Bitcoin, ecco lo scenario mondiale e cosa sta succedendo

Dopo aver toccato i livelli più alti nel corso dei primi giorni del mese di novembre 2021, Bitcoin sta passando un momento molto delicato, con una diminuzione che ha raggiunto anche il 40%. Un balzo all’indietro che deve essere tenuto d’occhio con grande attenzione da quanti sono soliti investire su Bitcoin con la piattaforma Plus 500 e le tante altre disponibili online.

Al giorno d’oggi, investire su Bitcoin vuol dire anche affrontare delle vere e proprie montagne russe. Tra momenti in cui si registrano picchi veramente importanti e altri in cui le battute d’arresto non fanno altro che susseguirsi, è difficile capire come orientarsi e come valutare lo scenario complessivo.

A incidere, nel corso dell’ultimo periodo, troviamo anche la sfiducia che è stata data da determinati Governi nei confronti delle valute digitali. Se prima era stata la Cina a schierarsi apertamente contro Bitcoin, ora è il turno della Russia, che non sta facendo mistero di non amare affatto la ben nota criptovaluta.

Le tensioni geopolitiche attualmente in atto sono numerose, ma ad incidere sui continui colpi di scena sul Bitcoin sono anche le decisioni che sono state prese dalle banche centrali, così come la riduzione di cui è stato oggetto il Nasdaq.

Bitcoin in calo, e le altre criptovalute?

Il momento attraversato dal Bitcoin, come dicevamo in precedenza, non è certamente dei più facili. Il calo sta toccando il 7.50% attualmente, scendendo a quota 39 mila dollari. Nel giro di una sola giornata, la valuta digitale più popolare in tutto il mondo ha lasciato per strada la bellezza di circa 4 mila dollari in termini di valore. In confronto ai picchi che erano stati toccati in quell’inizio di novembre da favola, ora il trend negativo è arrivato a toccare il 40%.

Se il Bitcoin non se la sta passando molto bene, è chiaro che gli investitori si stanno chiedendo qual è lo scenario in relazione alle altre valute digitali. Ebbene, anche per le altre criptovalute il periodo non è proprio dei migliori. Giusto per fare un esempio, Ethereum ha subito una battuta d’arresta che sfiora il 9%, scendendo a quota 2880 dollari. In base alle statistiche che sono state diffuse da parte di CoinMarketCap, la grande caduta delle due criptovalute più importanti a livello mondiale, ha tolto complessivamente qualcosa come 140 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Tenendo come punto di riferimento i picchi che erano stati toccati nel corso dei primi giorni del mese di novembre, quando Bitcoin andrà oltre quota 67 mila dollari, sono stati persi per strada qualcosa come oltre 1000 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione sul mercato delle valute digitali.

Le scelte della Russia

Ad aggravare la riduzione e il momento negativo si è messa anche la Russia. In modo particolare, a far discutere sono le scelte che sono state prese da parte della banca centrale del paese sovietico, che ha comunicato in via ufficiale una bozza di proposta che, a quanto pare, andrebbe a mettere un freno definitivo a scambi che riguardano qualsiasi tipo di valuta digitale. Non solo, dal momento che il divieto verrebbe esteso anche sull’estrazione delle principali criptovalute, tra l’altro sul mercato russo che è uno di quelli più importanti in riferimento all’uso di tali strumenti.

Questi nuovi regolamenti previsti dalla Banca centrale russa andrebbero, di fatto, a mettere il veto su ogni tipo di emissione, ma anche di scambio legato alle criptovalute. Quindi, in attesa di una decisione definitiva e ufficiale, si possono notare già i primi suggerimenti disposti dalla Banca centrale russa alle banche della federazione, di tenere sotto controllo e, nel caso in cui fosse necessario, mettere i bastoni tra le ruote agli acquisti di valute digitali.




Bitcoin, il breakout è più vicino di quello che si potrebbe pensare?

Stando a quanto è stato di recente riportato da parte di un ben noto analista di un hedge fund, ovvero Vailshire Capital Management, non solo gli aspetti tecnici, ma anche l’approfondimento e la valutazione on-chain di Bitcoin danno esiti notevolmente rialzisti.

