Anguillara Sabazia, in vigore la variante al Prgc del 2006: il Consiglio di Stato condanna il Comune

ANGUILLARA SABAZIA (RM) – E’ valida a tutti gli effetti la variante al Prgc del 2006 di Anguillara Sabazia. Non c’e’ stato verso per la giunta Anselmo di far approvare l’ennesima variante che, secondo loro, avrebbe scongiurato un ritorno indietro nel tempo.

Dal Comune di Anguillara Sabazia, a giugno del 2017 era stato deliberato di adottare un nuovo progetto di Variante Urbanistica predisposto dall’Ufficio Tecnico Comunale. Una sorta di variante della variante quella approvata dal governo locale, che per le opposizioni consiliari presupponeva illegittimità in quanto priva di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che andava obbligatoriamente richiesta prima dell’approvazione. Una delibera approvata “in tutta fretta” senza una consultazione popolare o delle associazioni di categoria.

Un vero flop stellare la notizia appena pubblicata dal Consiglio di Stato che vede ancora una volta una condanna – l’ennesima – per il Comune di Anguillara Sabazia dell’era Anselmo

E così l’amministrazione comunale dopo aver speso soldi per avvocati che hanno rappresentato l’Ente prima al Tar e poi al Consiglio di Stato assiste oggi ad una sentenza che rappresenta l’ultimo grado di giudizio amministrativo che condanna il Comune a rifondere alla Regione Lazio le spese sostenute dall’Ente sovracomunale – la Regione – per il doppio grado di giudizio. Il CdS ha inoltre condannato il Comune di Anguillara Sabazia a rifondere ai signori Guido De Battistis e Paola De Battistis, Rosa Lancellotti, Filippo Francocci, Pierfrancesco Catarci, Marco Catarci, Angela Parrucci, Francesca Catarci e Paola Catarci in solido fra loro, le spese sostenute per il grado di giudizio.

Manciuria (A.S.): “Incapacità seriale degli atti assunti dall’amministrazione giallo sbiadito diretta da un sindaco delegittimato”

“Le sentenze si rispettano – commenta Sergio Manciuria presidente di AnguillaraSvolta – e confermano la regolarità amministrativa della Delibera 48 del 2006. Un altra dimostrazione – prosegue Manciuria – dell’incapacità seriale degli atti assunti dall’amministrazione giallo sbiadito diretta da un sindaco delegittimato anche dalla recente vicenda della scuola Container di via Duca degli Abruzzi”. Dopotutto per i pentastellati sbiaditi che non sono stati all’altezza di assemblare la scuola tipo lego o Ikea, era impensabile ottenete un risultato positivo al Consiglio di Stato che “senza se e senza ma” ha ribaltato una sentenza pilatesca e al limite della farsa”. La variante al Prgc è ora definitiva e grazie alla quale si può procedere al recupero di Vigna di Valle creandone un’area turistica e sportiva di rilevanza internazionale, è figlia di un epoca diversa che necessariamente la prossima Amministrazione dovrà renderla armoniosa sia sotto il profilo del consumo del territorio che ambientale con piani attuativi ecosostenibili. Ora – conclude il Presidente di Anguillara Svolta – questa maggioranza strampalata si autotassi e paghi con i propri stipendi tutte le risorse dei contribuenti investiti in atti amministrativi e ricorsi farlocchi”

Fatto e Diritto

La complessa vicenda oggetto di causa può essere sintetizzata come segue

Nel 2006, con delibera consiliare n. 48 del 23
dicembre, il Comune di Anguillara Sabazia ha adottato la variante generale
all’allora vigente PRG, risalente al 1978.

Con la successiva delibera consiliare n. 13 del 7
maggio 2013, è stata, quindi, adottata la variante normativa.

Gli atti sono stati trasmessi alla Regione per il
seguito di competenza.

Con il voto n. 238/1, deliberato alla seduta del 28
aprile 2016, il comitato regionale per il territorio, istituito con l.r. n. 38
del 1999, ha espresso parere favorevole all’approvazione della variante, sia
pure con “modifiche e raccomandazioni” da introdurre d’ufficio,
invitando il Comune a formulare, in merito, le proprie eventuali
contro-deduzioni ai sensi dell’art. 3 l. n. 765 del 1967.

Il Comune ha dapprima chiesto una proroga del termine
fissato dal comitato, quindi, con delibera consiliare n. 6 del 2 febbraio 2017,
ha svolto le proprie contro-deduzioni.

Il comitato, tuttavia, con il voto n. 248/2 deliberato
alla seduta del 9 marzo 2017, ha espresso in proposito un parere non
favorevole, confermando i rilievi già formulati nel pregresso parere n. 238/1:
il comitato, in particolare, ha ritenuto che le contro-deduzioni comunali
fossero in parte inconferenti, in parte incomplete e sostanzialmente
irricevibili in quanto prive della necessaria documentazione di supporto.

In seguito, con delibera consiliare n. 28 del 10
giugno 2017, il Comune ha dichiarato di adottare il nuovo progetto della
variante urbanistica, mentre la Regione, con delibera giuntale n. 313 del 13
giugno 2017, ha approvato “la Variante Generale al Piano Regolatore Generale
vigente adottata con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 48 del 23.12.2006 e
la successiva Variante alle Norme Tecniche di Attuazione adottata con
Deliberazione di Consiglio Comunale n. 13 del 07.05.2013 secondo i motivi, con
le modifiche e le raccomandazioni contenuti nei pareri del Comitato Regionale
per il Territorio resi con voto n. 238/1 del 28.04.2016 e n. 248/2 del
09.03.2017
”.

