Turismo, Natale alle porte: la Lega spinge sul codice identificativo delle strutture ricettive

Il gruppo Lega in Commissione Attività Produttive e Turismo insiste sulla necessità che le strutture ricettive abbiano un codice identificativo. Che significa? Ha lo scopo di “mappare” e regolamentare le case e gli appartamenti per le vacanze, nonché gli alloggi in locazione per finalità turistiche.

In sintesi il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo dovrebbe istituire una banca dati delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi presenti sul territorio nazionale, individuati appunto da un “codice identificativo”, da utilizzare in ogni comunicazione inerente all’offerta e alla promozione dei servizi all’utenza.

Codice dovrà essere indicato su tutti gli strumenti pubblicitari e di promozione e commercializzazione dell’offerta, online e non, con l’obbligo di esposizione a carico di chiunque pubblicizzi, promuova o commercializzi.

Per il deputato Lino Pettazzi e il gruppo Lega in Commissione Attività Produttive e Turismo è un provvedimento, dunque fondamentale: “É urgente e necessario – fanno sapere in una nota – che la maggioranza di Governo comprenda definitivamente l’importanza per gli operatori del settore turismo di realizzare un’ apposita banca dati delle strutture ricettive e di tutti gli immobili destinati alla locazione a breve termine, che le collochi in un preciso codice identificativo. É evidente, che l’urgenza sia maggiore in vista del periodo Natalizio data l’affluenza turistica prevista nelle maggiori città d’arte in Italia. L’ordine del giorno presentato la settimana scorsa alla Camera dal gruppo Lega della x commissione ( Attività Produttive e Turismo) é stato maldestramente bocciato dall’accoppiata M5S- PD. Lo abbiamo rimarcato mercoledì in commissione, durante il question time al Sottosegretario, dopo aver ascoltato tutte le categorie del settore turismo che ci hanno esternato l’urgenza di questo CODICE IDENTIFICATIVO entro i primi giorni di dicembre in vista, appunto, del Natale. La nostra Italia necessita di questo strumento al fine di ottimizzare l’offerta turistica e contrastare eventuali irregolarità a danno dei turisti. Il Governo risponde che “sarà sua cura verificare”, non c’è tempo! Il turismo italiano é un settore perennemente in crescita e ha un’incidenza significativa nel Pil del Paese. Serve immediatamente il decreto attuativo e una risposta concreta agli operatori”.




Turismo Italiano: tutte le novità

Si è concluso l’esame degli emendamenti del Ddl Delega al Turismo in Commissione Attività Produttive Commercio e Turismo. Interessanti gli arricchimenti emersi da tutti i commissari, ora il provvedimento, dopo i pareri delle altre commissioni di competenza, approderà in Aula.

“Oggi – dichiara l’On. Lino Pettazzi – abbiamo discusso e concluso il voto degli emendamenti, approvati assieme ad altre buone proposte che hanno proprio l’obiettivo di produrre un ottimo e innovativo documento. Rimangono i punti che riguardano la revisione e l’aggiornamento della normativa relativa alle classificazioni alberghiere e l’aggiornamento delle extra-alberghiere, il riordino e l’aggiornamento delle professioni turistiche, la semplificazione delle procedure, il monitoraggio della raccolta dati e l’istituzione del codice identificativo nazionale. Grande soddisfazione del lavoro svolto fino ad ora poiché il turismo italiano è un settore perennemente in crescita tanto che ormai viene definito “industria del turismo” ed ha un’incidenza significativa nel Pil del Paese. Gli emendamenti puntano ad allargare l’ambito di applicazione della delega ai settori emergenti: molto importante sarà organizzare il modello di turismo accessibile attento ai bisogni di tutti con una elevata qualità dell’offerta; un turismo quindi inclusivo, pronto a rispondere ai bisogni di diverse fasce di popolazione, famiglie numerose, anziani e giovani, che hanno esigenze diversificate: bambini, anziani, mamme con passeggini, persone con disabilità che si muovono su sedia a ruote o che hanno difficoltà di deambulazione, persone con limitazioni agli arti superiori e/o inferiori, persone che non vedono e/o non sentono, che hanno allergie o intolleranze ad ambienti o ad alimenti.”

Ecco i punti:

Turismo sostenibile che punta a mantenere l’integrità culturale, dei processi ecologici essenziali, della diversità biologica e dei sistemi di vita dell’area, pilastro importante soprattutto per un territorio attrattivo in cui il turismo in grandi quantità può portare impatti di carico pesanti sul territorio e pertanto va distribuito e orientato sulle bellezze di tutto il Paese.

Turismo termale che va rilanciato agganciandolo al turismo sanitario e della salute con trattamenti sanitari specifici e assistenza da parte di personale medico professionalmente qualificato di cui il nostro paese può vantare eccellenze. L’ultimo provvedimento organico sul settore termale è avvenuto più di 18 anni fa.

Ma anche il turismo rurale inteso come sviluppo di un’attrattiva fondata sulla riscoperta delle aree rurali caratterizzate dalla coltivazione, allevamento e produzione di prodotti locali enogastronomici, in particolar modo DOP, IGP, STG, prodotti di montagna, prodotti che rientrano nei sistemi di certificazione regionali riconosciuti dalla UE, prodotti agroalimentari tradizionali.

Turismo esperienziale incentrato sulla promozione e la valorizzazione dei mestieri che caratterizzano il territorio riconosciuti per valore artistico, artigianale, della tradizione, attraverso la diretta esperienza del turista.

L’ittiturismo da me personalmente inserito: l’Italia è toccata nel suo perimetro dal mare ed ha importanti vie fluviali e laghi, il turismo legato alla pesca può essere quindi valorizzato con l’ambizione di portare importanti vantaggi sia per contribuire alla diversificazione di fonti di reddito dei pescatori tramite attività complementari, che per nuove esperienze turistiche legate al mare, fiumi, laghi e lagune.
Il turismo delle radici e del ritorno indirizzato alle tante comunità di italiani residenti all’estero che desiderano riscoprire le loro radici. Per gli oriundi italiani il viaggio in Italia diventerebbe un’esperienza unica, che può portare 80 milioni di visitatori, secondo le stime infatti questo è il numero degli oriundi italiani che vivono all’estero.