OFFICINE NEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI: C'È CHI DA IL BUON ESEMPIO

di Chiara Rai

Parco dei Castelli Romani (RM) –  Nell’incuria del Parco Regionale dei Castelli Romani ci sono delle eccezioni che ci tengono a mantenere le distanze da coloro che puntano il dito contro abusivismo e sfasci improvvisati nel polmone verde protetto alle porte di Roma.

Sergio Fienili ci apre le porte della sua officina, confinante con un’altra officina che invece, diciamo così, ha avuto qualche problema con la giustizia, tant’è vero che qualche tempo fa la Procura gli ha fatto mettere i sigilli.

“Noi – sottolinea Fienili – anche se nel cuore del parco dei Castelli Romani, come tante altre officine castellane, siamo in regola con le autorizzazioni e la nostra attività, più volte giustamente controllata, è risultata pienamente in regola”.

Dunque, l'Ente regionale Parco dei Castelli Romani dovrà invece rimboccarsi le maniche su via dei Corsi, lato Velletri, dove persistono, nel compresnorio del Comune di Rocca di Papa, ancora le carcasse delle auto, ma anche ripristinare la legalità di un abusivismo ormai fuori controllo.

L’officina di Sergio Fienili quindi, è il classico esempio di come si possano tenere in piedi delle attività senza danneggiare l’ambiente. Le eccezioni ci sono ma dovrebbero essere la regola.




PARCO DEI CASTELLI ROMANI: "VIENI C'È UNO SFASCIO NEL BOSCO"

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di Chiara Rai

Parco dei Castelli Romani (RM) – E la mente ritorna indietro a quella celebre canzone che canticchiavano le nonne ai nipoti "Vieni c'e' una strada nel bosco". Noi invece nel bosco abbiamo trovato altro. Il Parco Regionale dei Castelli Romani non è nell’occhio delle critiche soltanto da parte de L’Osservatore d’Italia. Le insoddisfazioni viaggiano in lungo e in largo, dai cittadini alle istituzioni la musica non cambia: l’Ente Parco regionale dei Castelli Romani sembra proprio inerme e impermeabile ai disagi, incuria e degrado che ormai dominano il territorio naturale protetto alle porte di Roma. Proprio per questo il nostro diritto di cronaca e di critica si farà ancora più assiduo raccogliendo malumori e testimonianze. Come l’ultima di un rinomato e celebre albergatore e ristoratore conosciuto nell’area castellana che sul social network del nostro quotidiano ha delineato con brevi tratti quella che è una annosa situazione che si consuma proprio di fronte ai suoi occhi.

L’albergatore scrive: “Ho una attività alberghiera nel parco , nel comune di Velletri e al confine con me ( zona Alberghiera da piano regolatore) opera uno sfascio di automobili , mascherato da officina , senza autorizzazione alcuna del Comune di Velletri, e il Parco non la vede, anzi,…….. Qualcuno potrebbe chiedere ai responsabili del Parco se nel Parco si possono esercitare tali attività”. Tutto questo continua a persistere di fronte ad un silenzio assordante nonostante sotto l’enorme “sfascio” scorra l’acqua del Simbrivio che arriva nelle case dei residenti.

Uno scenario che ha dell’assurdo con tanto di fotografia che rende meglio l’idea: sì proprio così, nel Parco ci sono disseminate automobili, una vera e propria officina/rimessa/ sfascio che opera in un ambiente naturale protetto e per di più in una zona classificata come alberghiera.

A questo punto una semplice bonifica non basta bisogna attuare una politica risolutiva anziché tenere in vita un baraccone che non serve a risolvere i problemi.

Ma questa situazione non sembra essere l’unica perché anche il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli ha commentato la situazione in cui versa il Parco dei Castelli Romani e segnalato che proprio nel territorio di Ariccia ci sarebbe nel Parco una costruzione abusiva che addirittura tratta scarti organici. L’Osservatore d’Italia prenderà bene le coordinate per farci presto un salto.

