Latina, si apre una voragine sulla Pontina: un disperso

Una voragine si è aperta sulla via Pontina. Momenti di paura  e panico San Vito di San Felice Circeo(Latina).

L’enorme voragine che si è aperta in strada ha coinvolto un’autovettura. I vigili del fuoco stanno intervenendo e sono in corso ricerche per la presenza di un disperso. Forse a causare lo smottamento è stato il maltempo che si sta abbattendo sul Lazio.

Ieri la Protezione civile aveva diramato per la giornata di oggi l’allerta arancione sui bacini meridionali del Lazio, sui versanti tirrenici settentrionali della Calabria e su gran parte della Basilicata centro-orientale. “Dalle prime ore di domenica 25 novembre, e per le successive 12-18 ore – si legge nel bollettino diramato dalla Protezione civile della Regione Lazio – si prevede nelle seguenti zone di allerta: criticità idrogeologica codice arancione su Bacini Costieri Sud e Bacino del Liri; criticità idraulica codice giallo su Bacini Costieri Nord, Bacino Medio Tevere, Roma e Aniene; criticità idrogeologica per temporali codice giallo su Appennino di Rieti”.

Massimo Ienco




PONTINA, LA STRADA DELLA MORTE: CONSIGLIO REGIONALE APPROVA RISOLUZIONE RIGHINI-SANTORI

Red. Cronaca

Roma – La sicurezza della strada regionale 'Pontina' è  stata  al centro della risoluzione presentata  dai consiglieri comunali di opposizione, Giancarlo Righini (Fratelli d'Italia) e Fabrizio Santori (Gruppo Misto), poi  accolta ed approvata  nel corso della seduta del consiglio regionale straordinario   sui trasporti.

In merito alla '148', la "strada della morte" , tra le più pericolose d'Italia, i due consiglieri hanno dato mandato ai vertici regionali di porre in essere tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire la messa in sicurezza della strada e salvaguardare l'incolumità dei cittadini.
Già nel novembre scorso Righini interrogò la Giunta, invitandola ad intervenire celermente, vista la perdurante condizione di "assoluta inadeguatezza del manto stradale, con carenza di illuminazione, assenza di corsie d'emergenza, costante caduta di rami e pigne, e radici di pini affioranti che hanno persino sollevato il manto stradale”. I due hanno quindi rimarcato "l'assenza di interventi di manutenzione in relazione ad un volume di traffico che si assesta oltre il mezzo milione di persone", prima di risaltare come "la messa in sicurezza dalla Pontina sia funzionale al rilancio del comparto agricolo dell'agropontino, così come del turismo balneare".
 Nel novero degli aspetti per nulla trascurabili "i numerosi esposti presentati dalle associazioni di cittadini e l'incolumità dei tantissimi pendolari, una priorità – hanno concluso Righini e Santori non più procrastinabile".

 




CIOCIARIA FRUSINATE, CIOCIARIA PONTINA E CIOCIARIA ROMANA

di Michele Santulli
La Ciociaria Storica , è proprio così: l’antico territorio a Sud di Roma, all’incirca fino al Garigliano, una volta patria dei Volsci, dei Sanniti, degli Ernici poi divenuto Campania, poi Latium Novum, quindi Campagna di Roma,  è stato per venticinque secoli un solo territorio e una sola regione. Di questa regione, nel corso delle vicende  storiche, la parte compresa tra i fiumi Liri e Garigliano -il Cassinate, il Sorano, il Fondano-  divenne appendice settentrionale di Terra di Lavoro, una delle province del Regno di Napoli, mentre tutto il resto al di là del Liri, era possedimento  dello Stato della Chiesa. 

