BERSANI: I MEDICI SCIOLGONO LA PROGNOSI

Redazione

Parma – I medici dell'ospedale Maggiore di Parma hanno sciolto la prognosi per Pier Luigi Bersani "viste le buone condizioni del paziente". Il decorso dell'onorevole Pier Luigi Bersani – si legge nel breve bollettino medico – prosegue regolarmente. "La Tac di controllo effettuata questa mattina conferma la normale evoluzione dell'iter post operatorio".

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BERSANI: RENZI ASPETTA PIERLUIGI PER TORNARE A DISCUTERE. "L'IMPORTANTE E' CHE STIA BENE"

Redazione

Tanto affetto attorno a Pierluigi Bersani. "Aspetto Pierluigi per tornare a discutere, anche a litigare, l'importante è che lui, che è bello tosto, sia riuscito a superare questa fase che è la più difficile".
Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi, dopo la sua visita a Pier Luigi Bersani presso l'Ospedale Maggiore di Parma, dove è ricoverato da ieri.

“Ho portato l'abbraccio di tutta la comunità del Pd, e anche personale – ha aggiunto Renzi -, alla signora Daniela, alle figlie Elisa e Margherita, ovviamente non ho potuto parlare con
Pier Luigi che è in rianimazione. Siamo felici che la situazione sia in miglioramento, io sono venuto qua per un saluto e un abbraccio e a dire che siamo tutti con Bersani”.

Anche il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, Gianni Cuperlo, è fatto visita all’ex segretario del Pd.
"Ci ha fatto prendere un bello spavento – ha detto Cuperlo -, sono qui per esprimere affetto e solidarietà a Bersani e ai suoi familiari".

In ospedale a Parma sono arrivati in mattinata anche il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd e componente della segreteria nazionale, Maurizio Martina, Davide Zoggia e Nico Stumpo.

