Palermo, processo firme false M5S da rifare: i legali dei pentastellati negano il consenso del rinnovo degli atti e si allungano i tempi

PALERMO – Potrebbe quasi sembrare la puntata di una telenovela, di quelle che non finiscono mai, ma non è cosi. La vicenda relativa al processo a Palermo per le presunte firme false del M5S in occasione delle elezioni comunali del 2012 sono da rifare. Il giudice Luisa Anna Cattina lascia la quinta sezione del Tribunale per confluire alla prima Corte d’Appello di Palermo. Al suo posto il nuovo giudice monocratico Salvatore Fausto Flaccovio che avrà il compito arduo di riascoltare testimoni, i consulenti già sentiti e tutti i verbalizzanti visto che i legali hanno negato il consenso alla rinnovazione degli atti. I 14 imputati di fatto non intendono riutilizzare quello che è stato già fatto in aula e quindi si dovrà per forza “riavvolgerà il nastro” nonostante si fosse giunti ad un repentino smaltimento degli elenchi dei testimoni presentati dalle difese optando cosi di eliminare audizioni ritenute ripetitive per accellerare il più possibile i tempi del processo già troppo dilungati. Questa procedura comporterà l’impiego di altri mesi che potrebbero fare scattare la prescrizione tra ottobre e dicembre 2019.

Fino al cambiamento del giudice si erano tenute una decina di udienze che a poco serviranno visto che si dovrà rifare tutto

Previste le prime nuove udienze per il 29 giugno e il 18 luglio. Per riassumere le motivazioni del processo iniziato nel 2018 si deve fare un passo indietro alle elezioni comunali del capoluogo siciliano nel 2012. A scoprire il fatto alcuni giornalisti della trasmissione Le Iene che, in un servizio televisivo hanno portato alla luce una presunta falsificazione ad opera del Movimento 5 Stelle, di oltre 2000 firme raccolte per presentarsi alle elezioni comunali. Sembra infatti che prima del deposito delle liste delle firme sia sorta l’esigenza di controllare l’esattezza dei dati anagrafici e una volta riscontrati degli errori, onde evitare la cancellazione dei nomi con i dati inesatti ad insaputa degli stessi firmatari, si sia proceduto ad una ricopiatura in un nuovo foglio lista ricopiandone pure la firma, atto assolutamente proibito quale palese reato. Il Gup di Palermo, Nicola Aiello dispose il rinvio a giudizio per 14 imputati con l’accusa pesante di aver violato la legge regionale cha ha recepito il Testo unico in materia di elezioni negli Enti locali. I 14 imputati del M5S a rispondere dei reati contestati dal Procuratore sono: Riccardo Nuti, Claudia Mannino, Giulia Di Vita, Claudia La Rocca, Toni Ferrara, Pietro Salvino, Giorgio Ciaccio, Stefano Paradiso, Samanta Busalacchi, Riccardo Ricciardi, Giuseppe Ippolito, Alice Pantaleone, Francesco Menallo e Giovanni Scarpello.
Paolino Canzoneri




Palermo, firme false a 5 stelle: a processo 14 persone

 

di Paolino Canzoneri

 

PALERMO – Punto di svolta nella vicenda che ha coinvolto esponenti del Movimento 5 Stelle risalente al 3 aprile del 2012 durante le amministrative per la candidatura a sindaco di Riccardo Nuti.

Il Gup di Palermo, Nicola Aiello ha disposto il rinvio a giudizio per 14 imputati coinvolti nelle presunte firme ricopiate di fretta nella sera per rientrare nell'orario di scadenza di consegna della lista. Rinvio a giudizio con l'accusa pesante di aver violato la legge regionale cha ha recepito il Testo unico in materia di elezioni negli Enti locali. Gli esponenti del M5S Riccardo Nuti, Claudia Mannino, Giulio Di Vita, Claudia La Rocca,  Toni Ferrara, Pietro Salvino, Giorgio Ciaccio, Stefano Paradiso, Samanta Busalacchi, Riccardo Ricciardi, Giuseppe Ippolito, Alice Pantaleone, Francesco Menallo e Giovanni Scarpello dovranno rispondere dei reati contestati dal Procuratore aggiunto Dino Petralia e dal Sostituto Claudia Ferrari che ne hanno seguito e coordinato tutta l'inchiesta.
 