Intanto ecco cosa dice il primo cittadino ariccino: “Il Parco dei Castelli nasce da un patto scellerato tra pseudo fondamentalisti e speculatori pubblici e privati. Basta vedere come è stato disegnato. Doveva comprendere tutto il territorio del Vulcano Laziale tenendo conto delle attività dei cittadini dei Castelli. E' sorto invece un baraccone partitocratico. La Regione Lazio ha tutta la responsabilità della scarsa efficacia del Parco. Francesco Storace lo ha fatto diventare una clientela regionale marginalizzando definitivamente i Comuni. Chiaramente non funziona e non può funzionare,sono anni che è commissariato ed è ormai un altro ente che chiede balzelli e afferma la sua autorevolezza cercando di proibire alle persone normali,facendo finte di non vedere tagli dei boschi speculativi,discariche,abusi,L'Assessore all'ambiente ha promesso ai Sindaci recentemente a Rocca di Papa di intervenire sul carrozzone ,stiamo a vedere”.

E stiamo a vedere anche noi che per il momento non possiamo far altro che raccontare lo scempio in cui versa un’aerea protetta. Va bene la tanto sbandierata prevenzione sui temi ambientali e sulle brochure dell’Ente. Ma come mai questi grossi fenomeni non vengono arginati una volta per tutte?
 




CASTELLI ROMANI: ECCO IL PARCO CHE NON C'È

 

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di Chiara Rai

Rocca di Papa (RM) – Il nuovo anno è arrivato anche ai Castelli Romani dove però restano fermi i problemi di sempre: dal bracconaggio alle mini discariche, dall'abusivismo edilizio in pieno parco regionale dei Castelli Romani, dove dalla sera alla mattina compaiono case edificate senza la benchè minima autorizzazione, per arrivare alla barca didattica dell'Ente regionale non accessibile ai disabili, agli arenili del lago Albano in completo degrado alle carcasse di auto disseminate all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani e opportunamente "sezionate" da qualcuno con buona pace di tutte le istituzioni del territorio.


Questi sono soltanto alcuni dei problemi che ormai si porta dietro un Ente “baraccone” che a causa dello scarso personale e dei fondi regionali insufficienti non riesce a gestire le emergenze dell’area protetta che ricade su 15 Comuni castellani: Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri.

Il problema è sempre lo stesso: gli enti fanno uno scaricabarile infinito rimpallandosi le responsabilità senza cercare una soluzione definitiva che riesca a debellerare questi fenomeni di inciviltà.

Carcasse di auto e ormai nel Parco non è più possibile neppure passeggiare. L’area protetta è disseminata, nel territorio di Rocca di Papa, da numerosissime carcasse di auto abbandonate oltre che dall’immondizia di ogni genere fino a un cumulo di tappeti abbandonati. I residenti del luogo sono furiosi: “Eppure siamo nella Toscana di Roma – dicono – solo che nella patria dell’Alighieri le persone sono molto attente alla salvaguardia del patrimonio naturalistico e ambientale specialmente se si tratta di una area protetta”.

C’è un menefreghismo diffuso e paura di denunciare bracconaggio e vandali: “Eppure basterebbero delle telecamere e una sorveglianza maggiore del fenomeno, conosciuto da tutti, per evitare che si arrivi a trovare un vero e proprio sfascio all’aria aperta”. Addirittura ultimamente sono state portate via delle vetture da un carro attrezzi privato su segnalazione delle autorità ma dopo qualche giorno la situazione è di nuovo degenerata. E che dire di certi sfasci che si trovano nel territorio di Velletri, ai confini con Nemi, nel bel mezzo di un’area ricettiva alberghiera? Addirittura uno di questi è stato sequestrato un anno fa ma a tutt’oggi l’area non è stata completamente bonificata nonostante sotto l’enorme sfascio scorra l’acqua del Simbrivio che arriva nelle case dei residenti. Una volta si andava a funghi ma oggi stanno scomparendo anche quelli come del resto gli splendidi scoiattoli sugli alberi.
 
