Prescrizione, il governo lavora a un disegno di legge

Un disegno di legge del governo sulla prescrizione, da approvare in Consiglio dei ministri giovedì, insieme alla riforma del processo penale. E’ l’opzione principale cui si starebbe lavorando in queste ore, dopo la scelta di non inserire il “lodo Conte bis” nel decreto Milleproroghe.  

A quanto spiegano più fonti parlamentari di maggioranza, l’idea sarebbe quella di recepire l’intesa raggiunta da M5s, Pd e Leu in un disegno di legge ad hoc, anche se il testo è ancora in fase di discussione.

Resta però in campo, anche se al momento è considerata meno probabile, l’ipotesi di tradurre l’accordo in un emendamento alla proposta di legge Costa sulla prescrizione che è già all’esame della commissione Giustizia della Camera ed è in calendario in Aula il 24 febbraio. 

Intanto il governo e i relatori hanno dato parere contrario al lodo Annibali, l’emendamento di Italia viva al Milleporoghe che mira a rinviare di un anno l’entrata in vigore della riforma sulla prescrizione.

In mattinata la Lega ha annunciato che intende sottoscrivere l’emendamento renziano.

Il lavoro in commissione procede: il voto sul ‘lodo Annibali’ è atteso nel corso della seduta. Intanto Italia Viva ha votato a favore di un emendamento di Riccardo Magi (+E) per sospendere fino al 2023 la riforma sulla prescrizione. L’emendamento è stato votato anche dalle opposizioni. Il resto della maggioranza ha invece votato contro. L’emendamento è stato bocciato con 42 sì e 44 no.

“Sto lavorando senza fare la sponda a chi la vuole per alzare i toni. Vado avanti per la mia strada”, ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rispondendo ai giornalisti a margine di un convegno all’Anac sulle posizioni di Italia Viva relativamente all’ipotesi di una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Sul veicolo normativo del Conte bis “stiamo facendo valutazioni anche sulle dinamiche parlamentari e i tempi”.,ha aggiunto il ministro sul veicolo legislativo del lodo Conte bis sulla prescrizione.

“La decisione del Governo di non inserire il Lodo Conte sulla prescrizione nel Mille Proroghe mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo. Quando arriverà la legge sulla prescrizione in Aula noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza. Adesso concentriamoci sull’emergenza crescita, sulla produzione industriale, sui dati negativi del Pil. L’Italia ha bisogno di ripartire dall’economia”. Lo annuncia il leader Iv Matteo Renzi su fb. 

“Iv ha voluto il governo con i 5s, a parole è nata per allargare il campo democratico ai moderati contro Salvini, oggi è la principale causa di fibrillazione di questo campo e fa un favore al leader della Lega. Io lo chiamerei un fallimento strategico che non va scaricato sugli italiani”. Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine di una iniziativa a Roma. “Mozione di sfiducia a Bonafede? C’era una volta una bella trasmissione di Arbore, con il grande comico Catalano… se un partito presenta una mozione di sfiducia al governo di cui fa parte la risposta è nelle cose. Io credo che siano appunto parte di un insopportabile teatrino della cattiva politica di cui gli italiani non ne possono più. Nel merito della prescrizione, penso che la soluzione sia a portata di mano se c’è volontà politica”, ha aggiunto il segretario dem.




Prescrizione, sistema carcerario e dotazioni Polizia Penitenziaria: il grande flop del ministro Bonafede. Il Presidente del SIPPE tira le somme

“Non si può dire che in carcere non ci sono soggetti innocenti, perché in Italia il nostro ordinamento giuridico prevede la presunzione di non colpevolezza fino a condanna passata in giudicato e i dati ci dicono che ci sono delle persone, che comunque a seguito di un provvedimento di custodia cautelare, stanno in carcere.”

Questo un primo commento del presidente nazionale del Sindacato di Polizia Penitenziaria – SIPPE – Alessandro De Pasquale riguardo la recente affermazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che gli innocenti non vanno in carcere.

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Il Presidente del Sindacato di Polizia Penitenziaria – SIPPE – Alessandro De Pasquale ospite a Officina Stampa del 30/01/2020

“Il problema è un altro – ha detto De Pasquale – che forse in Italia si utilizza molto frequentemente la custodia cautelare in carcere”

E la ricetta per cercare di risolvere il
problema del sovraffollamento che affligge il sistema carcerario italiano,
secondo De Pasquale, potrebbe essere quello di una apposita Legge che intervenga
proprio sulla custodia cautelare in carcere quindi che stabilisca che “in
carcere si entra solo o da condannati oppure quando realmente ci sono dei gravi
indizi di colpevolezza, ma per reati di un certo spessore”.