2. A questo punto sono stati radicati contrapposti ricorsi giurisdizionali

Il Comune ha impugnato la citata delibera regionale n.
313 nonché il presupposto parere del comitato regionale del territorio n. 248/2
del 9 marzo 2017, mentre quattro distinti gruppi di soggetti (persone fisiche e
giuridiche) proprietari di cespiti nel territorio del Comune di Anguillara
Sabazia hanno impugnato la delibera comunale n. 28 del 2017, che in vario modo
incideva negativamente sulle loro facoltà giuridiche di proprietari rispetto
alle previsioni recate dalla variante approvata dalla Regione.

3. Con la sentenza indicata in epigrafe, il T.a.r.,
previa riunione, ha accolto tutti i ricorsi, annullando sia la delibera
regionale n. 313 del 13 giugno 2017 insieme con il pregresso parere del
comitato regionale del territorio n. 248/2 del 9 marzo 2017, sia la delibera
comunale n. 28 del 10 giugno 2017.

In particolare, quanto al ricorso svolto dal Comune,
il T.a.r. ha affermato che le delibere del consiglio comunale n. 6 del 2
febbraio 2017 e n. 28 del 10 giugno 2017, pur non recando un’espressa e formale
revoca delle pregresse delibere n. 48 del 2006 e n. 7 del 2013 e pur difettando
dei requisiti necessari per adottare legittimamente una nuova variante,
avessero cionondimeno reso palese la non perdurante attualità della volontà
pianificatoria manifestata con tali originarie delibere: la Regione, pertanto,
non avrebbe potuto approvare una variante i cui contenuti il Comune aveva
implicitamente ma inequivocabilmente dimostrato di non condividere più.

Quanto ai quattro ricorsi svolti da distinti gruppi di
soggetti privati, il T.a.r. ha ritenuto che la delibera comunale n. 28 fosse
priva dei requisiti richiesti dalla legge per il legittimo esercizio del potere
di adozione di atti di pianificazione urbanistica e, pertanto, ne ha disposto
l’annullamento.

4. La Regione ha interposto appello, sostenendo che il
diritto amministrativo, specialmente nella materia urbanistica, sia retto da
regole formali e che, conseguentemente, la revoca della precedente adozione
della variante al PRG possa conseguire esclusivamente ad una formale ed
espressa manifestazione di volontà consiliare in tal senso, ovvero alla nuova
adozione di una ulteriore variante per mezzo di una delibera del Consiglio
dotata di tutti i requisiti di legge e, in particolare, corredata di tutta la
documentazione normativamente necessaria.

Si è costituito in resistenza il Comune, che ha,
altresì, svolto ricorso incidentale avverso la statuizione con cui il T.a.r. ha
annullato in toto la delibera n. 28 del 10 giugno 2017: ad avviso del
Comune, infatti, le stesse argomentazioni svolte dal Tribunale a sostegno della
pronuncia di accoglimento del ricorso formulato dall’Ente locale avverso la
delibera regionale n. 313 avrebbero dovuto condurre a circoscrivere lo
speculare annullamento della delibera comunale n. 28 alla sola parte in cui
questa reca l’adozione della nuova variante al PRG, lasciando viceversa salva l’ulteriore
portata dispositiva” implicita di revoca delle precedenti delibere
consiliari del 2006 e 2013.

Si sono, inoltre, costituiti a ministero di distinti
difensori i signori Guido e Paola De Battistis ed i signori Rosa Lancellotti,
Filippo Francocci, Pierfrancesco Catarci, Marco Catarci, Angela Parrucci,
Francesca Catarci e Paola Catarci; i signori De Battistis hanno svolto appello
incidentale, contestando la sentenza del T.a.r sia per l’accoglimento del
ricorso del Comune, sia per la scelta di annullare la delibera del consiglio
comunale n. 28, anziché dichiararla radicalmente nulla per difetto degli
elementi essenziali.

Il giudizio è stato trattato alla pubblica udienza del
3 ottobre 2019 e, all’esito della discussione, è stato trattenuto in decisione.

5. Ritiene la Sezione che il ricorso svolto dalla
Regione ed il parallelo motivo di appello incidentale formulato dai signori De
Battistis sono fondati e vanno accolti nel merito.

Possono, quindi, non essere esaminate le eccezioni di
rito svolte sia dagli stessi signori de Battistis (sulla violazione del
principio di corrispondenza fra chiesto e pronunciato), sia dai signori Rosa
Lancellotti, Filippo Francocci, Pierfrancesco Catarci, Marco Catarci, Angela
Parrucci, Francesca Catarci e Paola Catarci (sulla violazione del principio di
corrispondenza fra chiesto e pronunciato e sulla improcedibilità – questione
peraltro, quest’ultima, espressamente affrontata dal T.a.r. e, dunque, da
sollevare con appello incidentale).

5.1. Va premesso che, in linea di principio, il
consiglio comunale con una successiva delibera può implicitamente revocare una
sua precedente delibera, quando il contenuto dispositivo e motivazionale del
secondo provvedimento contrasti con il contenuto dell’atto precedente.

In passato, alcune disposizioni dei testi unici sugli
enti locali affermavano il principio opposto.

L’art. 303 del testo unico sugli enti locali approvato
col regio decreto del 4 febbraio 1915, n. 148 (riproduttivo dell’art. 291 del
testo unico approvato col regio del 21 febbraio 1908, n. 269) disponeva infatti
che “le deliberazioni dei consigli, importanti modificazioni o revoca di
deliberazioni esecutorie, si hanno come non avvenute, ove esse non facciano
espressa e chiara menzione della revoca e della modificazione
”.