Quindi, un nuovo breakout di Bitcoin è praticamente dietro l’angolo. La previsione è arrivata pochi giorni fa da parte di Jeff Ross, CEO nonché fondatore dell’hedge fund Vailshire Capital Management, che ha sostenuto come le prospettive future della moneta digitale più conosciuta in tutto il mondo siano notevolmente rialziste. Ed è una sensazione che tutti coloro che investono sulle piattaforme online sul trading Bitcoin devono valutare con grande attenzione e tenere in considerazione per le future mosse.

Le ultime analisi sull’andamento del Bitcoin

Andando a sfruttare una sorta di mix tra i fattori on-chain e le analisi macro, ecco che Jeff Ross ha voluto sottolineare come il periodo in cui il prezzo del Bitcoin si consolida, sta per giungere davvero al termine. Stando alla valutazione approfondita che è stata fatta da parte di Jeff Ross, c’è da mettere in evidenza come, nel giro di pochissimo tempo, Bitcoin riprenderà il suo percorso normale di crescita, in seguito ad un contenuto e limitato periodo in cui la famosa valuta digitale s’era presa una “pausa”. È importante mettere in evidenza anche un altro aspetto, ovvero che proprio pochi giorni fa, Grayscale, un importante marchio dell’asset management, ha portato a termine la sua più importante operazione di acquisto di Bitcoin in una sola giornata, pari a ben 700 milioni di dollari.

Come è stato svelato anche da parte di Cointelegraph, non solo le difficoltà legate al mining, ma pure l’hashrate hanno ritoccato i picchi storicamente raggiunti. Secondo quanto viene ribadito da parte degli analisti, c’è da attendersi un aumento del prezzo consequenziale a questi movimenti. Pure Ether, ovvero la più importante criptovaluta che non è legata a Bitcoin, ha ritoccato i suoi primati stabiliti tre anni fa.

Attenzione alla chiusura del mese di gennaio 2021

Sono in tanti a esprimere un certo ottimismo in riferimento alle prospettive in merito a Bitcoin per il mese di gennaio. Nel corso dell’ultimo update del modello di Vailshire Capital, infatti, in riferimento al prezzo Stock-to-Flow, ecco che l’analista PlanB ha immediatamente messo in evidenza la possibilità che il cambio BTC/USD possa ben presto passare quello che viene definito da più parti il “punto di non ritorno”.

Tutto questo andrebbe a verificarsi nel caso in cui la chiusura mensile relativa a gennaio dovesse andare oltre quello che è il tasso spot attuale. In poche parole, è l’ipotesi relativa alla possibilità che BTC possa raggiungere quota 48 mila dollari.

Se questo trend dovesse essere confermato, ecco che la valuta digitale più famosa in tutto il mondo, non farebbe altro che dare conferma di tutte quelle teorie legate al modello Stock-to-Flow, compresa quella secondo cui l’asset potrebbe arrivare a toccare un market cap pari a ben 29 miliardi di dollari, come è stato segnalato anche da parte del modello Stock-to-Flow Cross-Asset.

Nel caso in cui il Bitcoin dovesse effettivamente raggiungere quota 48 mila dollari, ecco che si comincerebbe a scavare un solco veramente importante tra i vari punti mensili. Si tratta di momenti che, di solito, stanno a significare come si sta verificando il passaggio tra due fasi. Certo, bisogna anche mettere in evidenza come non ci sia una linea comune in riferimento a tale sentiment rialzista. Anzi, poche ore fa, un analista ha sottolineato come i giorni a venire saranno decisamente importanti per Bitcoin, soprattutto per scongiurare delle pressioni che tendono al ribasso.




