ALBANO, SABATO CORTEO CONTRO L'INCENERITORE

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Riceviamo e pubblichiamo

Nota di Daniele Castri – Referente legale del Comitato No Inc

Sabato pomeriggio 20 Ottobre, alle ore 15,30, da Piazza Mazzini ad Albano ed a seguire fino a Piazza di Corte ad Ariccia, un’intera comunità si raccoglierà – per la decima volta – e sfilerà di nuovo lungo le strade dei Castelli Romani. La Via Appia, siamo certi, tornerà ad animarsi, per l’occasione, di tante centinaia, speriamo migliaia di persone:

Ancora una volta intere famiglie, studenti, lavoratori, cittadini e cittadine, scenderanno nella pubblica piazza per ribadire con una sole voce: No all’Inceneritore dei Castelli Romani, No al VII invaso di Roncigliano e Sì alla Raccolta Differenziata porta a porta associata alla riduzione, al riciclo ed al riuso dei rifiuti urbani.

In queste ultime ore, tra l’altro, si susseguono notizie relative ad indagini in corso da parte della Procura di Roma e di Velletri sul “Sistema Cerroni”. Gravi i capi penali d’imputazione: truffa, estorsione, associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti.

Nonostante ciò, alla luce della Sentenza Politica del Consiglio di Stato di Marzo scorso che il Ministro Clini conosceva tanto presto e tanto bene, l’inceneritore di Albano risulta ancora definitivamente approvato  a livello amministrativo.

Per scongiurare, quindi, il temuto avvio del cantiere per la costruzione dell’impianto – che pende ancora come una spada di Damocle sulle nostre vite – proprio nei giorni scorsi il No Inc ha depositato un nuovo ricorso giuridico presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) di Strasburgo.

Siamo convinti, ed oggi più di ieri, che l’atto commissariale di Marrazzo violi non solo i principi   della Costituzione Italiana, considerati inviolabili, che affermano, in modo irrinunciabile e prioritario, il diritto dei cittadini alla salute e ad un ambiente salubre ma, anche, le norme in materia del diritto UE.

Affinché, però, questo atto giuridico abbia la forza di rappresentare anche l’espressione corale e condivisa di un’intera comunità – ovvero dell’intera comunità di Albano e dei Castelli Romani – a questo primo ricorso, sottoscritto solo dalle Associazioni No Inc, vorremmo se ne aggiungesse un altro. Ovvero un ricorso sottoscritto direttamente dai cittadini e dalle cittadine dei Castelli Romani, dalle associazioni ambientaliste, dai movimenti e dai comitati di quartiere.

A partire, quindi, dalle ore 15,00 presso Piazza Mazzini, ed a seguire per tutta la durata del corteo, sarà disponibile un “banchetto itinerante” per raccogliere le firme di quanti, tra i cittadini e le cittadine dei Castelli Romani, vorranno sottoscrive, senza dover sostenere alcuna spesa, una copia “aperta” del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Starsburgo contro l’Inceneritore di Albano.

Dovrete rispettare unicamente tre credenziali:

1)     Avere un documento valido d’identità.

2)     Aver raggiunto la maggiore età.

3)     Essere residenti nei comuni che sverzano i propri rifiuti indifferenziati nella discarica per rifiuti indifferenziati di Roncigliano (Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio, Nemi, Rocca di Papa, Castel Gandolfo, Marino, Ardea e Pomezia).

Il ricorso giuridico, sottoscritto dai cittadini e dalle cittadine dei Castelli Romani, dalle Associazioni ambientaliste, dai movimenti e dai comitati di quartiere, verrà spedito presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo lunedì mattina.

In alternativa, per tutta la giornata di Venerdì, di Sabato e di Domenica, una copia del ricorso e relativi moduli per la raccolta firme saranno disponibili (9,30-13,00; 16,30-20,00) presso la libreria le “Baruffe” (Piazza Carducci n. 3) di Albano Laziale.

Un atto consapevole di difesa della salute pubblica e dell’ambiente da parte dei cittadini e delle cittadine dei Castelli Romani.

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POMEZIA, NUOVI LABORATORI AL SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

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Redazione

Giovedì 18 Ottobre, alle ore 11, presso l’unità operativa di neuropsichiatria infantile (U.O.NPI, ASL Roma H/4) di Pomezia, piazza Aldo Moro 4, avrà luogo la presentazione delle modificazioni apportate a locali del servizio territoriale, con la costruzione del Laboratorio di cucina e delle autonomie e La Stanza della Quiete. Si tratta di una ristrutturazione, ormai consueta a chi conosce il servizio, realizzata ogni anno in cooperazione con alunni e docenti del locale Liceo Artistico, e con la sponsorizzazione di Associazioni onlus del territorio, che negli anni ha saputo trasformare la struttura stessa.

Il Laboratorio delle autonomie, vivace rimodulazione di piccoli vani in uno spazio unico, ampio e colorato, con accesso al giardino, realizzato dalla nostra ASL, ha ricevuto una sponsorizzazione per gli arredi da parte dell’Associazione di volontariato Il nostro futuro per Gianluca. La Stanza della Quiete è una straordinaria novità, realizzata con il prezioso contributo del Lions Club di Pomezia, e prevede la possibilità di un’audiovideoregistrazione a circuito chiuso, con apparecchiature donate dall’Associazione Case Famiglia Chiara&Francesco di Torvaianica, indispensabile per audizioni protette richieste dai Tribunali, ma utile anche per la supervisione ed il dibattito a circolazione interna di trattamenti gruppali psicoterapici e riabilitativi. Tre grandi schermi a parete diffondono immagini ricorsive di paesaggi con musiche classica o di rilassamento curate dall’Associazione Futuro di Pomezia, o mantra e mandala cinetici creati dal maestro Leonardo Carrano. 




