Il Piemonte passa dalla zona rossa a quella arancione: al via gli assembramenti

Il Piemonte passa dalla zona rossa a quella arancione e le strade di Torino si affollano, con veri e propri assembramenti. È bastato che i negozi rialzassero le serrande per vedere le vie del centro cittadino piene di gente e lunghe code sui marciapiedi, senza rispetto del distanziamento.

In via Lagrange molti clienti anche davanti ai bar per le consumazioni da asporto come non avveniva nelle scorse settimane.  “Per noi è puro ossigeno” dicono i gestori di un negozio di abbigliamento in una traversa della centralissima via Roma. Tanti commercianti hanno riaperto con sconti e promozioni prolungando così il ‘Black Friday’ e attirando i clienti. “Approfitto degli sconti anche per gli acquisti di Natale, non si sa mai che richiudano tutto” spiega una signora in fila per entrare da ‘Kasanova’. “Questa mattina c’era gente già fuori ancora prima dell’apertura e nella prima mezz’ora abbiamo battuto molti scontrini e riempito buste”, confermano da ‘Zara’ in via Roma. 

Milano e la Lombardia da oggi sono in zona arancione 

Sono tanti i milanesi che nel primo giorno di riapertura dei negozi hanno affollato le vie dello shopping per approfittare delle ultime offerte del Black Friday e per iniziare a fare qualche regalo di Natale. Non succedeva da settimane di vedere corso Vittorio Emanuele, l’arteria pedonale che costeggia il Duomo e dove si trova anche la Rinascente, piena di gente che passeggia con sacchetti e borse.

Anche la Calabria lascia la zona rossa di massime restrizioni anti-Covid

Dall’arancione al giallo passano invece Liguria e Sicilia, sempre per effetto dell’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, visti i dati del monitoraggio settimanale analizzati dalla Cabina di regia.




Piemonte, voto di scambio: si è dimesso l’assessore della Regione, Roberto Rosso (Fdi). Per il Pg Saluzzo è sceso a patti con i mafiosi

Dalle prime luci dell’alba, la guardia di finanza di Torino sta eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia torinese, nonché sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola e operanti a Torino. Tra le condotte illecite, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, è stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

C’è anche Roberto Rosso, assessore ai Diritti civili della Regione Piemonte, a lungo parlamentare di Forza Italia, per cui all’inizio degli anni ’90 é stato candidato sindaco di Torino, e ora in Fratelli d’Italia, tra le persone arrestate questa mattina. Le accuse nei suoi confronti riguarderebbero le ultime elezioni regionali. L’assessore ha poi rassegnato le dimissioni dal suo incarico.Secondo quanto si apprende da ambienti politici, la lettera è stata firmata in carcere ed è già nelle mani del governatore Alberto Cirio.

“Roberto Rosso ha aderito a Fratelli d’Italia da poco più di un anno. Apprendiamo che stamattina è stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Mi auguro dal profondo del cuore che dimostri la sua innocenza, ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da FdI, afferma la leader di FdI Giorgia Meloni

Secondo le risultanze delle indagini Roberto Rosso è sceso a patti con i mafiosi. E l’accordo ha avuto successo“. Lo ha detto Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte, a proposito dell’operazione Fenice della guardia di finanza sulla ‘ndrangheta nel Torinese. Gli investigatori hanno documentato – anche con immagini – diversi incontri tra Rosso e alcuni presunti boss, tra cui Onofrio Garcea, esponente del clan Bonavota in Liguria, anche in piazza San Carlo a Torino. Dalle indagini della guardia di finanza sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel Torinese, che hanno portato all’arresto per voto di scambio anche dell’assessore regionale Roberto Rosso, è emersa “la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori”. Lo rende noto la guardia di finanza. Quindicimila euro in cambio della promesso di un ‘pacchetto’ di voti. E’ questa l’accusa che ha portato in carcere l’assessore ai Diritti della Regione Piemonte, Roberto Rosso, nell’ambito di una inchiesta sulla ‘ndrangheta in Piemonte che ipotizza tra i reati anche il voto di scambio. Secondo l’accusa la ‘ndrangheta avrebbe esercitato la propria ingerenza in occasione delle elezioni dello scorso 26 maggio




Piemonte, voto di scambio: 8 arresti. C’è anche un assessore della Regione, Roberto Rosso di Fdi

Dalle prime luci dell’alba, la guardia di finanza di Torino sta eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia torinese, nonché sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola e operanti a Torino. Tra le condotte illecite, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, è stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

C’è anche Roberto Rosso, assessore ai Diritti civili della Regione Piemonte, a lungo parlamentare di Forza Italia, per cui all’inizio degli anni ’90 é stato candidato sindaco di Torino, e ora in Fratelli d’Italia, tra le persone arrestate questa mattina. Le accuse nei suoi confronti riguarderebbero le ultime elezioni regionali.