Tale disposizione (a sua volta trasfusa con modifiche
lessicali nell’art. 282 del testo unico approvato con il regio decreto 3 marzo
1934, n. 383) è stata più volte interpretata da questo Consiglio nel senso che
la revoca poteva essere disposta anche in assenza di ‘formule sacramentali’ e
senza menzionare la parola ‘revoca’ nella delibera successiva, purché
risultasse del tutto chiara la determinazione del Comune ‘di sostituire l’una
all’altra deliberazione’ (Sez. IV, 27 maggio 1977, n. 533, riguardante la modifica
di uno strumento urbanistico; Sez. V, 28 settembre 1973, n. 656).

Entrambe tali disposizioni, poi, sono state abrogate
dall’art. 64 della legge n. 142 del 1990, con la conseguente affermazione della
regola generale per la quale una delibera comunale può essere revocata
implicitamente da una successiva delibera avente un contenuto incompatibile.

5.2. Pur se la revoca può essere disposta con un
successivo provvedimento incompatibile, in materia urbanistica continuano,
comunque, ad avere un rilievo centrale le esigenze di certezza e di chiarezza,
già sottolineate da questo Consiglio.

Invero, la materia urbanistica, strutturalmente
connotata dalla contestuale compresenza di plurimi interessi, pubblici e
privati, spesso in conflitto tra loro, si caratterizza, tra l’altro, per due
tratti fondamentali: l’ampia discrezionalità riconosciuta all’Autorità titolare
del potere di pianificazione (specie con riferimento alle scelte di massima) ed
il vincolo procedimentale e, più in generale, formale che avvince l’operato
dell’Amministrazione, per evidenti ragioni di certezza.

In particolare, lo strumento più importante della
pianificazione urbanistica a livello comunale, ossia il PRG (o il diverso atto
previsto dalla legislazione regionale), è l’esito di una serie rigidamente
procedimentalizzata di atti, in cui intervengono, a vario titolo ed in momenti
diversi, i singoli cittadini, gli uffici comunali, le Amministrazioni
competenti a dare i pareri e gli assensi eventualmente necessari nonché, in
sede di approvazione finale, la Regione.

E’ certamente vero, come sostiene il T.a.r, che il
Comune riveste “centralità sostanziale” nel procedimento che conduce
alla formulazione del PRG e delle relative varianti, posto che al Comune sono
riservate l’iniziativa e la formulazione delle scelte di merito.

E’, inoltre, altrettanto vero che il potere
pianificatorio può essere esercitato anche incidendo negativamente
sull’affidamento dei privati al mantenimento delle pregresse previsioni
urbanistiche.

Ciononostante, tale “centralità sostanziale” e
tale prevalenza sui contrapposti affidamenti dei privati si svolgono e si
esprimono esclusivamente nell’ambito delle forme previste dalla legge: la
tipicità del potere, del resto, si manifesta anche e soprattutto con la
tipicità delle forme di esteriorizzazione del potere e, a monte, dei
propedeutici procedimenti.

La rigida procedimentalizzazione vigente in
subiecta materia
– la cui rilevanza e la cui specialità sono evidenziate
dall’esclusione dell’applicazione degli istituti apprestati dalla legge
generale sul procedimento amministrativo – e le esigenze di certezza e
stabilità che la pervadono impongono di ascrivere rilievo giuridico alle sole
manifestazioni del potere svolte secondo le forme, i tempi ed i modi previsti
dalla legge.

Ne consegue, per quanto qui di interesse, che
dall’atto con cui il Comune dichiari di adottare il nuovo progetto di variante
urbanistica senza, tuttavia, né rispettare le previsioni della legge da un
punto di vista sia procedimentale sia contenutistico (questione, questa,
passata in giudicato, stante l’assenza di impugnazione comunale sul punto), né
in alcun modo manifestare espressamente l’intenzione di revocare precedenti
decisioni, non può trarsi l’implicita volontà di privare di efficacia pregresse
deliberazioni formalmente assunte.

Invero, la revoca della deliberazione di adozione
della variante generale consegue esclusivamente:

– o alla legittima adozione di una nuova variante generale,
giacché la disciplina della stessa materia (la pianificazione del territorio
comunale) non può che trovare un’unica sedes materiae;

– o all’espressa e formale manifestazione della
volontà consiliare, esternata con una apposita deliberazione, emanata prima
dell’esercizio del potere della Regione ed a questa tempestivamente comunicata,
di voler privare di efficacia la precedente deliberazione di adozione della
variante generale.

Si osserva, in proposito, che mentre con la prima
evenienza il Comune sostanzialmente determina l’inizio di un nuovo procedimento
pianificatorio, nella seconda, al contrario, il Comune chiude il procedimento a
suo tempo iniziato con la deliberazione revocata.

Orbene, nel caso di specie non si è verificata né
l’una, né l’altra ipotesi: la deliberazione n. 28, infatti, da un lato non
presenta i requisiti per poter essere qualificata quale atto di adozione di una
variante urbanistica, dall’altro non manifesta espressamente l’intenzione di
privare d’efficacia le pregresse deliberazioni consiliari del 2006 e 2013.

