LAZIO COTRAL, INOPPORTUNE NUOVE NOMINE E PROMOZIONI

Redazione

Lazio – “In piena campagna elettorale sarebbe inopportuno procedere alle paventate nomine di Dirigenti e promozioni di personale in seno a Cotral. A maggior ragione in virtù del fatto che il Presidente della stessa Azienda, Adriano Palozzi, ha già annunciato la candidatura al Consiglio regionale del Lazio”: lo dichiara, in una nota, Mario Mei, Consigliere regionale Udc.

“Ragioni etiche e di opportunità politica – prosegue l’esponente Udc  – dovrebbero impedire al Cda di Cotral, e in particolare al suo Presidente, di procedere proprio in questo periodo ad una serie di provvedimenti sui quali si allungherebbe il sospetto del clientelismo elettorale. Senza pensare, inoltre, all’aspetto economico e al peso che avrebbero le nuove nomine e le promozioni per le casse già disastrate dell’azienda”.

“Soprattutto in un momento come questo, segnato da una drammatica crisi economica e occupazionale e dal vento forte dell’anti-politica – conclude Mei – è necessario che gli amministratori pubblici non commettano gli errori del passato, ma procedano ad un cambio di passo dando dei forti segnali di discontinuità ai cittadini, ormai disorientati e sfiduciati nei confronti della politica e delle Istituzioni”.

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LAZIO, GLI ECOLOGISTI CON INGROIA PER UNA "RIVOLUZIONE CIVILE"

Redazione
 
Lazio – Gli ecologisti del Lazio hanno scelto di sostenere la lista promossa da Antonio Ingroia perché Rivoluzione civile è innanzi tutto una Rivoluzione ecologica. Cambiare l'Italia significa rivoluzionare le politiche ambientali, quelle energetiche e quelle legate alla difesa del territorio dal cemento. Significa portare l'Italia nel futuro della Green Economy, delle fonti rinnovabili, dell'efficienza energetica e di una corretta gestione del ciclo dei rifiuti che permetta di chiudere le infrazioni comunitarie e di superare il sistema delle discariche puntando sulla differenziata, e di creare nuove opportunità di lavoro.
 
“Rivoluzione Civile rappresenta una straordinaria opportunità di cambiamento per aprire al Lazio e all’Italia le porte del futuro, quello stesso futuro che i provvedimenti del governo Monti hanno rubato ai cittadini”. Lo dichiara Francesco Alemanni, responsabile dell’Organizzazione dei Verdi e per il settore rinnovabili dei Verdi e candidato al numero 2 della Lista per il Senato di Rivoluzione Civile. “Le politiche ambientali, l’uscita dalle fonti fossili e la promozione delle Energie rinnovabili, la Green Economy sono state le prime vittime dell’agenda Monti che è un’agenda totalmente Black – continua Alemanni -. Serve un’inversione di marcia, una Rivoluzione energetiche che ci permetta di superare l’era fossile e lavorare, come ha già fatto la Germania di produrre già nel 2050 l’80% dell’energia da fonti verdi”.
 
“La lotta per la legalità coincide sempre più spesso con le battaglie per difendere il diritto alla salute e all’ambiente che sono le prime vittime delle speculazioni, della corruzione e anche degli interessi delle organizzazioni criminali che concentrano i loro traffici sugli affari delle ecomafie”. Lo dichiara Valentina Stefutti, avvocato nel processo Eternit, processo in cui ha difeso le vittime dell’amianto e candidata alla Camera nella circoscrizione Lazio 1. “La prossima sarà una legislatura fondamentale per le politiche ambientali perché, come già abbiamo visto con le politiche del governo Monti, le lobby economiche proveranno a smontare le conquiste ottenute sia a livello nazionale che europeo – prosegue la Stefutti -. Per questa ragione è necessaria una forte presenza ecologista che insieme alla Lista Ingroia non solo difenderà le conquiste ottenute ma proverà a dare centralità nell’agenda politica del paese a temi dimenticati come l’emergenza sanitaria dello smog, un piano nazionale per la mobilità pubblica e la valorizzazione delle aree protette che sono state ridotte ai minimi termini dal governo Berlusconi prima e da quello Monti poi".



AMOR,C'HA NULLO AMATO AMAR PERDONA

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Sara Desiré Galea

Inizio questo momento di intimità insieme a voi con un piccolo pensiero che ho  messo giorni fa nel mio profilo facebook, e nel blog, e da li ci espandiamo:

‘’Molto spesso pensiamo di amare delle persone cominciando a provare dei sentimenti fortissimi per loro ma, effettivamente, amiamo ciò che quelle persone rappresentano, ciò che hanno dentro di loro, una luce immensa che tutto attrae. L'Amore è un'energia talmente forte che chiunque ne entri in contatto ne rimane coinvolto e sconvolto, per questo dobbiamo diventare Amore noi stessi, ovvero lo siamo, e dobbiamo entrare in contatto con questa energia che è dentro ognuno di noi, per non sentirci disperati nel voler raggiungere l'amore che è negli altri sentendoci persi quando questi non possono essere per noi ciò di cui abbiamo bisogno, e che è dentro di noi… ‘’

Ma altre volte succede anche che  l’amore diventi soltanto pura opportunità,   succede che non è amore, ma è soltanto la proiezione nell’altro di ciò che manca a noi per sentirci esseri completi.
Noi  lo chiamiamo amore di tipo egoico  (amore legato all’ego), quello in cui ‘’l’altro’’ ci da l’opportunità di sentirci completi colmando il vuoto che pensiamo di avere, dandoci in maniera incosciente quella  parte che pensiamo mancarci per respirare l’aria che sentiamo mancarci,  rendendoci praticamente   succubi, schiavi, bisognosi della sua forza, del suo coraggio, decisione, dolcezza, carisma, temperanza, e quanti più sentimenti vogliamo nominare e che sentiamo mancarci ;   il rapporto amoroso, la relazione, spesso, molto più spesso di quanto voi possiate immaginare, diventa  uno strumento per riempire i vuoti dettati dalla solitudine che sentiamo in quanto incoscienti   di essere il nostro primo, ed essenziale, compagno di vita. E’ per questo che stanno saltando tantissimi  rapporti di coppia,  matrimoni,   convivenze, perché le persone stanno diventando più coscienti e consapevoli di loro stesse, si stanno conoscendo e quindi non si ritrovano più ‘’nell’altro’’.

