ROMA LUNEUR: 6 MILA PERSONE CHIEDONO AIUTO A MATTEO RENZI IN UNA LETTERA ACCORATA

di Damiano Lucarelli . portavoce del gruppo facebook "RIAPRIAMO IL LUNEUR"

Onorevole presidente del consiglio Matteo Renzi,
prima di tutto ci presentiamo, siamo i membri del gruppo facebook "Riapriamo il Luneur" che ad oggi si attesta sulla soglia di 6000 iscritti.
Il nostro gruppo e' nato in maniera spontanea nel 2010 e da sempre lotta a fianco degli ex subconduttori del Luneur, cioe' della categoria dei giostrai che con il loro lavoro e amore hanno creato il primo luna park permanente di Italia.
Il Luneur, credo caro Presidente, che lei lo conosca, perche' e' stato aperto nel lontano 1961 e fino al 2008 ha svolto la propria attività su Roma- Capitale per oltre 50 anni.
E' stato frequentato da tutti, Romani e non, gestito abilmente da giostrai che amavano fare il loro lavoro, i quali hanno tramandato di generazione in generazione la loro esperienza arricchendola di particolari umani che non hanno trovato riscontro in nessuno dei parchi nati dopo il Luneur.
Le famiglie dei "Giostrai del Luneur" sono state sempre le stesse da oltre cinquant'anni, passando il testimone dai nonni ai figli ed ai nipoti, che lavoravano a 360 gradi all'interno del Luneur, li dentro sono nati nuovi nuclei familiari con la nascita di figli, bambini diventati ragazzi e poi uomini, ma tutti sono cresciuti con l'amore per il proprio lavoro,come una grande famiglia che cresceva con sempre più maglie di una catena che sarebbe dovuta essere infinita.

Invece quella catena il 14 Aprile del 2008 e' stata spezzata e si e' trasformata in tante piccole catene da utilizzare a chiusura dei cancelli del Luneur ed ancora oggi sono lì presenti a dimostrare come politica e poteri forti possono talvolta distruggere per forte interesse speculativo alcuni siti che hanno da sempre convissuto con un interesse pubblico.
Le 160 famiglie sono state buttate in mezzo ad una strada diventando dei disoccupati, loro che il proprio lavoro lo avevano creato dal nulla, perché è bene ricordare cosa era il quartiere Eur nell'anno 1960 ed in particolare cosa era l'area dove sarebbe poi sorto il Luneur.
Oggi, che siamo prossimi ad entrare nel settimo anno dalla chiusura, queste famiglie sono entrate in un tunnel dove non si vede luce per il loro futuro, le attrazioni, che erano elemento di vita, sono dalla data del 2008 sequestrate all'interno dei parco, alcuni di loro per problemi che non sto qui a rappresentare, ma facilmente identificabili dai nomi della società che "ha vinto il bando di gara"si sono racchiusi nello sconforto lasciando spazio alla depressione ma sempre in attesa di ricevere una risposta dalle istituzioni.

Il portavoce dei giostrai Saverio Pedrazzini, dal 2008 si batte per avere una giustizia che tarda ad arrivare.
Senza banalizzare il"noto" pensiero sulle A.P., i documenti prodotti da Saverio Pedrazzini dimostrano che le sue richieste hanno un "minimo " di fondatezza che tra l'altro trovano conferma nel dispositivo dell'Autorità Vigilanza Contratti Pubblici.
Quindi noi del gruppo Riapriamo Luneur, ci siamo trovati uniti ai giostrai del luneur, per far tornare quello che è stato il Luneur nella nostra vita, senza tra l'altro andare contro lo Stato, perché il bando di gara prevedeva la riqualificazione e riorganizzazione del parco giochi, anche con innovazioni tematiche, ma ben lontane da quello che sarebbe, usando il condizionale, in quanto non è dato da conoscere il progetto, il family park da 0 – 12 anni.
Noi da semplici cittadini stiamo dimostrando il nostro dissenso a quello che diventerà lo storico Luneur, cioè un family park da 0-12 anni, limitando cosi il divertimento e le attrazioni ad una fascia ristretta di pubblico che vedrà i bambini felici ma i grandi annoiati, tutto il contrario di quello che era il Luneur fino al 2008, dove i bambini, gli adolescenti, i ragazzi, gli adulti e gli anziani si divertivano insieme.
Ci rivolgiamo a lei presidente Renzi, per chiederle di supportare la nostra battaglia che fino ad oggi e' stata una battaglia contro i mulini a vento, ma al contrario di Don Chisciotte, che vedeva in due mulini a vento dei giganti smisurati frutto solo della sua immaginazione, noi i giganti smisurati non li scambiamo con dei mulini a vento, ma li identifichiamo nel sindaco di Roma Ignazio Marino e nel presidente di Eur spa Pierluigi Borghini, con i quali stiamo combattendo una "battaglia", e non e' quello che dovrebbe essere un normale rapporto tra cittadini ed istituzioni, che non si accorgono di questo malumore, ribadendo il rispetto di un atto pubblico.

