VITERBO: LA PROVINCIA RIBADISCE IL PARERE NEGATIVO ALL’IMPIANTO GEOTERMICO DI CASTEL GIORGIO

Redazione

Viterbo – Questa mattina il vice presidente della Provincia di Viterbo e assessore all’Ambiente, Paolo Equitani, ha scritto alla Regione Lazio, alla Regione Umbria e al ministero dell’Ambiente per chiedere un intervento della Pisana in merito al progetto di realizzazione di un impianto sperimentale di sfruttamento della risorse geotermica di un bacino nel territorio del Comune di Castel Giorgio.

“La Provincia di Viterbo ha espresso già parere negativo – spiega Equitani – perché una simile opera potrebbe mettere a rischio l’ambiente dell’intera area, che non riguarda solo l’Umbria dato che il giacimento interesserebbe una cospicua fetta di territorio viterbese, e quindi laziale, nelle zone di Acquapendente e San Lorenzo Nuovo, oltre che di Castel Giorgio e Castel Viscardo”.

Da quanto si legge nel documento inviato da Equitani, infatti, “la valutazione d’impatto ambientale rilasciata dalla Regione Umbria risulta una procedura non rispondente a quella prevista dalla normativa vigente, in quanto l’impianto ricade sì territorialmente all’interno del perimetro dell’Umbria, ma il bacino idrogeologico di captazione del fluido geotermico riguarda interamente l’area dei Monti Vulsini. Tale bacino alimenta il lago di Bolsena e il fiume Marta e interessa l’intero distretto lacuale: tutti territori che fanno parte del Lazio”.

Da qui la contrarietà della Provincia a concedere parere positivo. “Il sito in cui è ubicato il progetto – aggiunge ancora l’assessore all’Ambiente -, ossia il Comune di Castel Giorgio, risulta a questo punto di secondaria rilevanza in termini di impatto ambientale, se consideriamo che la risorsa sfruttata interessa quasi completamente il territorio viterbese”. Ecco il perché della richiesta di una VIA che sia rilasciata anche dalla Regione Lazio.

“Non possiamo permettere che una simile operazione metta a rischio l’equilibrio ambientale dell’Alta Tuscia – conclude Equitani -, specie nell’area del lago di Bolsena. La prossimità dell’impianto geotermico e del bacino con aree di interesse naturalistico e turistico non può certo essere ignorata, per questo mi auguro che la Regione Lazio avvii quanto prima le procedure per la valutazione richiesta”.




BASSANO ROMANO, ALLARME AMBIENTE: IN ATTESA DELLA DIRETTA RAI…

Luca Pagni

Bassano Romano (VT) – A Bassano Romano la Tuscia Prefabbricati potrebbe essere autorizzata dalla Provincia di Viterbo a realizzare conglomerati cementizi in CLS, usando al posto della sabbia, ceneri, polveri e scorie, forse contenenti rifiuti pericolosi, provenienti dalle centrali termoelettriche ed a carbone di Civitavecchia.

Il ricercatore Giulio Belz, dell'ENEL di Brindisi ha pubblicato  un interessante ricerca su "L’IMPIEGO DELLE CENERI DI CARBONE NEI CALCESTRUZZI". [ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA PUBBLICAZIONE ]

Questi i passaggi più interessanti e pertinenti il cementificio, riportati alla pagina 3 della suindicata ricerca: 

"Le ceneri sono il prodotto della trasformazione subita dalle impurità minerali presenti nel carbone (principalmente quarzo, argilla e pirite) a seguito della sua combustione nelle caldaie delle centrali termoelettriche. Nell’impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi, dal punto di vista chimico, le ceneri di carbone, al pari delle pozzolane naturali finemente macinate, sono capaci di reagire a temperatura ambiente con l’idrossido di calcio (Ca (OH)2) liberato dall’idratazione del cemento Portland  generando silico alluminati idrati di calcio del tutto simili a quelli prodotti dalla reazione del cemento. L’eccesso di calce idrata rappresenta un componente di indebolimento del manufatto finale in calcestruzzo, spesso all’origine del suo degrado nel tempo.  I cristalli di idrossido di calcio sono infatti poco compatti e resistenti, e risultano chimicamente reattivi con numerosi agenti chimici esterni. Fra questi l’anidride carbonica e le acque carbonati che (con formazione di carbonato e bicarbonato di calcio che causano effetti espansivi o dilavanti e la depassivazione dei ferri di armatura) ed i solfati (con produzione di ettringite espansiva)."

 

A fronte di queste attente analisi e valutazioni ci domandiamo cosa potrebbe accadere se la Tuscia Prefabbricati venisse autorizzata da enti pubblici a lavorare sia ceneri leggere di carbone (CER  10 01 02) che fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio (CER 03 03 09), grazie alla Proposta 6549 del 9 maggio 2013 da cui la Regione Lazio ha emanato la determinazione A03805 del 16 maggio 2013 a rettifica degli errori materiali contenuti nella vecchia determinazione A01445 del 27 febbraio 2013 in cui si parlava di rifiuti pericolosi con codice CER 19 01 11. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA DETERMINAZIONE REGIONALE DEL 16 MAGGIO 2013 ]

Con questo atto si lascia di fatto carta bianca all'ufficio rifiuti della Provincia Di Viterbo che potrebbe autorizzare la realizzazione di conglomerati cementizi con uso di ceneri, polveri e scorie al posto della sabbia. E  questo senza pretendere dall’azienda proponente di ripresentare da capo il suo progetto. 

La struttura del risultante cemento armato o dei semplici foratini come reagirebbero in caso di infiltrazioni di umidità o di rottura di tubi dell'acqua, visto il loro contenuto specifico?

Anche il Dottor Paolo Franceschi, Pneumologo, Membro del Comitato Direttivo e dell’ Albo degli Esperti dell’ ISDE Italia – Medici per l’Ambiente,  ha evidenziato che secondo diversi studi  “le ceneri che derivano dalla combustione del carbone sono fonte di preoccupazione, in quanto è stato dimostrato il loro effetto genotossico e mutageno”. “Oltre alla diffusione in atmosfera degli isotopi radioattivi, deve destare attenzione anche l’ utilizzo delle ceneri derivanti dalla combustione del carbone per  la costruzione di edifici, in quanto   esse  presentano valori di radioattività che eccedono o sono molto vicini ai valori  massimi  di radioattività consentiti“. 

A Musestre (TV) nei mesi scorsi è stata abbattuta una nuova abitazione a causa della scarsa qualità del cemento, dove sono state rilevate  ceneri, diossine, metalli pesanti, sostanze tossico nocive che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche speciali e che invece erano finite nei muri di quella casa. Non si può pensare di aver risolto il problema dello smaltimento dei rifiuti, quando le ceneri di combustione finiscono nel cemento e quindi nelle nostre abitazioni.

In Italia, così come pubblicato da AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento), nei 52 cementifici attivi ora in Italia si utilizzano 680.000 t anno di ceneri e gessi chimici (dati 2011). Nessuno vuole che si lavorino rifiuti per fare edifici civili come case, scuole, uffici o altro. 

