PARCO CASTELLI ROMANI: E' ALLARME ETERNIT NELLE AREE VERDI

Redazione

Castelli Romani (RM) – Il Servizio Guardiaparco del Parco dei Castelli Romani denuncia l’incremento del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti sul territorio, con particolare riferimento all’eternit. “Le segnalazioni che arrivano dai Guardiaparco sono preoccupanti – spiega il commissario straordinario, Sandro Caracci – perché evidenziano un problema la cui soluzione non può essere limitata alla semplice mappatura delle discariche, dal momento che molti Comuni non hanno i fondi da destinare allo scopo, anche se è a questi che i cittadini residenti pagano la tassa sui rifiuti”.

Quello delle discariche è un fenomeno grave e diffuso nel nostro Paese, ma lo è ancor di più se alimentato dal comportamento criminoso di coloro che usano i boschi e gli ambienti naturali per disfarsi di ciò che non serve più.

“Anche se non è al Parco, ma ai proprietari dei fondi, che compete la bonifica delle discariche, come Ente non possiamo continuare a tollerare tale stato di cose e che venga vanificato il lavoro di ripristino ambientale svolto dal Parco in via straordinaria, per restituire dignità a luoghi di particolare interesse naturalistico”.

E’ proprio di questi giorni l’ennesimo intervento di bonifica, al quale si riferiscono le fotografie, svolto nel territorio di Rocca Priora dai Guardiaparco, che hanno rimosso rifiuti abbandonati in mezzo al bosco, conferendoli in discarica autorizzata: “ritengo – aggiunge Caracci – che tale problematica debba essere affrontata in maniera sinergica e su tutto il territorio dei Castelli Romani stabilendo tra Enti pubblici, Associazionismo ed Imprenditoria una stretta collaborazione fondata su tre elementi essenziali: l’educazione, l’informazione e la prevenzione. Per questo, nei prossimi giorni, mi farò promotore di un incontro con i Sindaci ed i rappresentanti della Comunità del Parco per avviare una seria discussione sul problema  affinché  quella che è oggi un’emergenza non si trasformi sempre di più in dolorosa normalità”.

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PARCO CASTELLI ROMANI: DISCARICA ABUSIVA CON TANTO DI AMIANTO CRESCE INDISTURBATA

Redazione

Parco Castelli Romani (RM) – Il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani, nell’ambito dell’azione condotta a tutela del territorio dei Colli Prenestini e Castelli Romani,  nel mese di luglio 2013 inviava al Parco dei Castelli Romani, al Comune di Rocca Priora e al Corpo Forestale, a mezzo Posta Elettronica Certificata, la segnalazione di una discarica abusiva sita nel Parco Regionale dei Castelli Romani, località bosco di Colle di Fuori (Rocca Priora). Nella segnalazione si evidenziava la presenza di residui inerti, mobili, copertoni di vetture, batterie d’auto, finestre, vetri rotti e, soprattutto si rendeva nota la presenza di amianto.

Si chiedeva pertanto un intervento urgente per la rimozione della discarica, sottolineandone la pericolosità  per la salute degli studenti dell’Istituto Comprensivo D. Cambellotti, situato in prossimità del bosco in oggetto; per il rischio di possibili ferite riportate dalla fauna selvatica presente nel bosco e per  la pratica abituale della raccolta dei funghi che crescono spontaneamente in prossimità dei rifiuti inquinanti, da parte di gruppi di amatori.

Da un secondo sopralluogo effettuato nel mese di ottobre, risultava tutto nelle medesime condizioni, se non peggiorato con il ritrovamento di ulteriori rifiuti, con l’unica variante costituita dalla delimitazione, mediante nastro segnaletico, dell’area interessata dall’amianto.
Nel mese di gennaio 2014, effettuato un terzo sopralluogo, si deve constatare non solo che da ottobre a tutt’oggi nulla è cambiato, ma si evidenzia la ulteriore presenza di amianto in luoghi non delimitati da segnaletica, pertanto il Comitato ha provveduto ad inviare, il giorno 29 gennaio, una seconda segnalazione agli stessi

Soggetti interessati dalla prima, portandone a conoscenza anche la Asl RmH e la Stazione dei Carabinieri di San Cesareo.

Nello specifico viene richiesto:
di essere portati a conoscenza delle misure intraprese per  la corretta risoluzione del problema,
di avere, ai sensi della legge D.L. 241/90 e d.lgs. 33/2013, i riferimenti degli atti in cui tali misure vengono adottate,
la bonifica dell’area,
l’adozione di strategie atte alla prevenzione del fenomeno.