In sostanza, la volontà pianificatoria del Comune, per
avere rilievo giuridico anche solo puramente “negativo-soprassessorio
(così il T.a.r.), si sarebbe dovuta manifestare nelle forme di legge: la
materia urbanistica, invero, non ammette né può ammettere, per le
imprescindibili esigenze di certezza, formalità e stabilità che la connotano,
manifestazioni implicite del potere, né può comportare opinabili e complesse
attività di interpretazione sul se una delibera sia o meno ancora efficace.

In materia urbanistica, in definitiva, la volontà
amministrativa rileva solo e nei limiti in cui è esplicitamente dichiarata
nelle forme all’uopo previste dalla legge.

Di converso, l’Amministrazione regionale non poteva
che procedere come è avvenuto: il dovere di concludere il procedimento e
l’inconferenza e, comunque, l’incompletezza delle contro-deduzioni comunali,
invero, evidenziano la legittimità dei contestati atti regionali.

6. Le argomentazioni che precedono comportano che va
respinto l’appello incidentale del Comune: la delibera n. 28, infatti, non
aveva né poteva avere alcuna “portata dispositiva” implicita di revoca
delle precedenti delibere consiliari del 2006 e 2013.

7. Quanto, infine, al motivo di appello incidentale
con cui i signori De Battistis hanno contestato la sentenza del T.a.r per la
scelta di annullare la delibera del consiglio comunale n. 28 anziché
dichiararla radicalmente nulla per difetto degli elementi essenziali, il
Collegio rileva – in disparte ogni considerazione in rito – che l’istituto
della nullità dell’atto amministrativo è riferito alle situazioni abnormi
previste dall’art. 21 septies della legge n. 241 del 1990, in cui
difetta ab imis il contenuto minimo che deve necessariamente connotare
la spendita del potere: nel caso di specie, invece, si è in presenza di una
deliberazione che, seppur in maniera per più profili (gravemente) irrispettosa
delle previsioni legislative, si iscrive comunque nell’alveo dei provvedimenti
di esercizio della potestà urbanistica.

8. Per le ragioni che precedono, vanno accolti
l’appello della Regione Lazio e, in parte, l’appello incidentale dei signori
Guido De Battistis e Paola De Battistis, mentre va respinto l’appello
incidentale del Comune di Anguillara Sabazia: per l’effetto, in parziale
riforma dell’impugnata sentenza, va respinto il ricorso di primo grado del
Comune.

Il regolamento delle spese di lite, liquidate come in
dispositivo, segue la soccombenza.




Anguillara, Piano regolatore: ecco cosa è successo


di Silvio Rossi

ANGUILLARA (RM) – Dopo la bocciatura, da parte del Comitato Tecnico regionale, delle controdeduzioni al PRG espresse dal Consiglio Comunale di Anguillara Sabazia nella seduta del 2 febbraio scorso, sono numerosi i commenti negativi sull’operato della giunta comunale.

Tra i messaggi di sdegno e di scherno che hanno accompagnato la bocciatura dell’atto, tabella dei giornali locali, comunicazioni da parte dell’ente, che ha definito “gretto” il comitato tecnico, abbiamo cercato di sentire l’opinione di chi, le stesse osservazioni avanzate dall’organismo regionale, le ha avanzate proprio nella sede del consiglio comunale, l’unico consigliere presente per le opposizioni, a causa dell’incompatibilità dei suoi colleghi, il candidato sindaco del centrodestra Antonio Pizzigallo alle trascorse elezioni di giugno 2016.

Leggendo quanto riportato sui giornali locali, la bocciatura della delibera comunale ha avuto tra le ragioni l’incompatibilità del capo area economico e la mancanza delle relazioni tecniche. Le stesse cose che lei ha portato in consiglio comunale. Possiamo parlare quindi di bocciatura annunciata?
Questa è l’ennesima farsa di questa amministrazione pentastellata, che prepara gli atti senza la dovuta documentazione e la dovuta competenza. È chiaro che il piano regolatore o meglio, le controdeduzioni alla variante, portate avanti dall’amministrazione non potessero essere accettate minimamente e dovessero essere rispedite al mittente. Perché c’era innanzi tutto il problema della legittimità della delibera, visto il conflitto d’interesse che coinvolgeva il capo dell’area economico finanziaria, ma poi mancavano tutte le relazioni di accompagnamento, come la relazione geologica, la relazione tecnica, e anche una descrizione più dettagliata delle novità.

Queste cose sono state anche oggetto di una pregiudiziale

Assolutamente sì, è una delibera che non poteva essere portata, una delibera di filosofia. Io avevo invitato i consiglieri di maggioranza a riflettere sull’esprimere un voto favorevole su una delibera che sapeva tanto di filosofia. Hanno costruito un fantomatico piano strategico che non si sa in realtà cosa sia, ma ancor di più tecnicamente, è vero che la variante prevedeva la riduzione di un numero consistente di metri cubi, ma è anche vero che erano state inserite delle zone in aree assolutamente ultra vincolate, con tre quattro vincoli, che non potevano in nessun modo essere approvate dalla Regione, che evidentemente ha interpretato questo come una nuova variante, che aveva quindi bisogno di essere ulteriormente studiata.

Si può parlare di un parallelo tra la vicenda Stadio della Roma a Tor di Valle e la variante di Anguillara?
Certamente. Anche perché quella vicenda che adesso sembra realizzare un momento di vittoria del Movimento Cinque Stelle, in realtà rischia di sgonfiarsi completamente quando all’atto pratico si andranno a delineare gli aspetti sia della cubatura che dei servizi.

