VITTIME DELLA CRISI, QUEL SERVIZIO ISTITUITO A PISA DA FRANCESCO TAGLIENTE – VIDEO

di Chiara Rai

I programmi televisivi come la Vita in diretta su Rai 1 ricominciano a mettere il focus sulla crisi economica che continua a mietere vittime. Le persone arrivano a suicidarsi perché strozzati dall’impossibilità di tirare avanti, preda della solitudine e disperazione. Noi de L’Osservatore d’Italia abbiamo sempre tenuto acceso questo faro raccontando diverse storie: quella di Giovanna Temperanza in provincia di Pisa il cui marito si è ucciso, quella del buon mugnaio di Rieti e di recente la coppia di coniugi uccisi sempre per la stessa causa. Eppure una sorta di sollievo, di cuscinetto, di apertura potrebbe essere operato.
Il Prefetto Francesco Tagliente, a settembre del 2013 ha istituito a Pisa il servizio di ascolto e sostegno per prevenire tragedie familiari di persone, famiglie ed imprese che versano in situazioni di disagio originate dalla crisi economica.
Il “Servizio” nasce dalla condivisione della necessità di dedicare particolare attenzione all’ascolto di chi manifesta una situazione di disagio non soltanto di tipo economico, nella convinzione che ciò possa contribuire a ridurre la sofferenza, personale e familiare, ed impedire gravi conseguenze sociali, scongiurando il diffondersi di fenomeni criminosi. E’ stato voluto da cinquantadue rappresentanti di istituzioni, amministrazioni, enti, associazioni e aziende che, alla presenza del Sottosegretario al Ministero dell’Interno Domenico Manzione, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per realizzare una 'rete' finalizzata all'ascolto e al sostegno dei piccoli imprenditori, dei lavoratori autonomi, dei professionisti e di quanti altri manifestino una situazione di difficoltà e disagio per colpa della crisi economica.
Se questo servizio potesse essere attivato anche nel Lazio, i familiari delle vittime potrebbero ottenere quel sostegno al quale fanno continuo appello nelle ospitate televisive. Questa attenzione agli imprenditori in difficoltà, era già stata chiesta dal presidente Giorgio Napolitano in occasione dei tradizionali messaggi ai Prefetti durante delle celebrazioni della festa della Repubblica: “Si chiede a Voi Prefetti – scriveva Napolitano – il massimo impegno nell’assolvimento dei peculiari compiti conferiti dalla legge, confidando anche nella riconosciuta attitudine all’ascolto, al confronto e alla mediazione”.
Ebbene l’auspicio è che questo sportello possa essere adottato nel Lazio il prima possibile. ‘ singolare che una città come Roma ancora non abbia fatto suo il progetto del Prefetto Tagliente




CALCIO, PREFETTO FRANCESCO TAGLIENTE: "PORTIAMO I BAMBINI ALLE PARTITE"

Redazione

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Firenze –  Un intervento incisivo e disarmante quello del Prefetto Francesco Tagliente a Firenze. Parlando delle strategie per garantire libertà e sicurezza in occasione delle manifestazioni sportive, Tagliente ha elencato alcune priorità. Uno dei punti focali, a livello di comunicazione e di immagine, ma soprattutto di filosofia di fondo sul tema stadi, è quello di portare sempre più bambini alle partite e di esaltarne la presenza piuttosto che contare le Forze di polizia impegnate. "Questa è la strada per salvare il calcio", ha detto Tagliente, che poi ha puntato su alcuni temi di grande attualità in questa fase storica: La Polizia con i Reparti inquadrati antisommossa, deve rimanere fuori dagli stadi e ove opportuno lontano dagli impianti sportivi rispetto ai quali una riflessione diventa improcrastinabile e cioè quella secondi cui "quelli privi di agibilità per carenza strutturale non devono essere utilizzati". La migliore sinergia da questo punto di vista sarebbe quella secondo la quale "gli organismi sportivi investano sugli impianti e quelli governativi sulla gestione dell’Ordine Pubblico". Tra gli altri passaggi della lezione agli universitari, la necessità di proseguire con la politica del doppio binario, quindi dialogo con gli ultrà, ma rigore e intransigenza con chi sceglie di rimanere violento con il riferimento al compianto capo della Polizia Manganelli che sosteneva: "Una cosa sono i delinquenti, che vanno combattuti; un’altra sono gli ultrà, con i quali va costruito un dialogo".  E poi, alimentare la cultura dell’inchiostro – inteso come puntuale informativa di reato all'A.G. e contestuali provvedimenti amministrativi per tutti gli illeciti commessi compresi quelli ritenuti di lieve entità – che, se usato con immediatezza e rigore, risulta più efficace ai fini della deterrenza dei lacrimogeni e dei manganelli.

