DAVID GILMOUR: 45 ANNI DOPO ALL'ANFITEATRO DI POMPEI, GRANDE SUCCESSO

di Angelo Barraco
 
Roma – Dopo 45 anni David Gilmour torna a suonare dal vivo nella splendida cornice dell’Anfiteatro di Pompei, luogo che fu culla di atmosfere magiche e psichedeliche nel lontano 1971, quando i Pink Floyd registrarono “Live at Pompei”. Un live dinnanzi a 3.170 fan, che non si sono posti il problema del biglietto molto caro e che ha fatto tanto discutere. Atmosfere antiche tinte di rock, di luci, con una luna che vegliava su una serata che è destinata a rimanere nella storia. Brani come “5 A.M.” o “Rattle that lock” hanno trasformato la notte in un sogno ad occhi aperti, “Faces of Stone” e “What do you want from me” o “The blue” hanno aperto spiragli in direzioni lontane. Ma “Wish you were here” era il brano più atteso, tante le lacrime, le emozioni condivide e gli abbracci dinnanzi a colui che ha segnato la storia del rock. Il giornale “Rolling Stones” riporta inoltre la notizia che David Gilmour è stato nominato cittadino onorario dal Sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano. Il musicista ha dichiarato di essere onorato per esser  tornato a Pompei, come se fosse a casa.  Era l’ottobre del 1971, quando il regista Adrian Maben portò i Pink Floyd all’antico Anfiteatro Romano di Pompei per realizzare quello che sarebbe divenuto poi uno dei live più importanti della storia del rock. Collocati al centro dell’Anfiteatro e senza pubblico, baciati da un sole e accarezzati da un vento che ha scalfito i loro volti, hanno eseguito svariati brani del loro repertorio che sono entrati nella storia per il modus che ha caratterizzato l’esecuzione e per l’interpretazione. Un Gilmour con gli occhi chiusi, i capelli che si fanno strada tra gli spigoli facciali ancora giovani e senza rughe, un Roger Water con un basso dai  corposi, caldi e che tesse trame rotonde e psichedeliche, Rick Wright che riempie di colori e armonie tutto ciò che assume forma e sostanza sonora e un impeccabile Nick Mason, preciso come il ticchettio di un orologio che accompagna e sfuma il tempo che inesorabilmente scorre.Il 6 luglio è stato il decimo anniversario della scomparsa del leader-fondatore dei Pink Floyd, Syd Barret. Avrebbe oggi settant’anni. Un uomo che ha sempre vissuto la sua vita lontano dai riflettori, lontano da un mondo fatto di luci e di apparenze. Un musicista e un artista eclettico che ha creato gemme sonore in solitaria. Pochi giorni fa il bassista dei Pink Floyd, Roger Water, ha dedicato una versione di “Wish you were here” all’amico Syd.