MARINO PARCO DELL'APPIA ANTICA: LA DOVE C'ERA L'ERBA ORA C'E'…… CENTINAIA DI MIGLIAIA DI METRI CUBI DI CEMENTO

Maria Lanciotti

Marino (RM) – Una antica chiesetta, una torre di cinta con il dipinto della Vergine col Bambino e intorno tutta campagna brulla con qualche pastore e greggi al pascolo. Nel dopoguerra il santuario della Madonna del Divino Amore, sito in via Ardeatina nella zona di Castel di Leva – con riferimento al castello dei Leoni distrutto forse da un terremoto nella seconda metà del Settecento e di cui solo resta la torre diroccata –  diventa meta di pellegrinaggio non solo per i romani ma per folle di devoti che arrivano da tutte le parti per invocare la protezione della Madonna che, si narra, salvò un viandante dall’attacco di un branco di cani e proprio in quel luogo sorse, nel 1740, la chiesetta. ‘La madonna del Divino Amore fa le grazie a tutte le ore’, il canto che accompagnava i pellegrini che arrivavano viaggiando con i camion, carretti tirati da buoi, in bicicletta e soprattutto a piedi. C’era il posteggiatore per le biciclette che si chiamava Giovanni – sor Giovanni – che aveva i clienti fissi e riconsegnava la bici pure lucidata per una mancetta di qualche decina di lire. Poi arrivarono le prime macchinucce e vespette, si organizzarono per i fedeli viaggi in pullman, fiorì il commercio delle bancarelle e il traffico si fece caotico attorno al santuario avvolto specialmente il sabato e la domenica in un nuvolone di polvere. Attorno agli anni sessanta iniziarono a sorgere altri edifici di culto nei pressi del santuario, e alla fine dello scorso secolo si completa la realizzazione della nuova chiesa.

Tutto questo è solo un preambolo, per arrivare al sodo. Dopo tanti miracoli e tanta devozione, arriva la Polverini e con una delle sue ultime firme l’ex governatrice del Lazio decreta la fine di un territorio e di un’epoca. Sulla campagna del Divino Amore – dove ci sta pure un amico mio apicoltore, agricoltore e allevatore di animali da cortile, ma ha pure un somarello e cani raccolti affettuosissimi e un amore rispettoso e pieno per la terra e i suoi frutti – cadranno a pioggia centinaia di migliaia di metri cubi di cemento a cancellare storia e ambiente. Il 15 febbraio scorso, a fine mandato, la giunta Polverini ha compiuto l’ennesimo misfatto con l’approvazione del ‘Programma integrato Divino Amore’ la cui variante autorizza l’edificazione di edifici residenziali e di un centro commerciale, in una zona ancora integra dov’era previsto l’ampliamento del parco dell’Appia Antica e tante altre belle cose. E tutto ciò impunemente, nel silenzio complice di chi dovrebbe, per dovere istituzionale, gridare allo scandalo.

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FRATTOCCHIE – MARINO SCAVI ARCHEOLOGICI, STORICA SCOPERTA: TROVATO IL CAPOSALDO B

Un territorio pieno di ricchezze che vanno protette dai continui attacchi speculativi del “cemento selvaggio” e rese fruibili a tutti.

 

Redazione

Frattocchie – Marino (RM) – “Sabato 12 gennaio come cittadini e volontari del circolo di Legambiente “Appia Sud – Il Riccio” abbiamo, con emozione, ridato la luce ad uno dei punti fondamentali per le misure geodetiche, cioè le misure alla base della conoscenza e del disegno del territorio, che fu di notevole importanza per la cartografia di tutta l’Italia centro-meridionale realizzata tra il 1700 e 1800: il caposaldo B”.

E’ così che Renato Arioli, Presidente del circolo Appia Sud-il Riccio di Legambiente, racconta l’importante scoperta avvenuta sabato scorso a Frattocchie (Marino), grazie agli studi del dr. Tullio Aebischer e al lavoro dei volontari del circolo di Legambiente, coordinati dall’archeologa Romina Lunetta, alla presenza della Soprintendenza ai Beni Archeologici e del Parco dell’Appia Antica.

“E’ emozionante – prosegue Renato Arioli – vedere prendere “vita” in pochi minuti a ciò che è scritto nei libri di storia. Sappiamo da sempre che nel nostro territorio ci sono notevoli testimonianze storiche, archeologiche, ambientali e, ora lo possiamo affermare con certezza, anche scientifiche che con fatica immane noi volontari cerchiamo di tutelare e valorizzare nel generale disinteresse delle amministrazioni comunali e dei cittadini, spesso per nulla o poco informati.

La scoperta di sabato scorso ci rende orgogliosi e ci spinge a coinvolgere e informare ancor di più la cittadinanza del posto in cui ha la fortuna di vivere. Un territorio pieno di ricchezze che vanno protette dai continui attacchi speculativi del “cemento selvaggio” e rese fruibili a tutti. Per questo – ha concluso il Presidente del circolo Legambiente Appia Sud il Riccio, Renato Ariolicolpisce e rattrista ancora di più il totale disinteresse mostrato dall’amministrazione comunale di Marino, pure informata per tempo dell’importante ritrovamento fatto sul territorio di sua competenza, verso questa scoperta e lo scavo fatto sabato scorso.”

“E’ stata una giornata storica – ha aggiunto il dr. Tullio Aebischer, coordinatore del progetto un secolo di geodesia lungo l’Appia antica e collaboratore del gruppo didattica e comunicazione della Fisica e dell’Astronomia presso il dip. di Fisica, Università di Roma Tre (resp. prof. Altamore) – perché si è formalmente riconosciuta a questi luoghi un’importanza scientifica, oltre che archeologica e ambientale.

La Base Geodetica è il lato su cui poggia la triangolazione di una regione da disegnare, la cui estensione dipende dalla conoscenza dell’esatta distanza tra due punti fondamentali (caposaldo A – iniziale, caposaldo B – finale). E’ da questo tipo di misura che ha avuto inizio la cartografia come la conosciamo oggi.

La Base Geodetica di Padre Secchi, completata con la messa in luce anche del Caposaldo B – il Caposaldo A fu riscoperto nel 1999 ed è oggi protetto da un tombino sito davanti il Musoleo di Cecilia Metella – ha  infatti avuto, ed ha tuttora, – ha concluso il dr. Tullio Aebischer – un notevole significato per lo studio della cartografia antica e della forma della Terra.”

[ LA BASE GEODETICA DI SECCHI SULLA VIA APPIA ANTICA (XIX SEC.): IL CAPOSALDO B ]