PADRE PIO MIRACOLI: UN MIRACOLO IN COSTA RICA

Redazione

Ci sono testimonianze di miracoli ovunque e L'osservatore d'Italia vuole raccoglierle perché sono esperienze di vita di persone che hanno ritrovato la fede. Il convento dei Cappuccini di Pietralcina racconta la straordinaria testimonianza di uomo dalla profonda fede, si tratta del racconto dell’Ambasciatore del Costa Rica Campos fatto un anno orsono, il quale è diventato devoto del Santo delle stimmate Padre Pio per puro caso, pur non conoscendolo. Alla intercessione di Padre Pio deve la guarigione del figlio. La sua storia parte da lontano. Cresciuto in una famiglia cattolica, la conoscenza di Padre Pio è avvenuta pian piano. "La cosa strana – racconta l’Ambasciatore Campos – è che io ho sognato Padre Pio senza conoscerlo. Nel sogno c’era un frate cappuccino che mi diceva: “hai buona fede”. Ho raccontato la cosa a un sacerdote salesiano e mi ha mostrato un santino e lì ho riconosciuto in Padre Pio quel frate che avevo visto in sogno. Il sacerdote mi ha detto: “stai attento perché se Padre Pio viene da te c’è un motivo, vuole che tu diventi suo figlio spirituale”. Mi ha regalato poi un libro, una biografia di Padre Pio che io portavo sempre con me ma senza leggerla. Comunque, tranne questo primo approccio, non ho più pensato a Padre Pio. È passato del tempo. Un giorno vengo in Italia e un mio amico mi consiglia di andare a visitare San Giovanni Rotondo, ma l’itinerario del viaggio era già fatto e non si poteva cambiare. Sembrava che Padre Pio mi chiamasse ma non riuscivamo a incontrarci. Torno in Costa Rica e qualche tempo dopo mia moglie mi dà la lieta notizia che era incinta del nostro primo figlio. Eravamo felicissimi e decidemmo di andare in una chiesa per chiedere una benedizione affinchè la gravidanza andasse bene. 

La chiesa era vicino casa ma non eravamo mai stati lì. Entriamo e il sacerdote che ci accoglie dice: “Venite facciamo la benedizione davanti all’immagine di Padre Pio”. E di nuovo questo Santo entra nella mia vita.

La gioia di avere presto un figlio, la contentezza di poter diventare genitori, non coincideva con i problemi che, invece, avevo sul lavoro. Ero professore universitario e deputato all’assemblea legislativa. Un momento complicato perché c’erano tante leggi in discussione in parlamento contro la vita, contro la famiglia, e io ero palesemente contrario. Ho fatto tutto quanto ho potuto per far valere i miei principi. Sono stato sostenuto da alcuni amici ma anche osteggiato da tanti nemici. Il lavoro mi teneva molto occupato, e in tutto questo caos politico la gravidanza di mia moglie era arrivata senza problemi all’ottavo mese. Andiamo a fare una normale visita di controllo e il medico riscontra una grave anomalia funzionale e ci prescrive il ricovero immediato e la nascita prematura. Corriamo subito in ospedale e lo specialista in cardiologia emette la sua diagnosi. Il bambino era affetto da flutter auricolare di alta frequenza cioè una tachicardia molto forte che in caso di un adulto porta alla morte immediata, invece, in un neonato potrebbe anche risolversi alla nascita. Ma questo non accadde. Il bambino è posto in incubatrice. Provano l’elettroshock su quell’esile corpicino per ben 5 volte. Ma non si riprende. Lo mettono in terapia intensiva 8 giorni. Nel frattempo mia moglie si sente molto male. All’inizio si pensava allo choc per il parto improvviso, invece il problema è serio. Le riscontrano una perdita della funzionalità renale dell’80% e viene messa anche lei in terapia intensiva per una settimana.