Bitcoin, è tutto oro quel che luccica? Il parere della dottoressa Mary Petrillo

Il Bitcoin è in aumento del 13% e tocca per la prima volta i 10.000 dollari, superando gli 11.000 dollari. Joseph Stiglitz, premio Nobel all’economia ha dichiarato che  il Bitcoin “ha successo solo per il suo potenziale di aggirare le regole e per la mancanza di supervisione: dovrebbe essere vietato. Non ha alcuna funzione sociale”. Fabio Panetta, vice dg della Banca d’Italia reputa il Bitcoin e le cripto valute “attività, dei contratti, vulnerabili a crisi di sfiducia che possono essere repentine” precisando che non disponiamo di “nessuna visibilità sul volume delle transazioni tranne quanto vengono convertite in euro ma queste sono la ‘punta dell’iceberg”.

 

Visco, governatore della Banca d’Italia ha parlato e riferito invece che “la tecnologia blockchain sta ricevendo una grande quantità di attenzione da professionisti e mercati finanziari ed è usata qualche volta in modo perverso”. Il fatto stesso che una valuta di questo tipo sia salita, nel giro di un solo anno e in questo modo, può rappresentare un vero e proprio rischio poiché non esiste un regolamentazione quindi può insorgere il concreto pericolo che possano prestarsi forme di riciclaggio. Il maggiore operatore nel mercato delle criptovalute mercato il giappone con BitFlyer, che recentemente ha aperto le porte agli Stati Uniti, aggiudicandosi quindi la possibilità di poter operare nei mercati finanziari di New York grazie alla ‘BitLicense’.

 

L’America  ha aperto le porte al Bitcoin e la Commodity Futures Trading Commission ha dato via libera a scambi e vendite da parte del gruppo CME e Cboe Global Market. Cftc precisa: “i partecipanti al mercato devono considerare che il nascente mercato e gli scambi per il Bitcoin restano mercati non regolati e su questo la Cftc ha un’autorita’ limitata, ci sono  preoccupazioni sulla volatilita’ dei prezzi e sulle pratiche di scambio su questi mercati”. La Direzione degli affari religiosi della Turchia, intanto, boccia la cripto valuta, definendola “non appropriata” all’Islam poiché non è consona al principi musulmani. La Diyanet specifica che a questo punto “l’acquisto e la vendita di valute digitali non sono appropriati secondo la religione per il fatto che sono aperte a speculazioni rispetto al loro valore e possono facilmente essere impiegate in attività illegali come il riciclaggio di denaro. Sono inoltre prive di controllo e supervisione statale”.

 

Ma che cos’è veramente il Bitcoin? Si tratta di una moneta elettronica creata nel 2009 da Satoshi Nakatomo, pseudonimo dietro il quale si cela un anonimo inventore che a fine 2008 ha presentato su internet la sua idea. Il termine Bitcoin fa riferimento alla tecnologia, alla rete ma anche alla valuta in sé. Tale valuta si differenzia da quelle convenzionali perché non si appoggia a nessun ente centrale e il suo valore si basa sulla domanda e l’offerta. Non c’è una struttura sofisticata dietro, viene utilizzato un database che traccia le transazioni e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti di natura finanziaria. Il sistema Bitcoin consente il trasferimento anonimo delle monete e vi è la possibilità di salvare i dati necessari per utilizzare i propri bitcoin si possono inoltre salvare sul proprio computer o altro dispositivo sotto forma di “portafoglio” digitale. E’ impossibile controllare il flusso del Bitcoin poiché può essere trasferito, attraverso internet, verso chiunque disponga di un indirizzo bitcoin. La totale assenza di un ente centralizzato che si occupi della gestione, rende oggettivamente impossibile i controlli da parte di autorità competenti che potrebbero bloccare i trasferimenti e sequestrare la criptovaluta allorquando vi fossero gli estremi per poterlo fare.

