Piacenza, l’incubo di una donna perseguitata dal suo ex violento: arrestato

Due anni di appostamenti, persecuzioni, messaggi. Una non vita. I carabinieri di Piacenza hanno arrestato per violenza sessuale aggravata e atti persecutori un operaio 35enne. La vittima è la sua ex, coetanea.
    Secondo quanto ricostruito, dopo essere stato lasciato al termine di una relazione di due anni l’uomo ha trasformato la vita della donna in un inferno. Prima con centinaia di sms e chiamate, seguiti da biglietti lasciati sulla sua auto. Poi ha iniziato a pedinarla sul lavoro e a farle appostamenti notturni sotto casa. In due occasioni, chiedendole un incontro chiarificatore, l’avrebbe costretta con violenza a subire atti sessuali, arrivando anche alle minacce di morte.
    Le indagini svolte dai carabinieri hanno permesso al gip del tribunale di Piacenza di emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’operaio.




Emilia Romagna, colpo alla ‘ndrangheta: arrestato anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza

Nuovo colpo alla ‘ndrangheta in Emilia Romagna: la polizia sta eseguendo una serie di misure cautelari nei confronti di presunti appartenenti alle cosche che da tempo operano nella regione e storicamente legate ai Grande Aracri di Cutro. Sono anche in corso un centinaio di perquisizione in tutta Italia nei confronti di soggetti che, pur non essendo destinatari della misura cautelare, sono comunque risultati collegati alla cosca. 

Le indagini nei confronti dei presunti appartenenti alle famiglie di ‘ndrangheta sono state coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia e condotte dalla Squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza. Gli arrestati sono accusati di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Per eseguire le misure cautelari sono impegnati oltre 300 agenti.

Tra i destinatari delle misure, anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso. Secondo gli investigatori della Polizia, sarebbe parte integrante dell’organizzazione criminale che operava tra le province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza e che aveva ai vertici soggetti considerati di primo piano come Salvatore Grande Aracri, Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri, anche’essi arrestati a Brescello, nel Reggiano.




Piacenza, 70enne prepara polpette avvelenate per il cane della sua vicina: condannata

PIACENZA – Sei mesi di reclusione per aver tentato di uccidere, avvelenandolo, il cane della vicina di casa. E’ la sentenza che il giudice del Tribunale di Piacenza ha pronunciato nei confronti di un uomo di 70 anni, finito a processo per aver provato a uccidere il pastore tedesco della sua vicina, dandogli da mangiare delle polpette avvelenate con un topicida.
Il cane si era poi salvato in extremis, ma la donna ha sporto querela contro il vicino di casa con il quale, ha spiegato poi durante il processo, c’erano parecchi dissidi. L’uomo ha ricevuto anche una multa di 5mila euro, ma ha beneficato della sospensione condizionale della pena. (foto di repertorio)




Piacenza: operaio travolto e ucciso da un tir durante picchetto

di Paolino Canzoneri

Piacenza – All'esterno di una azienda di logistica GLS, noto corriere espresso con sedi sparse in molte città italiane nella periferia del comune emiliano, a tarda sera intorno alle 23:45 è stato travolto e ucciso da un camion un uomo egiziano di 35 anni. Al momento dell'impatto l'egiziano stava picchettando con gli   altri operai e l'autista sfuggito d'un soffio ad un vero e proprio linciaggio è stato fermato dalla Polizia accorsa sul luogo. Soccorritori del 118 hanno cercato disperatamente e invano di rianimare il povero operaio aderente al sindacato Usb che lascia 5 figli. Agenti della Polizia presenti allo sciopero come servizio d'ordine pubblico hanno assisitito a tutte le fasi della disgrazia. Riccardo Germani dell'Unione Sindacale di Base presente allo sciopero ha riferito chiaramente che il conducente del camion è stato incitato da un addetto dell'Azienda a forzare il picchetto con urli e incitamenti a cui poi sono seguiti la sciagurata partenza e l'investimento fatale. I lavoratori della SEAM, ditta in appalto della GLS di Piacenza,  stavano manifestando da tutta la giornata per il mancato rispetto di accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo indeterminato e la tensione era palpabile; "Ammazzateci tutti!" è l'urlo provocatorio e disperato dei lavoratori dell'Azienda e l'Usb ha annunciato una conferenza stampa sul posto per le 11 e ha diradato un comunicato in cui riassume le fasi della disgrazia: "Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato e proprio durante azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco. La testimonianza dei ricatti e dei soprusi che subiscono i lavoratori della logistica". Il sostituto procuratore Emilio Pisante insieme al comandante provinciale dei Carabinieri e il vicario del questore di Piacenza accorsi sul posto hanno avviato immediatamente le indagini dovute e nella notte l'autista del camion è stato interrogato dagli inquirenti. 




Piacenza: Camionista ucciso, fermato collega

A.B.

