ROMA, PIAZZA DEL POPOLO: DONNA MUORE TRAVOLTA DA UN FURGONE

di M.L.S.

Roma – È stata travolta da un furgone da lavoro mentre, insieme a 4 colleghi, stava camminando sul marciapiede per tornare sul posto di lavoro dopo la pausa pranzo. È successo nel primo pomeriggio di martedì 25 agosto, in corrispondenza del numero 8 di Via Maria Adelaide, a due passi dalla centralissima Piazza del Popolo a Roma. Qui, un furgone Hiunday H1 proveniente da Via Ferdinando di Savoia e lanciato in direzione del Muro Torto ha improvvisamente sbandato. In una frazione di secondo il mezzo ha colpito i parapedonali prima di piombare rovinosamente sul gruppo di lavoratori.

Una donna morta. Per Elena Fortuna, una donna di 59 anni, l'impatto è stato fatale. Oltre al decesso della 59enne, una collega di 30 anni ha riportato gravi ferite per cui è stata trasportata in codice rosso al Policlini Umberto I. Per gli altri 3 compagni di lavoro, tutti uomini, sono bastate invece delle medicazioni sul posto da parte dei sanitari.

I soccorsi. Dopo l'allarme, sul posto sono arrivate due squadre dei pompieri, i Carabinieri, gli agenti della polizia locale di Roma Capitale e quelli del commissariato di Polizia Trevi. I primi soccorsi, invece, sarebbero stati approntati da alcuni passanti che hanno sollevato il furgone, liberando così le due donne intrappolate sotto le lamiere.

L'autista. Alla guida del furgone, un operaio italiano che, sotto choc, sarebbe scoppiato in lacrime dopo l'incidente. Stando ai primi rilevamenti, il furgoncino avrebbe sbandato in autonomia prima di impattare contro i parapedonali del marciapiede per poi finire sul gruppo di colleghi. Sulla dinamica della tragedia, intanto, lavorano gli uomini del I Gruppo Trevi della Polizia Locale di Roma Capitale.

Traffico. Con i rilievi in corso su Via Maria Adelaide, la strada è stata chiusa ed il traffico deviato su Via Ferdinando di Savoia. Registrati numerosi disagi alla viabilità prima della riapertura della strada alla fine degli accertamenti tecnici.




SALVINI E MELONI SEMPRE PIU' UNITI: PIAZZA DEL POPOLO DIFENDE IL TRICOLORE

 

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Luca Zaia ha continuato sul filone degli immigrati: “Non c'è spazio in Italia per i profughi"

 

di Maurizio Costa

RomaMatteo Salvini scende in piazza a Roma per cercare di ribaltare la politica nazionale, Renzi compreso. Dalle 14 in poi, gruppi della Lega Nord si sono ritrovati a Piazza del Popolo per far sentire la propria voce. Nel frattempo, da piazza Vittorio, un corteo composto dai centri sociali e anche dal 'Movimento per la casa' hanno sfilato fino a Campo de' fiori per far passare il messaggio che Roma è una città meticcia e multirazziale. Insieme al leader della Lega Nord hanno deciso di manifestare anche i militanti di Casapound, che appoggiano le idee di Salvini.

[Piazza del Popolo stracolma per la manifestazione della Lega Nord]

Una piazza del Popolo ha accolto Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che hanno parlato ad una platea composta da cittadini soprattutto del nord Italia: dal Veneto alla Lombardia, passando per l'Emilia e il Piemonte. Sul palco è salito anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. “Renzi è un servo sciocco – ha dichiarato Salvini – che è stato messo lì dalla sinistra soprattutto per la sua simpatia, che non è neanche troppa. Uno strumento sciocco, un fantoccio”. Dopo lunghi applausi della piazza Matteo Salvini ha anche ironizzato sui cortei contro di lui: “Noi lasceremo questa piazza più pulita di prima, non come quelle zecche che lanciano uova contro le forze dell'ordine”.