 

Ma è tutto oro quello che luccica? Sembrerebbe proprio di no! E se da un lato assistiamo alla rapida ascesa della cripto valuta, dall’altro invece si desume che possa esserci un uso illecito. Jamie Dimon, numero uno della Banca più grande degli Usa ovvero la JP Morgan, la definisce “una truffa per stupidi”. Ma non è l’unico a pensarla così, anche il magnate dell’economia e degli investimenti John Bogle, fondatore di Vanguard ha consigliato di stare alla larga dal Bitcoin, spiegando che “le obbligazioni hanno un tasso d’interesse, le azioni hanno gli utili e i dividendi, l’oro non ha niente. Non c’è nulla che supporti il bitcoin eccetto la speranza di venderlo a qualcuno a un prezzo più alto di quello che si è pagato per comprarlo”. Come mai i magnati dell’economia temono e sfiduciano il Bitcoin? Può essere veramente utilizzato dalla criminalità per il riciclaggio del denaro?

 

Noi ne abbiamo parlato con la Dottoressa Mary Petrillo, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Università Niccolò Cusano che ci ha dato il suo punto di vista in merito alla vicenda. Prima di affrontare l’argomento bitcoin, facciamo una panoramica di quello che viene definito crimine informatico, ossia quel fenomeno che si caratterizza nell’abuso della tecnologia informatica, per scopi illeciti. Questo tipo di crimini, per lo più, sono perpetrati a scopo di lucro su Internet, oppure sono crimini messi in atto contro i sistemi informativi di sicurezza nazionale, attraverso l’accesso illegale per rubare informazioni ai governi, per effettuare truffe, furti di identità e come le cronache degli ultimi giorni ci hanno riportato, anche per ricatti di tipo sessuale. Quindi il “cybercrime” può essere identificato in vari modi: reati di pedo-pornografia, danni informatici ad industrie ed aziende a scopo di lucro, cyber terrorismo, ossia una particolare forma di violenza attuata da organizzazioni criminali nei confronti dei Governi, mezzi di informazione, ma anche contro privati cittadini. Cyberstalking, ossia le molestie assillanti perpetrate tramite il mezzo informatico, le molestie informatiche possono colpire la sensibilità di chiunque quali commenti sul genere, etnia, religione e orientamento sessuale. Spesso si verificano nelle chat, nei gruppi, ecc. Il tristemente famoso fenomeno del cyberbullismo, molestie e violenze verbali ai danni di ragazze e ragazzi e che nei casi peggiori ha portato ad un esito drammatico dei fatti mediante suicidi di giovani vittime. Il cybercrime spesso utilizza come “spazio d’azione” il cosiddetto Deep Web, spazio web oscuro e praticato perché fornisce la non tracciabilità e quindi il completo anonimato, ossia è quello spazio web che amo definire la “terra degli invisibili” ( cit. Mary Petrillo “la terra degli invisibili, il profondo Web”, in press). In questo spazio web anche le forze dell’Ordine navigano sotto copertura a tutela dei cittadini e “cittadini della rete”! (cit. Mary Petrillo “la terra degli invisibili, il profondo Web”, in press). In questa sorta di Babilonia, infatti, avvengono scambi di materiale pedopornografico, vendita di armi, droga, documenti falsi, clonazione carte di credito e chi ne ha più ne metta! Ed è proprio in questo oscuro Web che l’utilizzo dei bitcoin è molto in auge. I bitcoin sono una sorta di moneta virtuale, con un potere di scambio molto alto ed è definita appunto criptomoneta. Lo scambio di moneta virtuale è favorito nel Deep web perché in esso ci si muove in continuazione con indirizzi che cambiano da un giorno all’altro, pagine web dinamiche il cui contenuto viene concepito sul momento dal server, a seconda di quello che in quel momento il criminale ha bisogno, sono i cosiddetti siti-civetta, che servono ad attirare le vittime prescelte. I bitcoin sono preferiti dai criminali perché grazie alla loro natura virtuale non sono facilmente rintracciabili ed oltretutto hanno più valore anche dell’oro e quindi procurano notevoli profitti. Tra l’altro chiunque può coniarli, ma esiste un tetto massimo di bitcoin coniabili. L’uso di questa criptomoneta garantisce l’anonimato anche se ogni bitcoin ha un intestatario in modo da poter essere utilizzati una sola volta. La privacy è garantita dal fatto che è il detentore e titolare a decidere se rivelarsi o meno durante la transazione, ogni moneta, poi, può avere un address diverso, caratterizzato da 34 caratteri alfanumerici. In pratica gli scambi di criptomoneta avvengono tra le persone direttamente interessate senza intermediari quali ad esempio banche, istituti finanziari. Proprio per queste loro caratteristiche le monete virtuali sono sicuramente ambite dalle organizzazioni criminali per riciclare il denaro e quindi per sfuggire alle Forze dell’Ordine. Per evitare l’abuso di bitcoin molti Stati , compresa l’Unione europea hanno discusso e messo a punto eventuali norme in materia di bitcoin, proprio per evitare che avvengano scambi strani nel web e quindi stanno cercando di attuare norme antiriciclaggio che contemplino anche questa sorta di moneta virtuale. Finora l’Australia ha, recentemente, introdotto un disegno di legge che regola lo scambio dei bitcoin. Ormai la società tutta, deve considerare questo tipo di moneta perché ormai tutto può essere scambiato in internet: beni e servizi quindi legalizzare e normare questo tipo di valuta virtuale sta diventando, a mio parere, una vera e propria necessità.