Piacenza – Fermato un collega del camionista ucciso nell’area di servizio di Arda. Il tutto è accaduto nel tardo pomeriggio del 30 luglio, quando è stato rinvenuto il cadavere di un camionista nel parcheggio dell’area di servizio Arda di Fiorenzuola. Dagli accertamenti emerse che quel corpo apparteneva ad un cittadino ucraino di 32 anni e vigeva esanime in una pozza di sangue dinnanzi al suo camion in sosta nel parcheggio. Le indagini partono immediatamente, sul posto arriva la polizia scientifica, la polizia stradale e i sanitari del 118 che hanno tentato di rianimarlo, ma i tutti i tentativi sono stati vani poiché l’uomo era deceduto. Immediatamente sono stati  ascoltati tutti i camionisti presenti. Gli inquirenti hanno fermato un collega del camionista ucciso, è un lituano di 58 anni che è stato portato in questura. Hanno recuperato quella che dovrebbe essere l’arma del delitto, ovvero un coltello. L’uomo avrebbe ucciso il collega a seguito di una lite. 



EMILIA ROMAGNA: 600 EVACUATI TRA PIACENZA, PARMA, REGGIO EMILIA E FERRARA

Redazione

Emilia Romagna – Sono 598 i cittadini residenti nelle aree golenali a rischio di allagamento gia' evacuati in via precauzionale a causa dell'ondata di piena del Po; altri 524 sono in attesa di essere trasferiti o in corso di trasferimento. Tutti i Comuni rivieraschi delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara – coordinati dalle Prefetture – stanno infatti procedendo ad attuare le ordinanze di evacuazione e le operazioni si stanno svolgendo regolarmente; i cittadini, informa la Regione, hanno trovato ospitalita' da amici e parenti e in parte saranno alloggiati negli alberghi e nelle strutture messe a disposizione dai Comuni. "La Regione – afferma il direttore dell'Agenzia regionale di Protezione civile Maurizio Mainetti – e' pronta, attraverso l'Agenzia, a mettere a disposizione risorse finanziare per dare adeguato supporto alle amministrazioni comunali per l'assistenza alla popolazione, e se necessario, mezzi e attrezzature". Sulla base dei dati forniti da Aipo, domani pomeriggio e' previsto il transito dell'ondata di piena a Boretto, in provincia di Reggio Emilia, con livello 3, quindi di criticita' elevata, ma con valori comunque inferiori ai livelli raggiunti nelle piene in Emilia del 2000 e del 2002.
  Attivata la vigilanza della Direzione marittima regionale, con avvisi alle Capitanerie e ai pescatori per la presenza in mare di materiali trasportati dalla piena. Costante l'attivita' di controllo e monitoraggio sugli argini, che vedono impegnati oltre 400 i volontari di Protezione civile. Il punto sull'emergenza Po e' stato fatto oggi a Bologna presso l'Agenzia regionale di Protezione civile. 




PIACENZA, BIMBO MORTO IN AUTO: ASSOLTO IL PADRE ANDREA ALBANESE

Redazione

Piacenza – Un errore per del genere segna indelebilmente la vita e arreca un dolore incommensurabile: Dimenticarsi in macchina un figlio dev'essere un inqubo per un genitore, soprattutto se per causa di una dimenticanza il proprio figlio muore. "Per Albanese e' un fatto positivo ma che non ha nessun potere compensatorio per quello che ha avuto: ha perso un figlio, e questa perdita resta": e' il commento dell'avvocato Paolo Fiori, difensore di Andrea Albanese, il papa' di Piacenza prosciolto con sentenza del gip (le motivazioni verranno rese note entro 30 giorni) dall'accusa iniziale di omicidio colposo per aver dimenticato in auto, il 4 giugno del 2013, il figlioletto Luca, due anni appena, trovato morto otto dopo per il caldo. L'uomo dimentico' di passare dall'asilo e si reco' come ogni giorno al lavoro, lasciando il bimbo in auto. Albanese esce da questa tragica vicenda con una sentenza di non luogo a procedere che attesta che quel giorno era in condizioni di non responsabilita' temporanea, una sorta di 'vuoto della coscienza' che esclude la capacita' di intendere e di volere. Un uomo distrutto dal dolore per la perdita del piccolo Luca, ma che in qualche modo ha saputo reagire: "Ha reagito anche perche' ha cercato un compito onorevole – spiega il legale – l'approvazione alla Camera della legge per l'uso del cosiddetto 'seggiolino allarmato': e' il modo per cercare una compensazione – conclude l'avvocato Fiori – e dare un senso a una perdita, che comunque resta".

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PIACENZA IMMIGRAZIONE: SGOMINATA BANDA CHE PROCURAVA DOCUMENTI FALSI PER I PERMESSI DI SOGGIORNO

Redazione

Piacenza – La Polizia di Piacenza ha eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare e sta procedendo a 47 perquisizioni domiciliari nei confronti di un'organizzazione ritenuta responsabile di procurare, a "bisognosi" pakistani alla ricerca disperata di un permesso di soggiorno italiano, documenti falsi.