I cittadini chiedono che sia tutelato il diritto costituzionale alla  salute ed alla salubrità dell'aria oltre che i polmoni verdi delle faggete di Oriolo e Bassano Romano. La Provincia di Viterbo dovrebbe forse prendere ad esempio la Provincia di Lucca catapultata dal sistema incenerimento alla prospettiva rifiuti zero entro il 2020 con queste valide motivazioni: “gravi criticità emerse nell'esercizio degli impianti di incenerimento, diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell’ambiente, le attività proprie della raccolta differenziata, del riuso e del riciclo sono ad alta intensità di lavoro  e pertanto la chiusura degli inceneritori non produrrebbe la perdita di posti di lavoro“.

Questo tenendo conto che a Bassano Romano l’inceneritore ancora non c’è…

Il Decreto LEGISLATIVO 18 maggio 2001, n. 228 tutela le zone aventi specifico interesse agrituristico come potrebbe essere quella tra Bassano Romano, Oriolo Romano e Bracciano. A chi giova la distruzione della faggeta di Bassano dentro il Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano 

istituito il 25 novembre 1999 con L.R. n.36, commissariato per volere della Giunta regionale.

In particolare sotto attacco si trovano la Faggeta e tutto il Bosco di Bassano, questo nonostante il "Bosco Montevano e Cavoni" sia stato riconosciuto come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) dalla CEE, per la presenza di un coleottero raro, Rosalia alpina, e come ZPS (Zona di Protezione Speciale) per la presenza di Nibbio bruno, Poiana e Falco Pecchiaiolo.

Anche i pendolari della FL3 Roma–Cesano-Viterbo non vorrebbero respirare nano particelle potenzialmente cancerogene, frutto della lavorazione di codici CER 19 01 11 o 19 01 12. 

A fronte di questo potenziale rischio di disastro ambientale sembra paradossale che l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Viterbo, Luigi Ambrosini, abbia presentato due progetti affinché la Provincia di Viterbo diventi un distretto rurale d’Europa e la Maremma sia inserita nel patrimonio dell’Unesco. 

L’assessore all’Ambiente Paolo Equitani ha recentemente denunciato le  “aggressioni sempre più frequenti a danno del territorio” evidenziando che “Purtroppo da qualche tempo la Tuscia sembra diventata una terra di conquista. Interi ettari di terreno sono stati sottratti all’agricoltura per installare impianti ad energia rinnovabile, impianti fotovoltaici ed eolici in particolare, con pesanti ricadute sull’impatto ambientale e sulla tenuta del paesaggio. Purtroppo abbiamo le mani legate, la legge non ci fornisce strumenti per difenderci da queste continue aggressioni e manca anche da parte della Regione un piano energetico che detti linee guida ai governi locali ponendo dei paletti al proliferare indiscriminato di questi impianti".

Abbiamo già fatto presente il pubblico timore di possibili infiltrazioni malavitose legate al fatto che Tuscia Prefabbricati operi in stabilimenti della Colacem che ha rapporti con Italcementi, denunciata per collusione con la 'ndrangheta dal  "Decimo rapporto SOS Impresa" presentato da Confesercenti il 22 ottobre 2007, e ripreso nel libro "La deriva" di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.

Da fonte ANSA ci risulta che L'Italcementi precisa che nessun fatto attributo alla società è stato 'giuridicamente accertato' e che quindi è assolutamente priva di fondamento la deduzione che 'Italcementi ha ceduto alla morsa della ndrangheta''. Il Tribunale di Reggio Calabria nel 2010 ha disposto la revoca della sospensione temporanea dell’amministrazione degli stabilimenti calabresi della Italcementi Spa di Bergamo, che era stata decisa sempre nel 2007. La decisione, dicono gli investigatori, è arrivata a seguito della introduzione da parte della Italcementi: “di innovativi modelli organizzativi volti a fronteggiare il pericolo di infiltrazioni e collusioni (del tipo di quelle accertate nel corso dell’indagini) con la criminalità organizzata”.

Le ceneri sono il prodotto della trasformazione subita dalle impurità minerali presenti nel carbone (principalmente quarzo, argilla e pirite) a seguito della sua combustione nelle caldaie delle centrali termoelettriche Nell’impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi, 

Dal punto di vista chimico, le ceneri di carbone, al pari delle pozzolane naturali finemente macinate, sono capaci di reagire a temperatura ambiente con l’idrossido di calcio (Ca (OH)2) liberato dall’idratazione del cemento Portland generando silicoalluminati idrati di calcio del tutto simili a quelli prodotti dalla reazione del cemento. L’eccesso di calce idrata rappresenta un componente di indebolimento del manufatto finale in calcestruzzo, spesso all’origine del suo degrado nel tempo. I cristalli di idrossido di calcio sono infatti poco compatti e resistenti, e risultano chimicamente reattivi con numerosi agenti chimici esterni. Fra questi l’anidride carbonica e le acque carbonatiche (con formazione di carbonato e bicarbonato di calcio che causano effetti espansivi o dilavanti e la depassivazione dei ferri di armatura) ed i solfati (con produzione di ettringite espansiva).

Cosa potrebbe succedere se la Tuscia Prefabbricati lavorasse contemporaneamente ceneri leggere di carbone (CER  10 01 02) e fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio (CER 03 03 09) ?

Nella nota della  Provincia di Viterbo la Tuscia Prefabbricati cita questo codice Cer 03 03 09 omettendo di citare “fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio”. Ma i tecnici degli enti pubblici (Regione/Provincia/Comune) conoscono i codici Cer?

La struttura di cemento armato ed i foratini come reagirebbero in caso di infiltrazioni di umidità o di rottura di tubi dell'acqua ?

La cittadinanza insieme ai Comitati Rifiuti Zero chiedeno a gran voce di difendere salute e le faggete di Oriolo e Bassano,  bloccando la possibilità di lavorare rifiuti per fare case. E dicendo  " NO " alla lavorazione di codici CER 19 01 11 o 12 con emissione di nano particelle potenzialmente cancerogene e respirabili anche passando con il treno Roma-Viterbo.

Il Comune di Bassano Romano, cittadini ed associazioni hanno presentato ricorso al TAR.

Venerdì 7 giugno 2013 dalle 7,30 alle 8,00  diretta RAI TV sul posto con "Buongiorno Regione Lazio"

LEGGI ANCHE: 

 

 25/05/2013 BASSANO ROMANO, RIFIUTI PERICOLOSI: TUSCIA PREFABBRICATI HA FORTI RADICI SUL TERRITORIO?

 

 17/05/2013 BASSANO ROMANO, COSTRUZIONI CON RIFIUTI PERICOLOSI: GIOCO DI CODICI TRA PROVINCIA E REGIONE?

 

 16/05/2013 VITERBO, OGGI C'E' MATERIA DI DISCUSSIONE PER L'ASSESSORE REFRIGERI: TRA MAFIA, FABBRICATI COSTRUITI CON RIFIUTI PERICOLOSI E BOMBE ECOLOGICHE

 

 01/05/2013 BASSANO ROMANO, OBIETTIVO RIFIUTI ZERO. CENERI PESANTI E SCORIE, CONTENENTI SOSTANZE PERICOLOSE.

