è stato già accertato e che in parte non è ancora pienamente emerso". Al momento si indaga sulle carte relative all’ assistenza degli anni 2011, 2012 e 2013 sequestrate nell’ ufficio di don Vincenzo.

GLI INDAGATI RESPINGONO LE ACCUSE
Le accuse sono “surreali” secondo gli indagati che difendono a spada tratta il loro operato e assicurano di avere "massima serenità e piena fiducia nella giustizia". Dalla pagina Facebook della onlus, è apparso questo commento in merito ai fatti: “Si tiene a precisare, inoltre, che le indagini che hanno coinvolto A.D.M. e R.C. riguardano fatti e attività che l’associazione ha concluso nel 2012. Si precisa che dal 2014 il D.M. non è più rappresentante legale della suddetta associazione. Tutti i membri dell’associazione ribadiscono sostegno e piena fiducia nell’operato della magistratura e si augurano che si possa fare chiarezza quanto prima, nell’ interesse dell’associazione e generale”. La nuova amministrazione dunque prende le distanze dai fatti di oggi.