L'indagine, eseguita dalla Squadra mobile di Piacenza in collaborazione con le questure di Lodi, Brescia, Verona, Mantova, Prato, Rieti, Potenza e Foggia e coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato ha permesso di scoprire un gruppo criminale composto da cittadini pakistani e italiani che, producendo documentazione attestante fittizi rapporti di lavoro in cambio di somme di denaro, ha favorito, tra il 2010 e il 2012, l'ingresso e il soggiorno irregolare sul territorio nazionale di centinaia di stranieri provenienti prevalentemente dal Pakistan, riuscendo nel tempo a lucrare fino a 10 milioni di euro.

Nel corso delle indagini sono state sequestrate un'attività commerciale e un'autovettura intestate ad un cittadino pakistano ritenuto tra i principali promotori dell'associazione.




PIACENZA: LASCIA LE SCARPE VECCHIE E INDOSSA LE NUOVE

Redazione

Piacenza – Tenta di fare uno "scambio" di scarpe, uscendo dal negozio indossando quelle nuove senza averle pagate. Fa però scattare l'allarme antitaccheggio e una commessa lo blocca, scoprendo poi che l'uomo aveva ai piedi un paio di scarpe nuove di zecca, mentre aveva lasciato quelle vecchie nella rispettiva scatola sullo scaffale.

A questo punto è intervenuta una volante della Polizia, che ha provveduto ad identificare l'uomo, un 32enne di cittadinanza albanese residente in provincia di Pavia, e a denunciarlo in stato di libertà per furto. Il fatto è avvenuto ieri pomeriggio in un negozio di calzature presente in un centro commerciale di Piacenza.




86ESIMA ADUNATA NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI

Redazione

Piacenza – Hanno sfilato questa mattina per le vie del centro di Piacenza, alla presenza del Ministro della Difesa Mario Mauro, del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Claudio Graziano, gli alpini delle Sezioni dell’ANA, i Gonfaloni della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Piacenza.

In apertura della sfilata la Bandiera di Guerra del 1° reggimento artiglieria da montagna, da poco rientrato dall’Afghanistan, un Reparto alpino di formazione dell’Esercito e due fanfare. Per l’occasione, nell’Arena Daturi di Piacenza, è stata anche allestita dal Comando delle Truppe Alpine dell’Esercito la “cittadella alpina” dove, ieri pomeriggio, assieme al Capo di Sato Maggiore dell’Esercito, Generale Claudio Graziano, si sono ritrovati i “reduci” della missione in Mozambico (1993) di cui quest’anno ricorre il ventennale.

Il Generale Graziano, all’epoca Comandante del Battaglione “Susa”, schierato in Mozambico nell’ambito della missione di pace “ONUMOZ”, dopo aver ringraziato il Sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, le autorità locali e il presidente dell’ANA, cavaliere Corrado Perona, a cui ha espresso “riconoscenza per la preziosa opera nel tramandare i tipici valori alpini alle nuove generazioni”, ha ricordato il Tenente Fabio Montagna e il Sergente Maggiore Salvatore Stabili, caduti in Mozambico, il 25 novembre 1993, e ha rivolto un doveroso pensiero a tutti i caduti e ai feriti in operazione.

Rivolgendosi poi agli alpini schierati nell’Arena Daturi, il Generale Graziano ha ricordato quell’esperienza vissuta, in prima persona, da Comandante, in Mozambico, riportando alla memoria gli episodi e le esperienze di quella missione che è stata “una delle più esaltanti e significative sotto il profilo umano e professionale”.
Il contributo italiano alla missione “Albatros”, in Mozambico, ha visto impegnati, nella prima fase, circa 1.030 militari della Brigata alpina “Taurinense”, la maggior parte dei quali svolgevano il servizio di leva, a cui hanno dato il cambio le unità della Brigata alpina “Julia”.

Il Generale Graziano ha sottolineato come la presenza attiva dell’Esercito, all’adunata nazionale degli alpini, “rafforza ancora di più i vincoli di fratellanza tra i militari in servizio e in congedo, improntati all’adempimento del comune dovere verso il Paese”.
“Non è dunque un caso”, ha concluso il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, “se in momenti di particolare difficoltà, le unità alpine, palestra militare e di vita, si trovano in prima linea su tutti i principali scenari operativi a dimostrazione della validità, dell’attualità e della vitalità della tradizione alpina”.
Tra le rappresentanze estere anche alcuni reparti di truppe da montagna di Francia e Spagna. Tra queste anche gli Chasseurs des Alpes Francesi che insieme agli alpini della Brigata Taurinense danno vita alla Brigata italo – francese.

Gli alpini, specialità dell’Arma di fanteria dell’Esercito, si sono formati nel 1872 e sono, pertanto, il più antico corpo di fanteria da montagna del mondo. Sono due le grandi unità alpine che l’esercito annovera fra le sue fila: la brigata “Julia” e la brigata “Taurinense” che si sono, di recente, avvicendate nel teatro afghano. L’appuntamento con l’Associazione Nazionale Alpini è rinnovato, il prossimo anno, a Pordenone.