A scoprire il fatto alcuni giornalisti di una trasmissione televisiva di inchiesta che, in alcuni servizi risalenti a ottobre-novembre del 2016, portarono alla luce una presunta falsificazione ad opera del Movimento 5 Stelle, di oltre 2000 firme raccolte per presentarsi alle elezioni comunali a Palermo del 2012. Sembra infatti che prima del deposito delle liste delle firme sia sorta l'esigenza di controllare l'esattezza dei dati anagrafici e una volta riscontrati degli errori, onde evitare la cancellazione dei nomi con i dati inesatti ad insaputa degli stessi firmatari, si sia proceduto ad una ricopiatura in un nuovo foglio lista ricopiandone pure la firma, atto assolutamente proibito quale palese reato.
 
Fonti interne al movimento a Roma dissentirono questa ipotesi e fecero cerchio comune asserendo che da sempre la regola primaria del movimento è sempre quella di rivolgersi sempre e comunque alla magistratura su cui riservano sempre la massima fiducia. L'intera vicenda suscita ancora oggi una certa indignazione e preoccupazione proprio perchè sembra intacchi la prima regola fondamentale del M5S, la legalità, tanto proclamata e sbandierata ai quattro venti come colonna portante del programma del M5S dove vige una certa preoccupazione e una evidente perdita di consenso. Il 2019 è il termine di prescrizione entro cui servirà una sentenza definitiva.



Palermo, caos pentastellato: forum M5s Sicilia offline e account bloccati

 

di Paolino Canzoneri


PALERMO – Aleggia un caos assoluto nelle fila del M5S e questa volta a saltare è il forum del movimento che con la scritta "Il Forum è temporaneamente offline" non lascia dubbi sul fatto che si tratti di un malfunzionamento dovuto ad un presunto hackeraggio volontario che ne causa anche il blocco degli account. Secondo Mauro Giulivi e Loredana Ceruso de La Repubblica Palermo, i gestori del forum si sarebbero accorti dell'ammissione al forum online senza autorizzazione anche da parte di un gruppo di attivisti al momento coinvolti nell'inchiesta delle firme false fra cui Vincenzo Pintagro, colui che denunciò la vicenda delle firme false, e Daniele Romano.
 
Sito prontamente oscurato e denuncia verso ignoti presentata. Mauro Giulivi di M5S Sicilia in una mail girata agli utenti iscritti scrive: "Voglio avere la certezza che nessun dato sia stato compromesso. Ho deciso quindi di sporgere denuncia contro ignoti anche a tutela dei dati personali di tutti”. Sembra però che per questo quesito non ci vogliano indagini complesse perchè Adriano Varrica oltre ad essere uno storico esponente del movimento sembra esserne l'amministratore con tanto di password. Erano già sorte delle recenti polemiche fra gli attivisti all'indomani della partecipazione al compleanno di Varrica di un grande gruppo di esponenti sospesi per la vicenda delle firme false. Visto come il "Grillo di Palermo", Varrica sembra essere un candidato acclamato per Palazzo delle Aquile per le prossime amministrative ma al momento sembra tutto congelato per via delle indagini che rallentano l'ascesa del movimento a Palermo. Al momento il Forum è temporaneamente offline e il movimento "si scusa per il disagio".



Palermo, bufera M5S: I "Monaci" Nuti e Di Vita rompono il silenzio… ma sui social

 

di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Rompono il silenzio dopo giorni di tensioni il deputato Riccardo Nuti e Giulia Di Vita entrambi sospesi dal Movimento Cinque Stelle a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto dalla Procura del capoluogo siciliano in ambito dell'indagine relativa alle firme false delle Comunali del 2012.
 