Durante la campagna elettorale lei disse che in caso di sua vittoria, il Piano Regolatore sarebbe stato approvato, ma poi si sarebbe dovuto intervenire sullo stesso con gli strumenti attuativi. Cosa si sarebbe potuto fare che invece non è stato fatto?
La variante al piano regolatore approvata anni fa, prevedeva fra gli strumenti attuativi la possibilità di realizzare dei compartimenti, delle aree, garantendo una parte di servizi consistente, oltre alla parte naturalmente abitativa, e questo comporta la possibilità per il comune di controllare e di regolamentare area per area ciò che viene edificato. Dato che quando si parla di piano regolatore si fa un lavoro sostanzialmente teso a programmare gli anni a venire, per i prossimi 15 o 20 anni, se ci rendiamo conto che il precedente era prima dell’Ottanta, ci vuole quindi molto tempo per preparare un piano, bisogna ragionare nell’ottica dell’espansione della città garantendo sicuramente un equilibrio fra edilizia abitativa e servizi, ma questo non vuol dire bloccare l’economia come invece è stato fatto qui ad Anguillara.

Con questo passaggio, chi è che ne pagherà le conseguenze?
Io penso che adesso non ci sia altra soluzione che approvare il piano regolatore, e questo vuol dire una ripresa dell’economia perché si potrà finalmente cominciare a riattivare tutte quelle piccole imprese che sono state ferme per tanti anni, e hanno vissuto la crisi in maniera decisamente profonda.

La bocciatura avrà conseguenze sulla giunta di Anguillara?

Francamente io ritengo che se sommiamo tutte le nefandezze compiute da questa amministrazione, dovrebbero dimettersi tutti quanti. Mi rendo conto tuttavia che questa è un’ipotesi assolutamente al di la da venire, per diversi motivi. Indubbiamente l’assessore Piccioni che ha perorato questa soluzione cercando di giustificarla, ma con atti assolutamente non adeguati alla situazione, ne esce sensibilmente ridimensionato. Questa respinta fra l’altro così repentina della Regione, vuol dire che il Comitato Tecnico si è immediatamente reso conto delle difformità che c’erano in questa delibera, quindi non ha neanche atteso alcuni giorni, credo che sia un record in assoluto. Dicevo che l’amministrazione ha compiuto tanti di quegli atti sbagliati, che ha dimostrato un’assoluta incapacità a governare estremamente preoccupante, non tanto per il presente quanto per il futuro. Se vuole le elenco alcuni di questi aspetti, dal dimissionamento degli assessori presentati durante la campagna elettorale, ai capi area che sono costretti a fuggire dopo 15/20 giorni, alcuni con le lacrime agli occhi, altri che dichiarano anche pubblicamente di essere stati minacciati e vanno via, come il capo area economico finanziario, all’assoluta mancanza di azione su progetti che vengono dal passato, come la Anguillara Cesano o la Piscina.
 




Anguillara, PRG show: oggi conferenza stampa per pochi

 

di Simonetta D'Onofrio

 

ANGUILLARA (RM) – La questione PRG ha destato una certa fibrillazione nella scena politica ad Anguillara. Tra maggioranza e opposizione la tensione sull’argomento è notevole, le accuse sono di non poco conto.

La Regione Lazio, scaduti i termini temporali in cui il Comune avrebbe potuto mandare le proprie osservazioni sulle modifiche inserite dall’ente, ha adottato definitivamente la variante così come inviata ad Anguillara lo scorso mese di luglio.


Il prossimo 2 febbraio il Consiglio Comunale si riunirà, con all’ordine del giorno "COMUNE DI ANGUILLARA SABAZIA (RM). VARIANTE GENERALE AL P.R.G. ADOTTATA CON D.C.C. N. 48 DEL 23/12/2006, NONCHE’ VARIANTE ALLE N.T.A. DEL P.R.G. APPROVATE CON D.C.C. N. 13 DEL 7.05.2013-CONTRODEDUZIONI AL VOTO N. 238/I DEL 28/04/2016 DELLA REGIONE LAZIO-DIREZIONE REGIONALE TERRITORIO, URBANISTICA E MOBILITA’-COMITATO REGIONALE PER IL TERRITORIO".

 

Sergio Manciuria, già consigliere comunale, e rappresentante dell’associazione AnguillaraSvolta, esperto del settore urbanistica, ci ha fornito in esclusiva la sua versione dei fatti:

Ieri è stata pubblicata una nota da parte del Comune sul piano regolatore. Cosa ci può dire in proposito?

Sì, in effetti ho avuto modo di vedere, tramite i social, e sono andato a prendermi questa nota sulla pagina Facebook dell’ufficio comunicazione del Comune di Anguillara e ne sono rimasto allibito, soprattutto quando si fa riferimento al concetto di sovranità comunale (basti pensare cosa accaduto con le cave n.d.r.). C’è un vulnus di fondo attinente le disposizioni legislative tra l'altro riconosciute dall'art. 117 della costituzione sulle competenze concorrenti tra Stato e Regione sul Governo del Territorio. Mi sorprende che un’amministrazione che ha sempre fatto della trasparenza la sua bandiera, non abbia pubblicato quanto la Regione ha contestato in questa fase delle controdeduzioni al piano regolatore. Qui c’è da fare un appunto. Questa amministrazione si era presentata agli elettori dicendo che l’avrebbe revocato, mentre il prossimo due febbraio si limiterà a controdedurla.

 

Può aiutarci a fare chiarezza sui tempi tecnici, perché a novembre è stata chiesta una proroga, per presentare le controdeduzioni, e anche per interagire con territorio. Il tempo c’era, perché si è arrivati a questo punto?