Angelo Barraco

 




Bitcoin: la criptovaluta del momento

Nella scena finanziaria del momento si sente parlare spesso di criptovalute. Cosa sono e come funzionano? Due domande lecite, soprattutto alla luce delle recenti performance di Bitcoin, Ethereum e Litecoin, solo per citarne qualcuna.

Nel pieno del boom virtuale, capire cosa sono le criptovalute e come funzionano è qualcosa di fondamentale importanza soprattutto perché, critiche a parte, esse potrebbero davvero rappresentare il futuro.

Una criptovaluta rappresenta a tutti gli effetti denaro virtuale, che dunque non possiamo toccare con mano, ma che basa il proprio funzionamento sui principi della crittografia. Stiamo parlando di strumenti digitali open sourceche superano il concetto di denaro tradizionale posseduto dai governi e permettono di compiere operazioni in sicurezza e anonimato.

Le informazioni alla base delle transazioni in criptovalute vengono memorizzate e trasmesse, ma soltanto i destinatari delle stesse possono leggerle. Per capire cosa sono ma soprattutto come funzionano le criptovalute, bisogna immaginarle come degli strumenti ricchi di dati da decodificare.

La già citata crittografia viene utilizzata per verificare le transazioni e controllare l’entrata della valuta nel sistema attraverso l’attività di mining. Il procedimento rende il sistema stesso più robusto, ma soprattutto più sicuro.

Una delle criptovalutee più in voga del momento, grazie alle sue performance molto soffisfacenti sono i Bitcoin. Parliamo di una valuta elettronica fra le più famose e una delle loro caratteristiche peculiari è che non c’è un organo centrale che li emette, ma essi utilizzano un database distribuito tra i nodi della rete che traccia le transazioni, processo noto come blockchain.

Inoltre, i Bitcoin utilizzano la crittografia per gestire gli aspetti funzionali quali, ad esempio, la creazione di nuova valuta.

I Bitcoin, dunque, sono una moneta che non ha padrone e che non esiste fisicamente, ma può essere usata per i pagamenti proprio come se fosse una moneta fisica.

Il loro valore, poi, è stabilito sulla base di complessi calcoli e il loro mercato è abbastanza ristretto, oltre al fatto che la crescita di questa moneta è controllabile e stabilita a priori, aspetto questo che la rende immune dalle fluttuazioni legate alle politiche monetarie e che permette di stabilire un certo livello di inflazione.

Cosa sono i Bitcoin?

I Bitcoin sono, dunque, una valuta virtuale creata nel 2009 da Satoshi Nakamoto, un informatico di cui in realtà non si conosce la vera identità.

La nascita dei Bitcoin è corrisponde alla concretizzazione del concetto di criptovaluta che è una valuta digitale, decentralizzata e paritaria implementata sulla crittografia per generare moneta e validare le transazioni.

La volontà era quella di creare una valuta indipendente da ogni autorità e che permettesse, dunque, di effettuare pagamenti elettronici su scala globale in modo veloce e anonimo.