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PIERLUIGI BERSANI COLTO DA EMORRAGIA CEREBRALE

Redazione

Una notizia che ha sconvolto il mondo politico. Si è tenuto, nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale Maggiore di Parma, l'intervento chirurgico cui è stato sottoposto l'ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Si tratta di un'operazione che si è resa necessaria dopo gli esami angiografici. Il mattinata l'ex segretario Pd è stato colpito da una lieve emorragia cerebrale Accanto a Bersani sono arrivati il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, alcuni esponenti del Pd locale, il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli e l'assessore regionale Alfredo Peri. Con lui anche Maurizio Migliavacca.
L'ex segretario del Pd è giunto intorno alle 12 al pronto soccorso dell'ospedale di Piacenza dopo aver avvertito una forte e improvvisa emicrania. Qui è stato sottoposto a una tac da cui è emersa un'emorragia cerebrale. Durante tutto il periodo degli accertamenti sanitari, Bersani è rimasto lucido, non ha mostrato problemi neurologici nè è svenuto. I medici hanno quindi disposto il trasferimento d'urgenza in ambulanza all'ospedale di Parma dove Bersani è giunto intorno alle 13. L'ex ministro dello Sviluppo economico ha 62 anni. "Ha avuto una lieve emorragia cerebrale ma sembra, per fortuna, senza conseguenze serie dal punto di vista neurologico", dichiara il portavoce di Bersani Stefano Di Traglia. L'emorragia, dicono dal suo entourage, "non avrebbe causato conseguenze serie dal punto di vista neurologico". Bersani è rimasto cosciente durante tutti gli accertamenti clinici. E su Twitter Matteo Renzi esprime il proprio sostegno."Un abbraccio fortissimo a Pier Luigi Bersani". Il presidente del consiglio Enrico Letta, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, segue la situazione di Pier Luigi Bersani "passo passo, con la massima vicinanza, in contatto con i famigliari". Anche il Quirinale, a quanto si apprende da ambienti vicini a Pier Luigi Bersani, si è informato sulle sue condizioni di salute. "Un abbraccio grandissimo!": sono queste le prime parole che il presidente Romano Prodi ha rivolto all'ex segretario. Il Presidente Prodi dal momento in cui ha appreso la notizia del malore che ha colpito Bersani segue da vicino l'evolversi della situazione.  "Ho appreso con addolorato stupore del malore che questa mattina ha colto l'onorevole Pierluigi Bersani", ha affermato Silvio Berlusconi in una nota. "Gli auguro di tutto cuore che possa superare al piu' presto questo momento difficile – aggiunge – per tornare alla sua attivita' politica e dai suoi cari. Un abbraccio affettuoso ad un avversario
leale". "Caro @pbersani, ti sono affettuosamente vicino. Forza!!!": così il ministro dell'Interno Angelino Alfano su Twitter. "Le prime notizie che arrivano sono rassicuranti. Alè Bers che c'è un sacco di roba da fare!": così Gianni Cuperlo, presidente dell'Assemblea del Pd sul suo profilo Facebook. Messaggi analoghi da Pina Picierno a Alessia Morani, che incoraggiano Bersani a superare il momento difficile. Auguri anche da Walter Veltroni e Giuseppe Civati. Un "forza" arriva anche dal presidente del Senato Pietro Grasso, mentre da Forza Italia fanno sentire la loro voce il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario alla Camera, la responsabile Comunicazione del partito Deborah Bergamini. Su Twitter l'augurio del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: "Tieni duro Pierluigi, sei sempre stato un combattente. Un abbraccio". In una nota il sindaco di Torino Piero Fassino esprime il suo dolore "Ci auguriamo tutti che Pier Luigi possa riprendersi al più presto". Anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha espresso in una nota la sua vicinanza all'ex segretario Pd: "Con l'auspicio che si tratti di un malore passeggero, e di rivederlo al più presto al lavoro con la consueta energia e determinazione, rivolgo i miei più affettuosi auguri di pronta guarigione a Pier Luigi Bersani". In un tweet il presidente di Sinistra, Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, scrive: "Caro Pierluigi ti siamo tutti vicini in questo momento. Un forte abbraccio dai compagni e dalle compagne di Sel". Fa sentire la sua vicinanza a Bersani anche il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini: "Un in bocca al lupo sincero a Pierlugi Bersani. Sulla salute non si scherza, come purtroppo fece qualche pirla quando fu Umberto Bossi a stare male". Auguri anche dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: "Voglio esprimere a Bersani tutti i miei auguri affinchè superi questa difficoltà il più presto possibile". "Caro Pierluigi – dice la presidente della Camera, Laura Boldrini – ti siamo vicini con tanto affetto. Forza, metticela tutta! Ti
aspettiamo presto alla Caemra", aggiunge Boldrini. "Forza Pierluigi, ti siamo vicini e ti aspettiamo presto". Lo scrive sul suo profilo twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Vicinanza anche da parte di Pierferdinando Casini: "Sono vicino con tutto il cuore" a Pierluigi Bersani. "Un galantuomo della politica e un grande amico". Auguri anche da parte della presidente del Friuli Venezia Giulia, Deborah Serracchiani: "Forza Pierluigi!". "Bersani è un mio amico personale, sono molto triste e molto preoccupato. Gli dico: Forza Pier Luigi, ne hai passate tante. Hai fatto tante battaglie, fai anche questa. Ti sono vicino. Sono vicino alla famiglia. Politica è anche questa. Forza Pier Luigi, Forza Pier Luigi, Forza Pier Luigi". Mario Monti ha telefonato a casa Bersani per informarsi delle condizioni dell'ex segretario del Pd, con il quale ha avuto una stretta collaborazione in particolare quando era Presidente del Consiglio. Monti, spiega una nota, ha pregato la figlia di Bersani di trasmettere al padre, appena possibile, i suoi auguri e la sua vicinanza, con un forte abbraccio. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, intervistato da Rai News 24. L'augurio anche da parte anche del sindaco grillino di Parma, Federico Pizzarotti: "Un augurio di pronta guarigione a @pbersani. Sicuro delle ottime cure del ns ospedale,con la speranza di poterlo salutare presto di persona". "Forza Bersani. Forza Giaguaro", l'augurio di pronta guarigione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.




I FICHI SECCHI DELLE NOZZE PD

Emanuel Galea

Persona affezionata alle metafore. Ultimamente ne ha sfornata una che quota in ogni suo discorso di circostanza: “Non si ferma l’acqua con le mani”, ripete. Di questo ci siamo accorti tutti quanti, se non per altro, dal diluvio di proteste che gli si sono rovesciate addosso da tutte le parti.

Ha richiamato gli altri alla loro responsabilità, mentre da parte sua ha chiuso le porte ad ogni dialogo, insensibile ed ostinato nelle sue idee. Con tutto rispetto, ci piacerebbe suggerire a Bersani una metafora utile ed importante: “Non si fanno le nozze con i fichi secchi”.

E’ stato lui ad insistere a voler formare un governo di minoranza, con un “cestino povero di otto fichi secchi” da offrire alle controparti. Finalmente, però, gli è sorto il dubbio che questo matrimonio non s’ha da fare. Ieri è salito al Colle, stanco, deluso, ma non del tutto preparato a gettare la spugna. Ha preso posto davanti al Presidente, intenzionato a proseguire il braccio di ferro fino in fondo. A quel tavolo sedevano due interessi. Pierluigi Bersani rappresentava gli interessi esclusivi del suo partito, il proprio orgoglio, il suo buon nome, la sua carriera politica come leader. Giorgio Napoletano rappresentava gli interessi del paese, del popolo italiano, una buona governabilità.

Re Giorgio, dando un’occhiata al cestino di fichi secchi e un'altra diritta negli occhi al “presidente incaricato” decide di conferire al “perlustratore battuto” gli onori in campo, mitigando la sconfitta e dichiarando “congelato l’incarico a questo assegnato il 22 marzo scorso. “Le consultazioni hanno avuto un esito non risolutivo” ha dovuto ammettere Bersani  ed il Colle, prenderà, “senza indugio iniziative che gli consentano di accertare personalmente gli sviluppi possibili del quadro politico-istituzionale", ha spiegato Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica italiana.