Emergenza cinghiali Che dire poi dell’emergenza cinghiali, talmente fuori controllo che arrivano persino vicino le abitazioni e a ridosso del liceo di Ariccia. Il presidente di Federcaccia Lazio Aldo Pompetti in questi giorni ha lanciato nuovamente l’allarme e chiesto agli enti parco regionali e alle istituzioni tutte di riaprire il dibattito sulla specie ''cinghiale'' cercando delle soluzioni da mettere in campo, anche per mezzo del fucile affinché il grosso delle popolazioni di cinghiali uscisse dal Parco o per lo meno abbandonasse i dintorni dei centri abitati. Ma questo riesce difficile perché ad esempio non c’è un dialogo collaborativo tra cacciatori ed Ente che potrebbe invece portare delle soluzioni tampone adottate in altre Regioni Italiane come quella degli abbattimenti selettivi, come avviene anche in alcune aree protette nazionali limitrofe al Lazio. Di fatto si potrebbe creare anche una sorta di attività turistico ricettiva attorno a questa ricchezza di cinghiali con il giusto equilibrio tra conservazione delle specie e promozione di un prodotto locale di pregio. Del resto l’uso delle gabbie, in atto nel parco dei Castelli come in quello di Veio o l’Oasi Tevere-Farfa, non stanno dando i risultati sperati. Questo perché come giustamente ha sottolineato Pompetti un’eccessiva presenza di cinghiali si rivela dannosa per qualsiasi altra forma di vita animale e per gran parte di quelle vegetali dunque c’è un serio rischio ambientale oltre che dell’incolumità delle persone.
 
Abusivismo Per di più in questo polmone verde sorgono come funghi le casette abusive che spuntano sui terreni agricoli dalla sera alla mattina senza che ci sia un controllo meticoloso su questo fenomeno che ormai ha divorato i dintorni più prossimi dei laghi di Nemi e Albano. Tant’è che sono pochi i cantieri con i sigilli che poi rimangono lì senza che le ordinanze sindacali di demolizione vengano rispettate.

Il lago di Albano Sull’emergenza del lago Albano si parla ormai da un ventennio. L’ondata rivoluzionaria annunciata con l’insediamento della giunta Zingaretti non ha visto mai luce, tant’è che l’assessore regionale all’Ambiente Refrigeri ha aperto un dialogo anni orsono con le amministrazioni locali di Castel Gandolfo ed Albano senza trovare una soluzione al rischio frane e quindi alla necessità di messa in sicurezza del costone attorno al bacino lacustre e neppure si è arrivati ad effettuare una seria bonifica dell’area protetta. Infatti gli arenili dati in concessione ai gestori degli stabilimenti balneari sono puliti durante la bella stagione ma tutto intorno è un groviglio di rovi incolti, barche abbandonate, immondizia e ancora più scandaloso è il fatto che è stato addirittura distrutto il Villaggio delle Macine, un insediamento di palafitte risalenti all'età del bronzo lasciate completamente alla mercé di vandali e all’incuria e degrado di un ambiente abbandonato a se stesso. E come se non bastasse è anche vietato percorrere a piedi o in bicicletta, il sentiero che si sviluppa lungo il periplo del lago Albano comunemente detto “dei Cappuccini”. Questo divieto, conseguenza di una serie di frane che rendono estremamente pericoloso e instabile il tracciato, continua ad essere in vigore, per questo già da diversi anni l’Ente Parco ha escluso tale itinerario da quelli proposti per le proprie attività turistico ricettive. La messa in sicurezza di questo sito è ormai una chimera

La barca didattica dell'Ente regionale Parco dei Castelli Romani Vogliamo parlare della barca didattica del Parco? Giampiero Tofani, Delegato di Castel Gandolfo C.A.B.A., Controllo Abbattimento Barriere Architettoniche denuncia il fatto che la “Barca Ecologica” a motori elettrici, poi convertita in “Barca Didattica” a motore a scoppio del Parco Regionale dei Castelli Romani è off limits ai disabili. Ma non è tutto perché Tofani parla anche di una presunta speculazione: “Dare in appalto il natante ad un privato per gite turistiche a pagamento nel Lago Albano – commenta Tofani – oltre ad essere un impiego palesemente fuorilegge della barca didattica a motore a scoppio, è come se le forze dell’ordine dessero in appalto gli autobus in dotazione ad una azienda privata per gite turistiche a pagamento nella Città Metropolitana di Roma”. E aggiunge sottolineando che “l’approdo e il varo del natante a motore, situato proprio nel bel mezzo della spiaggia pubblica che il P.U.A., il Piano di Utilizzazione degli Arenili, ha riservato ai bagnanti, oltre a risultare altamente pericoloso per i grandi e piccini che sguazzano in prossimità della riva, costituisce occupazione senza titolo di specchio acqueo demaniale. Un reato perseguibile d’ufficio sia dagli agenti di Polizia Locale e sia dai Guardiaparco, agenti di Polizia Giudiziaria, che percepiscono stipendi di denaro pubblico”.