 




NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI. L’APPELLO DEL COMITATO CITTADINO AL COMUNE: “ORA SI PROCEDA CON L’ANNULLAMENTO DEFINITIVO”.

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato Cittadino di Autotutela del Territorio e della Comunità

Nemi (RM) – In merito alla conclusione della Conferenza dei Servizi, richiesta dal Comune di Nemi, riguardante il Programma Integrato di iniziativa privata in località I Corsi, che ha visto esprimersi negativamente in proposito il Parco dei Castelli Romani, l’Assessorato all’urbanistica  e la Direzione per i Beni Culturali e paesaggistici della Regione Lazio,  il Comitato cittadino di autotutela del Territorio e della Comunità, pur prendendo visione delle varie ipotesi di sviluppo della vicenda che sono apparse in questi giorni sulla stampa locale, confida nel senso di responsabilità dell’Amministrazione comunale e si augura che  quest’ultima,  tenendo conto  degli importanti pareri negativi espressi, proceda al definitivo annullamento del suddetto Programma Integrato.

Il Comitato cittadino di autotutela, creato con l’obiettivo primario e indiscusso della difesa e salvaguardia del nostro territorio e dell’ecosistema,  si  costituisce  come Osservatorio Ambientale Permanente, impegnato in un vigile ed attento monitoraggio della zona e pronto ad intervenire di fronte ad eventuali iniziative che possano rappresentare un pericolo per queste terre.  Il Comitato cittadino di autotutela si propone, inoltre, di organizzare sin dai primi mesi del nuovo anno conferenze concernenti tematiche ambientali e problematiche sociali e politiche ad esse interconnesse,  con l’obiettivo di sensibilizzare il più possibile  i cittadini  a tali questioni, affinché il territorio resti effettivamente tutelato.

Cogliamo l'occasione per augurare buone feste a tutti i nostri concittadini, con l’auspicio  di riuscire a vederli presto partecipi in questa battaglia di salvaguardia e tutela del nostro territorio.
Grazie e auguri.

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NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: PARLA IL DIRETTORE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI

Redazione

Nemi (RM) – In data 12/12/2013 si è svolta la prima Conferenza dei Servizi per il Programma di intervento di iniziativa privata in località Corsi, nel comune di Nemi.
Qual è stato l’atteggiamento assunto dal Parco dei Castelli Romani?

Il Parco dei Castelli Romani ha espresso il proprio parere in data 12/12/2013 protocollo numero 6122, emanando un diniego a fronte di una attenta analisi in base ai parametri di valutazione imposti dalla normativa, dalla legislazione, dalla giurisprudenza e dalla pianificazione vigenti.

Ci sono state però, dalla lettura del verbale, delle obiezioni sulla natura del diniego emanato dall’Ente Parco.

Uno dei professionisti incaricati di redigere il Programma Integrato ha sostenuto che il diniego emanato dall’Ente Parco fosse sostanzialmente orientato verso un giudizio fondato più su aspetti di natura urbanistica che ambientale. A quanto ci risulta gli Uffici Tecnici dell’Ente, nel redigere il parere, non hanno fatto altro che rispettare la normativa vigente e, in questo caso specifico, il riferimento all’art. 37 punto 5 delle Norme tecniche di attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) che, nel confermare sostanzialmente il dettato dell’art. 9 della L.R. 24/98 dispone “nelle more dell’approvazione dei Piani delle Aree Naturali Protette, si applicano sia le misure di salvaguardia previste nei specifici provvedimenti istitutivi o legislativi generali, sia la disciplina d’uso dei paesaggi prevista dal P.T.P.R., in caso di contrasto prevale la più restrittiva”. E in tal senso si è operato in termini di coerenza e di legittimità senza alcuna prevalenza di orientamenti “urbanistici”.

Qualcosa in più ci permettiamo di commentare in riferimento ad alcuni paragrafi della relazione tecnica dei Professionisti agroforestali riportata in verbale: “dall’analisi sulla vegetazione effettuata nel 2005 e dalla situazione attuale, i cambiamenti sostanziali sono legati alla riduzione della superficie coltivata ed al conseguente parziale abbandono dell’area”.
Quello che ci permettiamo di non condividere è che non può utilmente invocarsi la circostanza che l’area sia di fatto priva di configurazione agricola in quanto in analogia alla sentenza numero 5188 del 28/10/2013 la Sezione IV del Consiglio di Stato ha già censurato il principio della “effettiva esistenza anche considerata la natura meramente dichiarativa del vincolo”.