A questo punto, Pierluigi, entrato con le pretese ed ambizioni di fare il Presidente del Consiglio, incarico  papabile, è uscito semplicemente come un “segretario emerito”. E dopo un lungo giorno di consultazioni flash per Giorgio, ieri di venerdì Santo, c’è la classica pausa di riflessione che si concede anche alle unioni più salde, figuriamoci ai famosi fichi secchi.  Intanto in cuor suo, Bersani, si prepara a consegnare le armi e come tutti gli “emeriti”, non gli auguriamo di finire in solitudine meditando sul tempo prezioso che ha fatto perdere all’Italia, ostinandosi a mostrare i propri muscoli al suo Cavaliere avversario.

La parola a Giorgio che con quel misero paniere dovrà tirare fuori una proposta convincente. L’Italia tutta confida nella saggezza del suo Presidente e spera che, per il bene del paese, sappia imporre  un governo condiviso tra le parti, democraticamente elette, per vegliare su questa Italia agonizzante. Lo sdegno e la vergogna vanno a tutti i partiti, tutti senza alcun discrimine, politici che, in questo momento tragico si sono mostrati parimenti irresponsabili. Gli interessi delle loro botteghe possono aspettare,
quelli dell’Italia No.
 




DOPO LA SPARATA SHOCK DEL CAVALIERE, COLPO DI FULMINE TRA BERSANI E MONTI. GALEOTTO FU BERLINO

Redazione

Roma – ''Monti è arrivato da solo. Era il professor Monti. Gli abbiamo dato noi la maggioranza. Lo abbiamo voluto noi''. Da Berlino Pierluigi Bersani ha ricordato le fasi del rapporto con il premier uscente. ''Abbiamo affrontato insieme il popolo per le riforme – ha proseguito – ci sentiamo protagonisti nel bene e nel male di questo anno e mezzo. Ora bisogna andare avanti e fare le elezioni, come in tutti i Paesi''. Attualmente – ha proseguito Bersani – con il professore ci sono ''schermaglie elettorali'', ma non esclude una collaborazione con Monti dopo il voto. "Ho sempre detto che sono prontissimo a una collaborazione con tutte le forze che sono contrarie al leghismo, al berlusconismo, al populismo. Con tutte queste forze e, certamente, anche con il professor Monti", ha spiegato Bersani.

Mario Monti ha risposto all'appello di Bersani a collaborare dopo il voto: "Apprezzo ogni apertura e ogni disponibilità e anche questa frase che Bersani ha detto dalla Germania, dove, mi pare, la politica fatta in quest'ultimo anno con l'aiuto del Parlamento, è stata apprezzata". "Io – ha assicurato – sarò disponibile ad alleanze con tutti e solo coloro che saranno seriamente impegnati sul piano delle riforme strutturali".

 




BERSANI E L'IMU: C'E' PRIMA CASA E PRIMA CASA… E C'E' PURE IL PRIMO AEREO PER SHANGAI

Chiara Rai

Caro Bersani, mi sei molto simpatico. Con il tuo volto pulito, la tua serenità interiore, permettimi di dirti che appari come “la persona giusta”. Detto questo, mi sono presa la libera concessione, pur non essendo economista o ragioniere o politologo, di analizzare le tue dichiarazioni in merito alle intenzioni del Pd sull’imposta Imu. Pierluigi caro, non si possono sentire. E cercherò anche di spiegartene i motivi. Come premessa, aprirò e chiuderò subito una parentesi: non se ne può più di sentire parlare di Imu a destra, sinistra e Grilletti vari. Per favore, se avete qualche altro argomento utile a far riflettere gli elettori, tiratelo fuori.

Vedi Pierlu, come direbbe la Littizzetto, ormai siamo arrivati ad un punto che chi ha i soldi si vergogna come un verme perché dove si gira si gira c’è povertà allo stato puro. La media classe è completamente desaparecida, perse le tracce perché per pagare l’aumento delle tasse è costretta a sopravvivere e chiedere aiuto ai genitori pensionati. Sui pensionati poi, caliamo un velo pietoso: altro che conti gratis, hanno ridato indietro persino il bancomat. Le persone disagiate socialmente, disoccupati e giovani in cerca d’autore si cibano, per la stragrande maggioranza alla Caritas.

Con questo piattino Pierluigi, pensare di alleggerire soltanto chi paga l’Imu fino 400 – 500 euro, non serve a nulla. Perché il povero disgraziato che ha avuto la sconsiderata idea di mettersi sulle spalle un mutuo pluriventennale per acquistare poco più di 100 metri quadri alla Sgurgola e far vivere dignitosamente moglie e prole non rientrerà forse nel famigerato esonero che sbandieri ai quattro venti.