Terrorismo, uomo fermato in Piemonte: smantellata cellula legata all’attentatore di Berlino tra Roma e Latina:

Un cittadino marocchino residente in Italia è stato fermato all’alba in Piemonte dai Carabinieri del Ros e da quelli del Comando provinciale di Cuneo per terrorismo. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Roma, le “attività criminali” dello straniero, “fortemente indiziato”, sottolineano gli investigatori, di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e di far parte di una associazione terroristica.

Il fermato si chiama Ilyass Hadouz, 19 anni, residente a Fossano, il comune del cuneese dove è stato bloccato dai carabinieri. Secondo gli investigatori il giovane marocchino, attraverso i suoi numerosi account social (facebook, instagram, twitter) avrebbe portato avanti una “intensa propaganda jihadista” inneggiante al martirio, alla ricompensa che Dio concederà ai musulmani impegnati nel jihad, esaltando le gesta, il valore ed il coraggio dei “combattenti in nome di Allah”, di cui sarebbe stato pronto ad emulare le gesta. Hadouzd si sarebbe radicalizzato in casa, attraverso video e frequentando chat integraliste.

Nuova operazione antiterrorismo della Polizia. Gli uomini dell’Ucigos assieme a quelli delle Digos di Roma e Latina hanno arrestato diverse persone riconducibili alla rete di Anis Amri, il tunisino autore della strage al mercatino di Natale di Berlino, ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) il 23 dicembre del 2016.

Sono cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti degli arrestati: i reati ipotizzati sono addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale e associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oltre agli arresti, sono in corso una serie di perquisizioni nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo.




Piemonte, neve abbondante e bel tempo: è assalto di turisti

TORINO – Weekend da record sulle montagne piemontesi. Con il ritorno del bel tempo dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi, con oltre 2 metri di neve fresca su Alpi Cozie Nord e Alpi Gaie, migliaia di turisti sono attesi nelle località sciistiche per il primo fine settimana dopo le vacanze di Natale. Molte valanghe, di medie e grandi dimensioni, hanno già raggiunto il fondovalle; il ritorno delle basse temperature hanno determinato un sensibile abbassamento del rischio di nuovi distacchi.

Nessun pericolo, dunque, da Sestriere a Bardonecchia, dove tutti gli impianti sono aperti per la gioia degli appassionati di sci

L’Arma dei carabinieri e le altre istituzioni impegnate nel monitoraggio e nella gestione dei comprensori montani raccomandano comunque un alto livello di attenzione. E, prima di intraprendere attività ludiche o sportive nelle aree dell’alta Val Susa, consigliano la consultazione dei bollettini valanghe emessi dal Servizio Meteomont e da Arpa Piemonte.




Piemonte, "rimborsopoli": assolto Roberto Cota

Redazione

PIEMONTE – L'ex presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, è stato assolto nel processo per la 'Rimborsopoli' dei Consiglieri regionali del Piemonte. La causa riguardava l'uso distorto dei fondi destinati ai gruppi politici rappresentati in Consiglio regionale. La Procura aveva chiesto per l'ex governatore una condanna a 2 anni e 4 mesi. Il processo si è concluso con dieci condanne e con 15 assoluzioni. La Procura aveva chiesto la condanna di tutti i 25 imputati a pene che nel complesso ammontano a circa 66 anni di reclusione.

Ad aprile 2014 Cota aveva restituito al consiglio regionale 32mila euro di rimborsi, ovvero la cifra che gli veniva contestata dalla procura con un’aggiunta del 30 per cento come “compensazione del danno di immagine”. Come lui anche altri esponenti del partito come Elena Maccanti, Giovanna Quaglia, Alessandro Mattioda e l’esponente Ncd Valerio Cattaneo.

