GENZANO, LA CITTADINA RICORDA VITTORIO BARBALISCIA NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Angelo Parca

Genzano (RM) – Nel 1° anniversario della scomparsa del  dottor Vittorio Barbaliscia si terrà una cerimonia commemorativa il giorno 22 gennaio 2013. Alle ore 11,30 presso la cappella dell'ospedale di Genzano verrà celebrata la  S. Messa a cui seguirà la posa di una targa ricordo alla presenza del personale ospedaliero del Polo H 2, delle Autorità cittadine e di tutti coloro che intendono ricordarlo.

Vittorio Barbaliscia

Nato a Genzano di Roma il 5 Gennaio del 1948, da famiglia genzanese.  Vittorio Barbaliscia fin da piccolo cresce nell’oratorio salesiano come allievo. Nel 1966 si diploma al Liceo Classico per poi laurearsi nel 1972 in Medicina e Chirurgia presso l’università “La Sapienza” di Roma. Intraprende la carriera da chirurgo ospedaliero dal 1973. Dal 1973 al 1977 ha esercitato la professione di chirurgo presso l’ospedale “Regina Apostolorum”. Si specializza in chirurgia generale presso l’università “La Sapienza” di Roma. Dal 1977 ha dedicato la sua attenzione e tutto il suo amore verso il prossimo a Genzano iniziando a svolgere la sua professione nell'ospedale della cittadina. Dal 1994 è stato Primario Chirurgo dell’Ospedale di Genzano di Roma. E' stato anche Vice Presidente della banca di Credito Cooperativo, G. Toniolo Da sempre impegnato nel sociale e nell’aiuto verso il prossimo. Nel 2001 inizia la strada della politica candidandosi sindaco per il centro-destra. Riesce a portare un vento di cambiamento storico perdendo al ballottaggio per una manciata di voti. Da lì inizia una battaglia in consiglio comunale come consigliere d’opposizione della lista civica Barbaliscia e Popolo della Libertà dal 2008. Nel 2011 decide di riscendere in campo, candidandosi a Sindaco con il Popolo della Libertà, la Lista Civica Barbaliscia, UDC e Forza del Sud. Vittorio Barbaliscia muore il 22 gennaio 2012 all'età di 64 anni lasciando la moglie Laura Giorgi e i tre figli Maria Grazia, Martina e Lorenzo.

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CASTELLI ROMANI, OSPEDALE DI GENZANO: IL RICORDO DI UN'ECCELLENZA

A distanza di tempo le persone si sbagliano ancora e si presentano all’ex pronto soccorso di Genzano, soprattutto con bambini perché il nosocomio mantiene tuttora un ottimo servizio di pediatria, ostetricia e ginecologia.

 

Angelo Parca

L'ospedale di Genzano è ormai una struttura fantasma, il pronto soccorso non c’è più all’incirca da due anni, dato il piano di razionalizzazione sanitario che ha convogliato il primo soccorso nella vicina Albano, di fatto congestionato. Prima era conosciuto come il fiore all’occhiello del soccorso pediatrico, oggi i casi pediatrici urgenti prima arrivano ad Albano e poi, nel caso, vengono trasferiti alla vicina Genzano. Dunque, l’ospedale di Genzano si presenta oggi come un corpo unico con Albano nonostante le due strutture distano all’incirca 15 minuti in macchina.  A distanza di tempo le persone si sbagliano ancora e si presentano all’ex pronto soccorso di Genzano, soprattutto con bambini perché il nosocomio mantiene tuttora un ottimo servizio di pediatria, ostetricia e ginecologia. In realtà il nuovissimo reparto di ginecologia, nonostante i numerosi annunci di “prossima apertura” da parte dell’azienda sanitaria, non è ufficialmente aperto perché sono ancora im corso i lavori di ristrutturazione iniziati all’incirca due anni fa. Presentandosi al piano terra dell’ex pronto soccorso la sala triage ha fili elettrici scoperti ben visibili dal vetro esterno della sala d’attesa. Pericolosi solo a guardarli ma in effetti è ben visibile che la manutenzione nel nosocomio scarseggia, nonostante medici, infermieri operatori facciano l’impossibile per tenere in piedi la struttura. La verità è che sono in pochi e se capita di dover fare l’elettrocardiogramma è facile che si corra il rischio di dover andare a cercare le cartucce di carta di ricambio a destra e a manca perché le braccia sono poche e anche le operazioni più semplici diventano complicate. Anche se le urgenze non possono arrivare direttamente a Genzano, gli angeli del nosocomio, i pochi rimasti, non mandano via nessuno. Nei giorni festivi in tutta la struttura è presente un solo pediatra che deve essere presente all’occorrenza se chiamato dall’ex primo soccorso, in neonatologia, in reparto pediatrico, in sala operatoria per i parti cesareo e in sala parto per i parti naturali. Se ad un operatore intento ad operarsi nell’ospedale genzanese si chiede: voi esattamente che funzione avete? La risposta è pressoché questa: “ci diamo da fare, in realtà siamo un operoso ospedale al quale hanno tagliato molti servizi ma che ancora risponde a tante emergenze nonostante non possa”. Di fatti i servizi a Genzano scarseggiano: non c’è radiologia 24 ore su 24, nei giorni feriali è presente solo la mattina mentre la notte il pomeriggio c’è solo il tecnico. Insomma se si arriva, erroneamente, con un arto fratturato a Genzano si deve autonomamente andare ad Albano, ma anche qui, specialmente il sabato e la domenica l’ortopedico è a chiamata. Quindi la partenza per Roma è consigliata, a meno che non ci si fratturi un arto il lunedì e allora l’assistenza sarà migliore. Sulla porta dell’ex pronto soccorso del nosocomio genzanese, rigorosamente chiusa, si invitano le persone a non perdere la pazienza e a non inveire contro gli operatori perché di fatto non essendoci più il pronto soccorso, il personale scarseggia e bisogna pazientemente attendere che qualcuno si liberi e apra la porta per ascoltare i visitatori.

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