Quindi non sempre si Ama l’altro  ma semplicemente si cerca nell’altro ciò che  manca e  fa  sentire disperatamente soli, sia che  cerchiamo Amore/luce, o che cerchiamo noi stessi.
Come ci accorgiamo se quello che abbiamo per un altro essere è amore puro, incontaminato, incondizionato, libero da volontà e bramosie?

Quando amiamo in egli/ella la sua pura essenza

quando viviamo l’amore per ciò che è e non per ciò che ‘’vogliamo’’;

quando lasciamo che ci donino, e prendiamo, ciò che ci viene donato, e vogliamo dare  per il semplice gusto di assaporare l’altro/a;

quando non  sentiamo la mancanza del nostro amato, coscienti che  noi stessi siamo in una relazione d’amore infinita con noi stessi, e per tanto non ‘’abbiamo bisogno’’ di qualcuno che ci dia del ‘’carburante’’ per vivere….

Questo concetto ci riporta alla mente una frase tanto amata dagli ‘’amanti’’ e che, nella loro percezione dell’amore, gli garantisce l’idea di essere amati ” tesoro/amore mio non posso vivere senza di te ” …
Che meravigliosa frase è vero? Ci piace quando ce la dicono, ci sentiamo importanti, venerati … E come no! Con questa frase i due amanti si dichiarano di usarsi a vicenda, si schiavizzano reciprocamente, e si mettono un bel paio di catene al piede perché subentra la proprietà di ciò che si pensa ci appartenga…  

ciò che ha l’altro e noi vogliamo per noi per sentirci esseri completi.

Riassumendo, quindi, ci prendiamo la libertà dell’altra persona, per non parlare del fatto che non amiamo l’altro per ciò che è, ma amiamo noi stessi in lui/lei.
Wow è atroce! E si che tutti pensiamo che l’amore sia proprio questo! Tanto che se i sentimenti mutano non molliamo la presa, e pretendiamo che l’altro rimanga a nostra disposizione.
Quando è amore puro? quando stai bene con quella persona ma stai bene anche senza; quando negli istanti con l’altro senti di dare e ricevere quel qualcosa che già hai e, condividendolo, lo amplifichi portandoti a vivere ancora più pace e estasi … ma la tua, e non quella presa in prestito dall’altro!

(ovviamente il desiderio per l’altro c’è, non sto dicendo che si deve essere indifferenti, ma il desiderio non dà origine a malessere, mancanza, tali ed eventuali  crea semplicemente voglia e complicità di creare una incredibile magia con chi AMI, ‘’fantastico, questo è amore!’’)
Quando subentra la gelosia? quando hai paura che qualcuno si porti via la parte di te che  senti ti appartiene.
Ora andiamo ad analizzare anche un altro fattore che pensiamo faccia parte del vero amore, unico e meraviglioso amore che per essere tale ci deve TURBARE.
LA PASSIONE, ah scagli la prima pietra chi per sentirsi innamorato/a non pensa di doversi sentire arso di quel fuoco che divampa e arde, guardando con sospetto ed indifferenza la persona che semplicemente si lascia amare e ti ama.
Ma cosa è la passione? E quando compare in noi?
La passione è un fuoco che arde, divampa e brucia uccidendo tutto ciò che incontra, non lasciando tracce di ciò per cui si era accesa. E’ la pazzia che ci fa esiliare dentro emozioni vorticanti, che ci fa diventare ciechi e sordi. Quando questa si stabilisce in noi? quando non sapendo cosa sia il vero amore cerchiamo di sentirci vivi dentro turbamenti e eccitazioni che conducano le emozioni a dare forti pulsioni di vita, per sentirci braccati, funestati, tormentati e tutto ciò che la passione crea, ovviamente parlo della passione  mentale, che è fine a  se stessa e per questo si spegne, perché la mente è volubile e presto si annoia cercando nuove sfide, passione e dunque pulsioni!
Se io  dico che nel novanta per cento della vita non abbiamo mai veramente amato cosa pensiamo?
E perché lo affermo, perché se prima non amiamo noi stessi ‘’in e per tutto ciò che siamo’’ , cercando ciò che ci  manca, e trovandolo semplicemente dentro noi stessi,  avremo sempre la necessità di cercare negli altri ciò che ‘’pensiamo’’ mancarci.