ARDEA, LA "SPIAGGIA DEI CASTELLI" DEVE RESTARE LIBERA

Maria Lanciotti

Gira che ti rigira le spiagge più belle le trovi sul litorale laziale, e in particolare in quel tratto chiamato ‘La fossa’ – fra Rio Torto e Fiume Incastro – considerato fin dai primi del ‘900 la spiaggia dei castellani e più precisamente dei genzanesi. Le famiglie partivano con la Bielle in noleggio, chi se lo poteva permettere, o con i carretti tirati dai muli, avviandosi a mezzanotte per arrivare all’alba e avere così il giorno a disposizione per attrezzare il ‘campeggio’. Si montava la ‘frascata’ e c’era chi si costruiva la casetta di legno con tanto d’intercapedine e veranda, e fu così che nel dopoguerra iniziò a sorgere sulla spiaggia una fila di abitazioni sempre più ampie e solide. Poi alcuni anni fa l’Amministrazione Eufemi mise in atto il suo programma di demolizione per liberare dal cemento il Lungomare degli Ardeatini, e le casette iniziarono a cadere come birilli sotto la spinta delle ruspe. Quest’anno le casette abbattute hanno raggiunto le cento unità, ma la cifra – secondo il programma di Eufemi, ereditato dal neo sindaco Luca Di Fiori – è destinata a salire fino a completo sbriciolamento del ‘serpente di mattoni’, mentre si procede a quella che viene chiamata riqualificazione dell’area, per ora solo un progetto in fase di lenta e discutibile attuazione. Intanto quel tratto di spiaggia resta la meta prediletta dei frequentatori abituali, comoda da raggiungere sia dai Castelli che dalle zone periferiche di Roma, e in massima parte libera. Quello che si vorrebbe capire è se tale resterà nel tempo, o se il recupero di tanta spiaggia mira a future occupazioni. Perché per ora, va detto, gli stabilimenti balneari non sembrano essere aumentati di numero. Raccogliamo in giro qualche voce, nel tratto di spiaggia confinante con lo stabilimento, passando ad altri il nostro stesso interrogativo: fino a quando questa spiaggia resterà libera? Rita, 48 anni, di Ardea: “Io spero per sempre. Fino ad oggi non si è mosso nulla, meglio approfittarne”. Vittorio, 74 anni, di Ariccia: “Non lo so. E intanto nessuno rispetta i 5 metri stabiliti per legge di spiaggia demaniale. Il bagnasciuga andrebbe lasciato libero, senza niente, e invece, guarda, tutto pieno di sdraio e ombrelloni, pure quelli dello stabilimento che stanno al di là della concessione. E lo spazio per i bambini, per i giochi, per il passaggio?”. Silvana, 55 anni, di Ciampino: “Spero ci lascino per sempre questa bella spiaggia. Qui non si paga, siamo tutti disoccupati. Però mi piacerebbe andare allo stabilimento per avere il lettino, che mi fa male la schiena”. Pasquale, 50 anni, di Aprilia: “Speriamo che ci lascino l’uso di questa spiaggia, perché non abbiamo i soldi per pagare l’ombrellone”. Pina, 36 anni, di Pomezia: “Per me è uguale. Ma non deve essere una cosa obbligatoria, ci vuole la spiaggia privata ma anche quella libera”. Silvia, 36 anni, di Roma: “Spero che non ce la tolgano. Sarebbe assurdo che chi ha casa qui fosse obbligato a pagare lo stabilimento. Gli spazi dovrebbero essere alternati, lasciando libertà di scelta”. Intanto sulla battigia affollata e piena di traffico di ogni genere i bambini rinunciano a fare i loro castelli di sabbia, e forse anche a cercare di capire il mondo dei ‘grandi’ che ignora, o dimentica, il rispetto reciproco e i diritti fondamentali dell’infanzia.




POMEZIA, TRA POMODORI E MELE SPUNTA LA MARIJUANA

Redazione

E’ iniziata nelle prime ore di questa mattina nella zona di Ardea sul litorale romano, un’ operazione antidroga  condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Roma che ha portato all’ arresto due cittadini italiani.  

S.D. e M.E. rispettivamente di 40 e 54 anni, sono stati sorpresi mentre erano all’interno di un terreno agricolo, di proprietà di quest’ultimo,  dove sono state trovate e sequestrate oltre 100 piante di marijuana.

Alcune di queste, alte oltre un metro, erano in attesa di essere tagliate, essiccate e successivamente immesse sul mercato della Capitale.

Alcune piante erano state già appese  e in fase di essicazione, altre erano mescolate tra le piante dei pomodori, mentre la maggior parte erano nascoste dietro una struttura in legno, appositamente costruita per impedire la vista ai passanti.

Piante di diverse misure presenti nella piantagione ed all’interno della serra secondo quanto ricostruito dagli investigatori dovevano garantire che la filiera produttiva non fosse mai interrotta strutturando una produzione a ciclo continuo.

All’interno dell’abitazione del proprietario del fondo agricolo, sotto il letto, i poliziotti hanno sequestrato un fucile, mentre altri due sono stati rinvenuti e sequestrati, insieme ad un bilancino di precisione, all’interno della sua residenza di Pomezia.

Le armi sono ora all’esame degli investigatori che vogliono risalire alla loro provenienza e alla legittimità delle autorizzazioni di polizia per la loro detenzione.

Inutili  e curiosi i tentativi dei due uomini di giustificarsi riferendo che non sapevano cosa stessero “coltivando”.

Al termine degli accertamenti, entrambi sono stati messi a disposizione della Procura della Repubblica di Velletri, competente per territorio.