 

 30/04/2013 BASSANO ROMANO, SUL CEMENTIFICIO ”INCENERITORE” IL COMUNE INTERROGA LA REGIONE E LA PROVINCIA DI VITERBO

 26/04/2013 BASSANO ROMANO, SI CONVIVE CON IL PERICOLO DI SCORIE E SOSTANZE PERICOLOSE




CLINI, DECRETO RIFIUTI. TUONA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO: “L’ARROGANZA DEL GOVERNO MONTI NON CONOSCE LIMITI”

Meroi / Equitani: “Ancora una volta il Governo Monti è riuscito a dare il peggio. Il decreto infatti è incompleto, superficiale, scandalosamente generico e non fornisce alcuna certezza sia a livello di tempistica che di procedure.”

 

“Evidentemente al ministro dell’Ambiente Corrado Clini non è stata sufficiente la levata di scudi delle province laziali, Viterbo su tutte, scaturita a seguito dell’intervista in cui annunciava l’intenzione di risolvere l’emergenza rifiuti di Roma distribuendo l’immondizia negli altri impianti di smaltimento del Lazio. Il decreto non solo è stato partorito, ma il buon Clini ha avuto anche l’arroganza di imporlo ai territori senza alcuna preventiva concertazione, limitandosi a convocare i rappresentanti delle province per illustrare una decisione già assunta”.

Redazione

Viterbo – Il presidente della Provincia Marcello Meroi e l’assessore all’Ambiente Paolo Equitani, quest’ultimo reduce dal vertice convocato a Roma ieri dallo stesso Clini per illustrare i contenuti del provvedimento, tornano all’attacco del Governo Monti. La Provincia di Viterbo, secondo quanto riferito dal ministro, riceverà i rifiuti romani unicamente per la fase del trattamento meccanico e biologico presso l’impianto di Casale Bussi ma non ci sarà poi lo smaltimento nella discarica di Monterazzano. I rifiuti, una volta trattati, prenderanno dunque un’altra direzione.

“Ancora una volta – attaccano Meroi ed Equitani – il Governo Monti è riuscito a dare il peggio. Il decreto infatti è incompleto, superficiale, scandalosamente generico e non fornisce alcuna certezza sia a livello di tempistica che di procedure. Vogliamo sapere con esattezza come, e per quanto tempo, il nostro territorio sarà interessato dai provvedimenti ministeriali. Le rassicurazioni del ministro non ci convincono. Se è vero che nessun rifiuto di Roma sarà conferito nel sito di Monterazzano, ma soltanto trattato nell’impianto di Casale Bussi, chiediamo sia messo nero su bianco. Anche perché – ricordano – la Provincia ed i Comuni della Tuscia stanno facendo degli sforzi enormi per ridurre la quantità di rifiuti destinata alla discarica, potenziando al massimo la raccolta differenziata, per impedire che gli invasi, già appesantiti  dai rifiuti conferiti da Rieti, esauriscano le proprie capacità prima del previsto. Se il sindaco di Roma Gianni Alemanno può permettersi il lusso di scendere in piazza al fianco dei cittadini di Ponte Galeria per dire no all’apertura di una nuova discarica nella Capitale, sappia il ministro Clini che non saremo da meno – aggiungono ancora presidente e assessore – anche perché non sono state certo le province laziali a causare l’emergenza rifiuti di Roma. Inoltre, non era stato stabilito dal piano regionale dei rifiuti che ogni provincia doveva provvedere a smaltire la propria immondizia? Perché dovremmo farci oggi carico delle inadempienze dei livelli governativi romani? Non è che di fronte alle legittime e sacrosante proteste degli abitanti della Capitale contro l’apertura di nuove discariche, si possa pensare di scaricare il problema sulle altre province mettendosi a posto la coscienza. La verità – proseguono – è che il Governo Monti anche sulla risoluzione di questa emergenza sta dimostrando tutto il suo totale dilettantismo condito con quella dose di supponenza ed arroganza propria di chi si sente titolato ad agire nell’ambito di una democrazia commissariata, nella quale l’essere tecnico è inteso come un attestato di superiorità morale ed intellettuale, o peggio come una sorta di carta bianca da utilizzare senza alcun limite di civiltà e di buon senso. Il ministro Clini prima di adottare un simile decreto avrebbe dovuto convocare i territori e concertare le decisioni. La democrazia è questo, confronto, dialettica e ricerca di soluzioni condivise. Invece i rappresentanti delle province sono stati convocati fuori tempo massimo, solo per essere informati di decisioni già prese e peggio per essere minacciati di incorrere in pesanti sanzioni nel caso in cui non sarà data ottemperanza ai contenuti del decreto. Tutto questo è inaccettabile”.
 
Meroi ed Equitani annunciano la volontà di non restare con le mani in mano: “Con i presidenti delle altre province laziali ci siamo già confrontati e continueremo a farlo nelle prossime ore concordando tutte le azioni da intraprendere a tutela degli interessi dei nostri territori. Siamo francamente stanchi di sobbarcarci soltanto gli oneri della vicinanza con Roma senza che questo comporti alcun concreto vantaggio. Non siamo disponibili a farci mettere i piedi sulla testa da chi ha dato ampia prova di non saper rispettare le regole democratiche”. 

Il presidente Meroi inoltre chiederà un incontro con il Prefetto di Viterbo Antonella Scolamiero per avere ulteriori chiarimenti, dal rappresentante locale del Governo, in merito alle modalità d’attuazione del decreto.

tabella PRECEDENTI:

08/01/2013 CLINI, DECRETO RIFIUTI: DA OGGI PARTE LA PROCEDURA. UTILIZZARE AL MEGLIO L'IMPIANTISTICA ESISTENTE
07/01/2013 COLLEFERRO, RIFIUTI: IL SINDACO DICE NO ALLE IPOTESI DEL MINISTRO CLINI
03/01/2013 ROMA, IPOTESI RIFIUTI A BORGO MONTELLO: IL SINDACO DI LATINA SCRIVE A CLINI PER CONFERMARE LA NETTA CONTRARIETA’ DELLA CITTA’