E’ vero Pierlu, c’è prima casa e prima casa, ma se una persona lavora una vita per farsi una dimora dignitosa col giardinetto all’inglese deve essere additato come fosse il Briatore della situazione? Lo dobbiamo caricare di più di tasse perché l’incosciente ha osato avere un pezzo di giardino e un villino a Ostia? Sostanzialmente con una soglia fino a 400 – 500 euro (pensiamo per difetto a 400 euro) quanti potranno beneficiare di un alleggerimento dell’Imu? Molti sì ma altrettanti no.

Non ho finito, perché adesso veniamo al pezzo forte. Hai detto che bisogna caricare di più sui grandi patrimoni. Ti sei forse accorto quante imprese hanno chiuso i battenti e aperto oltre oceano o al caldo di isole dove non vi è tassazione? I ricchi italiani se la sono data a gambe levate. Vogliamo farli scappare proprio tutti? Grazie ai più abbienti, ai ricchi, si regge l’economia. Il negozio di abbigliamento italiano che beneficia del fatto che una signora con i dindi acquista il paltò esposto anziché rifornirsi ai negozi orientali che hanno prezzi stracciati, secondo te Pierlu, è contento che questa signora, solo per il fatto di essere abbiente, verrà tassata duramente, tanto da non poter più comprare nulla? Voglio dire, facendo piangere anche i ricchi non si risolvono i problemi dei poveri.

Finiamo tutti a Shangai. Si ritorna indietro alle discriminazioni, ai servi e ai padroni. A questo punto facciamoci un aereoplanino con gli tabella fondamentali della Costituzione. Tu hai soldi, e giù di tasse. Senza armonia non si arriva da nessuna parte. Poi ci ritroviamo a dare i miliardi ai banchieri che non li utilizzano per venire incontro alle nostre esigenze ma li trattengono per loro, perché spiegami quanti mutui sono stati erogati dal 2009 ad oggi. Accedere ad un mutuo è come vincere al totocalcio. A proposito alla gente non gli è rimasto che sognare, strofinano il gratta e vinci per disperazione. Abbiamo tutti tirato la cinghia è giusto? Adesso quello che dovreste garantire voi politici è semplicemente il “benessere” che mette radici laddove non ci sono discriminazioni. Perché esistono centri commerciali con gli occhi a mandorla dove non si conosce la parola fattura e ci sono centri commerciali pizza spaghetti e mandolino dove il fisco ti viene a trovare un giorno sì e l’altro pure?

Perché non proviamo ad esempio a ridurre l’Iva al 10 per cento? Avremmo una drastica riduzione degli evasori, questo è certo, persino un bambino lo capirebbe. Con le promozioni si risollevano i buoni intenti. Visto che con gli esempi mi vai in visibilio ti dico: se allo scolaro gli metti sempre dei votacci, sei sicuro che quest’ultimo migliorerà il proprio rendimento scolastico? Il bastone senza la carota è dannoso.

L’Imu è una tassa che abbiamo pagato con dei sacrifici per giovare a chissà quali persone perbene, quelle, per intenderci, che sanno fare le creste meglio che il proprio lavoro. Qui, purtroppo, il problema non è tanto l’Imu, quanto una realtà che non piace ripetere in campagna elettorale: i politici si sono mangiati tutto. Tutti si sono fagocitati tutto. Quanti consiglieri della Regione Lazio hanno resistito alle spese pazze? Nessuno, persino la nutella si sono fatti rimborsare.




SILVIO BERLUSCONI PUNTA AL PORTAFOGLI DEGLI ITALIANI: "VI RESTITUISCO L'IMU E POI L'ABOLISCO"

Chiara Rai

Roma – Di promesse e proposte se ne stanno sentendo diverse, il “la” lo hanno dato sia il Pd che il Pdl e di riflesso Monti, ha sempre ripetuto gli stessi intenti dando una botta a destra e un’altra a sinistra come un autentico professore con i suo scolaretti.

Questa volta il Cavaliere l’ha sparata grossa e ha lanciato una sfida prima a se stesso che ai suoi elettori: “Restituire quanto pagato per l'Imu sulla prima casa nel 2012 e abolire la tassa”.
 
I soldi dell'Imu sulla prima casa saranno restituiti con un rimborso sul conto corrente oppure, specie per i pensionati, in contanti, attraverso gli sportelli delle poste. "Se una famiglia ha pagato 1.200,00 euro di Imu riceverà un rimborso di 1.200,00 euro; se un pensionato ha pagato 900 euro riceverà un rimborso di 900 euro, e così via. Puntiamo ad una riorganizzazione della macchina dello Stato che può arrivare al 10 per cento della spesa pubblica e al ricavato dell'aumento delle accise su giochi, scommesse, lotto e tabacchi”.