Quattro pentastellati hanno ignorato l'invito ad autosospendersi contravvenendo ad una delle regole di base del movimento. Riccardo Nuti e Giulia Di Vita erano stati convocati per un interrogatorio al Palazzo di Giustizia di Palermo dal PM Claudia Ferrari e dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia ma nulla è emerso perchè i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, una scena muta seguita dalla rinuncia di sottoporsi al saggio grafico per comparare le firme.
 
I due deputati scelgono di rompere il silenzio ma non davanti ai PM ma sui social dove si difendono dalle accuse ritenute ingiuste e i due "Monaci" cosi come sono stati ironicamente chiamati hanno espresso i loro pareri lecitamente attraverso un mezzo diretto e veloce per arrivare a tutti: "E' mio diritto e dovere non rispondere, proverò a dimostrare che sono estraneo ai fatti" – ha scritto Riccardo Nuti – "Per il momento accetto il silenzio e con fatica quotidiana la gogna e gli insulti che mi piovono da settimane, convinto che le indagini della magistratura confermino la mia coerenza, il mio rigore morale e la mia affidabilità di uomo politico. Allora sarò lo stesso Riccardo Nuti di sempre, quello che non abbassa mai la testa".
 
A pioggia attestati di solidarietà da parte di utenti social vicini al movimento. Dello stesso tono la deputata Giulia Di Vita che ha scritto: "Un attacco pretestuoso nei nostri confronti; chi si è autosospeso, a quanto pare, è chi si è autoaccusato o ha confermato le accuse. Mi sembra un passaggio sacrosanto a cui fare seguire quanto prima le dovute dimissioni. Proprio per questo l'autosospensione di chi è stato accusato ingiustamente non sta nè in cielo e nè in terra". Delusi da coloro con cui hanno condiiviso lunghi periodi di militanza politca ma che oggi sembrano voltargli le spalle e pronti a battagliare, i due deputati cercano di difendersi in quello che sembra essere uno tsunami politico districato e complesso dal quale il movimento purtroppo ne uscirà seriamente danneggiato.   



Firme false M5s: gli indagati salgono a 13

 

di Paolino Canzoneri

 

PALERMO – Il "collegio" del Movimento 5 Stelle ha deciso di sospendere in via cautelativa Claudia Mannino, Giulia Di Vita, Riccardo Nuti e Samantha Busalacchi perchè il loro comporamento potrebbe danneggiare l'immagine del movimento indagati dalla procura di Palermo per lo scandalo delle firme false ricopiate sulle liste delle comunali del 2012. La drastica decisione è stata presa dopo che i 4 pentastellati hanno ignorato l'invito ad autosospendersi contravvenendo ad una delle regole di base del movimento. Riccardo Nuti e Daniela Mannino sono stati convocati per un interrogatorio al Palazzo di Giustizia di Palermo dal PM Claudia Ferrari e dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia ma nulla è emerso perchè i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, una scena muta aggravata dalla rinuncia di sottoporsi al saggio grafico per comparare le firme.
 
Le indagini proseguono e in poche ore gli indagati sono passati da 10 a 13 ed emergono nuovi nomi come la parlamentare Giulia Di Vita, il marito di Daniela Mannino e l'attivista M5S Riccardo Ricciardi. Altri nomi potranno finire nel registro degli indagati della procura di Palermo perchè dalle indagini sembra emergere un piano di azione sistematico e continuato che a macchia d'olio coinvolge attivisti e parlamentari   del movimento coadiuvati dal primo "pentito" del movimento Giorgio Ciaccio deputato regionale a Parlamento siciliano che ammette oggettive responsabilità durante la fatidica notte delle firme ricopiate e al momento collabora con i PM rivelando dettagli utili alle indagini che sembrano ancora lontane dal concludersi. 



Palermo M5s, caso firme false: arriva il primo "pentito" pentastellato

 

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Un'attivista del M5S sembra stia "vuotando il sacco" raccontando ai PM Claudia Ferrari e Dino Petralia particolari e dettagli relativi alle firme false presentate nel capoluogo siciliano durante le elezioni comunali del 2012.

L'attivista avrebbe raccontato ai pm, oltre al fatto di aver partecipato alla riproduzione di firme false per la presentazione della lista per la candidatura a sindaco di Riccardo Nuti, oggi deputato M5S, anche chi c'era in quell'occasione, indicandone i nominativi.