Quindi l’amore che semplicemente ci ‘’dà’’ possiamo definirlo amore? No! Opportunità! Ma anche il contrario, perché spesso sentiamo l’irrefrenabile bisogno di dare, e dare, e  dare; anche il dare ossessivo è un impulso del nostro ego per sentirsi importante, unico e speciale, che dando si garantisce la riconoscenza dall’altro! Brutto vero? Fa riflettere? Volete mandarmi al diavolo? Fatelo pure ma tanto è così.
Cosa è l’amore lo abbiamo già scritto su, ma quali sono gli effetti che ci dona?
Amore è pace, serenità, condivisione, estasi di anime che si amano nel rispetto di ciò che sono, dandosi e ricevendo ciò che vogliono  condividere, senza imposizioni o reversioni.
Amare un’altra persona significa: essere due esseri completi che si danno tutto ciò che vogliono darsi … sorriso e benessere … Amore
Quanti sono gli esseri che si possono dire completi? Per scoprire se lo siamo dobbiamo domandarci se siamo felici e sereni stando soli con noi stessi, se è si, allora siamo pronti a condividere con altri ciò che siamo, se è no …. amate sempre, amate tanto, ma fate in modo che il vostro amore per voi stessi prima di tutto vi renda esseri completi, se così non fosse, cercatevi, ed innamoratevi di voi stessi, e soltanto dopo invitate chiunque a camminare insieme a voi … se non lo farete trascorrerete la vita ad inseguire l’amore non sapendo che invece state rincorrendo la parte di voi che vi manca, e che, però, si trova dentro di voi…

Quando ‘’ il nostro principe/principessa che desideriamo non ci giunge dobbiamo chiederci se ci stiamo dando amore, se ci stiamo rispettando, se   abbiamo fatto spazio nel nostro cuore all’amato che stiamo aspettando, se abbiamo creato in noi l’abitat meraviglioso per accoglierlo/a e, soprattutto, se stiamo amando e rispettando la vita.   

Niente e nessuno ci daranno mai qualche cosa che non  sia ciò che, inconsciamente, con il nostro comportamento, chiediamo all'universo  (desideri inconsci che riconosciamo in piccoli atteggiamenti che abbiamo nei confronti di noi stessi, gli altri e la vita)

Amore chiama amore, finzione chiama  finzione, raggiro chiama raggiro. Ogni nostra azione sarà decreto di ciò che riceveremo dalla vita…

Namastè dolci anime…

Siate Amore per incontrare l’Amore… Vi Amo, Mi amo… Amo… Amatevi… e così arriverà altro Amore per unirsi a noi…

La lealtà nei  confronti di noi stessi si specchia nella vita che ci ritorna come manifestazione da vivere…

Anche per oggi mi accomiato da voi, e vi do il prossimo appuntamento  alla prossima settimana, stesso giorno, stessa rubrica, uguale Amore, il mio per voi…




LAZIO, TUTTI PAZZI PER LA POLENTA: DUE APPUNTAMENTI DA NON PERDERE A SERMONETA E A ORVINIO

Redazione


Lazio – Due ghiotti appuntamenti con uno dei piatti nazionali più amati dagli Italiani: La polenta. La potremo degustare sia a Sermoneta – Borgata di Tufette (LT) che a Orvinio (RI) 

Sermoneta Borgata di Tufette (LT)

Dopo la Sagra della Polenta di Domenica 20 Gennaio nel centro storico di Sermoneta, organizzata dall’Associazione Festeggiamenti del Centro Storico e dall’Amministrazione Comunale, e a Doganella di Ninfa, nelle prossime settimane il piatto tipico invernale, che è nato proprio nelle terre sermonetane, viene celebrato nelle borgate. Il prossimo appuntamento è per domenica 27 gennaio nella borgata di Tufette, nello spazio adiacente la chiesa di Nostra Signora di Lourdes. A seguire, Sermoneta Scalo (3 febbraio) e Pontenuovo-Carrara (17 febbraio).
Il programma per domenica prossima prevede l'inizio della preparazione della polenta alle ore 6.00, la santa messa alle ore 11.00, la benedizione dei pani e, alle 12.30, la distribuzione del prelibato piatto, condito con sugo di salsiccia, pomodoro ed olio di oliva locale.
Ma perché la polenta è nata a Sermoneta? Nel 1503, quando il seme del mais arrivò in queste terre grazie a Guglielmo Caetani, che dopo un lungo esilio a Mantova, fece ritorno a Sermoneta appena avuta notizia della morte di Alessandro VI Borgia, il Papa che gli aveva tolto il feudo con la scomunica e fatto uccidere due fratelli. Guglielmo ritornando al suo paese portò con se il seme del granoturco venuto dall’America e lo seminò sui su fertili territori. La farina del granturco fu usata inizialmente per procurare pietanze ai prigionieri del castello ed in seguito dai poveri e dai pastori come cibo quotidiano. A quei tempi a Sermoneta tra i poveri vi erano molti pastori scesi dai monti dell’alto Lazio e dall’Abruzzo alla ricerca di pascoli più verdi per i loro bestiami. Per la ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate protettore degli animali domestici, che ricorre il 17 gennaio, i pastori scendevano in paese a far benedire i loro animali ed in questa occasione veniva offerto loro e a tutta la popolazione un piatto di polenta condita con carne di maiale e cucinata sulla pubblica piazza. Da qualche anno si è diffusa la tradizione di “replicare” la sagra della polenta anche nelle altre borgate di Sermoneta.

Orvinio (RI)

Dopo il rinvio dettato da condizioni meteo avverse, la Pro Loco di Orvinio (RI) fissa la nuova data per la sagra del polentone che è stata calanderizzata per il 3 febbraio
 L’appuntamento, assolutamente da non perdere, si terrà a partire dalle 12 nel piazzale antistante la scuola comunale, a pochi passi dall’ingresso del Parco Regionale dei monti Lucretili, dove alcuni addetti allestiranno un punto informativo ambientale. Mercatini artigianali ed enogastronomici faranno da cornice alle vie del centro storico. La sagra si svolgerà al coperto, in una struttura riscaldata con oltre 700 posti a sedere. Durante il pranzo sarà possibile ascoltare musica live e divertirsi con l’animazione della Pro Loco che si appresta a festeggiare l’ennesimo successo dopo migliaia di presenze registrate nelle ultime edizioni. Un appuntamento gastronomico da non perdere, quindi, dove sarà protagonista il tipico piatto della tradizione montana di Orvinio, il polentone. Tagliato a filo su un ripiano di marmo, il polentone viene condito con sugo in bianco di carne e accompagnato da verdure di campo, per poi essere servito sul tipico scifo di legno che potrà restare a casa dei buongustai che verranno a degustare il polentone.


