Parma, si cercano i due ragazzi scomparsi nel Po

PARMA – Due ragazzi, secondo le prime informazioni di origine straniera, sono scomparsi nel tardo pomeriggio nelle acque del fiume Po nella zona di Coltaro, una frazione del comune di Sissa Trecasali, in provincia di Parma, durante un bagno in compagnia di un gruppo di amici. Nella zona sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco, impegnati secondo sommarie informazioni nelle ricerche dei ragazzi con i sommozzatori.




Parma, Federico Pizzarotti: ecco il “partito dei sindaci”

PARMA – Da Parma, la città che guida da sei anni, anche dopo la sua uscita dal Movimento 5 Stelle, il sindaco Federico Pizzarotti, 44 anni, ha dato il via ufficiale al tour del partito dei sindaci. In un’intervista all’Agi, il primo cittadino della città emiliana spiega l’origine e gli obiettivi dell’iniziativa. “La società che sogniamo è esattamente quella che creiamo ogni giorno nelle nostre città”, ha spiegato. “Qui, con fatti concreti, lavoriamo quotidianamente per migliorare la qualità della vita degli italiani”.

 

Il partito si chiama Italia in Comune e il suo slogan “La società che sogniamo, la società che vogliamo” è piuttosto ambizioso…

Il nome “partito dei sindaci” è stato coniato dai giornalisti per semplificare. L’iniziativa parte dai sindaci civici e intende aggregare tutti i sindaci che ci stanno, ma è un partito aperto e plurale, e perciò tutti i cittadini possono aderire. Cittadini e sindaci insieme. La società che sogniamo è esattamente quella che creiamo ogni giorno nelle nostre città: qui, con fatti concreti, lavoriamo quotidianamente per migliorare la qualità della vita degli italiani.

 

Civici e cittadini insieme per una idea comune di Governo: come intende operare il nuovo ‘partito dei sindaci’ e partendo da che basi?

Un fatto semplice: da una parte in Italia e in Europa cresce il populismo. Intendo per populiste quelle forze che parlano alla pancia delle persone facendo leva sulle loro paure, senza proporre mai soluzioni. Dall’altra i partiti tradizionali e i loro leader si dimostrano vecchi e in declino. Oltre a queste due realtà esistono migliaia di sindaci che non urlano, non battibeccano, non puntano il dito contro gli ultimi, semplicemente e ogni giorno rispondono ai problemi dell’Italia e degli italiani mettendo in campo soluzioni e risultati. Questo  è fare politica, in modo reale e concreto.

 

Enti locali sempre più penalizzati dai tagli del governo centrale: Italia in Comune come farà a rispondere a quello che chiedono i cittadini delusi dalla politica, ad esempio in materia di sicurezza e immigrazione?

In autunno ci sarà l’assemblea nazionale degli iscritti, e per quella data vogliamo proporre un programma che tocchi tutti i temi cari agli italiani. La sicurezza è uno di questi. Gli italiani associano sicurezza con immigrazione perché spesso i richiedenti asilo vengono tenuti dallo Stato ai margini della società. Da noi, a Parma, nessuno sta con le mani in mano: oggi, da noi, i richiedenti asilo svolgono attività di volontariato e così si integrano: puliscono piazze o strade, oppure aiutano i nostri figli ad attraversare la strada per andare a scuola assieme ai “nonni vigile”. La sicurezza deve essere scissa dall’immigrazione. Per la prima servono più investimenti, più forze dell’ordine, pene certe e norme efficaci. Per la seconda serve una sola parola: inclusione. Se non c’è inclusione c’è marginalizzazione. Se c’è marginalizzazione c’è degrado, insicurezza e infine paura. Lì nasce il populismo.

 

Si potrebbe dire una politica che nasce dalle buone idee dei sindaci e dalle ‘buone pratiche’ già sperimentate a livello locale. O qualcosa di ancora diverso? 