Il leader del Carroccio ha anche parlato di un'Italia unita nelle intenzioni: “L'Italia è bella perché rispetta le differenze, le identità, le culture e le lingue, da nord a sud. Se rispettiamo la libera scelta dei veneti, dei sardi e dei lombardi potremo andare avanti. Crocetta, per esempio, è una sciagura come Ignazio Marino, perché vede morire delle bambine solamente perché non riescono a trovare un ospedale dove essere curate”.

[Piazza del Popolo stracolma per la manifestazione della Lega Nord]

Anche Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia ha voluto dire la sua dal palco della Lega: “Prima vengono le famiglie italiane e poi il globo. Dobbiamo per questo distribuire gli immigrati in Europa, in tutti i paesi, anche in quelli che chiudono le frontiere”. La Meloni ha anche parlato dell'Isis: “Gli sbarchi sono gestiti dall'autoproclamato califfato, che, in questo modo, potrebbe far arrivare cellule terroristiche in Italia”. In conclusione, la leader di Fdi ha anche detto che “l'unico Nazareno che rispettiamo è Gesù”.

Luca Zaia ha continuato sul filone degli immigrati: “Non c'è spazio in Italia per i profughi – ha commentato il governatore del Veneto –. Torneremo in regione e gli faremo un culo così”. Insieme alla Lega a piazza del Popolo c'erano anche i militanti di Casapound, che hanno inneggiato a Salvini con il saluto romano. “Salvini è il nostro leader – ha detto Simone Di Stefano di Casapound -. C'è un piano mondiale per sostituire i popoli europei anche attraverso l'immigrazione”.

Intanto, per le strade della capitale, hanno sfilato anche i dissidenti che, con lo slogan 'Mai con Salvini', hanno lanciato il messaggio che: "Roma è una città multirazziale e multiculturale". I centri sociali, insieme anche ai movimenti per la casa, hanno fatto passare quindi il messaggio di integrazione, in una città che: "disprezza la Lega e Salvini, che accetta gli immigrati e respinge i fascisti".

Nel corteo anti-Salvini c'era anche una minoranza curda, che ha detto che “noi abbiamo sconfitto i fascisti dell'Isis a Kobane, adesso Roma deve respingere questi nuovi razzisti che non accolgono immigrati. A Roma ci sono ancora i fascisti”.
 

Anche Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia ha voluto dire la sua dal palco della Lega: “Prima vengono le famiglie italiane e poi il globo. Dobbiamo per questo distribuire gli immigrati in Europa, in tutti i paesi, anche in quelli che chiudono le frontiere”. La Meloni ha anche parlato dell'Isis: “Gli sbarchi sono gestiti dall'autoproclamato califfato, che, in questo modo, potrebbe far arrivare cellule terroristiche in Italia”. In conclusione, la leader di Fdi ha anche detto che “l'unico Nazareno che rispettiamo è Gesù”.

Luca Zaia ha continuato sul filone degli immigrati: “Non c'è spazio in Italia per i profughi – ha commentato il governatore del Veneto –. Torneremo in regione e gli faremo un culo così”. Insieme alla Lega a piazza del Popolo c'erano anche i neofascisti di Casapound, che hanno inneggiato a Salvini con il saluto romano. “Salvini è il nostro leader – ha detto Simone di Stefano di Casapound -. C'è un piano mondiale per sostituire i popoli europei anche attraverso l'immigrazione”. In piazza del Popolo c'erano più persone del nord che romani, segnale forte e importanti per la Lega.

Intanto, per le strade della capitale, hanno sfilato anche i dissidenti che, con lo slogan 'Mai con Salvini', hanno fatto passare il messaggio che: "Roma è una città multirazziale e multiculturale". I centri sociali, insieme anche ai movimenti per la casa, hanno quindi sponsorizzato idee di integrazione, in una città che: "disprezza la Lega e Salvini, che accetta gli immigrati e respinge i fascisti".