 




PARCO CASTELLI ROMANI: I GUARDIAPARCO SALVANO UN IBIS EREMITA

Redazione

Parco Castelli Romani – Ritrovato ieri all’interno di un’azienda agricola di Frascati e tratto in salvo dai Guardiaparco, un Ibis Eremita, poi consegnato alla LIPU di Roma per gli accertamenti del caso. L’esemplare impaurito ma in buone condizioni, si è smarrito nel suo percorso migratorio a causa del maltempo e fa parte di uno dei più grandi progetti europei di conservazione di una specie.

L’Ibis Eremita infatti era una specie presente nell’Europa centrale fino al XVII secolo, prima che si estinguesse del tutto a causa della pressione venatoria. La specie è stata reintrodotta in Europa grazie ad un programma Life+ del Waldrappteam, denominato “Reason for Hope” nell’ambito della categoria Life+ Biodiversità per la conservazione della natura e della specie. Nel progetto sono coinvolti otto partner, tra cui l’Italia, il principale obiettivo è il reinserimento dell’Ibis Eremita, ma anche l’adozione di misure estensive relative alla riduzione sostenibile delle perdite causate dal bracconaggio.
Sono circa 120 gli esemplari che migrano tra le pendici settentrionali delle Alpi e l’area di svernamento dell’Oasi WWF, Laguna di Orbetello in Toscana. Da segnalazioni del Waldrapp team sono 10 quelli di cui si è persa traccia anche se debitamente monitorati. Chiunque dovesse avvistarli sul territorio può avvisare direttamente il Parco, oppure Rachele Trevisi allo 3349873927 che è la responsabile del progetto: basta poco per dare il proprio sostegno al programma di reintroduzione e tutela della specie.




PARCO DEI CASTELLI ROMANI: AL VIA LA STIMA DEI CINGHIALI SUL TERRITORIO

Redazione

Parco dei Castelli Romani (RM) – L’azione prevede il coinvolgimento dei Guardiaparco, dei Tecnici Naturalisti e dei Coadiuvanti, cioè dei volontari che hanno superato positivamente l’attività formativa realizzata dal Parco dei Castelli Romani.Il Servizio Tutela Ambientale dell'Ente ha individuato dei percorsi sulla base della diversità ambientale (bosco, area prativa e ambienti intermedi), al fine di avere a disposizione dati provenienti da contesti differenti, e su tali percorsi si sta procedendo alla rilevazione dei segni di presenza (insogli, orme, segni di denti, boli alimentari ecc.) del cinghiale.

Questa attività proseguirà nei prossimi mesi per concludersi presumibilmente in Primavera 2016; i dati che saranno prodotti in seguito alla rielaborazione delle schede di rilevamento verranno inseriti nel “Piano di riduzione degli impatti del Cinghiale (Sus scrofa), di cui alla D.G.R. 320/2006 nel Parco Regionale dei Castelli Romani” già redatto dal Parco, affinché possa essere presentato alla Regione Lazio per l’approvazione.

“Affrontare le criticità – commenta il commissario straordinario, Sandro Caracci – per cercare soluzioni durevoli nel tempo, senza farsi condizionare da pressioni di alcun tipo, è la strada che il Parco dei Castelli Romani ha scelto per dare risposte sulla questione dei cinghiali. Stiamo verificando sul territorio i segni di presenza, dopo un lungo lavoro di pianificazione e anche, bisogna dirlo, ingiustificabili lentezze, fissando delle scadenze certe. In base ai dati raccolti potremo prendere le decisioni con cognizione di causa, e dare risposte ai cittadini circa la diffusione del cinghiale e la consistenza numerica nei Castelli Romani”.
 