  03/01/2013 ROMA, VALLE GALERIA: CASA DEL COMMISSARIO ALL'EMERGENZA RIFIUTI CIRCONDATA DALLA SPAZZATURA

03/01/2013 ROMA, DISCARICA MALAGROTTA E MONTI DELL'ORTACCIO. CLINI: LE DECISIONI PRESE DA SOTTILE SARANNO RICONSIDERATE
01/01/2013 MONTI DELL'ORTACCIO, DISCARICA: DUE CITTADINI SALGONO SU TRALICCIO ALTA TENSIONE PER PROTESTA
29/12/2012 LATINA, DISCARICA BORGO MONTELLO: IL SINDACO METTE I PUNTINI SULLE I RIGUARDO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO CLINI
24/10/2012 ROMA, RIFIUTI: SOTTILE CONFERMA LA SCELTA DI MONTI DELL'ORTACCIO
15/09/2012 ROMA, MONTI DELL'ORTACCIO: IL CONSIGLIERE REGIONALE (PD) MARCO DI STEFANO CHIEDE RIUNIONE URGENTE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE APERTA AI CITTADINI, ALLA PRESENZA DEL PREFETTO SOTTILE
05/09/2012 ROMA RIFIUTI, ALEMANNO: SU VALLE GALERIA VALUTAZIONE TECNICA SENZA SCONTI
04/09/2012 ROMA, QUESTA SERA LA FIACCOLATA CONTRO LA DISCARICA PROVVISORIA A MONTI DELL'ORTACCIO
23/08/2012 ROMA RIFIUTI, RADICALI: "SU MONTI DELL’ORTACCIO C’È UN ACCORDO CERRONI-AMA?"
22/08/2012 ROMA POST MALAGROTTA, IL COMUNE E LA PROVINCIA SI PRONUNCINO SULLA SCELTA DEL NUOVO SITO
21/08/2012 RIFIUTI, MARUCCIO (IDV): “CLINI METTE ALLA BERLINA COMUNE E REGIONE”
20/08/2012 ROMA, IL MINISTRO CLINI BOCCIA LA CAPITALE SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
16/08/2012 MONTI DELL'ORTACCIO RIFIUTI, UN FORTE "NO" DI MEZZA ESTATE
14/08/2012 ROMA POST MALAGROTTA: FUMATA BIANCA PER LA DISCARICA. MONTI DELL'ORTACCIO IL NUOVO SITO PROVVISORIO
04/05/2012 LAZIO RIFIUTI, MONTI ORTACCIO, RIANO E PIAN DELL'OLMO SITI IDEALI: PAROLA DI CERRONI
21/03/2012 ROMA RIFIUTI, VALENTINI (PD): “MOZIONE PER NO A DISCARICA MONTI DELL’ORTACCIO”


 




VITERBO, MEROI ED EQUITANI: “NEI COMUNI DOVE SONO ENTRATE IN VIGORE LE ORDINANZE DI NON POTABILITÀ DELL’ACQUA È NECESSARIA UNA RIDUZIONE DELLE BOLLETTE”.

Redazione

Viterbo – “Proporremo alla Talete la riduzione del costo delle bollette idriche nei Comuni in cui vige l’ordinanza di non potabilità dell’acqua destinata al consumo umano. Chiederemo che questa proposta venga portata quanto prima all’esame degli organi istituzionalmente competenti”.

Il presidente della Provincia Marcello Meroi ed il vicepresidente con delega all’Ambiente Paolo Equitani hanno deciso di venire incontro concretamente ai problemi dei cittadini, alle prese con limitazioni al consumo dell’acqua. Dal primo gennaio 2013 infatti è entrata in vigore la direttiva europea che fissa a 10 microgrammi litro il limite massimo di arsenico consentito nelle acque destinate al consumo umano, fatto questo che ha portato i sindaci ad emettere le ordinanze di non potabilità dell’acqua erogata dai rubinetti laddove è rilevato un superamento del parametro. Per i cittadini dette limitazioni comportano inevitabilmente dei disagi destinati a protrarsi fino a quando entreranno in funzione i dearsenificatori.

“E’ bene precisare che abbiamo usato l’acqua dei rubinetti fino a ieri – tengono a precisare presidente e assessore – non c’è nessun sopraggiunto inquinamento improvviso delle falde acquifere, ma è ormai intervenuta una decisione dell’Europa che ha portato ad un abbassamento dei limiti di arsenico finora tollerati.  Naturalmente di fronte alla definitiva entrata in vigore della direttiva, i sindaci per non incorrere in un reato, si sono trovati costretti ad emettere le ordinanze di non potabilità, laddove è riscontrato un superamento effettivo della soglia minima consentita”.

Da qui quindi la proposta della Provincia: “Non potendo attualmente evitare i relativi disservizi alle popolazioni interessate dalle ordinanze – aggiungono Meroi ed Equitani – riteniamo a questo punto opportuno chiedere di rivedere il costo delle bollette riducendo così il peso fiscale a carico delle famiglie. Proporremo pertanto alla Talete ed agli organi competenti (in attesa di capire se verrà o meno prorogata per l’anno in corso la funzionalità delle strutture dell’Ato) di praticare, a partire dal gennaio 2013, uno sconto tariffario sostenibile con le esigenze finanziarie e di gestione della società, in considerazione del fatto che, alle limitazioni all’uso dell’acqua, è giusto accompagnare anche un’equa riduzione dei costi finora sostenuti dai cittadini. Naturalmente – proseguono – la Regione dovrà farsi carico di compensare le eventuali minori entrate che potrebbero penalizzare la sopravvivenza della Talete. Una proposta che per altro ci sentiamo di condividere con le associazioni dei consumatori e con varie realtà politiche e civiche che hanno sollevato l’inopportunità di mantenere gli attuali importi tariffari a fronte di un servizio limitato per il consumo umano. Ipotesi che naturalmente andrà ulteriormente valutata con le istituzioni preposte al controllo ed alla garanzia della gestione. Siamo certi che intorno a questa proposta – concludono – si possa raggiungere la più ampia condivisione”. 

tabella PRECEDENTI:

    02/01/2013 VITERBO, MEROI ED EQUITANI: “NEI COMUNI DOVE SONO ENTRATE IN VIGORE LE ORDINANZE DI NON POTABILITÀ DELL’ACQUA È NECESSARIA UNA RIDUZIONE DELLE BOLLETTE”.

       29/12/2012 TARQUINIA, EMERGENZA ARSENICO: DAL 1 GENNAIO VIETATO IL CONSUMO DI ACQUA PER USO UMANO

    11/12/2012 TARQUINIA SERVIZIO IDRICO: DAL 1 GENNAIO IL SERVIZIO PASSA ALLA TALETE
    07/12/2012 TARQUINIA EMERGENZA ARSENICO: ATTESA PER LA SENTENZA DEL TAR LAZIO SUL RICORSO DEL S.I.B DI TARQUINIA
  10/10/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: MEROI ED EQUITANI IN REGIONE PER DISCUTERE DEL FUTURO DELLA TALETE
   27/09/2012 LAZIO TRA AMBIENTE E POLITICA: MARCO MATTEI FA IL PUNTO (Video – Pausa caffè con…)
  25/09/2012 VITERBO PROVINCIA, TALETE METTE AGLI ANGOLI LA PROVINCIA SULLA QUESTIONE ARSENICO: SERVONO GARANZIE E FONDI DALLA REGIONE
28/07/2012 VITERBO ARSENICO: DA GENNAIO SENZ'ACQUA 39 COMUNI
16/07/2012 VITORCHIANO, ARSENICO NELL'ACQUA: PER IL COMUNE VALORI NELLA NORMA, PER LA REGIONE ARSENICO ALLE STELLE
04/07/2012 VITERBO, LA POLVERINI, MATTEI E L'ARSENICO: GIU' LE MANI DALLE TASCHE DEI CITTADINI
03/07/2012 VITERBO, MATTEI E L'OMBRA DELL'ARSENICO: ENTRIAMO IN TALETE CHE FORSE CI SALVIAMO…
03/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: L’ASSESSORE MATTEI MANTENGA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE
13/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, E ORA COME FANNO I COMUNI SENZA SOLDI?
11/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO: LA REGIONE CERCA 12 MILIONI, MA NE SPENDE 15 PER I VETTORI AEREI
15/05/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: EQUITANI ILLUSTRA IL PERCORSO INDIVIDUATO DALL'ATO
05/04/2012 VITERBO, ARSENICO, PARRONCINI: “VICINI ALL'EMERGENZA TOTALE, LA REGIONE TROVI I FONDI”
09/03/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO. LA PROVINCIA CHIEDE POTERI STRAORDINARI
06/03/2012 LAZIO, EMERGENZA ARSENICO: PROROGATO IL TERMINE AL 31 DICEMBRE 2012