“Nella mia esperienza professionale – ha detto il
Presidente del SIPPE – vedo quasi giornalmente l’ingresso di soggetti che
vengono arrestati per dei reati che potrebbero tranquillamente prevedere altri
sistemi alternativi alla custodia cautelare in carcere”.

De Pasquale ha quindi evidenziato il fatto che
questi soggetti vengono messi in carcere dove restano per qualche giorno per
poi uscire di nuovo. Una pratica questa che va ad appesantire il sistema
carcerario “perché comunque, – ha detto De Pasquale – la polizia penitenziaria deve
comunque attivare tutte le procedure, perché molti di questi soggetti sono per
esempio una prima accoglienza, ovvero persone che non sono mai entrate in carcere
e quindi l’ambiente detentivo potrebbe creargli uno scompenso, un trauma da un
punto di vista psicologico e quindi si deve attivare il protocollo di prima
accoglienza. Protocollo di prima accoglienza – ha spiegato De Pasquale –
significa che tutti gli operatori devono intervenire, poi magari dopo due
giorni escono. Per questo il Ministro non può fare questa affermazione, probabilmente
lui si riferiva a quei soggetti che sono stati condannati con sentenza passata
in giudicato e poi magari dopo diversi anni sono risultati innocenti”.

Prescrizione e rischio processi ad libitum

Riguardo la prescrizione De Pasquale ritiene
sia una norma giusta in quanto permette agli operatori della Giustizia di “lavorare
bene e nei tempi previsti dalla Legge” quindi togliendo questa norma, come
previsto dalla riforma voluta dal Ministro Bonafede, il rischio è quello che
venga a mancare la necessità di stabilire dei tempi per concludere un giudizio
con l’effetto di allungare ad libitum i vari procedimenti.

“Dunque la prescrizione deve esserci – ha ribadito De Pasquale – possiamo discutere sui tempi, ma non eliminarla completamente. Il Ministro deve assumere personale. Nella relazione al Parlamento ha detto assumeremo personale. L’ha detto il Ministro Bonafede così come lo hanno detto tutti i suoi predecessori. Quando tu mi dici che vuoi rimodernare la dotazione della polizia penitenziaria – evidenzia De Pasquale – non mi hai detto assolutamente niente”.

Il Presidente del SIPPE punta quindi il dito
sul fatto che il Ministro Bonafede ha avuto la possibilità di non far entrare negli
istituti penitenziari i cellulari, attraverso una norma che sarebbe stata un forte
deterrente. “Il suo collega di partito, perché il Movimento 5 Stelle ormai è un
partito – ha puntualizzato De Pasquale – il Presidente della Camera – Roberto Fico
Ndr. – ha ritenuto invece che questa norma fosse in qualche modo inammissibile
e quindi non se ne parla più”.




Riforma prescrizione, il Procuratore Generale di Milano: “Rischio incostituzionalità” e “viola l’art. 111 della Costituzione”

La riforma del regime della prescrizione, che la sospende dopo il primo grado, “presenta rischi di incostituzionalità” e “viola l’art. 111 della Costituzione, con il quale confligge, quanto agli effetti,incidendo sulla garanzia costituzionale della ragionevole durata del processo”.

Lo sottolinea nella relazione per l’Anno giudiziario a Milano il Procuratore generale, Roberto Alfonso,che allo stesso tempo lamenta “spaventosi vuoti di organico e la mancanza di risorse che contribuiscono a determinare tempi lunghi del processo”.

Condividiamo l’opinione di chi sostiene – scrive Alfonso nel suo intervento in occasione della cerimonia a Milano, a cui partecipa anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ‘padre’ della nuova legge sulla prescrizione – che la sospensione del corso della prescrizione non servirà sicuramente ad accelerare i tempi del processo, semmai li ritarderà ‘senza limiti'”. Un norma, aggiunge, che “a nostro modesto avviso, presenta rischi di incostituzionalità” e “appare irragionevole quanto agli scopi, incoerente rispetto al sistema, confliggente con valori costituzionali”. Alfonso, poi, chiarisce che, tra l’altro”nel distretto di Milano la prescrizione nella fase delle indagini preliminari incide per il 3,79%”. Da un lato, per il Procuratore generale milanese è vero che”la norma introdotta consente al processo di giungere all’accertamento del fatto e all’eventuale condanna dell’imputato”, ma non si può “sottacere che essa viola l’art.111 Cost.”. Per l’imputato “già solo affrontare il processo penale costituisce una ‘pena’”, anche per il “disdoro che purtroppo nella nostra società massmediatica esso provoca”. E ha concluso: “Il legislatore con urgenza e con sapienza” deve adottare “una soluzione che contemperi le due esigenze: la tutela della persona offesa e la garanzia per l’imputato di un processo di ragionevole durata.