Orvinio. Il borgo medievale, da cui si accede attraverso il grande arco che si affaccia sulla SS 314 Licinese, conserva ancora il suo antico fascino. L’origine dell’antica Orvinium viene fatta risalire al periodo in cui i Siculi conquistarono la sabina. L’antica città di Orvinium (di cui Dionisio di Alicarnasso cantava le lodi) fu completamente distrutta prima dell’anno mille. Successivamente prese il nome di “Canemortem”, da cui Canemorto, nome che conservò fino al 1863. Per molti secoli rimase sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano, nel XVI secolo divenne prima feudo della famiglia Orsini e poi della famiglia ducale dei Muti. Dopo il 1625 passò ai Borghese che ne divennero duchi. Nell’800 Orvinio fece parte dello Stato Pontificio e fu sede di Governo e residenza del Governatore.

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TIVOLI, DA DOMENICA PARTE IL GRANDE CARNEVALE: CARRI ALLEGORICI, TEATRO, DANZE E MERCATINI

Redazione

Tivoli (RM) – Anche quest’anno Tivoli sarà protagonista del Carnevale,organizzato dall’associazione ACCT in collaborazione con il Comune e che aprirà i battenti il 27 gennaio per poi proseguire il 2 a Villa Adriana, il 3 e il 10 febbraio a Tivoli.

Un evento importante, che si è potuto realizzare grazie alla volontà e al sacrificio dell’Associazione ACCT che tiene in particolar modo a questa manifestazione perché non si dimentichi la tradizione del Carnevale tiburtino.

Un evento che sicuramente farà divertire intere famiglie e che nello stesso tempo attirerà molti turisti che in occasione del Carnevale potranno ammirare le bellezze artistiche dellà citta della Valle dell’Aniene.

Carri, gruppi mascherati, una serata teatrale della compagnia della “Nave dei folli” e un’esibizione della palestra Tibur Club e il mercatino degli ambulanti di Forte dei Marmi sono i protagonisti di questa manifestazione.

L’Associazione Sportiva Tibur Club il 2 febbraio presenterà varie coreografie di danza moderna e di hip hop, una dimostrazione di zumba e di samba il tutto amalgamato dalla maestria e simpatia di un presentatore che allieterà gli intervalli tra una esibizione e l’altra intrattenendo il pubblico presente.

La partecipazione al carnevale tiburtino è, per l’Associazione, da anni motivo di vanto e prestigio e un’ottima occasione per far conoscere gran parte delle discipline offerte e soprattutto la professionalità, bravura e cortesia di chi insegna con amore e passione all’interno della struttura.

Precisamente quest’anno sfileranno il carro del Comitato di Casal Bellini che ha scelto di prendere spunto dalla Walt Disney,quello di Villa Adriana "Fatta e rifatta", ossia una parodia sulla chirurgia estetica della donna, e il carro dell’Associazione della Cittadella "Ci stannu a fa vede le streghe" che ritrae la fotografia del momento di crisi che stiamo vivendo.

A tutto questo si aggiunge la sfilata del gruppo di Via Empolitana “La Tana del drago 2” che riprende il modello inglese del Cosplay, ossia la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e di interpretarne il modo di agire.

Molto interessante è la serata teatrale che si terrà il 12 febbraio alle ore 21 al Teatro Giuseppetti con uno spettacolo “Il Tempo e l’Ombra” rivisto dal regista, presidente e direttore artistico Marco Bonamoneta della stessa associazione che è composta da  una compagnia di  attori provenienti da diverse esperienze teatrali, che hanno scelto, dopo tanto “vagabondare”, di costituire un gruppo dove mettere in pratica l’esperienza accumulata nel corso degli anni, nelle situazioni più disparate e in alcuni casi anche in ambito professionistico.

"Quello che andremo a vedere – afferma Marco  Bonamoneta – è un lavoro particolare che si potrebbe definire un noir, senza connotazioni di tempo e luogo, intrigante e pieno di simboli, in cui vengono esplorate le tematiche inerenti al significato che sta alla base dell’intendimento stesso dell’interpretazione teatrale".

Ad aggiungersi a tutto questo vi sarà il mercatino molto particolare degli ambulanti di Forte dei  Marmi il 26 e 27 gennaio all’Anfiteatro di Bleso e il mercatino tradizionale che si terrà in piazza.




ZINGARETTI, REAZIONE IMMEDIATA CON INVERSIONE DI ROTTA

Redazione

Roma – “I dati presentati da Confcommercio dipingono una situazione grave figlia della crisi e di politiche economiche errate e incapaci di individuare soluzioni ai problemi delle piccole e medie imprese, cuore pulsante della nostra Regione. Siamo di fronte a un vortice che sta inghiottendo con veemenza imprenditori, professionisti, lavoratori dipendenti e le loro famiglie. – dichiara in una nota il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. – Le istituzioni devono rendersi conto – prosegue Zingaretti – che occorre reagire con altrettanta forza e che un’inversione di rotta sarà possibile solo con una strategia nuova e vincente che renda più accessibile l’accesso al credito, che metta in campo misure immediate a sostegno del sistema produttivo regionale e che dia a chi già opera e produce sul territorio strumenti per continuare a offrire servizi ai cittadini. Per ridare competitività al nostro sistema produttivo e rilanciare l’occupazione dobbiamo partire da un programma serio di investimenti sui settori che hanno un futuro. Il Lazio ha un’enorme ricchezza nel campo della ricerca e della creatività, che oggi ancora fatica a tradursi in valore imprenditoriale e in economia attiva. È qui che dobbiamo puntare: sull’innovazione, sulla nascita di nuovi settori, sulle specializzazioni e sulle nuove professioni. Soprattutto se riescono a sviluppare soluzioni sostenibili per l'economia, per l’ambiente e per la società. Occorre farlo con obiettivi precisi e intorno a questi concentrare le risorse disponibili, a partire da quelle comunitarie. Il problema è che in questi anni la Regione Lazio di fronte alla crisi è rimasta ferma, lasciando sole le imprese e rinunciando a svolgere il ruolo che le compete. Raccolgo l’appello a cui hanno già aderito Confcommercio di Roma, Confcommercio Lazio, Cna, Confesercenti, Confartigianato e Casartigiani per la giornata del 28 gennaio. – Zingaretti conclude – Sono convinto che sia necessario dare voce a chi rappresenta il sistema produttivo del nostro territorio e che in totale sinergia ed accordo si possa lavorare oggi e in futuro perché il Lazio torni ad essere la locomotiva d’Italia come è stato fino a qualche anno fa”.