 




TARQUINIA SERVIZIO IDRICO: DAL 1 GENNAIO IL SERVIZIO PASSA ALLA TALETE

Redazione

Tarquinia (VT) – Dal primo gennaio 2013 il Comune di Tarquinia entrerà a far parte della gestione idrica integrata cedendo i propri servizi alla Talete. La decisione è maturata a seguito di un incontro fra la Provincia, il Comune e i dirigenti della  società idrica.

“Si tratta di un risultato importante e dal profondo significativo politico – è il commento del vicepresidente con delega all’Ambiente Paolo Equitani – che ci auguriamo possa servire da stimolo per tutti gli altri comuni dell’Ato che ancora non hanno aderito alla gestione unica.

Fra la Talete ed il Comune di Tarquinia si era creata una forte conflittualità dovuta ad una serie di problematiche e di criticità che rendevano difficile la presa in carico del servizio. Problematiche che la Talete ed il Comune si sono impegnati ad affrontare insieme e risolvere. Già nei prossimi giorni i rispettivi tecnici si incontreranno per definire il percorso di adesione e gli interventi da mettere in atto. Ringraziamo il sindaco Mazzola e l’Amministrazione comunale per aver compreso l’esigenza di dare forza e sostegno alla Talete in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo affrontando, con l’emergenza arsenico alle porte che richiede un impegno ed una condivisione delle scelte da parte di tutti i Comuni. Solo operando all’interno di un quadro unitario è possibile intervenire efficacemente su tutto il territorio realizzando le opere necessarie per superare in tempi rapidi, e con il sostegno economico della Regione, la fase emergenziale”.

tabella PRECEDENTI:

    07/12/2012 TARQUINIA EMERGENZA ARSENICO: ATTESA PER LA SENTENZA DEL TAR LAZIO SUL RICORSO DEL S.I.B DI TARQUINIA
  10/10/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: MEROI ED EQUITANI IN REGIONE PER DISCUTERE DEL FUTURO DELLA TALETE
   27/09/2012 LAZIO TRA AMBIENTE E POLITICA: MARCO MATTEI FA IL PUNTO (Video – Pausa caffè con…)
  25/09/2012 VITERBO PROVINCIA, TALETE METTE AGLI ANGOLI LA PROVINCIA SULLA QUESTIONE ARSENICO: SERVONO GARANZIE E FONDI DALLA REGIONE
28/07/2012 VITERBO ARSENICO: DA GENNAIO SENZ'ACQUA 39 COMUNI
16/07/2012 VITORCHIANO, ARSENICO NELL'ACQUA: PER IL COMUNE VALORI NELLA NORMA, PER LA REGIONE ARSENICO ALLE STELLE
04/07/2012 VITERBO, LA POLVERINI, MATTEI E L'ARSENICO: GIU' LE MANI DALLE TASCHE DEI CITTADINI
03/07/2012 VITERBO, MATTEI E L'OMBRA DELL'ARSENICO: ENTRIAMO IN TALETE CHE FORSE CI SALVIAMO…
03/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: L’ASSESSORE MATTEI MANTENGA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE
13/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, E ORA COME FANNO I COMUNI SENZA SOLDI?
11/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO: LA REGIONE CERCA 12 MILIONI, MA NE SPENDE 15 PER I VETTORI AEREI
15/05/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: EQUITANI ILLUSTRA IL PERCORSO INDIVIDUATO DALL'ATO
05/04/2012 VITERBO, ARSENICO, PARRONCINI: “VICINI ALL'EMERGENZA TOTALE, LA REGIONE TROVI I FONDI”
09/03/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO. LA PROVINCIA CHIEDE POTERI STRAORDINARI
06/03/2012 LAZIO, EMERGENZA ARSENICO: PROROGATO IL TERMINE AL 31 DICEMBRE 2012


 




VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: LA REGIONE COPRIRÀ INTERAMENTE IL COSTO DEGLI INTERVENTI.

Importanti novità sul fronte dell’emergenza arsenico.

Le ha comunicate l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio Giuseppe Emanuele Cangemi attraverso una nota inviata al presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi.

Redazione

Viterbo – Le novità più importanti riguardano gli interventi di seconda fase, quelli cioè che interessano i comuni con concentrazioni di arsenico comprese fra 10 e 20 microgrammi litro (dal primo gennaio 2013 in base all’entrata in vigore della direttiva europea la soglia massima consentita nelle acque destinate al consumo umano sarà di 10 microgrammi litro). La Regione ha comunicato che intende garantire l’intera copertura economica degli interventi, che ammontano complessivamente a 24 milioni 521mila euro. Ciò sarà possibile grazie al dirottamento dei 18 milioni di euro che la Regione Lazio aveva stanziato, in seguito alla sottoscrizione di apposito protocollo d’intesa, in favore dell’Ato 1 Lazio Nord per far fronte alle opere di depurazione delle acque nere dei poli di Civita Castellana, Sutri e Vignanello. Considerata la necessità di fronteggiare con estrema urgenza l’emergenza arsenico, la Regione ha quindi deciso di trasferire dette somme nella disponibilità del commissario straordinario, in aggiunta ai sei milioni 150mila euro già stanziati. Non appena possibile la Regione provvederà a ripristinare i finanziamenti previsti per la depurazione delle acque nere nei poli suddetti, con apposite risorse di bilancio.

“Non possiamo che ritenerci estremamente soddisfatti per il risultato ottenuto – ha spiegato il presidente Meroi – e ringrazio l’assessore Cangemi per aver accolto le nostre richieste. La lettera contiene tre importanti risultati. Il primo è ovviamente l’intera copertura economica degli interventi da realizzare sul territorio. Il secondo è il riconoscimento dell’impossibilità per l’Ato 1 Lazio Nord di fronteggiare da solo la fase emergenziale. La terza riguarda la garanzia del rifinanziamento delle somme stanziate per la depurazione delle acque nere nei tre poli della Tuscia e momentaneamente trasferite sulla realizzazione degli impianti di dearsenificazione. Questo è un grande risultato che premia gli sforzi della Provincia e dell’Ato. Sono mesi che stiamo premendo sulla Regione, battendo i pugni sul tavolo ed alzando la voce in ogni occasione utile per far valere i diritti del territorio. Finalmente oggi abbiamo ottenuto le dovute risposte che ci consentono un maggiore ottimismo per ciò che riguarda la risoluzione dell’emergenza”.