A Milano la protesta degli avvocati della Camera penale

Polemica con Davigo Una quarantina di avvocati della Camera penale di Milano hanno sfilato mostrando cartelli con gli articoli della Costituzione come forma di protesta contro la riforma della prescrizione. E’ accaduto stamani, poco prima dell’inizio delle celebrazioni per l’anno giudiziario. “Abbiamo indicato tre articoli della Costituzione: il 24 che è per il diritto di difesa, il 27 che è la presunzione di non colpevolezza è il 111 che è il giusto processo. Accoglieremo Davigo con questi cartelli”, ha detto l’avvocato Giovanni Briola del direttivo della Camera penale. Gli avvocati hanno poi lasciato l’aula del Palazzo di giustizia appena il consigliere del Csm Piercamillo Davigo ha preso la parola. “Abbiamo avuto nel corso di questi 10 mesi una caduta di doveri di comportamento dei magistrati. Ma la reazione dell’istituzione nel suo complesso e della sezione disciplinare in particolare e’ stata particolarmente ferma” ha detto il presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di Cassazione e membro togato del Consiglio superiore della magistratura Davigo, durante il suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario di Milano. Un discorso durante il quale non c’è stato alcun riferimento allo scontro con gli avvocati sulla prescrizione. Nei giorni scorsi, la battaglia si era consumati a colpi di comunicati. I rappresentanti dell’organismo che raccoglie gli avvocati penalisti del distretto giudiziario del capoluogo lombardo avevano chiesto che Davigo non partecipasse alla cerimonia milanese per le sue esternazioni che “negano i fondamenti costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e del ruolo dell’avvocato nel processo penale”. A commentare l’accaduto è stato il consigliere del Csm Antonino Di Matteo: “Tutte le opinioni sono assolutamente legittime e rispettabili, mi fa specie che da parte di alcuni avvocati venga condannata l’espressione di una opinione da parte di un autorevole ed esperto magistrato come il dottor Davigo”.

Anno Giudiziario: “A Roma prescritto 1 processo su 2”

Nel 2019 nel distretto del Lazio “i processi prescritti sono stati 19.500 su un totale di 125.000,pari al 15%. Di questi 48% in appello (7.743) e 10% al Gip-Gup (7.300), 12% al dibattimento monocratico (4.300), 118 al collegiale (5%). La prescrizione colpisce maggiormente nei processi per cui c’è condanna in primo grado e quindi quasi uno su due a Roma in Appello”. Lo afferma il presidente della Corte d’Appello di Roma, Luciano Panzani, nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “L’elevato numero delle prescrizioni -aggiunge Panzani – è stato determinato dal notevole ritardo nell’arrivo del fascicolo in Corte dopo la proposizione dell’atto di appello, cui si è aggiunto il tempo necessario per l’instaurazione del rapporto processuale, spesso condizionato da vizi di notifica”. Per Panzani “questo però è il risultato del collo di bottiglia a cui si è ridotto l’appello. Il Ministero ha finalmente previsto l’aumento delle piante organiche delle Corti di appello: + 9 consiglieri a Roma e a Napoli. Per Roma significa 2.000 sentenze penali in più all’anno. Un progresso, non la soluzione del problema, anche se Roma in pochi anni è passata dalle 10.000 sentenze penali all’anno del 2014-2015 alle 16.000 del 2019, con un aumento, al netto delle sentenze di prescrizione, di 3.000 sentenze penali all’anno”.

Protesta a Napoli, avvocati in manette

Entrano in manette contro la riforma della prescrizione. L’Ordine degli Avvocati di Napoli,presieduto da Antonio Tafuri, protesta così in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Gli avvocati, in toga,sono entrati ammanettati nella Sala dei Baroni, nel Maschio Angioino, dove si svolge la cerimonia, in aperta polemica con la riforma Bonafede.