ROCCA DI PAPA, SCADUTI I TERMINI PER LE AGEVOLAZIONI SU NUOVA TASSA RIFIUTI "TARES": POCA INFORMAZIONE DA PARTE DEL COMUNE

Angelo Parca

Rocca di Papa (RM) – Il Consigliere comunale di Rocca di Papa Emanuele Crestini denuncia una mancata informazione da parte dell'Amministrazione comunale nei confronti della cittadinanza riguardo le agevolazioni per non pagare la nuova tassa sui rifiuti (Tares) o ricevere uno sconto sulla bolletta.

La domanda per poter usufruire delle scontistiche è infatti scaduta il 20 gennaio e, secondo Crestini, tanti cittadini che probabilmente avevano le caratteristiche per poterla presentare non ne erano a conoscenza.

“Sono state approvate una serie di riduzioni per diminuire la tassazione ma il sindaco Pasquale Boccia non si è preoccupato di renderle pubbliche e farle conoscere democraticamente a tutti. – dichiara il Consigliere in una nota –  L’amministrazione comunale, – prosegue la nota – sulla base di una legge nazionale, ha infatti deliberato nel Consiglio comunale dello scorso 29 novembre la nuova tassa dei Rifiuti e Servizi, chiamata Tares. Il regolamento prevede un rincaro del trenta per cento di tutte le tariffe ma nello stesso tempo stabilisce anche una serie di riduzioni che toccano ambiti e classe di reddito diverse. Peccato che i cittadini di Rocca di Papa non sono stati informati delle agevolazioni di cui potevano usufruire perchè la delibera si trova solo sull’albo pretorio online e non si riesce a trovare con molta facilità . Molti infatti si vedranno arrivare quest’anno la bolletta maggiorata senza aver saputo a quali agevolazioni avrebbero potuto accedere e senza aver avuto la possibilità di richiedere riduzioni. Facciamo le battaglie per aiutare le persone bisognose e poi il Sindaco si dimentica di informare la cittadinanza di una cosa tanto importante come le agevolazioni sulla tassa sui rifiuti – ha proseguito nelle dichiarazioni Crestini – per una persona anziana che vive sola evitare di versare trecento euro l’anno rappresenta un aiuto importantissimo.

Nel frattempo la maggioranza di Rocca di Papa già si è fatta i propri conti e ha pensato solo a fare cassa con il 30% in più grazie alla nuova Tares. Il governo Boccia pur avendo i mezzi a disposizione per ridurre il carico fiscale sui cittadini di Rocca di Papa – afferma Crestini – non solo non fa nulla ma chiede anche maggiori sacrifici. Nello specifico il nuovo regolamento, presentando richiesta entro lo scorso 20 gennaio, prevedeva una riduzione del 30% per chi abita da solo, per le abitazioni ad uso stagionale o limitato, per residenti che vivono per più di sei mesi all’estero e per i fabbricati rurali ad uso abitativo. Sono tante anche le agevolazioni di carattere sociale per i contribuenti che avrebbero dovuto presentare una semplice autocertificazione riguardano nello specifico chi ha più di sessantacinque anni che spesso vive grazie ad una pensione minima”. Chi è ultrasessantacinquenne e vive solo in un’abitazione non superiore a 70 metri quadri sarebbe stato esentato dal pagamento della Tares. Se invece la casa non supera gli 80 metri quadri ed è occupata da due persone anziane, la tassa si sarebbe ridotta del 50%.

Le agevolazioni si ottengono solo presentando regolare richiesta al comune questo onere non è stato sufficientemente pubblicizzato dall’amministrazione comunale alla cittadinanza. Non è stato messo alcun manifesto, non è stato fatto un comunicato – aggiunge Crestini- esiste solo la delibera online del 29 novembre 2012 ma difficilmente consultabile da chi è nato quando il computer era solo fantascienza. – Crestini conclude la nota – Spesso sono stato io a contattare il cittadino e ad informarlo sul suo diritto alla riduzione. Il nuovo Regolamento dei rifiuti di Rocca di Papa prevede inoltre per il 2013 riduzioni tariffarie di vario genere per diverse tipologie di abitazioni e classi di reddito. Agevolazioni legate all’apposita richiesta che andava presentata entro il  20 gennaio 2013. In assenza di questa il contribuente dovrà versare l’importo completo senza sconti e agevolazioni. Io ho cercato di comunicare la novità a più persone possibili ma l’informazione per essere completa sarebbe dovuta partire dall’Amministrazione comunale. Come il sindaco Boccia si preoccupa di mandare alla cittadinanza inviti a manifestazioni e messaggi d’auguri allo stesso modo avrebbe dovuto informare i contribuenti delle opportunità e delle agevolazioni a cui hanno diritto. Le tariffe delle Tares che dovranno essere applicate non sono state ancora deliberate quindi chiedo al sindaco Boccia e all’assessore al bilancio Querini di non forzare la mano e di stabilire almeno  giuste aliquote 