Tagliente, che nella sua lunga carriera è stato anche questore di Firenze, questore di Roma e prefetto di Pisa, è il dirigente che ha pensato e scritto i primi decreti antiviolenza negli stadi e che ha promosso la “carta del tifoso” e l’arresto in flagranza differita; è tra i padri fondatori dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive e per molti anni ha guidato l’Ufficio ordine pubblico al Viminale; è anche quello che più di tutti ha puntato sul dialogo con gli ultras.

Di lui Firenze ricorda iniziative attuate per oltre 3 anni con coraggio e successo di cui si è occupata anche la stampa estera. In occasione di Fiorentina- Liverpool la sua strategia e stata apprezzata come modello da imitare anche dalla polizia inglese presente allo stadio: il settore ospiti, per la prima volta privo delle reti e barriere, i passeggini con i bambini in curva, i reparti di polizia lontano dall’impianto sportivo e agli Hooligans venne consentita la somministrazione assistita delle bevande alcoliche anche il giorno della gara.

Roma ricorda i derby fatti giocare anche in notturna sempre con centinaia di bambini sugli spalti, due anni di incontri senza incidenti compresa la finale di Coppa Italia del 2010 Juventus-Napoli.




GIALLO ROBERTA RAGUSA: INQUIRENTI VICINI ALLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI, SI PARLA DI OMICIDIO PREMEDITATO

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Chiara Rai

Gello di San Giuliano (PI) – Riprendono le ricerche del corpo di Roberta Ragusa. A darne notizia è il procuratore capo della Repubblica di Pisa, Ugo Adinolfi, a seguito di un incontro con il prefetto Francesco Tagliente.

In programma c'è una maxi-battuta su tutto il territorio con il supporto della protezione civile, delle associazioni venatorie e dei cercatori di funghi.

Lo stesso procuratore Adinolfi lancia un appello a chiunque sappia qualcosa su quanto avvenuto la notte in cui Roberta è scomparsa, anche in forma anonima. Infatti, dopo la notizia del super testimone che avrebbe visto il marito Antonio Logli, uscire di casa quella notte, smontando dunque il suo alibi, il procuratore ritiene che possano esserci altre persone che possono contribuire a raccogliere ulteriori particolari.

La puntata di quarto Grado di questa sera sarà incentrata sui nuovi importanti sviluppi che ci sono stati sul caso di Roberta Ragusa. Per la prima volta, infatti, si è cominciato a parlare di omicidio premeditato.

Il marito Antonio Logli è unico indagato. L’accusa per l’elettricista è di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Roberta è scomparsa da un anno senza dare alcuna notizia ai due figli Daniele e Alessia. E’ possibile che una madre non cerchi i propri figli? Il Procuratore non è di questo avviso.

 

"La vita di Roberta è sospesa tra ricerche e indagini, tra silenzi e dichiarazioni – ha affermato Elisa Pozza Tasca, presidente dell'associazione Penelope, che in tutta Italia si occupa di persone scomparse – chi dimentica, cancella e noi non dimentichiamo".

La storia:

Questa mamma, 44 anni al momento della sparizione, è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio scorsi, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, oggi sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni compiuti senza la mamma. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice.

La sofferenza di Roberta:

La sofferenza di Roberta ha un nome e un cognome: Sara Calzolaio, oggi 29 anni, che ha iniziato a lavorare presso l’agenzia di Logli a 18 anni per prendere la patente. Lì è nata la passione con Antonio, che la presenta alla moglie come baby sitter dei bambini e poi la vuole vicino a sé in autoscuola come segretaria. Dieci anni di relazione clandestina, undici con quello passato senza Roberta, un amore che non si è affievolito neppure dopo la scomparsa della povera Roberta, infatti, da settembre Sara trascorre parte della settimana a casa di Antonio, accanto a lui e ai ragazzi.