Guerra ai vizi e via libera a far tirare un respiro di sollievo alle famiglie. Berlusconi lo ha detto e adesso ci si può credere oppure no. Ha tirato fuori quest’asso che dopo la sparata di Monte Paschi di Siena ci sta, direbbero a Roma, come il cacio sui maccheroni. D’altronde il Silvio è un imprenditore e di strategie ne conosce a bizzeffe. Bisognerà vedere adesso, quanto le denigrazioni dei suoi avversari che si sono affrettati a paragonarlo a Wanna Marchi e a racconta storie riusciranno ad affondare questo picco di ciclone che rischia di investire e fagocitare Monti e il suo mini Fli da una parte con Casini che ogni settimana si restringe sempre di più dall’altra. Vorrà dire che gli si regaleranno un paio di brache nuove.  

Per coprire l'operazione, spiega Berlusconi, si chiuderà  l'accordo con la Svizzera per la tassazione delle attività finanziarie detenute in quel Paese dai cittadini italiani: il gettito è una tantum di 25-30 mld e poi all'anno un flusso di 5 mld". Ecco che la sua operazione è tale e quale alle gesta di Robin Hood: "Le famiglie italiane saranno rimborsate come risarcimento ad un' imposizione sbagliata". Altro che proposta choc, se si trattasse di un tiro al bersaglio capiremmo subito che il quasi ottantenne Silvio ha centrato l’obiettivo mentre tutti cinguettano e fanno spettacolini: al primo CdM sarà abolita l'Imu sulla prima casa e saranno restituiti i soldi versati nel 2012.

Mettiamoci una pezza sopra e critichiamolo quanto desideriamo, ancora sul piatto, dai suoi avversari politici solo detti e canzonature. L’unica maniera di far tornare ai cittadini la fiducia nello Stato è restituirgli ciò che gli è stato imprudentemente tolto. "Sarà un atto di ricucitura, un atto simbolico ma concretissimo”, ha asserito Berlusconi, conscio che dopo che gli italiani si saranno intascati l’Imu perduta avranno bisogno di un reale programma di rimessa in piedi.  Oltre alla soppressione dell'Imu sulla prima casa, il governo del Cavaliere attuerà anche altri interventi. "In cinque anni – ha detto – elimineremo l'Irap, imposta che pesa sulle imprese, un'imposta odiosa che deve essere pagata dalle aziende anche se non chiudono i bilanci in utile. Poi non ci sarà alcun aumento dell'Iva e ovviamente nessuna patrimoniale”.

L’Imu è di fatto tra le principali cause della crisi economica: "Con questa tassa – ha detto il candidato ministro dell’Economia – c'é stato il crollo dei mutui, la riduzione della compravendita delle abitazioni, il crollo delle aziende per costruzioni residenziali e tutto ciò ha determinato la creazione di 360 mila disoccupati in un anno. Siamo sicuri che vinceremo". E poi, ancora una stoccata alla sinistra:"Ho sentito ieri un rappresentante della sinistra affermare che noi non siamo credibili. Se c'é qualcuno che ha credibilità siamo proprio noi. Siamo credibili – ha aggiunto – anche perché sentiamo dentro di noi che la prima moralità è mantenere gli impegni dichiarati in campagna elettorale. Non ho nulla da chiedere per me, farò un' ultima grande battaglia elettorale e politica per allargare lo spazio di libertà, e far uscire l'Italia dalla prospettiva cupa in cui l'hanno costretta i tassatori tecnici e i tassatori della sinistra".

Adesso il gioco si fa duro e chi è in ballo deve usare quel criterio di autocritica che serve a non scadere nella pura critica sterile. Un appello alla sinistra: Non vi soffermate a sminuire Berlusconi perché il vostro potrebbe essere soltanto un boomerang potentissimo. In quella che può chiamarsi una sana competizione in campagna elettorale, mettersi a parlare di Wanna Marchi è deleterio, anche il professore dall’alto (perché è salito) del suo bavero blu del loden che non solo si è tolto ma lo ha anche calpestato. Un programma economico serio è quello che ci vuole.
Si faccia un elenco completo con dei punti secchi e comprensibili alla gente che ha fame.
 
Ho sentito che ci sono persone che voteranno Cicciolina o Beppe Grillo, oppure non andranno neppure a votare. Neppure commento. Questa competizione elettorale è di Bersani e Berlusconi, che ci piaccia o no. Questi i competitors, si può chiacchierare quanto si vuole. E’ giusta una rivoluzione della politica, è giusto mandare a casa i veterani che per anni non hanno fatto nulla, ma allora non doveva essere questo lo scenario: Berlusconi sarebbe dovuto restare in una delle sue tante ville al calduccio e Bersani lasciare posto a Matteo Renzi.

Ma il conto alla rovescia è già iniziato, la sinistra ha persino cambiato le regole per Matteo (che non ha tradito) e Berlusconi si è dato una tiratina generale e si è ripresentato (perlomeno facendo fuori Cosentino & Co). Guardiamo ai programmi seri, è questo l'appello. E chi è entrato da professore tornasse al suo vecchio mestiere così come i magistrati e i comici. Bersani non giocava col pallottoliere alla Bocconi e Berlusconi il passo lo ha fatto nel fior fiore dei suoi anni nonostante gli ammonimenti di Montanelli. Lo avesse ascoltato, ma ora è in ballo e oggi ha dato una grossa scossa. Se manterrà la parola? A quasi ottantanni di età non gli rimane altro da fare. Pd e Pdl hanno comunque un obiettivo: mandare a casa i tecnici.