Presidente Renzi, ci sono troppi lati oscuri su questa vicenda e noi, da semplici cittadini, veniamo accantonati, senza tener presente che esiste un bando di gara, che l'area in oggetto rientra nella categoria concessioni e che il rispetto del bando di gara ad evidenza pubblica deve essere rispettato maggiormente, visto che facciamo parte anche della Unione Europea. Parlare di un “bando della vergogna”, creerebbe nel gruppo e forse in tanti cittadini lo scollamento e la disaffezione alla vita politica della nazione, ed è per questo che chiediamo a Lei un intervento energico ed una risposta degna del ruolo che ricopre, sia come Sindaco, quindi vicino ai cittadini, sia come segretario del partito più importante in Italia e sempre vicino alle persone che lavorano, sia come Presidente del Consiglio, quale carica autorevole per fare chiarezza su una vicenda e lo ripetiamo non troppo chiara! Forse perchè l'assegnazione è sta fatta alla società Cinecittà Enter.che senza voler ironizzare, è coinvolta anche nella situazione degli Storici Studios di via Tuscolana, dove anche lì si parla di interessi privati in spregio di un interesse pubblico.
Signor presidente, parliamo di Cinecittà.
Le dice niente questo nome? E' quel nome che tutto il mondo ci invidia, in quanto patria del grande Cinema Italiano e Internazionale e sta per diventare un altro scempio tutto romano e italiano.
Chiediamo a lei, Signor Presidente Renzi un intervento deciso su queste due vicende che camminano parallelamente dove dietro la soc. Cinecittà Entert. ci sono delle persone che con maestria, stanno decidendo sul destino dei lavoratori così come hanno fatto sul Luneur . Riteniamo che non sia giusto lasciare nelle mani di privati il destino di luoghi ad interesse pubblico, quindi chiediamo anche un coinvolgimento dei ministri Pier Carlo Padoan e Dario Franceschini, rispettivamente ministro del Tesoro e ministro della Cultura.
Si parla del decreto Salva Roma, ma ad una domanda come : "Chi salvera' invece i cittadini Romani, da una mala gestione della cosa pubblica?
Quale sarà la Sua risposta?
La ringrazio sempre e comunque anche se questa lettera non verrà presa in considerazione, servirà a capire in modo inequivocabile quello che è e sarà il ruolo del cittadino in questo paese: un portatore di voti! Mi auguro di no perché vorrebbe dire che l'Italia non potrà più avere un futuro e tutte le parole che ascoltiamo giornalmente si trasformeranno in menzogne dove tutto è già stabilito.

 




PROVINCE – UFFICI GIUDIZIARI. UN POSSIBILE TRAVASO: "DOVE NON C'E' RIMESSA IL GUADAGNO E' CERTOā€¯

Emanuel Galea

Il 5 luglio 2013, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta , ha annunciato : «cancelliamo la parola Province da tutta la Costituzione». A seguire la dichiarazione del Presidente, il Consiglio dei ministri ha approvato il Disegno di legge costituzionale sulla loro abolizione. Secondo Letta gli stessi devono sparire entro sei mesi. 

Questo è lo stato delle cose al momento attuale.

Parallelamente a questo la camera ha in agenda la riforma della giustizia, oltre quella elettorale, il finanziamento pubblico ed altro. 

La sorte delle province, questa volta è segnata.

A condividere l'ottimismo del Presidente c'è Luciano Pizzetti, componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. 

Dice Pizzetti : “la modifica dell’articolo 114, il primo del Titolo V, le cancellerà dalla Costituzione, ed è un bene, perché nessun altro Paese ha tanti livelli di rappresentanza come il nostro”. Poi aggiunge che “le attuali province hanno un problema di costi e di eccessiva burocratizzazione della macchina dello Stato”. 

I servizi delle amministrazioni provinciali, secondo lui, passeranno alle Regioni che dovranno decidere come distribuirli ed organizzarli.

