ROMA, SAN CARLO IDI: UGL SOLLECITA CONFRONTO CON PARTI SOCIALI

 

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Redazione

Roma – “Riteniamo indispensabile che l’amministrazione esca dall’immobilismo in cui si è trincerata dalla scorsa settimana e riavvii le relazioni sindacali per garantire un futuro alle strutture sanitarie del Gruppo e condizioni di lavoro dignitose ed economicamente accettabili per tutti i 1.300 dipendenti”.
Lo dichiarano in una nota i dirigenti sindacali dell’Ugl Sanità del Gruppo Idi, Antonino Gentile e Anna Rita Amato, spiegando che “dall’ultimo incontro tenutosi lo scorso 26 marzo, quando ci è stato proposto un piano che limita fortemente i diritti e le tutele del personale e che abbiamo perciò definito inaccettabile, è calato un silenzio preoccupante sulla trattativa che ci fa temere decisioni unilaterali da parte dell’azienda. Dopo quattro anni di lotte, sacrifici e diversi interventi da parte delle istituzioni, non vogliamo credere che tutto possa essere vanificato a causa delle condizioni di lavoro peggiorative richieste ai dipendenti come ‘conditio sine qua non’ nella procedura di trasferimento d’azienda in atto verso la Fondazione Luigi Maria Monti”.

“Non molto tempo fa – proseguono i sindacalisti – il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, proclamava di aver risolto il caso dell’Idi, sostanzialmente con una cassa integrazione per 200 lavoratori, tra l’altro rimasta inutilizzata. La Santa Sede aveva inviato il cardinale Giuseppe Versaldi a presiedere come commissario la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, proprietaria del Gruppo, al fine di guidare le strutture sanitarie verso il risanamento economico. Il ministero dello Sviluppo Economico, attraverso l’allora ministro Corrado Passera, aveva riconosciuto la procedura di amministrazione straordinaria nominando tre commissari per scongiurare il fallimento di un’eccellenza assistenziale e scientifica come il San Carlo-Idi.

Tutte queste azioni hanno consentito che si preservasse il patrimonio di ricerca e di assistenza nel panorama del SSR, seppur con notevoli difficoltà gestionali. Non abbiamo ancora indetto lo stato di agitazione del personale e non abbiamo messo in atto altre forme di protesta, perché riteniamo che il tavolo non sia ancora chiuso, pertanto – concludono i sindacalisti – auspichiamo che l’amministrazione non precluda il confronto con le parti sociali, che da settimane cercano di introdurre modifiche migliorative nella trattativa”.