Nemi, domani il Pd in piazza Umberto: Piazzoni e Patanè per la “Rivoluzione gentile”

NEMI (RM) – Un incontro del Partito Democratico domani a Nemi. Eugenio Patanè candidato alla Regione Lazio e Ileana Piazzoni candidata alla camera dei deputati incontreranno i cittadini. L’appuntamento è fissato per domani, domenica 18 febbraio alle 17 in piazza Umberto I. Il tema? Rivoluzione gentile.

Di recente Piazzoni è intervenuta per commentare le importanti novità sul piano della sanità in Regione asserendo sostanzialmente come il percorso di riforma e riorganizzazione dei consultori aziendali della Regione Lazio porti un nuovo risultato positivo, nel segno del potenziamento dei servizi. La notizia è che la Direzione Regionale Salute ha autorizzato l’Asl Roma 6 a procedere all’assunzione di 4 dirigenti sanitari psicologi e di 4 assistenti sociali. La stessa Asl potrà inoltre assumere altri 4 infermieri e 4 ostetriche qualora non riuscisse ad acquisire queste professionalità tramite avvisi di mobilità aziendale. Tutto ciò alfine di migliorare l’operato dei consultori e garantire servizi fondamentali. Si tratta di 16 nuove assunzioni in un settore nevralgico, anche dal punto di vista territoriale, grazie a cui prende sempre più corpo l’ossatura del sistema socio-sanitario delineato in questi ultimi 5 anni. Piazzoni ha chiaramente detto che:”La riorganizzazione dei consultori è simbolo di grande attenzione al tema dei diritti della salute e in particolare delle salute donne: interventi in forte discontinuità con il passato, dove il centrodestra e le sue politiche hanno causato completo abbandono del settore, lasciandolo senza risorse, servizi adeguati e investimenti. Un lavoro frutto di una politica seria e concreta che, dopo il risanamento, ha messo la sanità laziale nella condizione di ripartire. Ora ci attendono sfide importanti, a partire dalla nuova legislatura, la principale: quella di poter competere con le diverse eccellenze nazionali per qualità ed efficienza dei servizi”.

Anche Patané di recente ha evidanziato nel corso dei suoi incontri con i cittadini che il Lazio è passato da fanalino di coda per l’utilizzo dei fondi europei a terza Regione in Italia: “Risultati tangibili – ha detto – che verranno divulgati in modo più capillare nel corso degli incontri con i cittadini nella tornata elettorale. Incontri per proseguire sul tracciato della “Rivoluzione gentile” la cui linea si può arricchire nel prossimo lustro in Regione con le istanze e i bisogni provenienti dal basso”.




Genzano: il Pd si mobilita per Piazzoni e Parente

GENZANO (RM) – Con l’ufficializzazione delle liste dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo il Partito Democratico di Genzano di Roma si mette in moto per la campagna elettorale che porterà al rinnovo del Parlamento nazionale e del Consiglio Regionale. “Due sfide di importanza centrale per garantire al nostro territorio quel futuro di sviluppo, innovazione e cambiamento che solo il Partito Democratico, assieme alla sua coalizione, è in grado di poter concretamente realizzare”. Lo dichiara la Segretaria del Partito Democratico di Genzano di Roma Maria Giovanna Stellato.
“Ci rende particolarmente orgogliosi la candidatura nel collegio uninominale della Camera dei Deputati di Ileana Piazzoni, nostra concittadina, che si è distinta per il grande lavoro parlamentare portato avanti in questa legislatura sul tema dei diritti e del sociale, avendo dato un contributo fondamentale nel ruolo di relatrice della legge sul Reddito di Inclusione, la prima misura di contrasto alla povertà unica a livello nazionale, che ha visto proprio in questi giorni l’avvio delle erogazioni da parte dell’Inps.
Come, allo stesso modo, siamo estremamente soddisfatti per la candidatura nel collegio uninominale del Senato di Annamaria Parente, anch’essa impegnata in prima persona sulle tematiche del sociale, relatrice al Senato, tra l’altro, della legge sul “dopo di noi”, le norme volte a garantire sostegno e la possibilità di programmare un futuro alle famiglie delle persone in condizione di disabilità grave. Due donne del territorio, che hanno contribuito ad ottenere grandi risultati nell’avanzamento delle tutele e dei diritti, da sempre attente alle persone che sono maggiormente in difficoltà: un segnale politico importante da parte del Partito Democratico e una risposta di grande attenzione ai bisogni delle nostre comunità, dove amministrazioni comunali a guida 5 stelle tagliano drasticamente le risorse per le politiche sociali (come accaduto proprio nel Comune di Genzano) o arrivano a negare servizi di fondamentale importanza (come accaduto per l’assistenza educativa scolastica ai disabili nel Comune di Ardea). Una risposta chiara anche in relazione alla volontà, mai nascosta e ora del tutto manifesta da parte del centrodestra e dei suoi alleati, di abolire conquiste storiche acquisite in questa legislatura, come le unioni civili, o di far piombare il nostro Paese nell’oscurantismo antiscientifico, basti pensare alle posizioni a dir poco ambigue in tema di vaccinazioni. Per questi motivi – conclude Maria Giovanna Stellato – convinti del valore oggettivo dei candidati in campo, sarà massimo il nostro impegno per dare al nostro territorio una degna rappresentanza e dare, allo stesso modo, continuità al grande lavoro portato avanti dal Partito Democratico in questi cinque anni.”