Questo tipo di valuta, dunque, esiste solo virtualmente e non ha una corrispondenza fisica. Questo aspetto ha creato diversi problemi in termini di fiducia tanto che in alcuni paesi la valuta è stata vietata. 
La modalità di scambio dei Bitcoin, infatti, prevede l’assenza di un’autorità di controllo e i trasferimenti vengono definiti come un cambio di proprietà della valuta.

Questa peculiarità impedisce di annullare una transazione e riappropriarsi dei Bitcoin trasferiti, anche perché la transazione viene trasmessa ai nodi più vicini della rete che poi propagano il pagamento attraverso la rete.

I nodi onesti, però, rifiutano le transazioni fraudolente o invalide, cosa che aumenta il livello di sicurezza degli scambi effettuati.

La caratteristica essenziale dei Bitcoin, poi, è che nessuno può controllarne il valore, proprio grazie al metodo di creazione della valuta che è decentrato.

La quantità di valuta in circolazione è definita a priori e tutti ne sono a conoscenza; in questo modo l’inflazione, che è prevedibile, può essere utilizzata da un ente centrale per ridistribuire la ricchezza tra gli utenti. La quantità totale di Bitcoin è stata stabilita a priori e tende a 21 milioni.

Come si usano i Bitcoin?

Per poter utilizzare i Bitcoin si deve prima scaricare sui propri supporti informatici il portafoglio Bitcoin, detto anche wallet che ha la funzione di custodire il denaro che poi genererai o che ti verrà dato.

Il portafoglio genera automaticamente un indirizzo Bitcoin, ma si ha la possibilità di crearne uno ogni volta che se ne ha necessità. 
Il portafoglio Bitcoin e l’indirizzo Bitcoin non sono la stessa cosa: il wallet è un portafoglio unico a cui si possono associare i vari indirizzi che si generano mano mano, secondo regole precise di comportamento.

L’attività di reperimento dei Bitcoin si chiama Mining e può essere svolta tramite l’acquisto dei Bitcoin da altre persone o aderendo ad un pool che è una sorta di consorzio a cui ogni persona cede una parte delle risorse del proprio pc.

Attraverso il cedimento delle risorse del pc, si possono effettuare calcoli molto complessi che porteranno a risolvere crittografie, la cui soluzione mette a disposizione un certo numero di Bitcoin da dividere fra coloro che hanno messo in comune le risorse in base al contributo iniziale.

Bitcoin: vantaggi e svantaggi

L’utilizzo dei Bitcoin presenta tutta una serie di vantaggi e di svantaggi. Uno dei principali svantaggi, ad esempio, è la ristrettezza del mercato: non sempre è facile, infatti, trovare persone che accettano pagamenti in Bitcoin.

Ciò determina anche il fatto che tale valuta è poco diffusa, diventando sensibile agli eventi ed avendo ancora un valore molto volatile. 
Infine, la giovane età della valuta determina servizi in via di sviluppo, con conseguenti limitazioni nell’utilizzo rispetto alle altre valute.

D’altra parte, però, i pagamenti effettuati con i Bitcoin sono liberi e trasparenti: è possibile, infatti, trasferire Bitcoin in ogni momento e da ogni parte del mondo, senza limitazioni; ogni transazione, poi, è registrata in forma anonima nella rete Bitcoin e consultabile in ogni momento.

Inoltre, i pagamenti tramite Bitcoin sono soggetti a rischi minori proprio per il loro carattere di anonimato che non diffonde i dati personali dell’acquirente e permette un commercio pressoché libero da frodi fiscali e furti d’identità.

Infine, le commissioni di pagamento sono personalizzabili dall’acquirente sulla base della velocità di conferma di pagamento che si vuole avere, mentre invece non esistono per la ricezione di Bitcoin.

Aspetto negativo di questa valuta è che è sempre più spesso utilizzata nei traffici illegali, ad esempio quelli di droga, proprio per l’anonimato delle transazioni che rendono impossibile recuperare i dati sensibili dell’acquirente e del venditore.

Giulia Ventura