Questa è l’idea, ma non limitiamoci solo alle buone pratiche. Le buone pratiche nascono anzitutto dalle idee, e le idee dalla visione di Paese che abbiamo: ci sentiamo italiani d’Europa ed europei d’Italia, lasciamo ad altri le ruspe, che servono per demolire, o i muri, che servono per dividere. Siamo una forza non populista, di ispirazione democratica e che guarda alle libertà individuali come a diritti sacrosanti. I nostri ideali, del resto, li realizziamo ogni giorno: fondi di garanzia per chi non arriva a fine mese (a Parma lo abbiamo approvato tre settimane fa), politiche per la tutela dell’ambiente, investimenti per le scuole, tutela e difesa delle piccole e medie imprese, politiche di sostenibilità in campo economico. A Parma abbiamo ridotto il debito del Comune più del 50% in 5 anni, aumentando gli investimenti. Oggi siamo diventati Capitale Italiana della Cultura 2020 e prima Città Creativa della Gastronomia Unesco in Italia. I risultati si possono ottenere, basta tirarsi su le maniche.

 

Parma è la prima tappa di una serie di convention regionali che culminerà nell`assemblea nazionale degli iscritti prevista per il prossimo autunno: partirà da lì la campagna di adesioni al nuovo soggetto politico?  Attualmente com’è strutturato?

La campagna di adesioni parte con il tour delle regioni. Ci presenteremo agli italiani regione per regione, città per città. In queste ultime settimane ci stanno scrivendo da tutta Italia, sindaci civici e cittadini che chiedono di poter aderire. Dal Trentino alla Sicilia, c’è una grande voglia di partecipazione e di esserci: chiunque può far parte di questo cammino. Italia in Comune ha il suo coordinatore nazionale, che è Alessio Pascucci. Io sono stato eletto presidente. Abbiamo un coordinamento nazionale e al momento i referenti regionali. L’assemblea degli iscritti prevista per autunno servirà per eleggere i coordinatori regionali e offrire agli italiani un programma chiaro di governo del Paese.

 

L’Emilia Romagna è stato il ‘laboratorio’ politico di Italia in Comune: com’e’ nato il progetto? 

In realtà non esiste una regione come laboratorio politico. Italia in Comune nasce come movimento di buone pratiche nel 2014 grazie a una intuizione di Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri. Nel dicembre del 2017, 400 amministratori provenienti da tutta Italia, membri del movimento, si sono riuniti a Roma per dare vita a una fase costituente che sfociasse in un partito vero e proprio. Oggi è nata una nuova realtà che guarda oltre la destra e la sinistra, composta da centinaia di cittadini e da sindaci civici.

 

Obiettivo dichiarato, le regionali del 2019, non solo in Emilia Romagna ma in diverse regioni d’Italia …. Sarete pronti a vincere la sfida ?

Siamo pronti a esserci, a dare una nostra visione di Emilia Romagna e di Paese. Mettiamo al centro il lavoro quotidiano di tanti sindaci che hanno cambiato in meglio il volto delle loro città. Il declino dei partiti tradizionali e l’avanzare del populismo impongono una scelta netta: da una parte chi ci mette la faccia quotidianamente, sapendo che se non sai fare il tuo lavoro ti vengono a bussare sotto casa, dall’altra le facili e impossibili promesse di chi non ha mai amministrato, ma prende tanti soldi per stare in parlamento o nell’Europarlamento. Come ogni cittadino che ha a cuore la propria città, amiamo fare la nostra parte per l’Italia. Crediamo che ci sia tanto ancora da esprimere. Vogliamo dare soluzioni rispondendo in modo netto a chi vede solo problemi.

 

Una domanda sulla politica nazionale: dopo le politiche di marzo, gli italiani aspettano un governo che sembra sempre piu’ lontano dal nascere, con i ‘vincitori’ apparentemente sempre più distanti: giudica possibile una alleanza Lega –M5S?  Più o meno di un governo Pd-M5S? O il M5S porterà di nuovo l’Italia al voto?

Dal 5 marzo continuo a ripetere che ci vuole più responsabilità: chi ha vinto le elezioni è chiamato a governare e a dimostrare di esserne in grado. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito nel Paese. Mi auguro abbia la possibilità di governare. Il populismo si sgonfia mettendolo alla prova dei fatti.




Parma, terremoto: forte scossa di magnitudo 4.4

PARMA – Sciame sismico in corso sull’appennino ligure. Alle 13.37 è stata registrata una forte scossa di magnitudo 4.4 con epicentro Fornovo di Taro (32 km la profondità). Il terremoto ha fatto seguito a una prima scossa di 3.3 (25 chilometri la profondità), con epicentro a Varano de’ Melegari nell’alta Val di Taro alle 13.10. Molte telefonate a Parma di cittadini allarmati ai vigili del fuoco. La scossa più forte è stata avvertita anche a Salsomaggiore, Reggio Emilia, La Spezia e persino a Piacenza. Poco dopo scosse di assestamento di magnitudo 2.6 e 2.4.