Reddito di Inclusione, Piazzoni (Pd): “Dal 1 dicembre al via le domande”

“Siamo all’avvio di una delle principali innovazioni per il nostro Paese in tema di welfare: dal primo dicembre si potranno infatti presentare le domande per il Reddito di Inclusione (ReI), la prima misura unica nazionale per il contrasto alla povertà, introdotta dal Governo”.

Lo afferma la Deputata del Partito Democratico Ileana Piazzoni, relatrice alla Camera della legge delega per il contrasto alla povertà e del relativo decreto attuativo.

“Il ReI rappresenta una svolta importante per il nostro sistema di protezione sociale, che per la prima volta si dota di una misura volta all’inclusione attiva delle persone in condizione di povertà: accanto all’erogazione di un beneficio economico (che per le famiglie numerose supererà i 500 euro mensili) il ReI prevede una progettazione integrata da parte dei diversi servizi territoriali, con lo scopo di attivare percorsi di reinserimento sociale e lavorativo finalizzati alla fuoriuscita del nucleo familiare dalla condizione di povertà.

Nella prima fase di avvio, il Rei sarà rivolto prioritariamente ai nuclei familiari con figli minori, figli con disabilità, donne in stato di gravidanza o persone ultra cinquantacinquenni disoccupate, ma già dal primo luglio dell’anno prossimo potranno accedere al ReI tutte le persone in condizione di povertà secondo i requisiti economici previsti dalle norme: ISEE inferiore a 6.000 euro, ISRE inferiore a 3.000 euro (indicatore del reddito disponibile diviso la scala di equivalenza dell’ISEE), patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa inferiore a 20.000 euro di valore IMU, patrimonio mobiliare inferiore a 10.000 euro (8.000 euro per la coppia, 6.000 euro per il singolo).

Per accedere al ReI, è necessario presentare la domanda predisposta dall’INPS (già disponibile sul portale dell’Istituto e sul sito del Ministero del lavoro) presso il comune di residenza o gli altri punti di accesso stabiliti a livello di ambito territoriale: essenziale in questa prima fase sarà la predisposizione di campagne informative da parte dei comuni, che siano in grado di coinvolgere la rete del terzo settore e tutte le associazioni che sul territorio si occupano di contrasto alla povertà e sostegno alle persone in difficoltà.

L’avvio del ReI impegnerà a fondo, specie nei primi mesi, gli operatori dei servizi territoriali: in merito a ciò sarà fondamentale che i comuni si attivino per la formazione e il loro rafforzamento, possibili grazie alle risorse che saranno messe a disposizione per questa finalità: 500 milioni di euro già sono stati stanziati per potenziare la rete dei servizi sociali (16 milioni destinati al Lazio) mentre una quota strutturale di risorse (297 milioni nel 2018, 347 nel 2019 e 470 milioni a partire dal 2020) sarà destinata agli ambiti territoriali per potenziare personale e servizi.

L’avvio del ReI – conclude Piazzoni – rappresenta un punto cruciale nelle politiche di contrasto alla povertà del nostro Paese e deve vedere tutte le istituzioni e gli attori sociali coinvolti adoperarsi per riuscire a raggiungere da subito il maggior numero di persone che possono beneficiare della misura.




Castelli Romani, immigrati: per Piazzoni (PD) non c’è emergenza

Sull’emergenza immigrazione nell’hinterland della Capitale ma anche al livello nazionale la deputata PD Ileana Piazzoni ha inteso fare il punto a seguito di un incontro con il Prefetto di Roma.