ANGUILLARA, MORTE FEDERICA MANGIAPELO. IL PARERE DELL'ESPERTO: NON SI POSSONO ESCLUDERE FATICA E FORTI EMOZIONI COME FATTORI INCIDENTI DI UN INFARTO DEL MIOCARDIO

Riceviamo e pubblichiamo
 
Nota della Dottoressa Maria Petrillo psicologa investigativa, esperta in criminologia, gruppo AISF( Accademia Internazionale di Scienze Forensi, presidente Dott.ssa Roberta Bruzzone)
 
Anguillara Sabazia (RM) – Un'emozione particolarmente intensa potrebbe essere messa in rapporto al successivo instaurarsi di un infarto del miocardio, seppure manca ogni dimostrazione statisticamente valida di tale ipotesi. Tuttavia, non è possibile escludere che l'aumento dell'attività del sistema adrenergico che si ha sia in condizioni di esercizio fisico strenuo che di intense emozioni (paura, collera, ecc.) possa, attraverso gli effetti della scarica catecolaminica, provocare una maggiore richiesta di ossigeno da parte del cuore od indurre alterazioni del ritmo minacciose o letali.
 
Note da Wikipedia:
 
Infarto del miocardio
La valutazione laboratoristica dell' Infarto del miocardio viene definita dall'aumento di alcune sostanze nel sangue o enzimi cardiaci.
 
Recettori adrenergici
I recettori adrenergici sono recettori di membrana che interagiscono con l'adrenalina ed altre catecolamine.

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ROMA RIFIUTI, UN BUSINESS SUL QUALE LA MAGISTRATURA NON HA ANCORA MESSO MANO

Redazione

Roma – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino, l'avv. Gerardo Spira, che pone alcune riflessioni, che condividiamo. sul tema della raccolta differenziata.

Ecco la lettera:

"Gentile direttrice,seguo L'osservatore laziale da tempo e vi ringrazio della informazione settimanale, via e-mail (Newsletter de L'osservatore laziale).

Trovo importantissimo il vostro impegno sui temi ambientali e credo che questi debbano costituire la fonte primaria della cultura della società, perchè da questa provengono le regole per una corretta e civile relazione di rapporti .

Mi fermo spesso a Roma ove vivono due dei miei figli e sono rimasto allibito di fronte a tanta incuria e scelleratezza amministrativa. Eppure ci vuole così poco per chiedere ai cittadini di collaborare nella selezione dei rifiuti .E' certamente un mondo in cui oltre ad una volontà di ferro occorre un grande coraggio.

Spesso raggiungo anche Ladispoli,dove vive un altro dei miei figli e per la verità l'amministrazione da qualche anno ha cominciato a programmare interventi sulla raccolta differenziata, bonificando zone ed aree e soprattutto recuperando all'immagine pubblica gli spazi, prima degradati e abbandonati.

Eppure la raccolta differenziata potrebbe essere la chiave di svolta per la politica ambientale,ma soprattutto l'occasione per abbattere i costi ai cittadini. Basta che il Comune crei delle isole controllate ove conferire i rifiuti separati, per ridurre molti costi. Se si tiene conto che l'organico,il cosiddetto umido,costituisce circa il quaranta per cento dei rifiuti, si comprende che una gestione controllata può portare a raccolta unica,con disinquinamento degli altri scarti, senza tener conto che dove è possibile,questo rifiuto può essere trattato direttamente in compostiera, a norma di legge da sistemare in piccolo spazio del giardino,con il vantaggio del suo riutilizzo come fertilizzante.

Già il cittadino,disposto a questo trattamento, può risparmiare la percentuale del costo in bolletta.. L'altro 50% e forse più è costituito dal multimateriale (alluminio,plastica etc) che può essere raccolto separatamente,così come il vetro.Una buona educazione sociale ed un impegno costante delle scuole, possono portare a  risultati eccellenti in poco tempo e restituire ai cittadini il costo del lavoro della selezione, nella bolletta.Tutto ciò è possibile farlo se vi è un progetto a tempo e un gruppo di amministratori che vogliono impegnarsi.Il ritorno in termini di immagine è inimmaginabile.

Si tenga conto che il Comune sulle selezioni di qualità riceve contributi dall'Europa che dovrebbero essere restituiti ai cittadini in rapporto al loro impegno. Quando invece il Comune non restituisce queste somme, vuol dire che la selezione non ha funzionato bene o non è stata controllata nel fase finale del conferimento alle filiere e le somme sono servite a pagare i maggiori costi del residuale.

E' questa una responsabilità amministrativa. Di chi la colpa? Non certamente del cittadino che paga e vuole risparmiare.Mi scuso per questo risentimento, ma fino al 2009 sono stato il dirigente di un Consorzio di oltre 57 Comuni, in questo campo, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, patrimonio UNESCO e mi assalgono tanti dubbi, quando leggo notizie, come queste,specialmente quando toccano  Roma,.

Cosa fanno fanno i vigili urbani che a frotte riempiono la città? Vanno a caccia di  multe o di tanti poveri cristi che hanno violato i limiti di velocità. Questa situazione di ingorgo mal regolamentata è sicuramente un affare per l'amministrazione e ancora la magistratura non vi ha messo le mani sopra.