I politici erano finiti sotto inchiesta in seguito a un controllo avviato dalla Guardia di Finanza (coordinata dalla procura) nel settembre 2012. I militari avevano raccolto la documentazione messa a disposizione dai consiglieri: scatoloni pieni di scontrini, fatture, ricevute per ottenere i rimborsi previsti dalla legge per il funzionamento dei gruppi consiliari della Regione. Le valutazioni avevano permesso di accertare che i soldi erano stati spesi in ristoranti e bar, ma anche in negozi di abbigliamento e gioiellerie. Tutte spese che ben poco hanno a che fare con l’attività della Regione.




PIEMONTE UNESCO: CON TUTELA VIGNE VOLA TURISMO ENOGASTRONOMICO A 5 MILIARDI

Redazione

Piemonte – “E’ un atteso riconoscimento al lavoro di intere generazioni di agricoltori che hanno realizzato nel tempo un territorio unico ed inimitabile di una bellezza straordinaria ma capace anche di esprimere produzioni da primato conosciute ed apprezzate in tutto il mondo”. E’ quanto ha affermato il presidente nazionale della Coldiretti, il piemontese Roberto Moncalvo, nel commentare  con soddisfazione il via libera all’iscrizione dei "Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato" nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, avvenuto  Doha in Quatar. Un successo per il Piemonte e per l’Italia intera alla vigilia del semestre di presidenza dell’Unione e dell’Expo che potrà contribuire alla ripresa di un  Paese in cui – sottolinea Moncalvo – turismo, cultura e alimentazione rappresentano le leve strategiche determinanti per uscire dalla crisi. Si consolida il primato mondiale dell’Italia nel turismo enogastronomico che da solo vale 5 miliardi ed è in continua crescita ma una spinta determinate – continua Moncalvo – viene anche per l’insieme della vacanza Made in Italy  con un terzo (32,7 per cento) del budget destinato da italiani e stranieri all’acquisto di prodotti alimentari o ai pasti consumati in ristoranti o trattorie. Le ricadute positive del riconoscimento potrebbero portare tra l’altro ad una crescita del turismo intorno al 30% nei primi cinque anni sulla base degli effetti sui siti promossi in passato. Monferrato, Langhe e Roero coprono – conclude la Coldiretti – il 90 per cento della produzione vinicola del Piemonte, che è complessivamente pari a circa tre milioni di ettolitri di vino l’anno con un fatturato sui 335 milioni di euro con il 60 pr cento dell’intera produzione che è esportato in Germania, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Stati Uniti.




PIEMONTE, REGIONE: RIMBORSI FACILI E SPESE VERGOGNOSE

Alberto De Marchis

Piemonte – Dopo lo scandalo della Regione Lombardia, Dopo l’emilia Romagna in coda c’è il Piemonte con i rimborsi facili dell’incorruttibile Roberto Cota appartenente all’incorruttibile Lega che ha sempre gridato allo slogan “Roma ladrona, la Lega non perdona”. Le spese dei consiglieri regionali piemontesi sono vergognose. L'ultima riguarda proprio lui il presidente Cota, che secondo Repubblica nel 2011 ha speso l'equivalente di 40 euro per comprare, mentre era in missione a Boston, un paio di boxer in tinta-Lega nello store "Vineyard Vines".rimo. Nel suo primo interrogatorio, Cota aveva già parlato del viaggio a Boston, spiegando però di aver "frequentato un corso intensivo d'inglese, e ho pagato tutto io: viaggio e permanenza. Pur essendo un'attività necessaria alla mia formazione politica. Nella giornata di sabato sono andato a visitare il Mit, contattando alcune persone che lavorano lì: potrebbe esserci una spesa relativa a un pasto con loro". E infatti, riferisce Repubblica, lo scontrino c'è: 10 euro. Ma c'è anche quello per l'acquisto delle mutande. Il quotidiano riporta poi di altre spese per le quali il governatore ha chiesto il rimborso, come 2,30 euro al bar dello stabilimento balneare Blue Bay Arcadia di Serra Spotorno, l'acquisto di pacchetti di sigarette, e spazzolino, dentifricio e deodorante comprati all'aeroporto di Fiumicino. Chi mangia sulle spalle degli altri è un vergognoso parassita. Chi non conosce il lavoro e non si guadagna il pane quotidiano con il sudore della propria fronte è buono soltanto a sperperare. Perché non andiamo a spulciare nei conti dei rimborsi facili di coloro che si fanno paladini del popolo?