Nel corteo anti-Salvini c'era anche una minoranza curda, che ha detto che “noi abbiamo sconfitto i fascisti dell'Isis a Kobane, adesso Roma deve respingere questi nuovi razzisti che non accolgono immigrati. A Roma ci sono ancora i fascisti”.

[Corteo anti Salvini]




ROMA, 25 ANNI DALLA MORTE DI GIORGIO ALMIRANTE.

Redazione

Roma – Venticinque anni fa, moriva Giorgio Almirante, l’uomo che nell’immediato dopoguerra,  determinò un taglio netto di epoca e di scelte politiche. Il Movimento Sociale Italiano nacque per rivendicare un giudizio chiaro sul passato fascista dell’Italia, all’insegna del proposito “non restaurare, non rinnegare”, e negli anni successivi, superando volontariamente ogni intendimento di natura nostalgica, affermò i valori nazionali, sociali e spirituali della tradizione storica e culturale dell’Italia nell’intento convinto di giungere alla pacificazione degli Italiani devastati dalla tragedia della guerra civile. Agli inizi degli anni ’70, Giorgio Almirante, dando vita alla Destra Nazionale, intuiva, anticipava ed avviava i temi politici e culturali, i progetti e gli obiettivi della destra di oggi. Oggi, 22 maggio alle ore 19:30 presso la basilica di Santa Maria in Montesanto (chiesa degli artisti) nella "sua" Piazza del Popolo in Roma sarà celebrata la Santa Messa in ricordo di Giorgio Almirante. 




ROMA, VIA VENETO: ARRIVEDERCI RINO

Chiara Rai

ROMA – Non può essere un addio la partenza di Rino perché lui, tutti i giorni sarà vivo per la smisurata energia che ci ha lasciato. Rino era oltre perché guardava sempre oltre l’oltre. Onesto, sincero, schietto, polemico, ribelle, innamorato della vita, della sua famiglia dei suoi affetti e amico unico e irripetibile. Rino era un vulcano, era ‘pane al pane vino al vino’, semplice ma elegantissimo anche quando non indossava la cravatta. Bastava sedergli accanto un attimo al tavolino all’aperto del suo Harry’s Bar per accorgersi che il suo sguardo puntava oltre le colonne d’Ercole, ad isole lontane dove già poteva scorgere le sue idee realizzate, concretizzatesi in un momento, per lui bastava volerlo. Solo un simile genio riusciva a penetrare l’inesplorabile e nel momento che pensava “l’impossibile”, questo aveva già bussato alla sua porta. Infatti Rino può essere preso d’esempio, come ha detto anche lo zio nella predica, perché è riuscito a superare se stesso. Nato in piccolo paese, Galluccio, in provincia di Caserta e approdato a Colleferro in provincia di Roma è diventato barbiere e da barbiere è uscito fuori dal suo paese per trasferirsi a Roma e dopo poco tempo, proprio perché si è saputo sempre sperimentare e mettere alla prova è diventato l’imperatore di via Veneto, proprietario dell’Harry’s bar, emblema della Dolce Vita e fondatore dell’associazione dei commercianti dell’intera famosa strada, Commendatore della Repubblica Italiana e tanto altro. Ha amato quel posto, “casa sua”, si arrabbiava Rino, sbraitava, quando le istituzioni e la politica allentavano l’attenzione sulla strada più famosa di Roma. Si è interessato con gusto indiscusso e sovrano di tutto per anni: Dalle aiuole alle magnifiche luminarie sotto Natale. “Da presidente – mi disse un paio di anni fa – addobbammo un grande albero di Natale che nulla aveva da invidiare a quello di Central Park, di fatti facemmo un gemellaggio Via Veneto – Fifth Avenue”. Ecco Rino: sapeva portare l’America in Italia, l’Harry’s bar in tutto il mondo e il suo paese nell’universo. Paese inteso come attaccamento alle radici, dove ha toccato con mano la fatica, la perseveranza condita di umiltà seguita dalla grande scia di volontà che ha fatto un grande uomo. Tutte queste qualità le ritroviamo in suo fratello Piero, al timone dell’Harry’s Bar perché chi se non Piero ha davvero respirato e vissuto un’arte di difficile trasmissione: aldilà del lavoro, aldilà di master e pratica, oltre l’oltre. Piero incarna tutte le qualità di suo fratello, non è stato passato un testimone ma è stato operato un percorso condiviso al timone del transatlantico della dolce vita. Con viva e sincera commozione, ricordo insieme alla mia famiglia, quanto Severino Lepore fosse una persona onesta e perbene. Così ha voluto essere ricordato anche dallo zio, perché così lui era: una stella cometa che ha fatto ardere via Veneto, illuminando una grande e immensa famiglia. Per questo motivo tanti amici erano oggi presenti per salutarlo. Buon viaggio imperatore.