I magistrati avrebbero già interrogato, nei locali della Digos di Roma, come persone informate sui fatti, alcune persone. Secondo indiscrezioni, anche dei deputati pentastellati. Tra cui Giulia Di Vita e Andrea Cecconi.

 

Le liste con le firme ricopiate e depositate in tribunale sono oggetto di una indagine dalla Procura che da procedimento penale a carico di ignoti passerà a veri e proprio avvisi di garanzia. I Parlamentari sentiti dai PM in qualità di persone informate sui fatti sono Giulia Di Vita., Andrea Cecconi, Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo. Di fatto la norma punisce penalmente con reclusione dai due ai cinque anni e i PM titolari dell'inchiesta della Procura di Palermo hanno inviato gli interrogatori.

 

A scoprire il fatto alcuni giornalisti della trasmissione Le Iene che, in un servizio trasmesso in televisione poche settimane fà, hanno portato alla luce una presunta falsificazione ad opera del Movimento 5 Stelle, di oltre 2000 firme raccolte per presentarsi alle elezioni comunali a Palermo di pochi anni fa. Sembra infatti che prima del deposito delle liste delle firme sia sorta l'esigenza di controllare l'esattezza dei dati anagrafici e una volta riscontrati degli errori, onde evitare la cancellazione dei nomi con i dati inesatti ad insaputa degli stessi firmatari, si sia proceduto ad una ricopiatura in un nuovo foglio lista ricopiandone pure la firma, atto assolutamente proibito quale palese reato.

 

Beppe Grillo per smarcarsi dall'evidente imbarazzo ha minimizzato asserendo che si è trattato non di falsificazione bensì di ricopiatura delle firme, che secondo lui è tutt'altra cosa, meno grave mentre Di Battista ai microfoni dei cronisti delle TV si è detto fiducioso sul lavoro scrupoloso della magistratura.

 

Una brutta tegola sulla testa del M5S che sembri stia provando come la gestione della burocrazia sia data in mano ad inesperti proprio lì dove conta, dove "l'onestà", parola usata ed abusata nei vari slogan, sia una brutta "ricopiatura" di un concetto fine a se stesso e poco condiviso nella realtà delle cose.
 




Palermo, festa del M5S: onestà onestà e poi non pagano lo chef

 

di Paolino Canzoneri


PALERMO – La famosa festa del Movimento 5 Stelle tenutasi a Palermo nella meravigliosa cornice del Foro Italico lo scorso settembre del 2016 non è passata in sordina per tutta una serie di ragioni. È stato un evento organizzato e gestito in pompa magna curato in ogni dettaglio e la partecipazione di tutte le rappresentanze dei comuni d'Italia dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto il M5S sia diventato una forza politica espansa in modo capillare su tutto il territorio nazionale acquisendo giorno dopo giorno consensi e nuovi attivisti pronti ad offrire il loro aiuto e contributo. In controtendenza, però, il Movimento sembra stia remando verso una precisa e ottusa gestione che appare irragionevole, intransigente e in netta contraddizione con i proclami di onestà e legalità costantemente urlati che portano alla memoria slogan francesi del passato come "Liberté, Égalité, Fraternité" senza che, almeno per il momento, i raggi del sole non riflettano sulle lame grigio metallizzate di marchingegni ideati dai fratelli "Guillotin" posti ai lati del palco pronti per essere usati contro renziani o qualsiasi altra appartenenza e colore politico. È difficile fare "satira scritta" ed è comunque risibile scherzare con la storia ma la ripresa della "direzione" di Grillo appare una corsa ai ripari, come una atto urgente e necessario per provare a riordinare le fila di un caos fatto da dissensi e disobbedienze maturate  dall'esperienza diretta del vivere quotidianamente all'interno di un sistema politico e sociale che da sempre non è immune da imperfezioni e "inciuci" con la casta che non consente un comportamento controtendente e non ne prevede neanche lontanamente l'illusione di essere diversi dagli altri pur credendo e volendo essere riconosciuti e considerati "come gli altri".