Parma, operazione parola d’ordine: gruppo criminale occultava all’estero ingenti patrimoni personali di evasori fiscali

PARMA – La Guardia di Finanza di Parma, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, al termine di una complessa attività di indagine durata oltre due anni, ha smantellato un gruppo criminale composto da 26 persone indagate e specializzato nell’occultare i patrimoni immobiliari e mobiliari di soggetti che, seppur solvibili, avevano deciso di non pagare le imposte verso l’Erario a loro carico o i prestiti contratti.: le ingenti disponibilità economiche – per un valore di circa 7 mil ioni di euro – sono state, invece, sequestrate dai Finanzieri che hanno anche arrestato 8 persone per associazione a delinquere e notificato altresì ad ulteriori 2 soggetti – un notaio e un imprenditore – l’interdizione allo svolgimento di attività professionali e di impresa.

L’operazione, scattata sabato scorso per il pericolo di fuga degli indagati e che ha visto impegnati centinaia di Finanzieri che hanno eseguito oltre agli arresti anche sequestri patrimoniali e perquisizioni, oltre che a Parma, anche ad Arezzo, Pordenone, Trieste, Savona, Padova, Verona, Milano, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno, Chieti e, in particolare, a Ferrara.

Attraverso complesse attività investigative, espletate anche mediante l’ausilio di intercettazioni telefoniche, è stata accertata l’esistenza di un esteso contesto di illiceità che utilizzava un’Associazione Antiusura con sede a Parma e a cui facevano riferimento numerose persone fisiche e giuridiche debitrici seppur con disponibilità patrimoniali.

L’Associazione infatti offriva, tra gli altri, “servizi” finalizzati ad impedire od ostacolare le procedure esecutive – avviate da Enti pubblici per debiti verso l’Erario (Tribunale, ex Equitalia o altri Enti di riscossione) o da soggetti privati – nei confronti dei patrimoni personali o aziendali dei debitori. Questi ultimi attraverso il consorzio criminale, stipulavano numerosi negozi giuridici simulati e/o fraudolenti – fra cui numerosi trust con trustee fittiziamente residente in S lovenia e società ad hoc con sede sempre in Slovenia, oltre che in Senegal e Croazia – tutti riconducibili al consorzio criminale, al fine di rendere gli asset patrimoniali non più aggredibili o sequestrabili in Itali a dall’Autorità Giudiziaria.

Il sistema di frode, unico nel suo genere, era utile per ulteriori finalità: esso mirava, altresì, ad approfittare della debolezza psicologica di taluni imprenditori in difficoltà economiche, al fine di incassare, da quest’ultimi, non solo laute parcelle per l’avvio della “procedura criminale” offerta dall’Associazione ma anche le risorse economiche ancora a loro disposizione, illudendoli di una restituzione nel tempo, anche sotto forma di “vitalizio”.

Tale restituzione, però, non avveniva mai o solo in parte in quanto, successivamente, i personaggi indagati si rendevano irreperibili: è il caso di una imprenditrice che, nelle dichiarazioni rese ai Finanzieri, ha dichiarato di essere stata persuasa a versare la considerevole somma di 300.000 euro su conti intestati ad una società senegalese (legalmente rappresentata dai principali indagati) con la prospettazione, rivelatasi invera, di restituirgliela sotto forma di vitalizio mensile non tracciabile.

Ma, parallelamente, vi sono i casi di vari imprenditori che, avendo deciso di non pagare Iva ed altre imposte sui redditi, hanno cautelato i propri patrimoni con gli arrestati e adesso sono tutti indagati per sottrazione fraudolenta al pagamento di im poste.

È il caso, ad esempio, di un’azienda di pavimenti in legno che non aveva versato l’iva per 60 mila euro, pur avendo un patrimonio aziendale di 240.000,00 euro.

L’Associazione – “teoricamente” mutualistica – che ha erogato le specifiche prestazio ni a favore di numerosi soggetti era utilizzata, quindi, come “schermo lecito” per procedere a varie attività illecite del gruppo criminale.