Emanuel Galea

Come tutti gli uomini di successo, Rino Lepore non è nato “già imprenditore”.  Lo è diventato grazie al suo carattere tenace, forte, grazie a quella voglia di fare che gli era propria, di cercare sempre il meglio, di guardare avanti, sempre scrutando traguardi migliori ed inesplorati, senza accontentarsi. Era un uomo di un’intelligenza irrequieta, superattiva, in cerca costante di mete più alte. L’ho conosciuto negli anni settanta. Si era presentato per coprire un incarico di responsabilità nel posto dove io prestavo servizio. Il mio primo impatto con Rino è stato positivo. In quel colloquio Rino mi aveva dimostrato che davanti a me c’era l’uomo giusto per quell’incarico. Da quel giorno siamo rimasti amici. Questa esperienza, sono certo, ha fatto nascere in Rino la passione per la Ristorazione. Pochi mesi dopo ci siamo salutati e qualche anno dopo ci siamo rivisti a Via Veneto. Passando per recarmi in ufficio, ogni mattina incontravo l’amico Rino, fuori del locale Ciao Bella, la sua nuova impresa, il suo nuovo acquisto nel campo della ristorazione. Rino Lepore, ormai un imprenditore della ristorazione con meriti e riconoscimenti indiscussi, non perse l’occasione, quando l’Harry’s Bar, che a tanti richiama le felici serate della Dolce Vita, gli offrì l’occasione a cui ambiva da sempre. Dal locale Ciao Bella salì Via Veneto e conquistò l’Harry’s Bar, tempio e meta di uomini di affari, politici e personaggi dello spettacolo. Oggi Rino ci ha lasciato verso un’altra meta. L’augurio che gli facciamo è che dove sta ora possa trovare quello che ha sempre cercato, il meglio, il bello, il più sereno. Ciao amico, che tu possa trovare la pace. Ciao Rino, oggi a Via Veneto, senza di te, c’è una luce in meno. 

 

Luigi Caporicci (Presidente del Gotto d’Oro)

Noi lo abbiamo visto solo due volte, più che sufficienti per avere l’impressione di una persona per bene. Chi l’ha conosciuto più a lungo, ne ha potuto apprezzare meglio e più le doti umane che promanava. Mi dispiace tanto per Piero, che ritengo riconosceva in Rino una salda guida e riponeva nel fratello una totale fiducia. Un rapporto di reciproca affidabilità.

Giovanna Bizzarri (pianista cantante dell’Harry’s Bar)
Una personalità molto forte, a volte aspra, ma profondamente innamorato  del suo gioiellino” l’Harry’s Bar. Ricordo che, quando stava ancora bene, quasi sempre si fermava con noi a fine serata a parlare di nuove idee, progetti e modifiche per l’Harry’s. In effetti, quando vi entri, tutto parla di Rino; anche se forse quello che sto dicendo non gli piacerebbe, perché era sempre proiettato verso nuove idee.