L’assessore all’Ambiente Paolo Equitani ha poi aggiunto: “Gli interventi di prima fase, quelli cioè in esecuzione nei comuni con concentrazioni superiori ai 20 microgrammi litro sono in fase di ultimazione. Quelli di seconda fase, grazie all’intervento finanziario della Regione che coprirà interamente i costi, saranno portati a termine in tempi rapidi. Certo, il primo gennaio non riusciremo ad avere tutti gli impianti pronti, questo è chiaro, quindi i sindaci dovranno emettere le ordinanze. Tuttavia da oggi possiamo dire che l’emergenza si presenta meno grave di come poteva apparire nei giorni scorsi. Io credo che, se anziché far passare inutilmente tutto questo tempo, chi di dovere si fosse mosso già otto anni fa quando fu emanata la direttiva europea, forse avremmo potuto evitare tutti quei disagi che le popolazioni hanno subito, e che dovranno ancora affrontare nei prossimi mesi. La Provincia – ci tiene a ribadire Equitani – non ha mai avuto competenze dirette su questa materia, ma appena ci siamo insediati abbiamo cercato, con la collaborazione dei Comuni, di coordinare tutte le azioni necessarie facendo pressing sulla Regione per avere risposte. Oggi possiamo dire di aver ottenuto un altro importante risultato, dopo quello che non esito a definire storico, relativo alla vicenda delle tariffe di smaltimento dei rifiuti”.

Meroi ed Equitani hanno convocato per martedì una riunione della Consulta d’Ambito dell’Ato cui farà seguito una conferenza dei sindaci nel corso della quale sarà recepito ed approvato, attraverso un apposito deliberato, il nuovo percorso indicato dalla Regione.

tabella PRECEDENTI:

  10/10/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: MEROI ED EQUITANI IN REGIONE PER DISCUTERE DEL FUTURO DELLA TALETE

   27/09/2012 LAZIO TRA AMBIENTE E POLITICA: MARCO MATTEI FA IL PUNTO (Video – Pausa caffè con…)
  25/09/2012 VITERBO PROVINCIA, TALETE METTE AGLI ANGOLI LA PROVINCIA SULLA QUESTIONE ARSENICO: SERVONO GARANZIE E FONDI DALLA REGIONE
28/07/2012 VITERBO ARSENICO: DA GENNAIO SENZ'ACQUA 39 COMUNI
16/07/2012 VITORCHIANO, ARSENICO NELL'ACQUA: PER IL COMUNE VALORI NELLA NORMA, PER LA REGIONE ARSENICO ALLE STELLE
04/07/2012 VITERBO, LA POLVERINI, MATTEI E L'ARSENICO: GIU' LE MANI DALLE TASCHE DEI CITTADINI
03/07/2012 VITERBO, MATTEI E L'OMBRA DELL'ARSENICO: ENTRIAMO IN TALETE CHE FORSE CI SALVIAMO…
03/07/2012 ANGUILLARA EMERGENZA ARSENICO: L’ASSESSORE MATTEI MANTENGA LE PROMESSE FATTE IN CAMPAGNA ELETTORALE
13/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO, E ORA COME FANNO I COMUNI SENZA SOLDI?
11/06/2012 LAZIO EMERGENZA ARSENICO: LA REGIONE CERCA 12 MILIONI, MA NE SPENDE 15 PER I VETTORI AEREI
15/05/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO: EQUITANI ILLUSTRA IL PERCORSO INDIVIDUATO DALL'ATO
05/04/2012 VITERBO, ARSENICO, PARRONCINI: “VICINI ALL'EMERGENZA TOTALE, LA REGIONE TROVI I FONDI”
09/03/2012 VITERBO, EMERGENZA ARSENICO. LA PROVINCIA CHIEDE POTERI STRAORDINARI
06/03/2012 LAZIO, EMERGENZA ARSENICO: PROROGATO IL TERMINE AL 31 DICEMBRE 2012


 




VITERBO, PROGETTO ETRUSCAN: PRESENTATO IL PRIMO PROTOTIPO DI BUS IBRIDO AD ENERGIA RINNOVABILE

Redazione

E’ stato presentato questa mattina a Viterbo, in Piazza del Plebiscito, il primo dei due bus ibridi ideati nell’ambito del progetto europeo Etruscan coordinato dalla Provincia di Viterbo in collaborazione con l’Università della Tuscia, il Comune di Acquapendente, l’associazione culturale “Punti di Vista” e la Provincia di Savona. Il progetto è inoltre finanziato dallo strumento LIFE+ dell’Unione Europea, programma di riferimento per iniziative di tutela e sensibilizzazione ambientale.  Il progetto Etruscan è nato nel 2010 per contribuire a mitigare il cambiamento climatico e sperimentare e promuovere una diversa e più sostenibile mobilità. L’obiettivo è quello di ideare ed attuare soluzioni territoriali di mobilità anche extraurbana compatibili con l’ambiente. Nell’ambito di questo progetto è nata l’idea di realizzare due prototipi di bus ibridi alimentati da energia fotovoltaica e biodiesel che ora saranno utilizzati in fase sperimentale. Il bus presentato oggi sarà messo a disposizione dell’Università e sarà utilizzato come navetta per il trasporto degli studenti. Ad illustrare il progetto sono intervenuti il presidente della Provincia Marcello Meroi e il Magnifico Rettore dell’Università della Tuscia Marco Mancini. “Troppo spesso sentiamo parlare di ambiente solo in termini astratti – ha esordito Meroi – dimenticando che l’ambientalismo non è una materia prettamente teorica. Fare ambiente significa soprattutto mettere in atto tutte quelle buone pratiche che possono contribuire a migliorare l’equilibrio climatico salvaguardando la salute del nostro territorio Adottare un sistema di trasporto alimentato ad energia rinnovabile credo sia la dimostrazione più evidente di come si possa davvero lavorare in favore dell’ambiente. Non posso che ringraziare l’Università della Tuscia per il contributo che non manca mai di assicurare, attraverso le tante eccellenze professionali di cui dispone, nella predisposizione di progetti all’avanguardia e di alto valore scientifico e tecnologico”. Il progetto è stato curato dallo staff del professor Maurizio Carlini del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente Forestale e delle sue Risorse. Il rettore Mancini ha aggiunto: “Quello che andiamo a presentare oggi è un progetto altamente innovativo, dai costi bassissimi e senza inquinamento. Un progetto che ci consentirà di raggiungere due importanti obiettivi: oltre al vantaggio ambientale determinato dalla mancata emissione in atmosfera di sostanze inquinanti, potremo anche beneficiare di un servizio di trasporto per i nostri studenti. L’Università è stata lieta di offrire il proprio supporto tecnico affidato alla professionalità del professor Carlini e del suo gruppo di lavoro, con la speranza che dopo questa prima fase sperimentale il progetto possa conoscere uno sviluppo ancora maggiore”. Il progetto Etruscan ha previsto e realizzato anche i punti di approvvigionamento dei bus. La Provincia di Viterbo ha  realizzato degli appositi impianti fotovoltaici e di rigenerazione dell’olio esausto vegetale. Sono stati attivati due impianti fotovoltaici (uno sulla copertura della sede della ex-facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, uno sul tetto di un capannone comunale nell’area industriale del Comune Acquapendente); due impianti di produzione di biodiesel da oli vegetali usati (entrambi collocati presso le strutture di due gestori di rifiuti, nelle aree industriali di Viterbo e di Acquapendente). I due bus saranno al servizio della comunità sul territorio provinciale, privilegiando il trasporto per escursioni didattiche di studenti delle scuole dell’obbligo e funzionando come navetta per gli studenti dell’Università della Tuscia, restando poi a disposizione di turisti visitatori delle aree provinciali durante i mesi estivi. I veicoli hanno un’autonomia che permette loro di percorrere ampie distanze: il serbatoio di biocarburante per il motore termico è di 80 litri, e il motore elettrico può percorrere con batterie cariche almeno 80Km. I due motori possono funzionare insieme o alternativamente, scegliendo il più adatto in relazione alle caratteristiche delle tratte da percorrere. La ricarica delle batterie dei bus è agevole come quella di un computer portatile o un telefonino – dimensioni a parte. I bus sono inoltre dotati di una pedana manovrabile per la salita e la discesa dei passeggeri diversamente abili L’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Equitani ha infine ricordato che è in fase di attivazione il servizio per la raccolta degli oli esausti su tutto il territorio provinciale, attraverso la dislocazione di appositi raccoglitori nei comuni e la distribuzione dei recipienti alle famiglie con tanto di microchip di riconoscimento. “Attraverso questo servizio – ha spiegato Equitani – l’olio usato per friggere o cucinare potrà essere recuperato, evitando la dispersione nell’ambiente e consentendo la sua rigenerazione sotto forma di biocarburante. Con questo progetto speriamo di fare da capofila ad altre esperienze e far decollare definitivamente, non solo nella nostra provincia ma in tutta Italia, lo sviluppo di buone pratiche ambientali”.
 