Per quanto riguarda invece gli aspetti rilevati dai Professionisti in riferimento alla interazione delle formazioni vegetazionali sulla fragilità idrogeologica, anche in questo caso risulta opportuna e coerente la considerazione riportata sempre dalla richiamata Sentenza del Consiglio di Stato relativamente ai sodivi incolti: “l’assenza del bosco è, sotto il profilo idrogeologico, elemento indiscutibilmente negativo per le prospettive edificatorie”.
È come dire che il consumo del suolo agroforestale lascia ampie prospettive alle aspettative edificatorie.

Passiamo a un’altra questione. Alcuni movimenti ambientalisti hanno lanciato, e non solo di recente, forti appelli al Parco dei Castelli Romani per quanto concerne l’atteggiamento che lo stesso Ente avrebbe dovuto assumere in merito al Programma Integrato di via dei Corsi a Nemi.

Ci permettiamo di consigliare ai movimenti ambientalisti di non assumere atteggiamenti monitori nei confronti dell’Ente Parco. Non sono necessari. Bensì gli stessi Movimenti dovrebbero svolgere un ruolo a sostegno anche perché nel caso specifico tra i 16 Enti invitati a partecipare alla Conferenza dei Servizi in argomento, in quanto detentori di interesse pubblico, non ci sembra di raccogliere molti pareri negativi, eccezion fatta di quello espresso dall’Ente Parco. Non si riesce quindi bene a comprendere il motivo per il quale ci si rivolga con appelli imperativi nei confronti dell’Ente Parco senza, ad esempio, rivolgere sufficiente attenzione alle formulazioni espresse dagli altri organismi competenti. L’attuale gestione del Parco muove i suoi passi nel rispetto dei contenuti normativi, legislativi, tecnici, giurisprudenziali, ambientalistici e pianificatori. Non ha certo bisogno di appelli, di richiami e di attenzione mentre ben accetti sarebbero i contributi espressi a sostegno dell’Ente.
Come mai nessun richiamo o appello è stato rivolto alle precedenti gestioni dell’Ente allorché venne emanato l’annullamento del diniego rilasciato sempre dall’Ente Parco, in data 28/04/2009 protocollo 2532?

Quali sono state le motivazioni tecniche che hanno determinato l’espressione di diniego dell’Ente Parco sul Programma Integrato di via dei Corsi?

Semplicemente che il sito di realizzazione del Programma risulta ricompreso gran parte in zona definita dal nostro Piano del Parco quale zona di protezione-paesaggio agro-pastorale aperto della Valle del Vivaro, ove è preclusa la sua trasformabilità se non strettamente legata alla conduzione di aziende agricole, laddove, quindi. le possibilità edificatorie risultano essere pressoché nulle. E pertanto in applicazione delle misure di salvaguardia tuttora vigenti, l’espressione tecnica del Parco dei Castelli Romani ai sensi dell’art. 8 della L.R. 2/84, non poteva che risultare negativa.

In fase di pubblicazione del PdA, a maggio 2009, non poteva il Comune di Nemi formulare delle osservazioni in merito alla zonizzazione del Piano?

Certamente, e questo è stato fatto sia da parte dei privati che dall’Amministrazione comunale ma, con le controdeduzioni, tali osservazioni non sono state accolte.

Quali sono le fasi conclusive della vicenda?

La conclusione definitiva verrà determinata trascorsi i 45 giorni dalla seduta di Conferenza, in attesa di ricevere i pareri richiesti.

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NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI BOCCIA IL PROGETTO

Redazione

Nemi (RM) – In riferimento alla seconda convocazione della Conferenza dei Sevizi, chiamata nuovamente a pronunciarsi sulla questione del Programma Integrato di Intervento di Iniziativa privata in località Corsi , che si è tenuta in data 12/12/2013 presso la Regione Lazio, il Comitato Cittadino di Autotutela del Territorio e della Comunità esprime forte soddisfazione e grande sollievo di fronte al parere negativo espresso dall'Ente Parco a riguardo.

"Nell'attesa di  prendere visione della relazione dettagliata, – commentano in una nota dal Comitato – con le relative motivazioni del  diniego espresso, Il Comitato cittadino di autotutela ringrazia  l'Ente Parco in qualità  di organo preposto al mantenimento dell'equilibrio ambientale, per aver  dimostrato, in questa circostanza,  responsabilità, lungimiranza e consapevolezza della propria funzione. Il Comitato ringrazia tutti coloro che hanno manifestato interesse alla vicenda, sia in qualità di privati cittadini, sia come associazioni; un sentito ringraziamento va, inoltre, alla redazione de L'osservatore laziale, per la  puntuale informazione apportata sulla questione e sul nostro territorio in generale".
 