 




CASTELLI ROMANI, BERSANI: " IL VOLONTARIATO NON NASCE NEL DESERTO. SE IL CAMPO E' FIORITO NASCONO NUOVI FIORI"

Chiara Rai

Albano (RM) – “Se il campo è fiorito nascono nuovi fiori” ed ecco che Bersani conia una nuova massima ad hoc per i castellani e chissà che Crozza non lo utilizzi nei suoi brillanti siparietti.

Un boom di presenze per una inattesa trasferta fuori porta per i vertici del Partito Democratico: prima ad Albano e poi a Marino due grosse tappe per abbracciare i consensi di ben 17 Comuni dell’hinterland, per la maggioranza già con amministrazioni di centrosinistra, eccetto Marino, Lanuvio, Nemi e Monte Compatri.

Il leader Pd Pierluigi Bersani, il candidato alla Regione Lazio Nicola Zingaretti e il segretario Pd Lazio Enrico Gasbarra hanno tolto gli ormeggi, parlando di eufemismi, e si può dire brindato ad una sicura vincita di Zingaretti; le parole chiave del tour castellano sono state: riappropriarsi del contatto con la gente, campagna di ascolto, ripartire dal territorio.

La storia dei fiori è sbocciata nella sala comunale di Albano, quando Bersani ha iniziato a delineare il quadro dell’attuale situazione partendo da “paletti logici”, come salute, istruzione, assistenza sociale. Su quest’ultimo punto ha introdotto una digressione sulla sussidiarietà tale per cui tale per cui se un ente che sta "più in basso" è capace di fare qualcosa, l'ente che sta "più in alto" deve lasciargli questo compito, e a tale proposito ha soddisfatto le domande di diverse associazioni presenti che sostanzialmente hanno chiesto a Bersani maggiore partecipazione alle decisioni della politica e di lasciare la possibilità di devolvere il 5 per mille delle dichiarazioni dei redditi alle associazioni di volontariato che tanto si prodigano per il territorio. E il candidato alle politiche del Pd, in tutta risposta ha detto che è necessario aprire la sala verde della concertazione non solo ai sindacati ma anche ai Comuni al privato sociale e al volontariato.

Ai Castelli Romani come nel resto del Lazio i problemi ci sono, a cominciare dalla sanità che per 350 mila residenti è in ginocchio con pronto soccorso sovraffollati e chiusura di reparti.

Questo tema è stato ripreso da Zingaretti che ha dedicato l’intera giornata al capitolo sanità a cominciare dall’incontro con i soci e i lavoratori della Cooperativa Capodarco che da mesi esegue prestazioni che non gli vengono pagate. In questa situazione si trovano le diverse realtà castellane.

Anche Marino, seconda tappa per Bersani e Gasbarra è teatro di una mancata apertura del pronto soccorso: “sappiamo la data delle elezioni comunali, fissate il 26 e 27 maggio  – ha detto il segretario Pd Lazio – conosciamo anche il giorno in cui il Campidoglio di Roma sarà liberato e ritornerà ad avere un sindaco dei cittadini. La destra nel 2008 ci ha fatto il sorpasso, abbiamo tenuto duro con Zingaretti che ha saputo vincere in Provincia continuando bene il governo che avevamo portato avanti. Ora quei momenti difficili sono al tramonto, grazie alla forza di una comunità che si e' saputa riorganizzare".

[ VIDEO – INTERVENTO PIERLUIGI BERSANI AD ALBANO ]




SILVIO C'E' E CRESCE IN CONSENSI: I SONDAGGI

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Chiara Rai

E’ ora che il Cavaliere faccia dei passi indietro per permettere al nuovo di esprimersi e non permettere che il centrodestra vada a perdere un facile accordo con la Lega. Se proprio vuole, può candidarsi ministro anche se la stanchezza degli italiani è talmente alta da augurarsi che possa decidere altro. Di fatto Silvio c’è e cresce in consensi rispetto ad un professore che arranca e ad un Pd che ha una bella zavorra con cui fare i conti.

Un estraneo in casa non è il massimo per Bersani che è meglio che studi bene assieme a Renzi i possibili colpi e boomerang nicchettiani.

Casini è inutile che sgomiti ad oltranza,  tanto la sua percentuale è destinata a sedimentare. E’ e continuerà ad essere poco meno di un ago, anche adesso che vorrebbe cavalcare la nuova concezione che supera destra e sinistra. Ma la prima Repubblica l’abbiamo già conosciuta e finché non si sostiuiscono le facce e i propositi, si possono cambiare mille casacche che la gente con idonea materia cerebrale non ci casca.