Firenze, Presidente Corte d’Appello Cassano: “Sospensione dilata tempi del processo”

“La inevitabile dilatazione dei tempi del processo conseguenti alla sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado mal si concilia con un giusto processo incentrato sul metodo dialettico nellaformazione della prova”. Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Firenze, Margherita Cassano, nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Contrariamente a un’opinione diffusa – ha detto ancora Cassano – la percentuale più alta di prescrizioni matura nella fase delle indagini preliminari”. “Non possono, infine, essere sottaciute le drammatiche conseguenze sociali provocate dalla pendenza per lunghissimi anni di un processo penale che rende l’uomo unicamente un imputato in palese contrasto con la presunzione costituzionale di non colpevolezza”, ha detto ancora Cassano, applaudita su questo passaggio. Lo ‘spirito del popolo’, ha aggiunto Cassano, “sollecita condanne immediate e torsioni delle regole per il raggiungimento della verità ad ogni costo; chiede ai magistrati di lottare contro il nemico del momento”. “Ritengo – ha proseguito – che a queste pressioni la magistratura debba rispondere con la forza della ragione, della serenità, della pacatezza e con la fedeltà ai valori costituzionali che trovano quotidianamente attuazione grazie a un’amministrazione della giustizia rispettosa delle regole e della dignità di ogni persona” Varie proteste poi ci sono state in altre città italiane: Catania, Ancona. Reggio Calabria, Trieste.

Bonafede: “Rispetto le divergenze dei penalisti”

“Io rispetto le divergenze dei penalisti”: lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano parlando della riforma della prescrizione avversata dagli avvocati. Per Bonafede, le divergenze sono “fisiologiche”. “Io -ha aggiunto – sono pronto al confronto con tutti gli attori”, “condivido che dobbiamo intervenire sui tempi del processo”. Il ministro ha spiegato inoltre di non aver “mai detto che per mela prescrizione è un modo per ridurre questi tempi”. Poi ha precisato: “Mi dispiace che vengano a volte utilizzati per etichettarmi aggettivi che ormai sono all’ordine del giorno come l’essere incivile e manettaro. Sono il primo ministro della giustizia che ha stabilito un controllo strutturale dell’ispettorato del mio Ministero su tutti i casi di ingiusta detenzione – ha aggiunto. – Controllo che prima veniva fatto soltanto sulle cosiddette scarcerazioni tardive”.




Prescrizione, trovato accordo Lega-M5s. Stop dopo sentenza di primo grado di giudizio. Costa (Forza Italia): “La Lega ha fatto dietrofront”

La maggioranza ha trovato un accordo sulla prescrizione. Lo ha riferito il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, al termine del vertice con il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. “La norma sulla prescrizione è nel ddl Anticorruzione e approderà in Aula la prossima settimana. Resta lo stop dopo la sentenza di primo grado, entrerà in vigore con la riforma del processo penale il prossimo anno”, ha precisato.

Salvini: “L’accordo c’è ma solo con tempi certi”

Il vicepremier Matteo Salvini ha confermato l’accordo trovato dalla maggioranza “ma solo con tempi certi” per la conclusione dei processi: “La mediazione è stata positiva, accordo trovato in mezz’ora. Voglio tempi brevi per i processi. In galera i colpevoli, libertà per innocenti” ha detto al termine del vertice. “La norma sulla prescrizione sarà nel ddl ma entra in vigore da gennaio del 2020 quando sarà approvata la riforma del processo penale. La legge delega, che scadrà a dicembre del 2019, sarà all’esame del senato la prossima settimana” ha aggiunto il vicepremier.

Di Maio su Facebook: “Finalmente le cose cambiano davvero”

“Ottime notizie! BastaImpuniti! La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! Ed entro l’anno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!”: è il commento scritto su Facebbok da Luigi Di Maio.

Bongiorno: “​Non ci sono contrapposizioni tra Lega e M5S”

L’accordo trovato “permetterà di creare un sistema armonico. L’accordo è per noi positivo. Si farà una legge delega sul processo penale con tempi certi: entro dicembre 2019 ci sarà questa legge” ha spiegato il ministro per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. “Intanto ci sarà l’approvazione del ddl Anticorruzione con la norma sulla prescrizione che entrerà in vigore il prossimo anno” ha detto sottolinenado anche che sulla questione “non ci sono contrapposizioni tra Lega e M5S”. E di fronte alla possibilità che la prescrizione possa saltare nel caso in cui non dovesse venire approvata la legge delega sulla riforma del processo, Bongiorno ha detto: “Siamo due forze della maggioranza, il che significa che a dicembre 2019 la prima condizione si dev’essere realizzata. Altrimenti ci sarà un altro tavolo come questo in cui prenderemo in considerazione eventuali correzioni all’altra norma”.