Il Comitato cittadino di autotutela si afferma, a partire da questo momento, come soggetto  permanente, impegnato nel monitoraggio attento del nostro prezioso territorio,  propenso alla collaborazione e ad una costruttiva sinergia con tutti i cittadini e gli organi  territoriali interessati e sensibili,  per l'obiettivo primario della salvaguardia del territorio e della cura e valorizzazione dello stesso.

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NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: C'E' CHI HA DETTO NO!

Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Il dissesto idrogeologico, mi è già capitato di dirlo, è un cancro per l’Italia, rimasto spesso e volentieri afono in nome della speculazione edilizia. Frane e alluvioni sono le figlie di una politica volta a distruggere aree che invece andrebbero protette.

I primi giorni del prossimo mese di dicembre, secondo calcoli spiccioli, dovrebbe tenersi la seconda seduta della conferenza dei servizi sulla lottizzazione Corsi a Nemi. E' iniziata lo scorso 16 ottobre la conferenza dei servizi alla Regione Lazio.

Il Comune di Nemi intende concludere in fretta il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alla società riconducibile a Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi insieme ad altri soggetti.

In occasione dell’ultima conferenza dei servizi l’Ente regionale Parco dei Castelli Romani, così come la Provincia di Roma, hanno richiesto ulteriore documentazione per poter stilare una relazione tecnica o parere rispetto alla realizzazione del piano integrato in località Corsi, che ricordiamo nel 2009 non ebbe il nulla osta da parte del Parco dei Castelli Romani: a firmare il diniego di nulla osta fu l’allora direttore del Parco dei Castelli Romani Roberto Sinibaldi. Il diniego fu corredato da una relazione tecnica siglata dai geometri Massimiliano Troisi, Marco Ferrari e dal dottor Daniele Badaloni.

[ PER LEGGERE IL PARERE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI EMESSO NEL 2009 CLICCARE QUI ] Questo parere di cui si parla tanto è pubblicato in allegato al presente articolo dal nostro giornale. Ed è un atto che appare più che mai attuale, valido, ben argomentato, contestualizzato rispetto ad una situazione che sembrerebbe essere rimasta invariata.

L’attuale direttore dell’Ente regionale Tommaso Mascherucci, il quale nel 2009, espresse già un parere di carattere agro vegetazionale rispetto al progetto “Corsi”, considerando anche l’impatto dell’edificazione sul suolo, acqua e aria e considerati anche i corridoi verdi, ha richiesto nuova documentazione (sicuramente perché aggiornata rispetto all’epoca) per poter stilare una più fedele relazione tecnica, al passo con i tempi. Oltre alla nuova documentazione, Mascherucci ha richiesto di poter effettuare un nuovo sopralluogo nell’area interessata dal progetto.

Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.

Manca circa una settimana alla fine di novembre, siamo alla soglia della prossima conferenza dei servizi: perché l’Ente Parco non ha ricevuto ancora nulla? Come potrebbe in pochi giorni stilare una nuova relazione con tempi così stretti causati dal proponente stesso del progetto, cioè dal Comune?
 
Intanto, sempre lo scorso 11 novembre, Mascherucci è stato invitato dal Comune di Nemi al sopralluogo in località Corsi, stabilito per il 14 novembre.

Solo Mascherucci è in grado di sapere cosa scriverà sul nuovo parere, ma sicuramente è auspicabile un atto coerente con la linea perseguita in passato, dato lo stato dei fatti e lo scarso aggiornamento da parte dei proponenti alla data odierna.

Intanto analizziamo bene quello che sostanzialmente è stato il parere dell’ex direttore del Parco Roberto Sinibaldi.

LOCALITA' CORSI: 
Il profilo del Piano di Campagna è stato modellato in terrazzamenti artificiali anche per evitare la naturale erosione del terreno dovuta alle pendenze citate e alla composizione geologica degli strati superficiali che risultano di scarsa coesione. In questo senso le alberature esistenti assumo un ruolo fondamentale proprio nel mantenimento della coesione del terreno. Il terreno digrada successivamente con pendenze meno rilevanti, ma pur sempre da considerare per le criticità che potrebbero essere indotte da eventuali interventi antropici.

Ma non è tutto perché la relazione tecnica dei geometri e del dottor Badaloni dice anche che l’area è la continuazione dei tradizionali boschi a predominanza di castagno, esistenti in tutta la zona dei Castelli Romani.
Questa tipologia di boschi è considerata “Habitat naturale di interesse comunitario richiede la designazione di aree speciali di conservazione”. La rilevanza ecologica di questo bosco quale “cuscinetto” tra le aree a maggiore pregio naturalistico e quelle più antropizzate.
La realizzazione di questo progetto con centro estetico, villini ecc. andrebbe a causare una segmentazione e interruzione della continuità ecologica degli habitat e un conseguente abbassamento, nell’intera area circostante degli indici di naturalità esistenti.