VITERBO, PROVINCIA: AL VIA LA BONIFICA NELL'EX MAGAZZINO MATERIALI DI DIFESA NBC RONCIGLIONE

Redazione

“Dal 15 ottobre e per circa tre mesi, saranno  effettuate le prime operazioni  di bonifica nell’ex magazzino materiali di difesa Nbc di Ronciglione”. A comunicarlo è stato l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Equitani. “Tali attività rientrano nel progetto nato a seguito di una convenzione tra l’Amministrazione della Difesa e l’Arpa Lazio per la redazione del piano di caratterizzazione del sito, approvato in sede di conferenza di servizi  lo scorso 19 ottobre 2011 per l’esecuzione delle relative operazioni di bonifica”. Il progetto prevede la realizzazione di una serie di campionamenti da parte dell’Arpa all’interno del sito militare, per verificare i valori delle concentrazioni delle diversi analisi. Campionamenti che saranno effettuati in contemporanea alle attività di scavo, realizzate dal Ministero della Difesa in alcune zone dell’area stessa. I lavori che andranno a realizzarsi, al termine delle procedure di affidamento da parte del Ministero della Difesa,  costituiscono il primo stralcio degli interventi a carico dello stesso Ministero, per la bonifica del sito. Il programma è stato presentato in Prefettura dove si sono tenuti diversi incontri per la redazione ed approvazione, da parte di tutte le componenti di protezione civile interessate,  di un modello operativo di intervento,  da attuare durante le varie fasi delle attività,  in grado di garantire,  per tutta la durata delle operazioni,  la copertura rispetto agli scenari di rischio ipotizzabili.
 




VITERBO, PARCO DELL'ARCIONELLO: TORNA LA POSSIBILITÀ DI COSTRUIRE PALAZZINE

Il consigliere del Pd, primo firmatario della legge regionale del 2008: “Chi ha chiesto una nuova perimetrazione e a che scopo?”

IVAN GALEA

Redazione

Torna la possibilità di costruire nella valle dell’Arcionello. Secondo quanto annunciato lo scorso giovedì 20 settembre in Comune, a margine della presentazione dell'iniziativa “Puliamo il mondo”, per il parco urbano potrebbe infatti cambiare la perimetrazione. Successivamente allo stop al cemento della legge regionale del 2008, che bloccava le costruzioni, ora riparte il progetto per Pian di Cecciole. Una lottizzazione abitativa inserita in una fascia di transizione esterna al parco. E' quello che prevede il piano di gestione redatto dall’Università La Sapienza su cui, entro il prossimo mese di ottobre, le commissioni Ambiente del Comune e della Provincia di Viterbo dovranno trovare la sintesi. La gestione del parco regionale è della Provincia, che aveva coinvolto l’Università della Tuscia per il primo piano; ora La Sapienza l’ha in parte modificato. “C’è una nuova perimetrazione – dice l’assessore all’Ambiente, Paolo Equitani – l’abbiamo rimodellata seguendo le proprietà catastali e il ciglio del fosso”. “Sull’Arcionello non bisogna cedere di un millimetro”. Il consigliere regionale del Pd Giuseppe Parroncini, nella precedente legislatura primo firmatario della legge di istituzione della riserva naturale ai piedi della Pallanzana, a Viterbo, commenta così la proposta di riperimetrazione dell’area presentata alla stampa da Comune e Provincia. “Il parco – dice Parroncini – è stato pensato per salvaguardare l’area integralmente, non una sua parte: questo è lo spirito della legge regionale. Non capisco oggi a cosa risponda l’esigenza di arrivare a una nuova perimetrazione che escluda l’area di Pian di Cecciole, oggetto di lottizzazione”. Quindi pone alcune domande: “Chi ha commissionato il progetto di gestione all’Università La Sapienza di Roma? Ma soprattutto, per quale motivo? In ogni caso – continua – nessuno può modificare la perimetrazione se non il consiglio regionale, perché significa cambiare la legge votata nel 2008 alla Pisana dal centrosinistra insieme all’Udc, guarda caso con il no del Pdl”. “All’inerzia della Provincia, che non ha fatto nulla per rendere la zona fruibile – conclude Parroncini – fa da contraltare il lavoro venuto alla luce oggi per cambiare le carte in tavola. La riserva naturale dell’Arcionello va salvaguardata perché è un polmone verde all’interno della città, che ne protegge una parte storica e ambientale importante, soprattutto le vie d’acqua. L’attuale perimetrazione ha un senso perché la mette al riparo nella sua interezza. La battaglia di mobilitazione popolare che ha portato a questo risultato, per nulla affatto scontato, non può dunque essere mandata all’aria così”.