Le falle che si aprono la dicono lunga su una precisa e forse presuntuosa linea di pensiero piena zeppa di discorsi tondi e ragionevoli che deliziavano le orecchie regalando tiepide sensazioni piacevoli e accentuandone le tinte dei colori regalando vere e proprie allucinazioni artificiali di scenari e panorami sempre più belli da immaginare ma più simili ad effetti dall'assunzione di LSD che da reale e concreta visione di un futuro credibile. Il recente scandalo delle firme false ha reso Palermo una città a tratti indigesta per il M5S e l'aggettivo "indigesta" andrebbe riusato una seconda volta, a scanso di refusi inappropriati, per la causa avviata dallo Chef Roberto Lombardo titolare dell'impresa "Un Pò Capiri".


Il caso riguarda oltre 4mila arancince vendute all'organizzazione della Festa
durata due lunghi giorni di cui solo la metà sembra siano state pagate. Circa 5mila euro che ancora non sono stati corrisposti a seguito dell'ingaggio basato su un accordo verbale e non contrattuale ritenuto inutile visto che il movimento "sarebbe" dovuto essere una garanzia assoluta, un baluardo della legalità a scanso di qualsiasi sospetto o timore. Lo Chef che per tre giorni ha fornito personale e attrezzature non indifferenti prima d'ogni cosa ha offerto l'opportunità di poter deliziare il palato con una primizia assoluta che fa parte dell'enorme carico di bontà e unicità che riserva il cibo palermitano, notoriamente riconosciuto in ogni dove da Chef di elevatura internazionale e per i palermitani e non solo "l'arancina" rappresenta quasi una specialità "sacra" da rispettare senza se e senza ma.

Lo Chef Lombardo ha commentato: "A fatica ho avuto un acconto ma dopo la manifestazione non ho visto più un euro e sono trascorsi mesi. Ho subito anche un danno d'immagine visto che allo stand con la mia insegna le arancine sono state vendute dall'organizzazione al prezzo di € 3,50 anzichè di 2 euro come pratico io nel mio negozio. Prezzo che avevo consigliato. Ho deciso di avviare azione legale. Ho tutte le carte in regola e dall'altra parte credo stiano cercando scuse per non pagare. Non si può predicare bene e razzolare male". L'organizzazione sembra contestargli il pagamento dovuto a presunte inadempienze, lentezze nella preparazione e un non appropriato smaltimento degli oli esausti per tutta la durata dell'evento, ragioni che lo Chef contesta in primis perché afferma di non essere stato messo a priori in condizione di lavorare al meglio. Uno sconfortante episodio ad ulteriore testimonianza di come il M5S potrà ricorrere a sua difesa alla mancanza dell'accordo contrattuale legale scritto e quindi "quatto quatto" ricorrerà alla burocrazia solo quando gli converrà mentre nei comizi continuerà ad illuderci di un mondo automatizzato, moderno e online sempre più distante da cavilli e carte ritenute oramai obsolete. Un piccolo caso foriero di una precisa consapevolezza che troppe illusioni di una presunta politica e gestione innovativa basata sull'ideale di smaltimento delle pratiche burocratiche, non potrà mai corrispondere alla realtà e non potrà mai attuarsi perché la burocrazia sancisce ufficialità e accordi in modo inoppugnabile senza che si possa insinuare lo spazio, un varco per cambi di interpretazione o punti di vista dell'ultimo momento. Il M5S appare come un treno in corsa senza che il macchinista ne possa rallentarne la velocità per poter avere una visuale migliore della direzione presa. L'appuntamento con la storia dovrà in qualche modo stimolare la necessità di allineare parallelamente idee e "concretezza di attuazione" senza che si perdano quelle risorse al momento usate e sprecate nell'inutile vigilanza supponente del rispetto delle regole senza invece spendersi umilmente in una reinterpretazione di quanto originariamente creduto palese e fuori da ogni dubbio. Rimettere in discussione le certezze ha da sempre mostrato apertura mentale, maturità e capacità di sapersi proiettare verso un futuro che porta sempre cambiamenti che si devono saper sempre comprendere e interpretare.