Vicino ai Corsi c’è il Monte Calvarione e il Vallone Tempesta, aree di particolare pregio naturalistico. Considerata l’importanza della non trasformabilità dei luoghi regolata dalle direttive “Habitat e uccelli”, sostanzialmente non si può esporre questo ambiente naturalistico di enorme pregio ad interventi invasivi che comprometterebbero irrimediabilmente l’intero equilibrio naturalistico dell’area.

LE DIRETTIVE:
La direttiva "Habitat", e la Direttiva Uccelli costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda Natura 2000. Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati.

COSA SI AUSPICA:
L’educazione allo sviluppo Sostenibile (ESS) tocca tutti gli aspetti della vita e i valori, al centro dei quali vi è il rispetto  per gli altri, inclusi quelli delle generazioni presente e future, per la diversità, per l’ambiente, per le risorse della Terra. Dunque l’attuazione di quanto è sui pezzi di carta:
Importantissima al riguardo è la Valutazione di Incidenza Ambientale (in acronimo VINCA o VI) ha lo scopo di accertare preventivamente se determinati progetti possano avere incidenza significativa sui Siti di Importanza Comunitari (SIC), sulle Zone Speciali di Conservazione e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS).

Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.  In Italia la valutazione di incidenza ambientale è introdotta dall' art. 5 D.P.R. n. 357/97.

I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, sono obbligati a predisporre uno studio (di incidenza) per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti.

I proponenti di interventi (progetti) non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.

Le modalità di presentazione degli studi e la valutazione di incidenza dei piani e degli interventi sono stabilite dalle autorità competenti (Regioni e le province autonome, o enti delegati).

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CASTEL GANDOLFO: SI PIANTA UN ALBERO PER LE GENERAZIONI FUTURE

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – L'albero è un essere vivente e per questo merita attenzione. Bisogna educare i bambini fin da piccoli e ad averne rispetto. Per questi e tanti altri innumerevoli motivi. Giovedì 21 novembre mattina l'amministrazione di Castel Gandolfo guidata dal sindaco Milvia Monachesi, con i bambini delle scuole elementari, ha inaugurato la prima festa dell'albero. Una festa per sensibilizzare le future generazioni sull'importanza del rispetto per la natura. Milvia Monachesi si è scusata con i bambini per quello che si lascia alle future generazioni in tema ambientale ma ha anche ribadito con forza che la natura e il rispetto per essa è uno dei principi cardine che ispirano molte azioni dell'amministrazione di Castel Gandolfo. Presenti all'evento anche il direttore dell'Ente Parco Tommaso Mascherucci e il Commissario straordinario Sandro Caracci.




NEMI, LOTTIZZAZIONE "CORSI": IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI SI ESPRIMERA' ENTRO 40 GIORNI

Chiara Rai

Nemi (RM)Il Parco ha 40 giorni per esprimere un nuovo parere così come richiesto dalla Regione Lazio e dal proponente Comune di Nemi. Stiamo parlando della lottizzazione in zona Corsi a Nemi.  E' iniziata il 16 ottobre la conferenza dei servizi alla Regione Lazio. Il Comune di Nemi intende concludere in fretta il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alle figlie di Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi. Tante villette, residence, addirittura un centro sportivo ed estetico. Tanto cemento per un Paese di appena duemila anime che dovrebbe conservare e preservare le sue ricchezze naturalistiche.

Questo non è un particolare che si può trascurare e quindi lo evidenzieremo ancora una volta: il Comune di Nemi è il proponente. Sebbene il giudizio del Parco, in tutta questa storia, abbia un peso: il suo parere, come testualmente ci ha detto il direttore del Parco Tommaso Mascherucci, è “endoprocedimentale”.

Prima di arrivare ad un provvedimento amministrativo finale, quando la valutazione è molto complessa, come nel caso di una licenza edilizia o dell’approvazione di un programma integrato di intervento di iniziativa privata, spesso è opportuno acquisire dei pareri o atti da altre pubbliche amministrazioni, atti che non hanno vita propria ma che sono strumentali al provvedimento finale e quindi endoprocedimentali. In parole povere il proponente, cioè il Comune di Nemi acquisito il parere del Parco, può decidere se questo abbia un peso tale da compromettere l’approvazione della lottizzazione oppure può procedere con l’approvazione senza tenere conto del parere dell’Ente.