Per i neofiti comprendere le dinamiche legislative di un piano regolatore serve sicuramente più tempo rispetto all'iniziale comunicazione del parere regionale, e il fatto di essersi insediati a giugno, in piena estate, la proroga ci può stare se finalizzata a mantenere l'impegno elettorale: bocciarlo o revocarlo senza se e senza ma. Ma in questa occasione ci sono molti buchi sempre da quello che si apprende dal medesimo comunicato (anche all'associazione AnguillaraSvolta è stato vietato l'accesso agli atti): la Regione Lazio l’ha concessa, nei limiti temporali che prevede la norma. C’è la legge 1150 che stabilisce all’articolo 10 dei tempi ben precisi ancorché non perentori, che sono generalmente 90 giorni entro i quali controdedurre, e nei successivi 15 dopo la pubblicazione, la trasmissione al competente organo. Qui si deve ribadire un concetto: la legge 1150, che poi è stata oggetto di delega con la Bassanini, perché prima era competenza statale, poi è diventata concomitante con la modifica dell’articolo 117 della Costituzione, adesso è la Regione che ha potere di decidere quali sono le linee direttrici di un piano regolatore, su proposta del Comune ai sensi della Legge Regionale 14/1999 sul Governo del Territorio.
Quindi nel 2006 il Comune di Anguillara fece una proposta, bella, cattiva, sicuramente modificabile, sicuramente migliorabile (che le amministrazioni che si sono succedute però nessuno ha mai modificato compreso la presente), ma questo non toglie che la sovranità spetta comunque all’ente Regione Lazio, il quale poteva decidere di bocciarla, di modificarla, come ha fatto, oppure di respingerla in modo parziale. Mi sembra strano però che ci siano voluti tutti questi mesi per indire un consiglio comunale visto che i Capi Area sono stati scelti e sappiamo benissimo anche le vicende legate alle dimissioni dei due capi area, prima dell’architetto Scarpati, poi del Ragioniere.
A pensar male si fa peccato ma credo a questo punto le dimissioni possano definirsi in simbiosi con l'impostazione iniziale studiata per questa deliberazione, perché troppe complicazioni sono avvenute in questi mesi. A quanto pare il concetto di revoca che si è proposto in campagna elettorale non aveva motivo di essere supportato legalmente e senza costituire un danno erariale.

 

Sarebbe stato più utile, per un’amministrazione seria e dignitosa presentarsi oggi dimissionaria invece che indire una conferenza stampa a porte chiuse, visto che la Regione sembra aver esercitato il potere definitivo di approvazione per il dilazionamento temporale imputabile esclusivamente all'incapacità di amministrare il presente di Anguillara.

Proprio su questo punto. L’amministrazione dice che la Regione ha violato tre norme, elencandole nel loro comunicato.

Dico che ci troviamo di fronte a un concetto astratto e paradossale e purtroppo per gli elettori che hanno concesso una fiducia al ballottaggio una doccia fredda al limite del raggiro politico. Se tutto ciò fosse avvenuto nei primi tre mesi aveva ben donde di essere affermato ma dopo oltre duecento giorni sembra la solita scusa della classe dirigente politica vecchio stampo per conservare la seggiola e l'indennità.
Dico per primo che proprio essendo i fautori della trasparenza, bastava pubblicare il documento regionale, così avremmo avuto delle delucidazioni in merito, secondo fanno riferimento senza specificare a quale norma, che poi hanno anche un’altra opportunità, nel momento in cui la delibera di giunta regionale dovesse essere approvata a breve, se fosse come dicono loro la possono sempre impugnare al TAR, motivandone dal punto di vista amministrativo quali siano questi aspetti che qui non specificano. Hanno fatto molto fumo, per nascondere il fatto che è sfuggita loro di mano una prerogativa che si erano dati in campagna elettorale

 

Torniamo a parlare di partecipazione. Quest’amministrazione ha vinto le elezioni proprio puntando sulla partecipazione popolare, e sul rigetto di questo piano regolatore. Secondo lei, perché in questo periodo non c’è stata nessuna assemblea pubblica, nessun incontro con le associazioni presenti nel territorio, nonostante ci siano state diverse richieste già dal mese di settembre?

Intanto vorrei specificare che, tra le associazioni, anche la nostra fece una domanda in tal senso, che è stata bocciata dall’architetto Scarpati, motivando che era in fase un procedimento, di cui si aspettava la conclusione già da ottobre. Sarebbe più che altro una domanda da fare a chi ne ha fatto una bandiera, io dico soltanto che la coerenza è un valore aggiunto, chi è incoerente e non ha mantenuto questo impegno deve trarne le conseguenze. Certo, oggi alla luce di quanto sta accadendo sembrerebbe quasi voluta questa mancanza di confronto con le associazioni, indipendentemente da quella che posso rappresentare io, proprio perché non c’era la volontà alla fine di revocare, questo mi sembra abbastanza ovvio e scontato.




Anguillara, variante PRG: a.a.a. cercasi parere regionale

Red. Cronaca

ANGUILLARA (RM) – Gran parte del futuro di Anguillara verrà deciso nei prossimi venti giorni. Entro fine settembre scade infatti il termine entro il quale la nuova amministrazione a guida 5 stelle dovrà decidere sulla variante generale del Piano Regolatore.