Berlusconi va, di fatto, verso una crescita di consensi. Secondo i sondaggisti di Tecnè per Sky TG 24 la coalizione nel complesso, inclusi La Destra di Storace e Fratelli d’Italia di La Russa (con un buon 2%), arriverebbe al 25,4% in recupero di quasi un punto.

In calo il centro sinistra, ma non per colpa del PD. Secondo il sondaggio di Tecnè il partito di Pierluigi Bersani sale ancora nelle intenzioni di voto degli italiani, arrivando a quota 35,3%. Nel complesso, però, il centro sinistra perde quasi un punto percentuale, per via in particolare della pessima prestazione di SeL, in calo al 4,1%.

Monti vale solo il 6%, mentre il centro dello schieramento politico italiano secondo Tecnè non va oltre il 12% mettendo insieme oltre alla lista che porta il nome del professore ex-premier, UDC (con il 4,8%) e Futuro e Libertà, con un pessimo 1,2%.




ELEZIONI POLITICHE: ITALIANI A BORDO, SI SALPA VERSO L'ISOLA CHE NON C'E'

Bersani era sicuro che Berlusconi avrebbe mandato a casa Monti e in questo momento starà ballando qualche danza romagnola per poi tornare a condannare il gesto come irresponsabile.

 

Chiara Rai

Roma – L’elettorato sta diventando schizzofrenico. Berlusconi ha costretto Monti a scendere a valle e una risalita sarà davvero difficile. Perché Monti rimane nell’opinione popolare e nei fatti un uomo che ha mandato sul lastrico migliaia di famiglie italiane e se a Natale ci sarà meno ciborio e la cedola dell’Imu pagata sotto l’albero lo dobbiamo al professore e alla maggioranza in Parlamento che finora gli hanno dato fiducia.

Monti era quel super Mario che avrebbe dovuto regalare i conti corrente ai pensionati, ma i nonni ai voglia a cercarli, ciò che hanno trovato sono solo interessi e hanno dovuto indossare le tute da super eroi per sostenere i propri figli, approvvigionare i nipoti, insomma i nonni si sono sostituiti al tecnico che come Robin Hood avrebbe dovuto riequilibrare gli averi, ma invece, d’accordo con compagnia bella, ha fatto piazza pulita di moneta corrente e di posti lavoro con la sola pietà della Fornero che si è ripresa dalla commozione quando ha definito i giovani disoccupati “choosy”.

Lei il solco sul viso ce l’ha per quante volte ha pronunciato simili sproloqui ma al ceto medio le rughe sono venute per l’impossibilità di arrivare alla metà del mese. Ma ora davanti agli occhi di chi neppure oggi che è domenica riuscirà a meritarsi un pasto decente o di quegli imprenditori che in questo momento stanno togliendo la targa made in Italy e abbassando le saracinesche il quadro politico è cristallino.

Bersani era sicuro che Berlusconi avrebbe mandato a casa Monti e in questo momento starà ballando qualche danza romagnola per poi tornare a condannare il gesto come irresponsabile. Nel centrosinistra non si è voluto guardare al rinnovamento, ha vinto l’usato che non definirei sicuro e per Berlusconi è stata una festa più eccitante di quelle in Costa Smeralda. Le primarie sono state una sorta di libro cuore le cui pagine hanno fomentato un disegno già scritto da quando ha concesso in comodato la poltrona a Monti e come un fidanzatino ha detto all’Italia: vi lascio affogare nello spred e quando sarete saturi e avrete attribuito a Monti il peggio della eredità gestionale politica, ritorno.

Berlusconi sa che contro Bersani ha già vinto una volta e l’Italiano con il cappio al collo tra un Berlusconi che probabilmente ricomincerà con la politica della detassazione e un Bersani che vuole lasciarci con 50 euro in tasca e una carta di credito vuota per pagare tutto, sceglierà il male minore.

Bersani non vuole illudere nessuno, ma in questo momento c’è davvero bisogno di altri annunci forneriani? Tanto si vive alla giornata e sicuramente l’ultima cosa che passa in testa ai comuni mortali martoriati dalle tasse, è di fare bella figura con l’Europa.

Ci si è stufati di ammiccare alla Merkel, visti i nefasti esiti. La fame è l’oblio del marcio, dei bunga bunga, dei siluri che abbiamo incassato. Probabilmente finiremo nei Casini che sa usare bene il verbo e sa vendersi più delle migliori maitresse sul mercato. I centristi moralizzatori, che in queste ore oscillano come un pendolo impazzito, appena Monti si farà venire qualche febbre da cavallo saranno pronti a farsi contagiare con ancora la mano tesa per stringere l’accordo con Pierluigi che rimarrà con qualche proverbio in più da dire e il buon Vendola che gli ricorda di parlare come un uomo di sinistra.

E allora ci si tappa il naso, si stringe un fazzoletto tra i denti e la puntura indolore la farà proprio il Cavaliere che non appena ha deciso che la punizione era finita ha invertito la rotta e dato un calcio nel deretano al tecnico, come un puparo farebbe col suo burattino.