Dopo 8 giorni, è il 23 settembre, data della morte di San Pio. Non c’erano più speranze. A me era rimasta un’unica preghiera che feci con il cuore a pezzi: “Signore io non posso fare nulla per salvarli, affido a te mio figlio e mia moglie fai di loro quello che vuoi”. È stato il momento più difficile della mia vita. A mezzanotte ricevo la chiamata dal reparto di terapia intensiva neonatale. Mi dicono di recarmi lì perchè c’è un sacerdote. Ho pensato che fosse ormai finito tutto. Se hanno chiamato un sacerdote a mezzanotte voleva dire solo una cosa. Vado subito e ritrovo lo stesso sacerdote che aveva benedetto la pancia di mia moglie con l’immagine di Padre Pio. Aveva finito di celebrare la Santa Messa per l’anniversario della morte di Padre Pio e aveva sentito la necessità di venire in ospedale con una reliquia del Santo. Ho pregato insieme con lui e poi siamo andati anche da mia moglie. Mi sentivo stranamente più rasserenato. Alle 4 della notte mi chiama di nuovo il medico del reparto di terapia intensiva dove è ricoverato mio figlio: “Devi venire subito”. Vado e mi dice: “Non so cosa sia successo stanotte. È tutto normale. I registri cardiaci sono tornati a battere regolarmente. Non ti so spiegare come possa essere avvenuto questo, ma tuo figlio è salvo”. Allora gli ho raccontato ciò che era accaduto qualche ore prima, del sacerdote, delle preghiere e di Padre Pio. Il medico, che era cattolico, ha incominciato a piangere e mi ha detto: “Ora capisco. Solo questo poteva essere. Non c’è un’altra spiegazione, perché noi non potevamo fare più niente”. Nello stesso tempo anche mia moglie pian piano ha recuperato la totale funzionalità del rene. Una cosa impressionante. Dopo questo momento di gioia siamo venuti in Italia per ringraziare. Siamo stati a San Giovanni Rotondo dove abbiamo conosciuto fr. Carlos M. Laborde". La vita di quest'uomo è totalmente cambiata. Padre Pio ha aiutato lui e la sua famiglia. Mai perdere la fede.  

Vita di Padre Pio 

Erede spirituale di San Francesco d'Assisi, Padre Pio da Pietrelcina è stato il primo sacerdote a portare impressi sul suo corpo i segni della crocifissione.
Già noto al mondo come il "Frate stigmatizzato", Padre Pio, al quale il Signore aveva donato particolari carismi, si adoperò con tutte le sue forze per la salvezza delle anime. Le moltissime testimonianze dirette della "santità" del Frate, arrivano sino ai nostri giorni, accompagnate da sentimenti di gratitudine.
Le sue intercessioni provvidenziali presso Dio furono per molti uomini causa di guarigione nel corpo e motivo di rinascita nello Spirito.

Padre Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina, un piccolo paese del beneventano, il 25 maggio 1887. Venne al mondo in casa di gente povera dove il papà Grazio Forgione e la mamma Maria padrepio2.jpg (5839 byte)Giuseppa Di Nunzio avevano accolto già altri figli. Fin dalla tenera età Francesco sperimentava in se il desiderio di consacrarsi totalmente a Dio e questo desiderio lo distingueva dai suoi coetanei. Tale "diversità" fu oggetto di osservazione da parte dei suoi parenti e dei suoi amici. Raccontava mamma Peppa – "non commetteva nessuna mancanza, non faceva capricci, ubbidiva sempre a me e a suo padre, ogni mattina ed ogni sera si recava in chiesa a visitare Gesù e la Madonna. Durante il giorno non usciva mai con i compagni. Qualche volta gli dicevo: "Francì esci un pò a giocare. Egli si rifiutava dicendo: "non ci voglio andare perché essi bestemmiano".
Dal diario di Padre Agostino da San Marco in Lamis, che fu uno dei direttori spirituali di Padre Pio, si venne a sapere che Padre Pio, fin dal 1892, quando aveva solo cinque anni, viveva già le sue prime esperienze carismatiche. Estasi ed apparizioni erano così frequenti che il bambino le riteneva assolutamente normali.