Dal Comune di Anguillara è in corso, intanto, la redazione degli atti successivi da sottoporre, nei termini previsti, all’assise comunale per la votazione finale che, come più volte dichiarato dal Sindaco Sabrina Anselmo sarà di rigetto della Variante al PRG e delle sue NTA. "Quali saranno le nuove aree edificabili per residenze private? E quali per i servizi pubblici? Quali opere viarie verranno realizzate? Nuove scuole? Aree verdi? O tanto e solo cemento? Quale sarà l’equilibrio tra interessi privati ed interessi generali? Insomma quale sarà il futuro della nostra città?" Questi i quesiti posti dal Movimento Civico Anguillara Bene Comune. "Ci sembra che tutto ciò meriti ampia risonanza e attenta discussione. – Dichiarano in una nota da ABC –  È per questo – prosegue la nota – che chiediamo all’amministrazione comunale di ottemperare alla tanto declamata (da tutte le parti) trasparenza. Per questo, pensiamo non basti rimandare i cittadini alla richiesta degli atti pubblici (la quale prevede comunque una risposta entro venti giorni, ed il tempo a disposizione è molto poco), ma che sia necessario mettere a disposizione il parere della regione sul nuovo Piano regolatore in libera visione presso il Comune e sul sito internet per indire una consultazione popolare od un Consiglio comunale aperto dove possano esprimersi e confrontarsi sul proprio futuro i diversi portatori di interessi ed i liberi cittadini. Come Anguillara Bene Comune abbiamo fatto richiesta di copia del parere del Comitato Regionale per il Territorio della Regione Lazio sulla Variante generale al Piano Regolatore, e siamo in attesa di una risposta. Ma attendiamo fiduciosi – conclude la nota di Anguillara Bene Comune – una ampia divulgazione e discussione da parte di questa nuova amministrazione".
 




ANGUILLARA: DOPO 30 ANNI NUOVO PRG PER RILANCIO TERRITORIO

Redazione
Anguillara (RM)
– “La conclusione positiva dell’istruttoria della Variante generale al piano regolatore da parte della Regione Lazio è un risultato atteso da oltre 27 anni, che porterà a un più attento sviluppo del territorio e a una crescita economica di cui beneficeranno tutti i cittadini di Anguillara. Per questa amministrazione è la realizzazione di una visione strategica e al contempo una sfida che non possiamo permetterci di perdere”. E’ quanto afferma il vicesindaco di Anguillara Sabazia, Silvio Bianchini, in merito all’iter, ormai in via di conclusione, del nuovo PRG comunale. Lo strumento urbanistico è infatti ora all’esame del Comitato tecnico regionale per il parere, cui seguirà l’approvazione definitiva da parte del Consiglio comunale.

“In questi ultimi quattro anni – continua Bianchini – abbiamo accompagnato costantemente gli uffici regionali nella definizione dell’istruttoria, fornendo tutta l’assistenza e i chiarimenti necessari. Perché il nuovo piano regolatore, su cui come amministrazione abbiamo puntato fin dall’inizio, sarà fondamentale per l’intero territorio. Uno strumento per il rilancio del nostro paese, per portare a compimento quelle infrastrutture necessarie per una migliore vivibilità, realizzando le opere di collegamento tra le diverse aree del territorio, e nuove zone a misura d’uomo dotate delle più moderne reti di servizi. La variante consentirà inoltre l’attuazione  dei piani di recupero di Vigna di Valle, La Marmotta e Tronchetti, consentendo la realizzazione di nuove infrastrutture e la dotazione di servizi.
Con la definitiva approvazione del piano da parte del Consiglio comunale – conclude il vicesindaco – avremo finalmente compiuto il primo passo di un cammino che vedrà impegnate le future amministrazioni  nella gestione e controllo del territorio,     e che dovrà essere governato per far uscire Anguillara dalla confusione urbanistica in cui purtroppo è cresciuta”.

NUOVO PIANO REGOLATORE AL TRAGUARDO.
Dopo circa 9 anni dall’adozione della Variante al piano regolatore generale del comune di Anguillara Sabazia (Delibera di C.C. n.48 del 23/12/2006) si è conclusa l’istruttoria con l’inoltro al Comitato Tecnico Regionale per il parere, cui seguirà l’approvazione definitiva  da parte del Consiglio Comunale. In questi quattro anni di attività amministrativa abbiamo accompagnato costantemente gli uffici regionali nella definizione dell’istruttoria del Piano, fornendo tutta l’assistenza e i chiarimenti necessari all’esame. (riuscendo  nel 2012 ad essere esclusi dalla assoggettabilità a V.A.S. e procedere con la Valutazione di Incidenza che si conclude con esito positivo nei primi mesi del 2014)  Il percorso  per raggiungere il risultato atteso da oltre 27 anni(è del 1988 infatti l’incarico per la redazione di questa Variante Generale) da tutti i cittadini è stato irto di ostacoli, come è naturale che sia nel caso un atto di pianificazione così complesso. Dal punto di vista politico e delle prospettive di sviluppo economico è un risultato fondamentale per l’intero territorio. Basti pensare che il precedente piano era stato approvato nel 1978, ben 37 anni fa. Solo l’inizio di un cammino che vedrà impegnate le future amministrazioni  nella gestione e controllo dello sviluppo urbanistico, che dovrà essere governato, realizzando opere infrastrutturali, aree a verde, parcheggi ecc. che trasformino o recuperino il paese nella sua confusione urbanistica, priva di pianificazione. “Mi auguro” continua Bianchini “ che nel  prossimo mandato si possa insediare una commissione urbanistica, composta da professionisti qualificati e attenti allo sviluppo del  territorio, che supporti l’amministrazione nell’attuazione degli strumenti urbanistici”.  “Ritengo conclude Bianchini, che la Variante possa, anzi debba essere lo strumento per il rilancio del paese, per portare a compimento le infrastrutture necessarie per una migliore vivibilità, realizzando le viabilità di collegamento tra le diverse aree del territorio, e nuove zone a misura d’uomo dotate dei più moderni servizi a rete.