Insomma se il Parco dice “ok” e conferma la linea presa da Matteo Mauro Orciuoli, sostenitore anch’esso insieme all’allora assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, il quale, con un colpo di spugna e in soli 12 giorni ha annullato il parere negativo del precedente commissario Peduto, non ci saranno problemi di sorta e i Cavaterra potranno realizzare il loro agognato progetto.

Infatti ricordiamo sotto il commissario Gianluigi Peduto l’Ente Parco dette parere negativo. Poi lo stesso ente Parco è tornato indietro sui suoi passi e il 13 agosto del 2012 ha prontamente comunicato l’annullamento del precedente diniego rilasciato in data 28 aprile 2009.

Parere negativo che ha di fatto impedito che si concludesse l’iter di approvazione del progetto delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra.

Se invece il Parco dovesse esprimere un parere negativo il proponente Comune di Nemi potrebbe non considerare suddetto parere. Ma ricordiamo che già una volta la Regione non prese alcuna decisione ma ribadì all’ente il parere negativo espresso dal Parco.

I criteri di valutazione del direttore del Parco Tommaso Mascherucci

Il parere del Parco sarà di carattere agrovegetazionale. Il direttore Mascherucci verificherà la sussistenza dei requisiti di allora controllando se il progetto in questione ha o meno subito modifiche. Verranno studiati in maniera approfondita sia i contenuti del diniego che la perizia dell’agronomo di parte che di fatto ha inciso sul successivo annullamento in autotutela dell’ex direttore del Parco Giuntarelli (commissario Orciuoli).

Il ruolo di associazioni ambientalistiche

Gli ambientalisti, dato che il proponente è il Comune di Nemi, dovrebbero insistere con quest’ultimo ai fini della partecipazione alla conferenza dei servizi di cui la prima seduta si è già tenuta. Soltanto in questo modo le associazioni finalizzate alla tutela del territorio, potranno monitorare da vicino la situazione ed evoluzione dell’iter di approvazione del programma d’intervento di iniziativa privata in località corsi. L’Ente Parco, essendo stato chiamato ad esprimere un parere, no ha la medesima facoltà di poter accordare l’entrata al tavolo della conferenza di servizi da parte degli ambientalisti.

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CASTELLI ROMANI: "I MIEI PRIMI DUE MESI" DI SANDRO CARACCI NUOVO COMMISSARIO DEL PARCO

Angelo Parca

Castelli Romani – Sandro Caracci, Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani che rispetto alla precedente esperienza adesso ha un bagaglio maggiore e conosce bene la macchina dell’Ente.

Una nomina inaspettata che lo ha proiettato immediatamente a riprendere le fila di diverse questioni in piedi, non ultima quella del Piano di assetto e di una Vas redatta sotto il precedente Commissario Matteo Mauro Orciuoli che ha suscitato non poche polemiche da parte degli ambientalisti.

Se si restringeranno i confini del Parco oppure no, non ci è dato ancora saperlo. Ma sappiamo bene, perché a dirlo è stato Sandro Caracci in persona, che dal primo giorno del suo insediamento non si è fermato un attimo.

Ha incontrato moltissime persone in lungo e largo per il territorio, vecchie e nuove conoscenze con le quali ha ricucito e instaurato rapporti tesi ad una maggiore efficacia di azione. Tanti talenti spesso inascoltati.

Caracci ha esaminato le priorità e stilato una sorta di tabella di marcia che deve portare avanti giorno dopo giorno. Le polemiche non mancano da parte di coloro che stanno in finestra e aspettano un cenno, la rivoluzione rispetto al passato.

Un maggiore giro di vite sulla tutela ambientale, ma Sandro Caracci, sempre pronto ad accogliere chiunque lo cerchi e a rendere conto del proprio operato, ha in mente un Ente che sia pari al collante di tutti i Castelli Romani, perché "Roma ha dato tanto – dice il Commissario del Parco – ma adesso si sta comportando da matrigna”. E da queste parti vuol far capire Caracci, non ci sono Cenerentole. C’è un territorio con tradizioni, ricchezze e ambiente da salvaguardare e promuovere in maniera efficace. Non a caso il sito iniza ad essere intriso di cultura ambientale. Proposte didattiche e concertazione con le associazioni del territorio.

Se prima non si rende partecipe il territorio dei Castelli Romani e i loro attori non si potrà mai ottenere qualcosa utile alla collettività. Interessanti le dichiarazioni rilasciate nel video allegato a questo articolo dal Commissario Caracci in esclusiva per L’osservatore laziale: buona visione

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La prima seduta della conferenza dei servizi è stata convocata per il 16 ottobre 2013 alle 10:30 presso la Regione Lazio.