E il professore, che non ha messo le mani nella cioccolata ma che non ha saputo neppure preparare un antidoto adeguato, ha voluto recitare questa parte fino in fondo restituendo la parola a chi di spot pubblicitari se ne intende.

Ma se c’è qualcuno che in televisione sa dare il meglio di sé c’è un diktat che naviga su rete che non si lascerà scappare l’occasione di dominare facendo governare chi decide lui. Le sue pedine le muove come vuole perché è vero che tutto è discusso e condiviso su rete ma tra il mondo virtuale e la realtà di un comico che riempie le piazze c’è una oceanica differenza: perché è lui che attraversa lo stretto a nuoto e non lo fa fare al nuovo che avanza? Perché alla fine, quando si è cliccato e dato la preferenza e detta la propria c’è sempre un solo uomo che decide?

L’alternativa allo “psiconano” è uno “psicocomico” che vuole intascarsi gli Italiani e per una volta ridere lui anziché far sorridere gli altri.

Allora, a questo punto verrebbe voglia di fare un bel disegnino sulle schede elettorali piuttosto che metterci “un estraneo in casa”.

Ma l’astenzionismo è il vero nemico e non dobbiamo permettere che s’impossessi di noi poveri disgraziati. Se questo è lo scenario politico che ci ritroviamo davanti, bene che vada siamo rovinati.

E dovremmo decidere: o si continua con l’autoflagellazione e o ci si illude che salendo sul barcone verso l’isola che non c'e', si riuscirà a raschiare una romanella in più sulla tavola che riuscirà a farci vedere il bicchiere mezzo pieno. Del resto domani è un altro giorno. 




LAZIO, ANCORA UN'ALTRA OLIATA ALLE PORTE GIREVOLI E CE L'ABBIAMO FATTA. FORSE…

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Chiara Rai

I dispetti sono finiti? Sulla nostra pelle perlomeno Polverini non ci metterà più mano. Con una sanità al collasso e una spending review che avrebbero dovuto fare Fiorito, Maruccio & Co anziché bivaccare alla strenua dei mitologici porci della Circe che viene Polverizzata dal Governo in 24 ore. Ieri mattina 17 ottobre il nuovo commissario per la sanità del Lazio, Enrico Bondi, ha varcato il cancello del palazzo della Regione. E chi l’avrebbe detto che in tempi non sospetti le porte girevoli di cui parlavo ad agosto, [LAZIO REGIONE, PRESTO IL "CAMBIO DELLE PORTE"…. GIREVOLI E BEN OLIATE?] pronte per la rossa Birindelli, sarebbero entrate in funzione prima per Renata? Ci sono voluti circa quaranta minuti di dialogo tra Bondi e Polverini per capire che il debito della sanità rimane sul nostro groppone così come la minaccia della cesoia bondiana che dovrà tagliare ancora posti letto per portarli a 3,7 ogni mille abitanti. E’ sì i sacrifici non sono finiti e intanto i camerini sono tutti occupati perché si è in eterna campagna elettorale e ci si cambia d’abito, si prendono lezioni su come porsi davanti alle telecamere per convincerci a mettere la crocetta al posto giusto. Intanto le croci, quelle pesanti dei sacrifici che tanto commossero  la ministra Fornero sono tutte per noi.  E gli ospedali laziali sembrano gironi infernali con le persone ammassate sulle barelle nei corridoi. Ma Marrazzo tagliò 6 mila posti letto e dopo l’allontanamento dai riflettori ne è uscito rinnovato con un contratto in Rai e la Renata, che di posti letto ne ha tagliati 2.700 e ha aperto il fuoco con i gruppi San Raffaele, Santa Lucia e Gemelli, adesso cambia forzatamente aria (almeno riguardo la sanità) dopo che ha dato sfogo ai suoi capricci e tappezzato il Lazio con i suoi slogan da ex sindacalista.  Per far sì che le porte girevoli funzionino definitivamente affinché si chiuda questa dolorosa e vergognosa vicenda, dobbiamo aspettare qualche altro puntiglio, dispetto, insomma capriccio. L’invito di tanti è quello di prendere il proprio fagotto e andare a casa. Intanto a sinistra non è che lo spettacolino sia migliore: Massimo D'Alema ha annunciato nella serata di ieri che non si ricandiderà al Parlamento nelle prossime elezioni di primavera se Pier Luigi Bersani vincerà le primarie del centrosinistra, ma ha annunciato battaglia nel caso in cui a prevalere sarà il “bischeraccio” di Matteo Renzi. E noi stringiamo ancora la cinghia in attesa di sentire e leggere argomenti più concreti. E’ tempo di cambiare aria.

tabella PRECEDENTI:

23/08/2012 LAZIO REGIONE, PRESTO IL "CAMBIO DELLE PORTE"…. GIREVOLI E BEN OLIATE?