CASTELLI ROMANI: GLI INTERVENTI DELL'ENTE PARCO SULLA SICUREZZA DEL TERRITORIO

Redazione

Castelli Romani (RM) – Il maltempo che ha sferzato nei giorni scorsi i Castelli Romani, con forti piogge e raffiche di vento, ha provocato danni sul territorio, come la caduta degli alberi e di rami sull’arenile del lago Albano di Castel Gandolfo. Dai sopralluoghi effettuati si può affermare che le piante di salice siano state praticamente sradicate dal terreno dal forte vento, e alcuni rami si sono staccati da alberi rimasti in piedi. Dall'ente regionale si invita la cittadinanza a non avvicinarsi alla zona, delimitata da nastro bianco e rosso e quindi facilmente individuabile, in quanto potrebbero esserci rami spezzati con pericolo di caduta o cedimento improvviso di altri alberi vicini, fino a quando l’area sarà rimessa in sicurezza. Intanto si è appena conclusa un’operazione di contrasto alla prostituzione, condotta dai Carabinieri del Comando di Stazione di Rocca Priora congiuntamente con i Guardiaparco del Parco regionale dei Castelli Romani, con il supporto degli Operai del Comune di Rocca Priora. L’intervento si è svolto in località Vivaro ed ha visto lo smantellamento e la rimozione di un capannino allestito all’interno del bosco, i materiali non recuperabili sono stati conferiti in discarica.
 




CASTEL GANDOLFO: ABUSIVISMO AL LAGO ALBANO. TANA PER L'ENTE PARCO

Redazione

Lago Albano di Castel Gandolfo, Sito di Importanza Comunitaria, Zona a Protezione Speciale e sottoposto a Vincolo Paesaggistico. Se in teoria, più protetto di così non si può, in realtà è un immenso lago di abusi edilizi e di degrado. A terra, sugli arenili e negli specchi acquei. E il coro delle lamentele diventa ogni giorno più assordante. La vigilanza è demandata, oltre che alla Polizia Locale, al Parco Regionale dei Castelli Romani istituito con la Legge Regionale n. 2/84 e uno stanziamento di 500.000.000 di vecchie lire pubbliche proprio con lo specifico scopo di tutelare l’ambiente all’interno del proprio territorio e per evitare potenziali deterioramenti, ai sensi della Legge quadro sulle aree protette n. 394/91 e delle Norme in materia di aree naturali protette regionali n. 29/97.

Invece, commissario dopo commissario, l’ente ha collezionato persino una ordinanza di demolizione di opere abusive. Alla sbarra una serie di opere realizzate in assenza di titoli abilitativi su arenili e specchi acquei demaniali “superprotetti” occupati senza alcun titolo. Ingenti sperperi di denaro pubblico alla luce dei fatti che stanno sotto gli occhi di tutti.

Area pic-nic sull’arenile demaniale protetta antistante l’ex depuratore comunale : operai dell’Ente Parco arrivano al lago, presuntivamente senza alcun titolo occupano l’arenile demaniale super protetto antistante l’ex depuratore comunale, e tagliano gran parte di vegetazione naturale, realizzano recinzioni, scale d’accesso, tavoli e panche per pic-nic. Installano cartelli “norme di comportamento” : divieto di campeggio, divieto di accensione fuochi per sbraciamenti, divieto di rumori e suoni molesti, obbligo di mantenere pulito l’ambiente e di condurre i cani al guinzaglio.

Proprio accanto ai cartelli del Comune di Castel Gandolfo con  l’ordinanza che fa divieto di organizzare pic-nic, di introdurre, abbandonare ed utilizzare piatti, bicchieri o altri oggetti simili di plastica o vetro, di introdurre cani o altri animali.

Non solo ma lasciano il sito e tutte le opere alla totale mercè di tribù di tutte le razze. Orde di fagottari che si accampano con tende e lettini, che accendono fuochi con il legname ben stagionato di recinzioni e panche, che arrostiscono allo spiedo addirittura 2 pecore intere. Si mangia e si tracanna fino a ubriacarsi.   Si canta, si suona e si balla. Si grida e si urla, si litiga e si spara anche. Si fanno i bisogni corporali in acqua o tra i cespugli. A sera, indistintamente tutti, abbandonano nel verde rifiuti di ogni genere.

Mamma li turchi! “Le numerose richieste di intervento presentate al Parco dei Castelli Romani, sempre corredate da corposi dossier fotografici – dichiara Giampiero Tofani Commissario de La Destra di Castel Gandolfo – sono sempre rimaste inascoltate. I Guardiaparco di pattuglia al lago vedono e passano oltre senza neppure rallentare. Presumibilmente per paura di reazioni violente dei barbari”. “Ciò che  veramente sconcerta – prosegue Tofani – è che l’ente Parco, dopo aver sperperato tanto denaro pubblico per costruire, ha risolto alla radice il problema degrado ambientale : ha ordinato ai suoi operai di tagliare con la motosega tavoli e panche. Altro sperpero di denaro pubblico!”