 

Chiara Rai

Nemi (RM) – L’ambiente di Nemi è di nuovo a rischio cementificazione. Il nostro è un vero e proprio grido di allarme che rivolgiamo a tutti gli ambientalisti.

Il polmone verde di Nemi è ancora a rischio perché per un giro di coincidenze c’è il pericolo che venga approvato il progetto di un privato finalizzato a costruire in cambio di servizi in una zona periferica immersa nel territorio protetto del Parco dei Castelli Romani.

In poche parole ll Comune di Nemi intende concludere il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alle figlie di Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi.

Tante villette, residence, addirittura un centro sportivo ed estetico. Tanto cemento per un Paese di appena duemila anime che dovrebbe conservare e preservare le sue ricchezze naturalistiche. E’ come se Nemi fosse una grande riserva: perché modificarne il paesaggio con altre costruzioni?

 La prima seduta della conferenza dei servizi è stata convocata per il 16 ottobre 2013 alle 10:30 presso la Regione Lazio.

Nella convocazione della Conferenza inviata dal Comune di Nemi a tutti gli attori si richiama la legge Legge 7 agosto 1990, n. 241 art. 14 – ter comma 7: “Si considera acquisito l'assenso dell'amministrazione, ivi comprese quelle preposte alla tutela della salute e della pubblica incolumità, alla tutela paessaggistico-territoriale e alla tutela ambientale, esclusi i provvedimenti in materia di VIA, VAS e AIA, il cui rappresentante, all'esito dei lavori della conferenza, non abbia espresso definitivamente la volontà dell'amministrazione rappresentata”.

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA CONVOCAZIONE ]

Se l'Ente Parco dei Castelli Romani non deciderà di allinearsi al primo parere espresso dall'allora Commissario Gianluigi Peduto, le Cavaterra potranno costruire grazie al "fatale" atto dell'ex Commissario straordinario del Parco Matteo Mauro Orciuoli, sostenitore anch’esso insieme all’allora assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, il quale, con un colpo di spugna e in soli 12 giorni ha annullato il parere negativo di Peduto.

Ribadiamo che sotto il commissario Gianluigi Peduto il Parco dette parere negativo. Poi lo stesso ente Parco è tornato indietro sui suoi passi e il 13 agosto del 2012 ha prontamente comunicato l’annullamento del precedente diniego rilasciato in data 28 aprile 2009. Parere negativo che, come si è già detto, ha di fatto impedito che si concludesse l’iter di approvazione del progetto delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra.

Ma Orciuli annullando il diniego di Peduto ha di fatto rimescolato le carte e dato il via libera all’iter di approvazione del progetto di lottizzazione.

Adesso spetterà al commissario Sandro Caracci gestire queste coincidenze e pareri “psichedelici” dell’Ente Parco. Il nostro giornale auspica in un sonante e totale DINIEGO, ai fini della tutela del verde rimasto.

Ma se tutto andrà male il territorio protetto di Nemi avrà una bella colata di cemento:
Progetto Residence area 1
Progetto Residence area 2
Progetto centro sportivo ed estetico area 2
Progetto quadrifamiliare area 3
Progetto Trifamiliare area 3
Progetto bifamiliare area 5
Progetto bifamiliare area 4
Bifamiliare area 6 tav 6.2 bis
Bifamiliare area 6 tav 6.2 ter

Dunque alla nuova gestione del Parco si rilancia l’appello di onorare la mission dell’Ente: Tutelare l’ambiente, il territorio protetto di cui fanno parte molti comuni dei Castelli Romani tra cui la verde e incontaminata Nemi.

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Chiara Rai

Nemi e Parco dei Castelli Romani (RM) – Questa è una storia che si trascina da anni e che lancia degli interrogativi quali:  può la politica influenzare l’andamento degli eventi?

Lo scorso 26 settembre del 2013 il responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi pubblica una determina avente come oggetto: “Programma integrato di intervento di iniziativa privata in loc. Corsi annullamento determina n. 65 del 5 giugno 2009 conclusione della conferenza di servizi del giorno 3 aprile 2009, ai sensi dell'art. 14 ter l. N. 241/90". (CLICCARE QUI PER LEGGERE LA DETERMINA)

Questa determina ne annulla una precedente e al contempo preannuncia una conferenza dei servizi finalizzata a concludere un accordo di programma, cioè a permettere a un privato di costruire in cambio di servizi.