Costa (Forza Italia): “La Lega ha fatto dietrofront”

L’accordo sulla prescrizione non soddisfa invece Enrico Costa, deputato e responsabile del dipartimento Giustizia di Forza Italia: “Eravamo fiduciosi che la Lega, nel rispetto dei principi del programma di centrodestra, bloccasse l’omicidio del codice penale. Le loro dichiarazioni andavano nella direzione giusta. Oggi registriamo un clamoroso dietrofront” ha commentato.




GIUSTIZIA: PD E AREA POPOLARE TROVANO LA QUADRA SULLA PRESCRIZIONE

Dal vertice tenutosi il 14 maggio 2015 presso il Ministero della Giustizia emerge la volontà di lavorare sull'art.171 del Codice penale anziché sul 157. Accordo di maggioranza PD e Area Popolare sulla prescrizione nel giorno in cui il ddl anti-corruzione approda in Aula alla Camera. I due testi viaggeranno in parallelo. Si dice soddisfatto il ministro della Giustizia Andrea Orlando

di Cinzia Marchegiani

Proficuo il vertice tenutosi stamane al Ministero della Giustizia con il Guardasigilli Andrea Orlando, il viceministro Enrico Costa, responsabile Giustizia del Pd David Ermini, il presidente dei senatori di Ap Renato Schifani e il capogruppo in commissione Senato Nico D'Aspola. L’accordo tra il Partito Democratico e Area Popolare sulla prescrizione, prevede la possibilità di programmare un tavolo tecnico per riconsiderare i termini per i reati contro la pubblica amministrazione che rischiavano proprio per l’eccessivo allungamento dei termini, produrre pesanti impatti. Un tavolo dove si procederà a concordare il ddl prescrizione e anticorruzione.

MODIFICA SUL DDL PRESCRIZIONE

Mentre approda in Aula alla Camera il dddl anticorruzione, c’è anche l’accordo sul ddl prescrizione. Il tavolo tecnico per quest’ultimo dovrà lavorare sugli interventi di modifica cercando quell’armonizzazione del ddl sulla prescrizione che è stato già approvato alla Camera e ora passato all'esame della Commissione Giustizia del Senato e del ddl anticorruzione e domani inizia l'iter per l'approvazione finale alla Camera. Insomma sembra accordo tra Area popolare e Partito Democratico garantendo entrambe che i tempi dell’approvazione saranno rispettati garantendo che le stesse norme saranno presto legge dalla prossima settimana.
A sollecitare il vertice era stata la stessa Area Popolare (Ncd e Udc). L'obiettivo del tavolo è raccordare ddl prescrizione e ddl anticorruzione. Il ministro Orlando dichiara: "Sono soddisfatto per l'accordo nella maggioranza sulla prescrizione perché consente di approvare le norme prima del voto sulle regionali".

DICHIARAZIONI

Il senatore Nico D'Ascola (Ap) specifica, dopo la chiusura del vertice: "Abbiamo trovato un accordo per l'istituzione di un tavolo che dovrà esaminare le modifiche per ridurre i termini di prescrizione per i reati contro la pubblica amministrazione e su tutto l'assetto della prescrizione. Si è convenuto – Da’D’Ascola aggiunge – che per effetto di alcune modifiche di legge ci sarebbero stati tempi troppo lunghi di prescrizione e che non avrebbero eliminato il rischio prescrizione in sé e per sé, ma avrebbero avuto riflessi sulla ragionevole durata dei processi". La scelta individuata oggi sarà quindi di lavorare sull'art.171 del Codice penale anzichè sul 157.

Per Renato Schifani, capogruppo di Ap al Senato i cittadini hanno diritto a tempi certi dei processi e bisogna evitare un eccessiva dilatazione: “Oggi abbiamo avviato una trattativa foriera di un giusto compromesso e delle giuste tutele.”

L’IMPIANTO DEL TESTO
Il responsabile giustizia del Pd, David Ermini spiega quanto questo tavolo tecnico concordato e avviato svolgerà un lavoro importante: “L'impianto del testo sulla prescrizione rimane integro: ci saranno le sospensioni di due anni e un anno dopo le condanne in primo grado e in appello; si partirà nel calcolo dal massimo edittale come base. A nostro avviso va considerato che i reati contro la pubblica amministrazione – spiegando un punto importante – non potranno essere considerati come reati ordinari. Inoltre è stato chiesto che siano inseriti nelle modifiche al 161 anche gli altri reati contro la P.A., come l'induzione".