Barcone Ecologico: 15 Giugno 2008, con grande enfasi il Parco Regionale dei Castelli Romani vara il "fantascientifico" barcone ecologico con 24 posti dotato di 2 motori elettrici, proveniente da Nazzano Romano, per le gite intorno al lago, completamente gratuite, delle persone dei Centri Anziani e dei Centri di Igiene Mentale con maggiori difficoltà a trovare escursioni adatte alle proprie esigenze. “Peccato che di buoni propositi è lastricato l’inferno – commenta con vivo disappunto Giampiero Tofani Commissario de La Destra di Castel Gandolfo – all’occupazione senza alcun titolo di specchio acqueo demaniale protetto per lo stazionamento del barcone ecologico, ha fatto ben presto seguito la furbesca trasformazione dei suoi propulsori : 2 motori elettrici sostituiti con 1 motore a scoppio! Così, il super reclamizzato Barcone Ecologico è stato ribattezzato Barcone Didattico e le escursioni da completamente gratuite sono passate a pagamento. Onori e gloria al Parco Regionale dei Castelli Romani!”.
Pontile d’attracco: come se non bastasse, gli operai dell’ente Parco, secondo quanto denuncia il Commissario de La Destra, occuperebbero senza alcun titolo lo specchio acqueo e l’arenile demaniale antistante l’ex porticciolo del lago di Castel Gandolfo. Armati di tutto punto e in assenza dei titoli abilitativi realizzano il pontile imbarco/sbarco per il barcone con motore a scoppio. Soltanto in data 4 Settembre 2014, a seguito di denuncia de La Destra di Castel Gandolfo, il Comune si è deciso ad emettere l’ordinanza di demolizione opere abusive n. 71 nei confronti del Parco Regionale dei Castelli Romani. “E’ veramente scandaloso – precisa Giampiero Tofani Commissario de La Destra di Castel Gandolfo – che proprio il Parco Regionale dei Castelli Romani, istituito e mantenuto con denaro pubblico, per tutelare l’ambiente all’interno del proprio territorio e per evitare potenziali deterioramenti, si sia arrogato il potere di realizzare opere abusive su beni demaniali protetti occupati senza alcun titolo!”. Centinaia di migliaia di €uro pubblici sperperati per costruire e demolire all’insegna di tanto paga Pantalone! “Quello che preoccupa e sconcerta maggiormente – conclude Tofani – è che tutti vedono, tutti sanno, ma nessuno interviene! E’ alla luce di tali fatti & misfatti in bella mostra al lago Albano che ogni giorno che passa diventa sempre più forte il coro della moltitudine di contribuenti che a gran voce chiedono la chiusura dell’Ente. Un notevole risparmio di denaro pubblico e un ente sostanzialmente inutile in meno".
 




ROCCA PRIORA: E' ALLARME SICUREZZA TRALICCIO A TERRA SUL CIGLIO DELLA STRADA


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Redazione

Rocca Priora (RM) – Traliccio a terra nel territorio di Rocca Priora in via Montagna Spaccatan in pieno Parco Regionale dei Castelli Romani. Già è una strada che avrebbe bisogno di manutenzione: è poco illuminata e il verde sui cigli è ormai ridotto allo stato selvaggio. Il traliccio andrebbe immediatamente rimosso perché in quello stato è pericoloso. Non sappiamo se si tratta di corrente elettrica o di fili del telefono o altro, ma comunque occorre sicuramente un intervento. Ci troviamo nel Parco dei Castelli Romani ma a quanto pare il traliccio che si trova quasi a ridosso della strada è passato inosservato.




PARCO CASTELLI ROMANI, NEMI E CASTEL GANDOLFO: DUE PESI E DUE MISURE?

 

Le affermazioni fatte alla stampa, qualche giorno fa, dal sindaco di Nemi Alberto Bertucci in merito ad un "pensierino per le olimpiadi del 2024" per il lago di Nemi suonano come un macigno su quello che di fatto si preannuncia un sogno sfumato.  


di Ivan Galea

Castelli Romani (RM) –  Pagaie vietate al lago di Nemi e autorizzate al lago di Castel Gandolfo. La vicenda riguarda due distinti procedimenti dell'Ente Parco dei Castelli Romani in merito a manifestazioni di "Dragon Boat" programmate nei due laghi.Tra le motivazioni addotte dal Parco dei Castelli Romani al diniego per lo svolgimento della gara di "Dragon Boat" al lago di Nemi il fatto che il bacino rappresenta la più importante zona umida dell'area protetta, mentre il lago Albano di Castel Gandolfo risulta, sempre secondo l'Ente regionale, decisamente meno ricco in specie animali selvatiche e in idonei siti di riproduzione. A favore del lago Albano di Castel Gandolfo avrebbe poi giocato il fatto che almeno dal 1960 è sede di allenamenti e competizioni varie di canottaggio, a differenza di quello di Nemi.