L’atto è il penultimo tassello di una storia che appare paradossale e che fa riflettere sulla “politica” che a volte potrebbe mettere il suo zampino per soddisfare le esigenze di coloro i quali danno il proprio consenso e quello dei loro famigliari. Un consenso concesso qualora in cambio, si ricevano altrettante “soddisfazioni” che in embrione hanno l’appellativo intenzionale di promesse.

I terreni in località Corsi (la parte alta di Nemi) le cui gesta sono narrate a partire dal 2005, sono di proprietà delle figlie di Renzo Cavaterra detto Massimo, lo stesso signore al quale la Procura della Repubblica di Velletri ha sequestrato l’area di Pentima Pizzuta sul lago di Nemi perché oggetto di movimenti di terra più volgarmente conosciuti come “sbancamenti”. Renzo Cavaterra è, per intenderci, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, rapporto umano che non ha mai avuto modo di negare.

Renzo Cavaterra da diversi anni persegue la realizzazione di questo progetto che sostanzialmente consiste in una richiesta di cubatura abitativa in cambio di servizi che gioverebbero al Comune di Nemi e quindi alla località Corsi. Insomma si tratta di Programmi integrati di intervento che puntano a promuovere, coordinare ed integrare iniziative e risorse pubbliche e private, per migliorare la qualità urbana e la dotazione di servizi e infrastrutture di quartieri che ne sono carenti. Le amministrazioni che si sono susseguite a Nemi, a partire dalla Giunta Biaggi, almeno lo si evince dagli atti, sembrerebbe non gli abbiano mai dato problemi.

Il paradosso o se vogliamo, l’assurdità sta nei pareri “psichedelici” rilasciati dall’Ente Parco dei Castelli Romani negli anni e l’interrogazione sorge ancora più chiaramente spontanea: Può la politica averci messo lo zampino di mezzo?

Sotto l’era di Gianluigi Peduto, infatti, l’Ente Regionale Parco dei Castelli Romani diede un duro diniego all’iniziativa delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra in località Corsi e questo parere bloccò l’iter di approvazione del progetto e quindi la sua realizzazione. Ciononostante sotto la giunta di Alessandro Biaggi e poi di Cinzia Cocchi, lo stesso progetto abbia seguito l’iter di rito per l’approvazione senza incontrare, al livello di Ente comunale, paletti di sorta. L’alt è dunque arrivato dall’Ente Parco che sostanzialmente ha fatto saltare l’intero progetto.

Successivamente la situazione si è completamente ribaltata non appena è stato eletto Alberto Bertucci Sindaco Di Nemi (maggio 2012). E’ da quel momento che l’Ente Parco dei Castelli Romani ha assunto un comportamento “psichedelico”. Il colpo di scena è arrivato durante il periodo in cui è stato commissario straordinario del Parco Matteo Mauro Orciuoli, sostenitore anch’esso insieme all’allora assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

In questo periodo Il Parco dei Castelli Romani è tornato indietro sui suoi passi e il 13 agosto del 2012 ha prontamente comunicato l’annullamento del precedente diniego rilasciato in data 28 aprile 2009. Parere negativo che, come si è già detto, ha di fatto impedito che si concludesse l’iter di approvazione del progetto delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra. Adesso solo delle figlie di Renzo Cavaterra in quanto il nipote non è più amministratore da marzo 2013 della società proprietaria dei terreni.

E’ assolutamente sbalorditivo dunque, come l’Ente Parco in piena autonomia abbia prima dato un parere negativo ben argomentato e poi sia tornato repentinamente sui suoi passi. Il Parco ha annullato il diniego dopo che il 1 agosto 2012, il Comune di Nemi ha chiesto al Parco di rivedere in autotutela il proprio provvedimento di diniego a seguito delle memorie formulate dai proponenti il Programma Integrato Loc. Corsi.

Dunque la storia è che il Comune di Nemi guidato da Alberto Bertucci ha chiesto al Parco guidato da Mauro Orciuoli di annullare il precedente parere negativo e, colpo di scena, dalla richiesta del Comune fino all’effettivo annullamento sono passati soltanto 12 giorni. Neppure due settimane ma dodici giorni per tornare sui propri passi.

A questo punto ci si chiede quale motivo abbia fatto cambiare idea all’Ente Parco in questa maniera. E’ forse una fatale coincidenza che il parere del Parco abbia subito un ribaltamento di opinione proprio durante il commissariamento di Mauro Orciuoli, sostenitore insieme all’ex assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco Alberto Bertucci?

Matteo Mauro Orciuoli da qualche mese non è più commissario straordinario del Parco. Come si comporterà l’Ente nella prossima conferenza dei servizi che dovrebbe avvenire a breve?