Parco della Majella: l’orsa Caterina e le sue amiche immerse nella natura

GUARDIAGRELE (CH) – Una visita da non perdere quella agli orsi bruni e marsicani nell’area protetta del Parco Nazionale della Majella. Lo scenario è mozzafiato: siamo nel Parco del Lupo, dell’Orso, nei vasti pianori d’alta quota e dei canyons selvaggi e imponenti, ma anche nel Parco degli Eremi, delle Abbazie, delle capanne in pietra a secco, dei meravigliosi centri storici dei Comuni che ne fanno parte.

Un momento a contatto diretto con la natura e le sue creature

Gentilissima ed esperta Luigia Di Sciullo ha spiegato che l’area dove si trovano le orse (sono femmine Caterina e le sue amiche) è limitata perché ha una funzione didattica ed è oggetto ormai da diversi anni di ricerche volte a conoscere la reale situazione della specie nel territorio protetto, in particolare attraverso il monitoraggio genetico non invasivo che è in grado di farci conoscere il sesso dei diversi individui presenti così come di determinare il minimo numero certo di animali che abitano il Parco ma anche informazioni relative agli spostamenti effettuati dai diversi orsi.

E’ davvero sorprendente vedere questi orsi in libertà, se si passa del tempo ad osservarli si scopre tanto sui caratteri di questi animali: c’è sempre un leader che fa capire al resto delle orse chi comanda. Poi ci sono gli alberi con le impronte e si è potuto scorgere persino un orsa su un albero. Davvero dei momenti fantastici!

Nel Parco sono state adottate misure di tutela volte a garantire ambienti maggiormente idonei alla specie sia dal punto di vista trofico che per quello che riguarda la tranquillità e la sicurezza di cui questo animale necessita, attraverso la chiusura di strade di penetrazione nei territori maggiormente utilizzati dal plantigrado e una gestione forestale e degli habitat che garantisca la presenza di adeguate fonti di cibo di origine naturale.

Attualmente si stima che nel Parco siano stabilmente presenti almeno 3-4 individui di orso, per i quali in diversi casi è stato accertato che rimangono all’interno del Parco anche per trascorrere il letargo invernale protetti nelle aree più remote e meno disturbate.

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