Tali attività erano rivolte, soprattutto, a favorire soggetti con ingenti disponibilità patrimoniali e finanziarie che avevano comunque deciso di non pagare le imposte a loro carico o non restituire taluni prestiti contratti: al fine di evitare che i patrimoni venissero aggrediti dai provvedimenti esecutivi promossi dai creditori (sequestri per equivalente dell’imposta evasa, pignoramenti ecc.) venivano predisposti negozi giuridici ad hoc che “occultavano” tali patrimoni all’estero o in capo a soggetti terzi. In questo modo i debitori venivano “fittiziamente” spossessati dei loro patrimoni e, pertanto, non più aggredibili dai creditori stessi.

Le attività economiche, tuttavia, continuavano senza soluzione di continuità agli occhi dei clienti: una volta creata sulla carta la società estera, infatti, veniva contestualmente aperta una unità locale in Italia che, ovviamente, coincideva con la sede della società o azienda originaria.

Tali operazioni avvenivano grazie alle competenze professionali di un notaio, ben conscio delle sue particolari e anomale prestazioni professionali asservite all’associazione criminale. Strumentali al perseguimento del programma associativo erano le sistematiche denunce per usura ed estorsione finalizzate unicamente a usufruire della sospensione di ogni procedura esecutiva offerta dall’articolo 20 della L. 44/99 (fondo di solidarietà vittime dell’ usura) così da guadagnare il tempo necessario a rendere inaggredibili i patrimoni aziendali trasferendoli a società estere.

Per questo motivo, le denunce/querele venivano riproposte senza sosta per anni e davanti disparate Procure nazionali nonostante fini ssero sistematicamente in archiviazione per infondatezza della notitia criminis ; da qui la calunniosità delle accuse: le denunce, infatti, venivano riproposte identiche pur nella perfetta consapevolezza (dovuta dalla pluriennale notifica di richieste e dec reti di archiviazione) dell’innocenza dei soggetti accusati di usura ed estorsione.

Per perseguire lo scopo, l’organizzazione ha:

  • utilizzato la struttura giuridica del trust, nel cui fondo ha fatto confluire la piena proprietà o i diritti di usufrutto sui beni immobili aggredibili dai creditori;
  • effettuato cessioni di quote del capitale sociale delle aziende a favore di un soggetto di diritto estero costituito ad hoc;
  • affittato rami d’azienda a canone agevolato a favore di un soggetto di dirit to estero costituito ad hoc.

Nel corso dell’indagine la Guardia di Finanza di Parma ha individuato ben 49 trust nonché riscontrati 71 cessioni di quote societarie, 12 affitti immobiliari, e 3 cessioni di rami di azienda, a fronte di debiti tributari non pagati per milioni di euro.

Nel corso dell’indagine sono confluite, altresì, le attività di polizia tributaria e giudiziaria condotte dalla Compagnia di Ferrara nei confronti di un soggetto economico fruitore di tali “servizi”.

E’ stato accertato, inoltre, che le spese relative alle pratiche aperte dall’Associazione e le relative perizie offerte dalla stessa venivano remunerate attraverso pagamenti diretti non all’ente no profit bensì a favore delle citate società estere intestate ai soggetti indagati e che venivano utilizzate, pertanto, come collettori dei flussi finanziari illeciti.

Sono 26, complessivamente, gli indagati dalla Guardia di Finanza per la vasta gamma di reati accertati che spaziano dalla sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, alla mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, fino alla calunnia.

In ragione di ciò, il GIP di Parma – dott. Mattia Fiorentini – ha disposto l’emissione di n. 8 ordinanze di custodia cautelare di cui 4 in carcere e n. 4 ai domiciliari, nonché l’interdizione dall’esercizio di attività professionali e di impresa per un notaio e per una imprenditrice, il sequestro della sede dell’Associazione Antiusura, 7 società, 3 conti correnti nonché partecipazioni societarie di 41 persone giuridiche, 16 immobili, 2 siti internet e disponibilità liquide per quasi 7 milioni di euro.