Con il passare del tempo poté realizzarsi quello che per Francesco era il più grande sogno: consacrare totalmente la vita al Signore. Il 6 gennaio 1903, a sedici anni, entrò come chierico nell'Ordine dei Cappuccini e fu ordinato sacerdote nel Duomo di Benevento, il 10 agosto 1910.
Ebbe così inizio la sua vita sacerdotale che a causa della sue precarie condizioni di salute, si svolgerà dapprima in diversi conventi del beneventano, dove fra Pio fu inviato dai suoi superiori per favorirne la guarigione, poi, a partire dal 4 settembre 1916, nel convento di San Giovanni Rotondo, sul Gargano, dove, salvo poche e brevi interruzioni, rimase fino al 23 settembre 1968, giorno della sua nascita al cielo.

In questo lungo periodo, quando eventi di particolare importanza non modificavano la quiete conventuale, Padre Pio dava inizio alla sua giornata svegliandosi prestissimo, molto prima dell'alba, cominciando con la preghiera di preparazione alla Santa Messa. Successivamente scendeva in chiesa per la celebrazione dell'Eucarestia al quale seguivano il lungo ringraziamento e la preghiera sul matroneo davanti a Gesù Sacramentato, infine le lunghissime confessioni.

Uno degli eventi che segnarono profondamente la vita del Padre fu quello verificatosi la mattina del 20 settembre 1918, quando, pregando davanti al Crocifisso del coro della vecchia chiesina, ricevette il dono delle stimmate, visibili; che rimasero aperte, fresche e sanguinanti, per mezzo secolo.
Questo fenomeno straordinario catalizzò, su Padre Pio l'attenzione dei medici, degli studiosi, dei giornalisti ma soprattutto della gente comune che, nel corso di tanti decenni si recò a San Giovanni Rotondo per incontrare il "Santo" frate.

In una lettera a Padre Benedetto, datata 22 ottobre 1918, lo stesso Padre Pio racconta della sua "crocifissione":
"…cosa dirvi di ciò che mi dimandate del come si è avvenuta la mia crocifissione? Mio Dio che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che Tu hai operato in questa tua meschina creatura! Era la mattina del 20 dello scorso mese (settembre) in coro, dopo la celebrazione della Santa Messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina, tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando; mi vidi dinanzi un misterioso personaggio; simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell'istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che sperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni. La ferita del cuore gitta assiduamente del sangue, specie dal giovedì a sera sino al sabato.
Padre mio, io muoio di dolore per lo strazio e per la confusione susseguente che io provo nell'intimo dell'anima. Temo di morire dissanguato, se il Signore non ascolta i gemiti del mio povero cuore e col ritirare da me questa operazione…."

Per anni, quindi, da ogni parte del mondo, i fedeli si recarono da questo sacerdote stigmatizzato, per ottenere la sua potente intercessione presso Dio.
Cinquant'anni vissuti nella preghiera, nell'umiltà, nella sofferenza e nel sacrificio, dove per attuare il suo amore, Padre Pio realizzò due iniziative in due direzioni: una verticale verso Dio, con la costituzione dei "Gruppi di preghiera", l'altra orizzontale verso i fratelli, con la costruzione di un moderno ospedale: "Casa Sollievo della Sofferenza".
Nel settembre del 1968 migliaia di devoti e figli spirituali del Padre si radunarono in convegno a San Giovanni Rotondo per commemorare insieme il 50° anniversario delle stigmate e celebrare il quarto convegno internazionale dei Gruppi di Preghiera.
Nessuno avrebbe immaginato invece che alle 2.30 del 23 settembre 1968 avrebbe avuto termine la vita terrena di Padre Pio da Pietrelcina.

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