 

E’ vero che nei Comuni dei Castelli Romani potrebbe a breve verificarsi “un’emergenza migranti”?
Non c’è nessuna emergenza. C’è la necessità di gestire ordinatamente un fenomeno strutturale, con scadenze e procedure che si ripetono annualmente. Il nostro sistema di accoglienza per rifugiati o richiedenti asilo si fonda sul corretto funzionamento dell’accoglienza diffusa su tutto il territorio, la rete SPRAR, che coinvolge il Ministero dell’interno, l’ANCI, gli enti locali e la rete del terzo settore presente a livello territoriale. Solo quando ciò non avviene la Prefettura emette un bando per coprire l’insufficienza di posti disponibili, sondando la disponibilità di privati ad aprire strutture, in quei Comuni che si sottraggono all’accoglienza.

 

Parliamo di numeri allarmanti?
Assolutamente no, le quote sono individuate a livello regionale in maniera proporzionata rispetto alla popolazione e al territorio. La situazione cambia però a seconda che vi sia adesione o meno alla rete SPRAR. Aderendo a quest’ultima il rapporto tra rifugiati o richiedenti asilo da accogliere e popolazione residente è di 6 persone per i comuni sino a 2.000 abitanti; di 2 persone ogni 1.000 abitanti per i comuni capoluogo sede di Area Metropolitana (date le fisiologiche maggiori concentrazioni); negli altri comuni sopra i 2.000 abitanti la logica di ripartizione segue un rapporto variabile ma sempre non oltre le 3,5 persone ogni mille abitanti: numeri molto gestibili, se ogni ente locale facesse la sua parte. Diversa è la questione dei centri di accoglienza straordinari (CAS): dovendo la prefettura coprire il fabbisogno mancante, i criteri utilizzati sono relativi ad esso: nei comuni sopra i 10.000 abitanti può essere vagliata la disponibilità fino a 400 posti, in quelli tra 3.000 e 10.000 abitanti possono essere richiesti fino a 200 posti, nei comuni sino a 3.000 abitanti fino a 100 posti. Numeri molto più ampi, quindi, rispetto a quelli previsti per la rete SPRAR. Segnalo tuttavia che le cifre non sono la questione centrale.

 

Se non è rilevante l’aspetto numerico, qual è il centro del problema?
Aderire alla rete SPRAR significa soprattutto garantire un’accoglienza diffusa in piccoli nuclei, favorendo l’integrazione nel tessuto sociale e garantendo servizi essenziali. Significa inoltre che gli enti locali si rendono partecipi e responsabili del processo di accoglienza e integrazione, principalmente attraverso il sistema della co-progettazione, coinvolgendo tutta la rete sociale presente sul territorio. Aderire alla rete SPRAR è un dovere di solidarietà umana, nei confronti di persone in fuga da guerra e miseria, ed è anche un dovere di solidarietà territoriale. Ma oltre a questo, non aderendo ci si mette inevitabilmente nelle condizioni di subire il ricorso all’accoglienza straordinaria, che non va demonizzata perché ci sono moltissimi esempi di progettazione e integrazione molto positivi, però può anche declinarsi in grandi strutture poco inserite nel contesto
territoriale, con tutte le problematiche conseguenti.

 

Quanti sono i comuni che aderiscono allo SPRAR in Provincia di Roma?
Potremmo dire che si contano sulle dita delle mani. Arriviamo quasi a 10 considerando i progetti SPRAR sul nostro territorio ma di pertinenza del Comune di Roma. Sono invece appena una quindicina i comuni in cui sono presenti strutture di accoglienza straordinaria. Su di un territorio di oltre 120 comuni (per carità alcuni molto piccoli, quindi esenti), capiamo bene che in molti non stanno facendo la loro parte, mettendo in difficoltà gli altri.

 

Quando è possibile aderire alla rete SPRAR?
Ci sono due scadenze fisse annuali, fine marzo e fine settembre. Ma non basta manifestare la propria adesione attraverso una semplice delibera. Ciò non è sufficiente e non esime dalla possibilità che possa aprirsi nel territorio comunale, nel frattempo, un centro di accoglienza straordinaria. E’ necessario presentare un progetto valido e consono alla normativa vigente. Vi sono diversi comuni che hanno manifestato volontà di aderire attraverso atti ufficiali ma poi non si sono concretamente adoperati nella progettazione. Tergiversare non è di certo un modo serio di procedere. Esistono tantissimi esempi virtuosi su tutto il territorio nazionale da cui trarre spunto, soggetti con cui confrontarsi. La politica deve prendersi le proprie responsabilità e guidare i processi complessi che attraversano la nostra società, non subirli e non averne paura. Costruire solidarietà, tessere la tela della coesione sociale è il compito più difficile ma anche il più bello di un amministratore locale.