L’operazione “Parola d’ordine” (dalla traduzione francese del nome delle tre società senegalese, slovena e croata “MOTDEPASSE” che fungevano da “bacinella” di raccolta dei contanti incassati dagli indagati) condotta dalla Guardia di Finanza riscontra il prioritario impegno del Corpo a contrastare le frodi economico – finanziarie più gravi che, in questo caso, sono state perpetrate tramite l’illecito trasferimento di capitali all’estero, la residenza fittizia all’estero di persone fisiche e giuridiche, la costituzione in Italia di stabili organizzazioni occulte di imprese estere nonché l’utilizzo strumental e e illecito di trust.




Parma, madre e figlia trovate massacrate in casa: Il figlio della donna ha confessato

 

PARMA – Ha confessato di avere ucciso la madre e la sorellina, Solomon Nyantakyi il giovane fermato a Milano dalla polizia per il duplice omicidio avvenuto a Parma. Solomon Nyantakyi, 21 anni, il giovane sospettato di avere ucciso la madre Nfum Patience di 43 anni e la sorellina di 11 Magdalene, era stato rintracciato e fermato dalla polizia a Milano.La donna di 45 e la figlia di 11 anni, Nfum Patience e la piccola Magdalene Nyantakyi, origini ghanesi ma da anni residenti in Italia, sono state trovate uccise, massacrate con una violenza indicibile, verso le 21 nel loro appartamento in via San Leonardo, nella prima periferia di Parma. Sono state uccise con molte coltellate, o forse con un altro oggetto contundente, tanto che la scena del delitto è apparsa raccapricciante: macchie di sangue ovunque, già nel corridoio e nell'ingresso, sui muri, ed è stato molto difficile accedere alle altre stanze senza correre rischi di inquinare lo scenario. 

Ad accorgersi del duplice omicidio è stato un terzo figlio della donna, Raymond Nyantakyi, 25 anni, quando è tornato a casa dopo la giornata di lavoro. Il giovane è stato portato in Questura per sentire la sua testimonianza mentre è partita in città la caccia all'uomo, alla ricerca del terzo figlio irreperibile e fortemente sospettato del duplice delitto. Sul luogo del massacro si sono recati il Pm di turno, Paola Dal Monte, la polizia scientifica e diverse pattuglie della squadra mobile di Parma. Raymond, sconvolto, dopo aver rinvenuto i corpi ha prima avvisato una vicina e poi ha fatto partire la chiamata al 113, l'annuncio del massacro. I corpi delle due vittime sarebbero stati rinvenuti in sala da pranzo ma il sangue sarebbe stato lasciato un po' ovunque nell'appartamento. I sospetti si sono indirizzati subito sul 21enne che nel frattempo era sparito, con un indizio forte a suo carico: il suo telefonino è risultato irraggiungibile proprio dal momento del delitto.

Il giovane è stato una promessa del calcio, prima che problemi comportamentali ne precludessero un facile progresso nel mondo del pallone. Aveva esordito nelle giovanili del Parma, aveva vinto uno scudetto allievi insieme a nomi diventati famosi come quelli di Josè Mauri e Alberto Cerri. Trequartista, era stato chiamato in prima squadra nell'ultimo anno di serie A, dall'ex tecnico della nazionale Donadoni. Stava andando verso il Milan, ma l'allora responsabile del settore giovanile del Parma, Francesco Palmieri, lo aveva convinto a restare in gialloblù. Poi diversi cambi di casaccao, fino all' Imolese, dove la sua promettente carriera si è interrotta. Ora è ricercato. Il padre e il marito di questa famiglia devastata non era in Italia mentre succedeva la tragedia: è in Inghilterra per ragioni di lavoro. Secondo la testimonianza di una vicina, questo pomeriggio intorno alle 14.30 si sarebbero sentite le urla della bambina, che per alcuni attimi avrebbe esclamato più volte, "Mamma, mamma". Poi il silenzio, fino a questa sera quando è rientrato Raymond. Una parente delle vittime ha raccontato che la donna era rientrata da pochi giorni dal Ghana dove era stata per una breve vacanza. La famiglia risiede da tempo a Parma tanto che la piccola Magdalene era nata nella città emiliana. Dove è morta, verosimilmente per mano del fratello




Parma, uccide l'ex compagna e si toglie la vita

 

Omicidio-suicidio la scorsa notte in un appartamento alla prima periferia di Parma. Una donna di 43 anni è stata uccisa dal compagno, di 50 anni, che poi si è tolto la vita. I due sono Arianna Rivara e Paolo Cocconi, parmigiani e dipendenti della Barilla. L'omicidio-suicidio, nell'appartamento in via Gibertini nel quartiere San Lazzaro, sarebbe avvenuto poco dopo la mezzanotte. Sono intervenuti i carabinieri, che questa mattina hanno completato i rilievi con l'ausilio della Scientifica. L'appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre proseguono le indagini soprattutto per definire modalità e cause della vicenda.