IVAN GALEA




VITERBO, PROVINCIA E COMUNI SCRIVONO ALLA REGIONE: “SUL COSTO DELLA TARIFFA NECESSARIO UN NUOVO DECRETO CONDIVISO CON IL TERRITORIO”

Equitani: "Questa lettera dimostra la forte unità territoriale che si è venuta a creare fra la Provincia ed i Comuni su un problema annoso che si trascina da anni senza soluzione, e che ha sempre creato serie difficoltà ai bilanci degli enti locali."

 

A. De. M.

Il presidente della Provincia Marcello Meroi e l’assessore all’Ambiente Paolo Equitani insieme ai sindaci dei sessanta Comuni della Tuscia, hanno richiesto, con apposita lettera consegnata in Regione,  la revoca del decreto commissariale n. 15 dell’11 maggio 2005 che ha approvato la metodologia di calcolo della tariffa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Partendo dalla recente sentenza del Tar del Lazio n. 6260 del 10 luglio 2012 che, in seguito al ricorso presentato da numerosi comuni viterbesi, ha annullato la determinazione n. 3785 del 12 maggio 2011 con cui è stata determinata la tariffa definitiva d’accesso all’impianto di preselezione e trattamento situato in località Casale Bussi, Meroi, Equitani ed i sindaci scrivono: “Con detta sentenza il Tar ha certificato che, un non corretto procedimento amministrativo e le stesse norme regolamentari dettate dal decreto commissariale n.15 dell’11/03/2005, avrebbero prodotto nel tempo un onere eccessivo non dovuto per il servizio effettuato dal gestore e sostenuto dai cittadini della provincia di Viterbo. Infatti – continua la nota – l’attenta lettura del suddetto decreto commissariale conferma che il sistema di calcolo della tariffa può essere definito a piè di lista, e non come risultato di un piano industriale che dettagli i costi dei singoli servizi prestati. Il tutto aggravato dal fatto che il servizio avviene con affidamento in esclusiva e non in regime di concorrenza. Pertanto nell’interesse dei cittadini della provincia di Viterbo – conclude la lettera – si chiede formalmente che sia revocato il citato decreto commissariale e che venga proposto, con il contributo e la partecipazione del territorio nelle sue componenti rappresentative, un nuovo decreto per il calcolo delle tariffe, alla luce della citata pronuncia del giudice amministrativo”. La lettera sottoscritta da tutti i sindaci, a cominciare da Giulio Marini sindaco di Viterbo, è stata consegnata in Regione dall’assessore Equitani. “Nelle prossime settimane – annuncia – chiederemo un incontro all’assessore regionale competente  per discutere di questa vicenda. Tuttavia questa lettera dimostra la forte unità territoriale che si è venuta a creare fra la Provincia ed i Comuni su un problema annoso che si trascina da anni senza soluzione, e che ha sempre creato serie difficoltà ai bilanci degli enti locali. Con il presidente Meroi abbiamo creduto sin dall’inizio in questa battaglia, coordinando l’azione dei Comuni che hanno presentato ricorso al Tar, ottenendo questo storico risultato. Adesso – conclude Equitani – forti delle ragioni riconosciute dalla magistratura amministrativa, ci batteremo tutti insieme per veder revocato il decreto commissariale a monte di tutte le problematiche degli ultimi anni, auspicando una concertazione con il territorio nel ridefinire le modalità e i criteri di determinazione della tariffa”.

 




VITERBO, TARIFFA RIFIUTI SOLIDI URBANI: DA PROVINCIA E COMUNI UNA FORTE RICHIESTA ALLA REGIONE DI UN CAMBIO DI PASSO

Equitani: “La sentenza del Tar apre seri interrogativi sulla legittimità dei pagamenti richiesti fino ad oggi ai Comuni, in considerazione dei rilievi mossi dai giudici sulle modalità di composizione della tariffa."

 

Angelo Parca

La Provincia di Viterbo ha organizzato questa mattina a Palazzo Gentili un incontro con i sindaci della Tuscia che hanno presentato il ricorso al Tribunale Amministrativo regionale del Lazio contro la determina dirigenziale della Regione Lazio n. 3785 del maggio 2011 che stabiliva i nuovi criteri di determinazione della tariffa di smaltimento dei rifiuti con l’introduzione di consistenti aumenti.

Sono intervenuti all’incontro gli avvocati Massimiliano Brugnoletti e Federico Bailo che hanno curato il ricorso vinto dai Comuni, ed hanno spiegato nei dettagli gli aspetti tecnici della sentenza amministrativa.

“Ai sindaci – ha spiegato l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Equitani – sono state fornite tutte le delucidazioni del caso e si è poi discusso sulle azioni da intraprendere alla luce della decisione favorevole del Tar che ha riconosciuto la non conformità del provvedimento regionale rispetto alle norme di legge. Abbiamo concordato circa la necessità di scrivere una lettera alla Regione Lazio, con un’esplicita richiesta di un netto cambio di passo per ciò che concerne la politica tariffaria. Innanzitutto – aggiunge l’assessore – chiederemo l’adozione di un nuovo metodo nella determinazione del prezzo superando una volta per tutte i criteri stabiliti dal famigerato decreto Verzaschi del 2005 che è all’origine di tutti i problemi che i Comuni si sono trovati ad affrontare fino ad oggi. La determinazione della tariffa dovrà in primo luogo avvenire sulla base di un piano industriale preciso, chiaro e dettagliato e non più sulla base del bilancio consuntivo presentato dalla società Ecologia Viterbo come avvenuto fino ad oggi. Non siamo più disponibili ad avvallare decisioni destinate ad incidere pesantemente sui bilanci degli enti locali, anche in considerazione del fatto che la gestione dei rifiuti nella nostra provincia avviene in assenza di concorrenza ed in regime di monopolio privato. E’ per questo che – aggiunge Equitani – non possono essere ulteriormente tollerate scelte unilaterali e per giunta adottate in maniera arbitraria, senza alcun confronto con il territorio”.

La Provincia, continuerà a coordinare l’azione dei Comuni in questa come nelle altre vertenze aperte con la Regione e la società Ecologia Viterbo. Resta sul tappeto l’annosa questione dei pagamenti pregressi che, alla luce del Decreto Verzaschi, la società continua a pretendere dai Comuni a partire dal 2000. “La sentenza del Tar – prosegue Equitani – apre seri interrogativi sulla legittimità dei pagamenti richiesti fino ad oggi ai Comuni, in considerazione dei rilievi mossi dai giudici sulle modalità di composizione della tariffa. Credo che anche su questo fronte, è opportuna da parte della Regione una serie riflessione che metta fine ad una controversia che si sta trascinando ormai da anni. La Provincia sarà al fianco dei Comuni anche su questa vertenza, portando avanti una forte e decisiva azione di sostegno e di supporto. Una cosa deve essere chiara – conclude poi l’assessore – indietro non si torna. Sul tema dei rifiuti abbiamo inaugurato una nuova stagione di aperto confronto con la Regione, difendendo a testa alta e senza subalternità i diritti del territorio. Questa sarà la nostra linea di condotta e dalla quale non intendiamo indietreggiare minimamente”