Bianchini ha inoltre aggiunto: La Variante consentirà inoltre l’attuazione  dei piani di recupero di Vigna di Valle, La Marmotta, Tronchetti limitatamente alle aree già interessate dall’abitato, consentendone l’infrastrutturazione e la dotazione di servizi. (Vorrei soffermarmi sul Piano di recupero di Vigna di Valle, che per la sua importanza dal punto di vista turistico ricettivo, si dovrà attuare con una concertazione con tutti i privati per definire un progetto di riqualificazione  maggiore fruibilità che soddisfi tutti e dia al paese un area ricettiva degna dei  maggiori laghi settentrionali.) Questa è la sfida. Non possiamo permetterci di fallirla.. Abbiamo il dovere e la responsabilità di dare un destino, un orizzonte alle generazioni future e a chi ha deciso di vivere in questo nostro meraviglioso paese.

 




ANGUILLARA: IL PRG GIACE IN REGIONE, LA CITTADINA CADE IN DEGRADO.

Redazione

 

Riceviamo e pubblichiamo da Franco Bernardini

 

Dalla sua adozione, attraverso una serie di osservazioni e controdeduzioni, sono ormai passati un paio d’anni e il PRG giace in Regione in attesa di approvazione definitiva.

Un PRG, a mio parere, assurdo e sconclusionato che non prevede ne servizi, ne un adeguamento della viabilità ed ignora gli scarichi fognari. L’unica cosa prevista è il sostanziale raddoppio della popolazione.

Già oggi sono evidenti le difficoltà per le giovani coppie di avere un nido per i bambini, anche le scuole elementari e medie sono in sofferenza, la posta è un continuo ingorgo di persone imbestialite che prendono il numeretto alle otto per essere servite a mezzogiorno, i luoghi di ritrovo per i giovani sono o l’assolata e malinconica piazza del Molo oppure alcuni pub, l’alternativa è Roma o Bracciano.

Per non parlare della mancanza di un cinema, di un teatro, di una sala multifunzionale, di giardini pubblici, degni di questo nome, dove portare i bambini.

Insomma una caotica e disgregata periferia urbana di una qualsiasi città italiana.

Io non credo che chi ha scelto Anguillara immaginasse di ritrovarsi a vivere, dopo pochi anni, in un luogo fortemente degradato e ormai compromesso nella sua unicità.

L’unico patrimonio che abbiamo, l’ambiente, le bellezze naturalistiche e archeologiche, lo stiamo svendendo ai costruttori.

Solo uno sprovveduto soffocherebbe la “gallina dalla uova d’oro sotto il cemento.

Ricordo che la compagine al potere ci informava, in campagna elettorale, che avrebbe rivisto il nuovo PRG riducendolo del 30 percento. Dopo sei mesi di questa iniziativa non ne abbiamo saputo più nulla.

Qualcuno tra noi l’aveva già preventivato.

Ci siamo divertiti a confrontare le tavole del PRG con le mappe di Google, è stata una sorpresa continua, scoprire che moltissime abitazioni esistenti sulle tavole non c’erano.

Cosa vuol dire? Semplicemente che la cubatura dichiarata, quindi già esistente, è molto meno della realtà, praticamente una foto d’epoca scattata negli anni ’70.

Ovviamente la Regione Lazio si troverà a decidere il sostanziale raddoppio dei volumi totali di cemento calcolandolo sul dichiarato. Ma il dichiarato appare errato e sottostimato di un bel 40 percento.

Un’ultima riflessione dettata dal buon senso che gli amministratori promotori del PRG purtroppo, sempre a mio avviso, non hanno considerato.

Se proprio si deve prevedere un PRG, considerando che l’amministrazione sembrerebbe sull’orlo del dissesto finanziario e pare che annaspi per pagare i debiti, previsti e non, e si fa commissariare per le inadempienze pregresse, allora perché non sfruttare l’occasione, utile per far cassa? Perché in fase di previsione delle lottizzazioni non si sono inseriti appezzamenti comunali ma si è lasciato ai privati l’arricchimento grazie alla trasformazione dei loro terreni da agricoli a edificabili?

Una domanda legittima!

Ritengo che, come solito, la politica abbia abdicato al suo ruolo primari: tutelare gli interessi dei cittadini. Tutti i cittadini. A beneficiare di questo PRG che ritengo mediocre e miope, invece, saranno pochissimi, mentre la maggioranza dei cittadini non potrà che ricavarne danno: nel valore immobiliare delle proprietà, nella vivibilità del paese, nella qualità dei servizi, nei costi che la collettività dovrà affrontare per raddrizzare le storture previste nel piano stesso.

Rimane il fatto che del nuovo PRG se ne sono perse le tracce, o almeno così sembra, magari sarò smentito da qualche Assessore che sta lavorando direttamente in Regione, per aggiustare ciò che non gli garba!

Ho solo un’unica amara consolazione e considerazione: i figli dei politici responsabili del degrado saranno nella stessa barca dei miei, magari con qualche soldo in più, ma sempre nel fango fino alle ginocchia.

Sempreché, dopo il saccheggio, non decidiamo di andare a vivere altrove per ricominciare l’opera portata tanto bene a termine qui.