Arianna Rivara potrebbe essere stata strangolata, Paolo Cocconi si sarebbe ucciso con un mix di psicofarmaci. Queste le prime ipotesi sull'omicidio-suicidio. I due avevano interrotto la relazione l'estate scorsa e lui, probabilmente, tentava di riallacciare il rapporto: nell'alloggio è stata trovata una piccola scatola con un anello. Sono stati alcuni vicini a chiedere aiuto al 112, sentendo le urla. Per aprire la porta blindata è stato necessario l' intervento dei vigili del fuoco: i corpi erano sul pavimento. L' ipotesi è che il rifiuto di lei abbia scatenato l'ira di Cocconi, che lascia una figlia. I vicini ricordano l'uomo come un "signore perbene", "una persona normalissima", con vari amici.

E, solo due mesi fa, Arianna Rivara, aveva fatto un post su Fb: "No alla violenza sulle donne". Lo aveva fatto in occasione della Giornata mondiale, listando di bianco e rosso la propria foto-profilo – Arianna Rivara, la donna di 43 anni uccisa la scorsa notte dall'ex compagno Paolo Cocconi, cinquantenne, nell'appartamento di lui in via Gibertini a Parma.

Appena un mese fa Parma era stata scossa dal duplice delitto di Luca Manici, alias Kelly, transessuale di 47 anni, e Gabriela Altamirano, donna argentina di 45, i cui corpi erano stati trovati in un club a luci rosse a San Prospero, alle porte della città. Per quella vicenda sono stati arrestati dalla Polizia l'ex compagno della sudamericana e il figlio.




Parma, perquisizioni alla Bonatti per il caso degli italiani uccisi in Libia

Redazione

PARMA – Perquisizioni sono in corso da questa mattina presso la Bonatti di Parma, società di costruzioni in cui lavoravano Salvatore Failla e Fausto Piano, uccisi il 2 marzo scorso in Libia, dove erano stati sequestrati, durante un conflitto a fuoco. Le perquisizioni, eseguite dai carabinieri del Ros sono state disposte dalla procura di Roma.Secondo quanto si apprende, Dennis Morson, 'operation manager' della società è indagato dai giudici capitolini nell'ambito dell'inchiesta sul sequestro e sulla morte dei due tecnici. Omicidio colposo e violazione dell'articolo 2087 del codice civile sulla tutela delle condizioni di lavoro sono i reati ipotizzati. Morson, per conto della Bonatti, si occupava proprio della sicurezza del personale. Le indagini del pm Sergio Colaiocco puntano a ricostruire le circostanze per cui sono state omesse le cautele per prevenire il rischio di sequestri di persona, nel trasferimento di Failla e Piano dall'Italia al compound della 'Mellitah Oil and Gas'. I due tecnici erano stati rapiti nel luglio del 2015 assieme ai colleghi Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, questi ultimi due liberati e tornati in Italia a marzo.

 

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PARMA: BIMBO NASCE SENZA GAMBE. GENITORI CHIEDONO I DANNI ALL'OSPEDALE

Red. Cronaca

Parma – È nato il giorno di Natale all'ospedale di Parma. Quella che sarebbe dovuta essere una gioia per i genitori del piccolo si è invece trasformata in un vero e proprio dramma. Il neonato è venuto alla luce senza gambe e secondo i genitori nessuna ecografia in precedenza aveva segnalato la grave malformazione. Ora la coppia, che vive a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha dato mandato ai loro avvocati Silvia Gamberoni e Alessandro Falzoni del foro di Ferrara di avviare una causa civile per il risarcimento dei danni.
 