L’indipendenza dell’Italia e il successivo  Ventennio Mussoliniano  ebbero per conseguenza che la cosiddetta Alta Terra di Lavoro menzionata tra il Garigliano e il Liri,  venne opportunamente accorpata alla neo istituita provincia di FR che, assieme a quelle di LT e di RM, rappresentarono,  in realtà,  la frantumazione  dell’antica regione, fino allora una e indivisibile e unita. Tutti gli anni trascorsi dal fatale 1927, certamente pregni di fatti e di novità, sono stati all’insegna del più puro particolarismo e campanilismo, nella ignoranza e negligenza totali e complete delle comuni radici e della comune storia: se cioè oggi si interroga un cittadino di Frosinone o di LT o di RM, nulla e niente conosce della comune identità, della secolare fusione dei destini: magari padroneggiano tutti la storia di Circe  e di  Coriolano e di Caio Mario e di Enea e dei Volsci  ma zero della secolare convivenza  e comune appartenenza. E la colpa delle rispettive istituzioni a tutti i livelli è del massimo biasimo. Si vada invece in queste cittadine e luoghi, con particolare riguardo a quelle lungo la Via Appia e poi nelle cittadine sui Monti Simbruini ed Equi e Ruffi: si resta sbalorditi nel costatare che gran parte della popolazione, parlandoci, si avvede che i propri antenati erano sistematicamente originari della Ciociaria frusinate, mentre per Anticoli, Cervara, Paliano, Subiaco, Olevano pur non avendo verificato tali legami di sangue, sono evidenti e consolidati e storicizzati, ancora più significativi,  quelli folklorici e cioè le medesime calzature e i medesimi vestimenti come pure la piena consapevolezza di un medesimo senso di appartenenza: sia aggiunto a plateale conferma per quanto attiene queste cittadine annidate sui monti menzionati, che una produzione pittorica  sconfinata di oltre centocinquantanni documenta e eterna, in maniera irrefutabile e incontestabile, tale senso di appartenenza. Ed è normale che la Storia scriva, documenti ed  illustri che ci troviamo  in Ciociaria,  che è l’unico concetto in grado scientificamente e storicamente di  accomunare e amalgamare e, ancora di più, di salvaguardare. Certamente ci sono personaggi in certe località che per ragioni loro personali,  antistoriche e insensate, rivendicano altre origini e certe nostalgie, originate dalla ignoranza delle vicende storiche e maggiormente dal pregiudizio. Ma sono comparse da teatro comico.

Pur non essendo un concetto amministrativo o geografico o amministrativo, la  Ciociaria  è l’unica e sola idea in grado di pienamente rappresentare e personificare e, direi, di incarnare non solo il territorio fino al Garigliano quanto, ancora di più, la gente e le popolazioni che abitavano e in gran parte ancora abitano, la gloriosa regione.  Il territorio ha avuto la sventura e la disgrazia, uniche, di non essere mai stato non dico considerato ma nemmeno menzionato o rappresentato: ancora oggi, per molti, non si sa bene che cosa esso rappresenti e dove esattamente si trovi:  importanti giornali nazionali quando parlano di Valcomino o di Arpino o di Atina e perfino di Fiuggi comunemente scrivono  che si trovano in Abruzzi, al plurale. Queste sono state le sventure e disgrazie, come detto più sopra, di questa terra che non ha mai avuto il suo cantore  e, ancora più vituperevole, una sua istituzione che si sia proposto come obbligo e dovere di tutelarla e di farla conoscere  e di promuoverla,  né, ancora peggio, si è mai visto  un cosiddetto uomo politico, e mi riferisco alle tre province,  che abbia mai pronunciato il termine di ‘Ciociaria’,  magari identificandovisi. Zero.

Abbiamo già ripetutamente ricordato gli enormi e unici contributi alla civiltà usciti da questa terra fino ad oggi e in merito invito  alla lettura di alcune pagine di ‘CIOCIARIA SCONOSCIUTA’:  questa terra nel suo insieme e non le province di FR o di LT o d RM, è nota e conosciuta in tutto il mondo, probabilmente più di ogni altra regione del pianeta, perché essa ha goduto del privilegio unico di essere  stata eternata dagli artisti del mondo occidentale, e perciò presente, come nessun altro soggetto, in tutti o quasi tutti i musei del mondo: il personaggio in costume ciociaro, la modella e il modello di artista, la iconografia del brigante, quella del pifferaro e dello zampognaro per le vie del mondo sono assurti  ad autentico patrimonio della umanità. 

Oggi dunque è la grande occasione e la grande opportunità: con la dissoluzione delle province una pagina storica  all’improvviso si è aperta ed attende di essere affrontata, davanti a noi, con l’obiettivo della ricompattazione e riaggregazione dell’antica regione col nome di Ciociaria! Parliamone! Occupiamocene! Non lasciamo soli i politici!