Alla luce delle considerazioni e valutazioni del Parco dei Castelli Romani, le affermazioni fatte alla stampa, qualche giorno fa, dal sindaco di Nemi Alberto Bertucci in merito ad un "pensierino per le olimpiadi del 2024" per il lago di Nemi suonano come un macigno su quello che di fatto si preannuncia un sogno sfumato.  

“Ci dispiace moltissimo – dichiara rammaricato Giampiero Tofani commissario de La Destra di Castel Gandolfo e già campione italiano di canoa e medaglia di bronzo ai mondiali 2014 di dragon boat – che il Comune di Nemi, famoso in tutto il mondo per le monumentali Navi di Caligola, non potrà mai sviluppare gli sport del remo e della pagaia a causa dell’elevata umidità del lago, del fatto che nel passato non ha mai organizzato regate e del fatto che il lago di Nemi è circa 4 volte più piccolo del lago di Castel Gandolfo. Unico lago in Italia ad essere castigato da una sentenza così assurda, palesemente in contrasto con il principio che la legge è uguale per tutti. “Come è possibile – prosegue Tofani – rilasciare un nulla osta ad una associazione di Castel Gandolfo destinataria di Ordinanza Sindacale di demolizione opere abusive su beni demaniali protetti occupati senza titolo? Per quali interessi così tanto interessanti il Parco dei Castelli Romani ha sempre evitato d'intervenire a tutela dell’ambiente? Ancor più inverosimile – incalza il commissario de La Destra – è il nulla osta rilasciato alla Federazione Italiana Canoa Kayak di Castel Gandolfo per lo svolgimento di regate di canoa e kayak, destinataria anch’essa di un’Ordinanza Sindacale di demolizione opere abusive su beni demaniali protetti e di un’Ordinanza di ripristino dei luoghi emessa dall’Agenzia Regionale Difesa del Suolo, oltre di un Decreto Penale di condanna emesso dal Tribunale di Velletri, e sottoposta ad indagini della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio che, a proposito di abusi edilizi, ha tenuto a rammentare formalmente anche all’ente Parco dei Castelli Romani che le opere eseguite in assenza di autorizzazione, come prescritto dall’art. 181 del D.Lgs. 42/2004, costituiscono reato amministrativo e penale. Ma,allora, quali interessi così tanto interessanti ballano tra il Parco dei Castelli Romani e la federazione Sportiva?”




NEMI: IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI RECUPERA GLI ANTICHI SENTIERI SU VIA DE SANCTIS

 

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Redazione

Nemi (RM) – Guardiaparco al lavoro per ripristinare gli antichi sentieri che da via De Sanctis portano a piazza della Rinascita e sulla via Nemorense. Il recupero dei sentieri da parte del Parco Regionale dei Castelli Romani oltre che essere uno dei compiti istituzionali dell'Ente anche in virtù della convenzione stipulata tra il Comune e l’Ente regionale Parco dei Castelli Romani. Del resto è stato lo stesso direttore del Parco in una precedente intervista rilasciata a L’Osservatore d’Italia ad annunciare l’operazione di ripristino della cartellonistica e dei sentieri a Nemi dove ultimamente grazie all’opera dei volontari dell’associazione Retake Nemi sono stati recuperati altri sentieri. Nella mattinata di giovedì 14 maggio, dunque, c’è fermento per una operazione che porterà notevoli vantaggi ai residenti di Nemi alta i quali potranno raggiungere in minor tempo il paese .

L’unica nota dolente resta comunque la notevole quantità di alberi abbattuti in mancanza di autorizzazioni preventive da parte del Comune di Nemi e dello stesso Parco dei Catelli Romani per le quali il sindaco Alberto Bertucci è stato multato dalla Forestale per 2.500 euro circa ed Il Parco dei Castelli Romani in virtù della convenzione avrebbe probabilmente potuto considerare di recuperare i sentieri salvaguardando gli alberi che avrebbero fatto da stupenda cornice.