Il danno ambientale è incalcolabile e nessuno si preoccupa della salute del cittadino, delle malattie e dei tumori sempre in crescita. Il cittadino non sa che la metà dell'introito delle multe va ad incrementare il fondo per assicurare gli stipendi, proprio dei vigili,mentre il costo per l'ambiente è caricato direttamente sul cittadino .Grazie per avermi letto Gerardo Spira"

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LAGO DI NEMI, M5S: "NESSUN CONTROLLO DA PARTE DEI COMUNI DI GENZANO E NEMI"

Redazione

Genzano (RM) – "Come volevasi dimostrare: Il capro espiatorio del sequestro del robivecchi non ha portato a null'altro. – Dichiarano dal Movimento Cinque Stelle di Genzano – Nessun controllo ne da parte del Comune di Genzano, ne tantomeno da parte del Comune di Nemi, ne figuriamoci di tutti gli altri Enti preposti alla salvaguardia del nostro territorio. Eternit e batterie esauste scendendo verso il lago di Nemi! Quale mente contorta riesce a caricarsi in macchina questi rifiuti, mettere in moto, portarli verso il lago e scaricarli. Questa è premeditazione altrimenti li lasciava vicino ai cassonetti."

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IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETA’ DI OGGI

Ninnj Di Stefano Busà

Premesso che, chi scrive non è una sfegatata femminista, nè una pasionaria che vuole mettere in discussione il ruolo maschile  nella società e nel mondo, tanto meno spodestare o scalzare l'uomo dalla sua autorità millenaria di capo tribù, già acclarata dalla notte dei tempi. Al contrario, è a favore delle pari opportunità, ovvero, nulla a svantaggio dell'uomo, ma  nel contempo, sia dato alla donna il grande privilegio di essere donna, madre, sorella, figlia, ovvero  permetterle la piena realizzazione di tutti quei compiti che in sé amministra ed espleta, senza neppure il riconoscimento di un ruolo ufficiale, con parità di diritti e doveri con l'altro sesso.

Per la donna  di oggi, sarebbe sacrosanto e giusto, oltre che un tributo alla sua innata capacità di destreggiarsi in mille ruoli diversi, lasciare la libertà che le compete e le spetta di diritto, al lume dell'intelletto che già possiede, poiché ella non tenta di aumentare il senso di competizione, ma di influenzare semmai positivamente il suo atteggiamento di compatibilità nei confronti del mondo intero, senza sfidarlo ad armi pari. Soprattutto perché ne risulterebbe svantaggiata dal ruolo di supremazia maschilista.

La donna agisce con la consapevolezza di un intuito che è quasi infallibile, (ne è dotata fin dalla nascita), le sue capacità logiche sono multiple, possiede eccezionali doti di buon senso, di amore, di pazienza, di comprensione, di equilibrio, di diplomazia, anche di malizia, perché no, perché malizia non vuol dire malvagità, crudeltà, miserabilità. Non mi trova d'accordo la sudditanza di nessuno dei due ruoli, ognuno potrebbe e dovrebbe operare in libertà, affiancandosi, difendendo il proprio spazio d'azione come può, al meglio delle sue possibilità e capacità attitudinali, in "simbiosi", semmai, senza sovrapposizione né ostentazione, senza scorrettezze e prevaricazione, in sinergia con l'altro sesso, non in netto contrasto con esso.

Ma sarebbe chiedere troppo, perciò, ci si limiti almeno alla correttezza e alla pari opportunità. Di fronte alle leggi della Natura e di Dio la donna e l'uomo sono stati creati uguali, nessuno dei due in sudditanza: liberi e felici nell'Eden fino alla cacciata dal Paradiso terrestre. La donna però, al contrario dell'uomo, fin dai primordi ha avuto molte parti sullo scenario della vita, ha dovuto interpretare più parti e quasi sempre le più difficili: crescere e amare i figli dell'uomo, aumentare il prestigio del partner, sia marito o compagno, interpretarne e facilitarne l'eventuale benessere, contribuire col sua amore e la sua dedizione alla famiglia, al mantenimento della casa, portare avanti l'economia dell'intera comunità familiare, fare salti mortali per organizzarsi, conciliare prerogative di lavoro con esigenze familiari, orari di priorità e necessità, dibattersi fino allo sfinimento in mille e mille modi diversi per condurre un'esistenza dignitosa, adeguata alle reali capacità e possibilità, alle esigenze eventuali di altri elementi aggregati, che possono subentrare nel nucleo familiare del tipo: genitori, suoceri, figli di matrimoni allargati.

Cosa manca dunque alla donna perché le venga riconosciuto l'imprimatur dei molti ruoli dei quali si fa già interamente carico, senza esserle riconosciuto alcunché di tutto ciò, e di cui è  all'altezza:  responsabile e guardiana del focolare domestico, pronta al sacrificio per la salvaguardia del suo progetto culturale e morale? 
L'avallo del maschio che pretende la sua piccola territorialità tutta per sé, e non è disposto a condividerla con nessuno, non rientra nelle sue aspettative, ella va oltre le remore istituzionali che la vogliono relegata al ruolo di "cenerentola" e di sudditanza al partner. Oggi più che mai la donna si è resa autonoma, affrancandosi da un ruolo che era un lacciolo alla sua libertà, alla sua scoperta del mondo, ai suoi diritti e doveri di essere umano "pensante". Ora la donna sta cominciando a capire che non è più tempo di sottostare ai loro strapoteri di vita e di morte, alle loro millanterie, ai loro loschi e recidivi inganni, alle malevolenze, alle vessazioni, ai tradimenti. La donna di oggi se non è affiancata da un partner compatibile, onesto, retto, autorevole, (senza essere autoritario),  preferisce di gran lunga lo stato di single: stare sola non la terrorizza, non è un assillo, ella è assolutamente autosufficiente. La sua condizione di single non la disturba, anzi, talvolta, ne fa una privilegiata. Dalla capacità della donna di sapersi adeguare ai mutamenti, di saper far crescere i figli, anche senza l'uomo, di saper individuare un menage sereno, sapientemente dosato di affanni e pene, (che nella vita quotidiana non mancano), ma notevolmente gioioso, accogliente, preferibile a quello furioso e destabilizzante del compagno, soprattutto se non le è congeniale, né compatibile né solidale, ormai è consapevole anche la società in cui viviamo.

