Precari storici dei Conservatori di musica: dal MIUR la promessa di un emendamento per l’immissione in ruolo

Si è svolta mercoledì, 6 dicembre, la manifestazione dei precari AFAM dei Conservatori italiani, davanti alla sede del MIUR, in viale Trastevere. Alle 14,00 buone parte degli 800 precari storici, che vanamente avevano finora protestato con ogni mezzo per smuovere una situazione che si trascinava da circa vent’anni, si sono ritrovati sotto l’edificio di viale Trastevere che ospita gli uffici del MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per rendere tangibile – e udibile – l’espressione del loro disagio. Malpagati, insicuri del loro destino professionale, i musicisti e docenti di Conservatorio ancora in stato di precarietà, il cui futuro appartiene ad incarichi assegnati anno per anno, senza certezza di impiego, non certi, anzi, certi di un trattamento pensionistico che risentirà fatalmente di questi incarichi a tempo determinato, si sono ritrovati per fare udire civilmente la loro voce.

 Inutilmente allertate le Forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, con cui, anzi, i docenti in piazza hanno fraternizzato

Questa vicenda nessun giornale ‘quelli definiti importanti’ l’ha voluta prendere in carico sulle proprie pagine, tranne qualche quotidiano locale – ma non quelli che hanno una voce a livello nazionale – forse perché non redditizia sotto il profilo vendite: dopo tutto, a chi interessa se i Conservatori italiani vengono chiusi o meno? I cantanti e i cantautori che fanno soldi negli stadi hanno imparato qualche nota strimpellando da soli su di una chitarra, tranne rare eccezioni, e per suonare, pensano alcuni, non servono grandi istituti in cui si insegna musica, e che magari costano allo Stato e quindi a noi. Dove poi si insegna una musica noiosa e polverosa, che fa sbadigliare. Ma certa gente sbadiglia anche solo all’udire la parola ‘cultura’; specialmente oggi che la scuola è in mano a chi probabilmente dovrebbe fare altro, vedasi la renziana Buona Scuola, uno dei più grandi fallimenti della politica di questo governo, unitamente al Jobs Act (perchè non chiamarlo ‘Legge sul lavoro’ o ‘Nuova legge del lavoro?) Il sospetto è che si vogliano confondere le menti, “Epater le bourgeois”, per dirla con i Francesi.

 

E allora cosa fare per cercare di rimanere in Italia, dove ci sono la nostra storia, i nostri affetti, le nostre case – per chi se la può permettere?

Cosa fare per evitare di andare a suonare e ad insegnare all’estero, dove i nostri musicisti sono accolti a braccia aperte? Una speranza era sorta di recente, quando il senatore Amidei aveva presentato un sintetico emendamento alla legge di bilancio, con cui la situazione si sarebbe sanata, molto semplicemente.

Ma, stranamente, questo emendamento spariva ogni volta in Commissione, proprio al momento della votazione.

Su queste ‘sparizioni’ abbiamo raccolto molte e diverse ipotesi, rivelatesi poi tutte errate. In realtà, l’emendamento spariva per ordine del PD, partito al governo, secondo quanto ci ha riferito l’avvocato De Michele, autorevole giurista e giuslavorista. Pare infatti, secondo l’avvocato, che proprio il partito di Renzi non volesse regolarizzare gli 800 precari, nonostante l’irrisoria cifra necessaria, circa quattro mln di euro, uno per il 2018 e tre per l’anno successivo, pare per una specie di ripicca nei loro confronti. Ma soprattutto, opiniamo noi, perché numericamente gli 800 precari non sono interessanti sotto il profilo ‘serbatoio-di-voti’. In Italia per farsi ascoltare bisogna alzare la voce, e questo hanno fatto ieri i docenti radunati sotto il palazzo del MIUR, e non era la prima volta.

La buona notizia, salvo perdita di faccia, è che una delegazione è stata ricevuta dal Direttore del Dipartimento per l’Università l’AFAM e la Ricerca del MIUR, Marco Mancini, che ha loro promesso la proposta di un emendamento del governo, quindi senza scadenza temporale, che riguardi la immissione in ruolo progressiva dei precari storici. Quindi tutto risolto? Si vedrà, noi ci auguriamo che quanto promesso si realizzi in breve tempo, il più breve possibile, – pare entro il 23 di questo mese, salvo smentita – dato che dietro l’angolo c’è un cambio di governo. Alla manifestazione era presente anche il senatore Bartolomeo Amidei, che con la sua presenza ha confermato il patrocinio morale ai musicisti. Presenti anche la senatrice Enza Blundo e l’onorevole Giuseppe Brescia, ambedue dl M5S, che hanno espresso la loro vicinanza ai precari AFAM.

 

Roberto Ragone