#NEMI #PARCOCASTELLIROMANI #NEMIALBERI




CASTELLI ROMANI, LA SFIDA DEL NUOVO DIRETTORE DEL PARCO: L'AMBIENTE AL CENTRO

di Ivan Galea

Castelli Romani – Maurizio Fontana, da quasi un anno nuovo direttore dell'Ente Regionale Parco dei Castelli Romani rilancia la necessità di fare fronte sui temi ambientali e sulla necessità  di salvaguardare le aree boscate. 

Un appello alla sensibilizzazione non indifferente, soprattutto alla luce degli ultimi episodi che hanno animato le cronache: dal taglio degli alberi in via De Sanctis a Nemi, all’incidente mortale sulla via dei Laghi che ha causato la morte di un uomo provocata dalla caduta di un albero.

Un tema caro, quindi, quello ambientale per il nuovo direttore, che continua a portare avanti nella sua carriera: prima di dirigere l'Ente Parco dei Castelli Romani ha ricoperto ruoli istituzionali e svolto quindi una intensa attività a stretto contatto con l'ambiente.

Fontana, già dirigente tecnico della Regione Lazio,  si è occupato di tematiche come il monitoraggio ed eventuale recupero di cave dismesse, tramite materiali inerti e di aree degradate presenti nei territori delle zone Naturali Protette della Regione Lazio. E' stato anche  Responsabile del Coordinamento del progetto Life 08 – ENV/IT/437 “Mo.Re.&Mo.Re. More Reusing and More Recycling. "Il tema dell’ambiente è centrale sull'attività umana – sostiene Maurizio Fontana – e va valutato sempre con molta attenzione anche in riferimento al costo ambientale". Il direttore cita ad esempio il costo relativo ad un intervento preventivo, a livello nazionale, per mettere in sicurezza il territorio da quelle criticità legate al fenomeno del dissesto idrogeologico: "costerebbe qualche miliardo di euro. Ma quanto costa intervenire di volta in volta sui vari danni provocati dai fenomeni catastrofici che affliggono il nostro territorio? Ecco perché svolgendo un'attività di prevenzione, per esempio, si possono evitare o quantomeno arginare in maniera significativa questi fenomeni catastrofici.

Il direttore del Parco dei Castelli Romani spiega anche che intervenire sull'ambiente porterebbe ad una riduzione della spesa sanitaria. Si ridurrebbero, per esempio, le malattie provocate dall'inquinamento ambientale che colpiscono le vie respiratorie. 

Insomma una chiacchierata ad ampio raggio quella de L’Osservatore d’italia con Maurizio Fontana il quale non ha nascosto che nei prossimi giorni potrebbero esserci novità su alcuni casi che L'Osservatore d'Italia ha seguito da vicino.

Inoltre il direttore del Parco dei Castelli Romani ha inteso puntare i riflettori anche sulla condotta civica che dovrebbe mantenere ciascun cittadino: sono diversi infatti gli interventi che l'Ente regionale opera al riguardo, anche spesso sostituendosi all’inerzia dei vari Comuni dell'area castellana e con scarse risorse a disposizione. Così è facile anche trovare delle toilette in strada che i guardiaparco di tanto in tanto rimuovono  insieme ad altri ingombranti.  Per esempio a Nemi il Parco dei Castelli Romani ha raggiunto un accordo con l’associazione Retake e con il Comune al fine di risistemare i sentieri naturali oggetto di numerose visite organizzate dalla stessa associazione per riscoprire e rivalorizzare il territorio protetto.  Insomma abbiamo potuto avere un assaggio di concrete azioni e buone intenzioni del nuovo direttore del Parco dei Castelli Romani che apre all’associazionismo e alla collaborazione.

Ultima ma non in termini di rilevanza l’inaugurazione del Centro Visite del Parco Regionale dei Castelli Romani ad Albano Laziale presso la “Torretta della vecchia dogana”: una struttura che dopo decenni caratterizzati dal degrado e dall’incuria è stata ristrutturata e messa a disposizione della cittadinanza di Albano Laziale. Un altro tassello che si aggiunge alla valorizzazione di quello che è il patrimonio archeologico e culturale di Albano Laziale e che ora rappresenta il punto di accoglienza per tutte le persone che vorranno venire a visitare oltre che la città, tutta la zona del Parco.