Lasciamo alle Regioni il compito di decidere come ed a chi distribuire i servizi e come meglio organizzarli. Rimane il problema della ricollocazione del personale, il riutilizzo di tutto il materiale ed infine la destinazione delle strutture. C'è da scommettere che tutto questo emerge nell'ultimo momento per bloccare e ritardare l'operazione “soppressione delle province”.

Fra sei mesi, teoricamente parlando ed a stare a quanto afferma Letta, ci si trova con una massa enorme di forza lavoro , del materiale vario e delle strutture “superflui”. 

L'aggettivo è improprio e può risultare offensivo ma considerando l'operazione, in linea teorica è ciò che si verificherà.

A fare da contraltare, e non da ora ma da anni, un emergenza nazionale nel reparto giustizia amministrativa intesa come complesso di lavoratori e mezzi di supporto all'esercizio della giustizia. 

Il decreto legislativo n. 240/06, ha disciplinato la ripartizione delle competenze tra il magistrato capo dell’ufficio ed il dirigente amministrativo, senza risolvere però minimamente questi problemi.

Le difficoltà, le disfunzioni ed i problemi sono essenzialmente gli stessi in quasi tutti i settori in campo nazionale. Quello che preoccupa sta nel fatto che il trend nazionale non tende a migliorare.

Negli Uffici Giudiziari di Bologna, per dirne una, come quella dell'Emilia Romagna, a fronte di n. 1286 posti potenziali, quelli effettivamente coperti sono 1053. Tradotto in percentuale significa 18,11% di posti vacanti. La notizia è del 5 luglio 2013.

A Novara come a Modena, Vibo Valentia come a Catanzaro, al nord come al sud la situazione è identica se non peggiore.

In certi casi l'emergenza negli uffici giudiziari arriva a rasentare il ridicolo.

Una notizia apparsa sulla stampa il 6 marzo 2013 raccontava di un cartello affisso nei bagni del tribunale di Roma recitando : «in attesa degli stanziamenti ministeriali per il 2013 si pregano i fruitori dei servizi igienici di munirsi delle proprie forniture perché mancherà l'approvvigionamento» Indiscrezione svelano scene di togati nel corridoio del tribunale con un rotolo di carta igienica nella destra e cartella e toga nella sinistra !

 

Si legge in molti delle relazioni annuali che rilasciano gli uffici giudiziari che, molte delle criticità risultano di difficile soluzione stante la più volte segnalata inadeguatezza della dotazione organica, specie in alcune figure di non secondaria importanza per il supporto all’attività dei magistrati (personale della qualifica di Cancelliere , Assistente Giudiziario e Operatore Giudiziario) e all’assenza di personale qualificato, si pensi specie ai contabili e informatici essenziali a garantire le sempre maggiori incombenze che vengono richieste all’ufficio .

A questo proposito si legge nel “Programma attività annuale 2013 Tribunale di Catanzaro e sezione distaccate di Chiaravalle Centrale <Personale temporaneamente assegnato ex LSU e Ente Poste>: 2 funzionari contabili, i contabile, i operatore giudiziario, 7 ausiliari. Nonostante ciò l'organico rimane sempre deficitario. 

Catanzaro ci è servito come esempio,in primis per dimostrare che il travaso già si fa da qualche parte d'Italia ed in secondo luogo per dimostrare che l'idea non è per niente da scartare a priori.

Sei mesi è un periodo breve, però sufficiente per il legislatore per predisporre dei provvedimenti e degli strumenti legislativi atti a rendere possibile ,facilitare e velocizzare il travaso, senza bando, di personale dalle province agli uffici giudiziari. Identici provvedimenti per il trasferimento di macchinari e materiale vario dalle province alle strutture giudiziarie.

Le proteste e le resistenze non mancheranno. Non si nascondono difficoltà ed intoppi. Se l'operazione si reputa giusta e conveniente per il bene del paese, se ci sia fermezza e buona volontà, ogni ostacolo sarà vinto ed ogni resistenza disarmata. Che sia il bene del paese la stella da guidare il legislatore. La soppressione delle province, porterà un notevole risparmio. Secondo uno studio Confesercenti sarà di 4,5 miliardi, secondo il M5s sarà di 2 miliardi, altri parlano di 500 milioni annui. A prescindere dall'esatto importo che, un giorno o l'altro qualcuno lo stabilirà,la ricollocazione del personale con passaggio al reparto uffici giudiziari contribuirà a risolvere alcuni dei problemi macroscopici della giustizia. Fosse anche solamente questo, ti pare poco?