Da qui: l'urto, la rabbiosa reazione, il malcontento, la furiosa gelosia dell'uomo di oggi. Da qui, la grande tragedia che sta colpendo da una parte i responsabile di tale situazione e, dall'altra, le vittime che tale situazione hanno dovuto fin qui subire. Sono stati calcolati in Italia più di 2000 casi di uxoricidio all'anno. Una vera ecatombe, una sorta di bollettino di guerra. Perché? E' presto detto. Le condizioni di sviluppo sociale, il benessere raggiunto in campo culturale, socio/economico, l'apertura intellettuale della donna verso traguardi che le hanno consentito nuovi orizzonti, rapporti sociali, progressi lavorativi, crescita economica, autonomia di giudizio, guadagni, hanno permesso alla stessa di negarsi al suo ruolo di eterna "cenerentola", e di non volersi più sottomettere al padre-padrone, ormai modello obsoleto di un tempo arcaico, che ha finito per perdere la forza bruta del suo bastone di cavernicolo. Ma sembra che l'uomo non voglia avvedersi della metamorfosi, del cambiamento sociale, culturale, morale, dell'entità cognitiva, sentimentale, emozionale, ristrutturante e impegnata del ruolo della donna in seno alla società, di cui condivide i dolori e i tormenti. Soprattutto, pare non voler accettare una simile condizione, una tale mutazione, che diviene frustrazione, inconcepibile per le sue ridotte capacità di cavarsela da solo. La donna, invece, dal canto suo, ha la forza magnifica ed esaltante della sua certezza di "essere", la potenza della sua energia propositiva, la sua intuitiva visione del tutto, cui fa appello in casi estremi per evitare di soccombere ai fendenti distruttivi, che la natura stessa le impone. Sicché quando tenta di lasciare un uomo che non dà nessuna garanzia di serena convivenza, diventa una vera tragedia familiare.

L'uomo non possiede ancora le facoltà di emanciparsi dalla donna, è lui il debole, è lui lo scriteriato, è lui il più fragile, il più immaturo, indifeso, il più arcaico soggetto della modernità e del binomio all'interno del nucleo familiare. Perciò, doversi rimettere in gioco, dover ricominciare, doversi separare, condurre una vita da single, non poter più imporsi a nessuno, lo fa letteralmente impazzire, gli fa saltare la molla che tiene legati i filamenti del cervello, lo fa andare fuori fase: perdere sul campo dove aveva la superiorità, il vantaggio e, soprattutto, dover fare a meno dei servigi della donna considerata per secoli ai suoi diretti comandi, doversi umiliare a riformularsi daccapo, dopo secoli di predominio e di accondiscendenza della donna, polverizza la sua psiche labile e fragilissima, facendola esplodere come una miccia o un  congegno ad orologeria.
Piuttosto che dover ammettere il fallimento della sua inutile e surrentizia vita da reuccio, o adattarsi a passare al ruolo passivo di apprendista stregone, doversi lavare i calzini, prepararsi la cena, vivere in disperata solitudine, "uccide" il soggetto-oggetto del suo rancoroso legame, o si fa saltare le cervella malate.
La donna, dal canto suo, ha acquisito un ruolo sociale di preminenza, spesso giunta all'apice della carriera, non intende mollare.

Negli ultimi due anni sono stati calcolati solo (si fa per dire) 10.ooo morte ammazzate, stuprate, violentate dalla furia selvaggio del maschio che smarrisce la ragione.  Da pochi mesi è  stato inserito nella legislatura italiana il reato di stalking nella legislazione italiana, in teoria, nelle intenzioni del legislatore, questo strumento dovrebbe servire a moderare i bollenti spiriti dei pionieri…del far west, o degli abitatori della giungla. La donna si è resa responsabile di un processo storico che prende sempre più consistenza e di cui la società avverte da poco tempo la "mutata ratio". La donna è provvista  di illuminazioni folgoranti, di furbizia spicciola, ma anche di quella profonda, studiata e lungimirante apertura mentale che serve nella società di oggi: tutte cose che all'uomo spesso mancano del tutto. L'uomo è istinto, sopraffazione e violenza, la donna: dialettica, esercizio della tolleranza, pazienza e lungimiranza. Come si fa a non capire che il mondo oggi ha bisogno di entrambi i poli per innescare il corto circuito? Come si fa a non capire che è finito il tempo della sudditanza silenziosa, della irascibilità bestiale dell'uomo condotta sul filo dell'arroganza e della forza bruta? solo perché era lui a portare i pantaloni, a provvedere economicamente alla famiglia?
Eppure, ci tentano ancora a sopraffare la donna (in generale) i bellimbusti: a stuprare, a violentare, proprio in funzione di quella spinta animalesca che li soggioga, li cattura, li dirige.

Sono in balìa del loro malsano istinto, che li fa credere dominatori del mondo. E lo sono stati per troppo tempo nei secoli passati.  Ma ogni cosa ha un fine e oggi la fine è venuta con l'avvento della cultura del diritto, che assegna ad ognuno il suo ruolo, separato e insieme circoscritto, ad un solo grande progetto universale, far sopravvivere il mondo. Non importa Chi vi sta a governarlo, a dirigerlo. L'importante è dominare le negatività, prevenirle, mitigarle e possibilmente superarle. Se poi sarà merito dell'uno o dell'altro sesso niente toglie al merito. Ma questo ancora l'uomo, dopo 2000 anni di storia non lo ha accettato, né capito, neppure è disposto a metterlo in discussione e, ancor meno, a lasciare che si realizzi una simile sovrapposizione di ruoli.