PARMA: TOMMASO ONOFRI. INAUGURATO PARCO GIOCHI IN SUA MEMORIA

Angelo Barraco

Parma –  A San Prospero è stato inaugurato un parco giochi per bambini intitolato a Tommaso Onofri, il bambino di 17 mesi che fu rapito e ucciso senza pietà il 2 marzo del 2006 a Casalbaroncolo. All’inaugurazione del parco, oltre al Sindaco di Parma Federico Pizzarotti e i rappresentanti di diverse associazioni, c’era anche la mamma del piccolo Tommy, Paola Pellinghelli. La mamma del piccolo Tommy ha raccontato così l’iniziativa: “Un'iniziativa che mi fa piacere. A Tommy sono dedicati asili e parchi in tutt'Italia. Mancava Parma ma da oggi possiamo dire che anche Parma lo ha ricordato”. 
Ricordiamo che la sera del 2 marzo del 2006 due sconosciuti, intorno alle 21.00m entrano a casa Onofri ed immobilizzano con il nastro isolante i coniugi Onofri e il figlio maggiore della coppia. Il figlio più piccolo, Tommaso, lo prendono dal seggiolone e lo portano via. Il piccolo era febbricitante e soffriva di epilessia, l’Italia si commuove e le ricerche partono da ogni regione e con qualsiasi mezzo, ma non viene trovata traccia. Successivamente vengono ascoltati alcuni operai che avevano lavorato nella casa della famiglia Onofri. Il 10 marzo, in seguito ad una perquisizione da parte delle forze dell’ordine viene scoperto del materiale pedopornografico nel computer del papà di Tommy e viene iscritto nel registro degli indagati per il possesso di tale materiale. Il 26 marzo comparve vicino la casa degli Onofri la scritta “ne hai abbastanza?” interpretata come messaggio dei malviventi rivolto alla famiglia. Il 28 marzo le indagini si concentrano su una traccia lasciata dai rapitori nel nastro adesivo. Accertamenti portano ad un muratore, Mario Alessi, un pluripregiudicato che ha ristrutturato la casa degli Onofri. L’uomo era stato ascoltato in procura ma aveva un alibi che però era stato smentito. Il 1 aprile viene effettuata una vastissima operazione che coninvolge Polizia e Carabinieri che porta alla perquisizione di casolari e campagne alla ricerca del piccolo Tommy. Vengono ascoltate circa 40 persone e posti a fermo Mario Alessi, Antonella Conserva (la compagna) e Salvatore Raimondi, l’uomo a cui apparteneva l’impronta digitale sul nastro adesivo. Alessi dopo l’interrogatorio confessa il tragico delitto e confessa di averlo ucciso poco dopo il rapimento. Il 2 aprile gli inquirenti vengono condotti nel luogo in cui si trova occultato il corpo del piccolo Tommy. 



EMILIA ROMAGNA: 600 EVACUATI TRA PIACENZA, PARMA, REGGIO EMILIA E FERRARA

Redazione

Emilia Romagna – Sono 598 i cittadini residenti nelle aree golenali a rischio di allagamento gia' evacuati in via precauzionale a causa dell'ondata di piena del Po; altri 524 sono in attesa di essere trasferiti o in corso di trasferimento. Tutti i Comuni rivieraschi delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara – coordinati dalle Prefetture – stanno infatti procedendo ad attuare le ordinanze di evacuazione e le operazioni si stanno svolgendo regolarmente; i cittadini, informa la Regione, hanno trovato ospitalita' da amici e parenti e in parte saranno alloggiati negli alberghi e nelle strutture messe a disposizione dai Comuni. "La Regione – afferma il direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile Maurizio Mainetti – e' pronta, attraverso l'Agenzia, a mettere a disposizione risorse finanziare per dare adeguato supporto alle amministrazioni comunali per l'assistenza alla popolazione, e se necessario, mezzi e attrezzature". Sulla base dei dati forniti da Aipo, domani pomeriggio e' previsto il transito dell'ondata di piena a Boretto, in provincia di Reggio Emilia, con livello 3, quindi di criticita' elevata, ma con valori comunque inferiori ai livelli raggiunti nelle piene in Emilia del 2000 e del 2002.
  Attivata la vigilanza della Direzione marittima regionale, con avvisi alle Capitanerie e ai pescatori per la presenza in mare di materiali trasportati dalla piena. Costante l'attivita' di controllo e monitoraggio sugli argini, che vedono impegnati oltre 400 i volontari di Protezione civile. Il punto sull'emergenza Po e' stato fatto oggi a Bologna presso l'Agenzia regionale di Protezione civile.