Firenze, processo su escort e sprechi di denaro pubblico: Matteo Renzi non sarĂ  in Aula

di Chiara Rai

L’8 novembre il presidente del Consiglio Matteo Renzi non potrà essere in aula al Tribunale di Firenze per la deposizione testimoniale nel processo sui presunti sprechi di denaro pubblico che, secondo quanto denunciato dal dipendente comunale di Firenze Alessandro Maiorano, sarebbero stati effettuati per fini personali dal premier Renzi, sia in veste di presidente della Provincia di Firenze, sia di sindaco di Firenze.


In questo processo, Maiorano è chiamato a difendersi, sul banco degli imputati, dall’accusa di diffamazione rivoltagli da Matteo Renzi per questa vicenda. La comunicazione relativa il premier è stata inviata dal legale di Renzi al Tribunale di Firenze. L’Avvocato Carlo Taormina, difensore di Maiorano, conferma: “Nella comunicazione del legale di Renzi si legge che l’8 novembre il premier non potrà partecipare a causa di impegni istituzionali. In queste ore, probabilmente sarà fissata una prossima udienza. Siamo già al terzo rinvio e ci auguriamo veramente che questa prossima udienza sia fissata quanto prima”. Di fatto Taormina ci spiega che di aver già avanzato alla dottoressa Bonelli la richiesta di poter acquisire la deposizione testimoniale di Renzi nella sede istituzionale di Palazzo Chigi: “Il giudice si è riservato di decidere”. Ma probabilmente per evitare altri rinvii sarebbe quantomeno una soluzione più snella.

Taormina intende rivolgere delle domande a Renzi concernenti gli sprechi e l’utilizzo di denaro pubblico per fini personali, già oggetto di denunce ed indagini giudiziarie, la frequentazione di escort a Palazzo Vecchio ma anche riguardo alcune intercettazioni effettuate dalla Guardia di Finanza, su varie linee telefoniche della sede del municipio fiorentino, mirate ad accertare presunti casi di assenteismo dei dipendenti comunali.


Indagini ed intercettazioni che di fatto si sono rivelate determinanti per far emergere che un funzionario del Palazzo facesse sesso in ufficio durante l’orario lavorativo e che Massimo Mattei, ex assessore al Decoro urbano della giunta Renzi avesse concesso una casa della “Cooperativa Il Borro” ad una nota escorts che sembra frequentasse molto spesso le stanze di Palazzo Vecchio.

Maiorano commenta a caldo quest’ennesimo rinvio: “Sono nauseato e schifato: sono tre anni che il presidente del Consiglio deve venire in Aula. Ha forse paura di un usciere? Ha paura di prendersi le proprie responsabilità e affrontare un cittadino in un Aula di Tribunale?”




PROCESSO ESCORT: TARANTINI CONDANNATO A 10 ANNI E 5 MESI

Redazione

Il Tribunale di Bari ha condannato a 7 anni e 10 mesi Gianpaolo Tarantini e a 16 mesi Sabina Began, 'l'ape regina' delle feste organizzate dall'ex premier Silvio Berlusconi, due tra i 7 imputati del processo 'Escort'.

Per Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo, è stata invece disposta l'assoluzione, come chiesto dall'accusa. Al pierre milanese Peter Faraone sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi, a Massimiliano Verdoscia 3 anni e sei mesi. Assolti anche Francesca Lana e Letizia Filippi. Il Tribunale ha escluso la sussistenza del reato di associazione a delinquere.

Il tribunale ha trasmesso gli atti alla procura per l'eventuale esercizio dell'azione penale nei confronti di Silvio Berlusconi ai sensi dell'articolo 377 del Codice penale (intralcio alla giustizia).

Trasmessi infine atti alla procura affinché valuti l'ipotesi di reato di falsa testimonianza nei confronti di alcune delle ragazze portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi affinché si prostituissero. Si tratta di Vanessa Di Meglio, Sonia Carpentone, Roberta Nigro, Ioana Visan, Barbara Montereale e Dino Mastromarco, quest'ultimo ex autista di Gianpaolo Tarantini.

Patrizia D'Addario è stata colta da malore ed ha perso i sensi nel piazzale del Tribunale di Bari poco dopo la lettura della sentenza con cui sono stati condannati alcuni imputati del processo escort e nel quale non è stato riconosciuto alcun risarcimento dei danni alle parti civili tra cui figura la stessa D'Addario. La donna è stata soccorsa da sanitari del 118 che l'hanno portata all'interno di un'ambulanza che si trova tuttora sul piazza le Tribunale. D'Addario è la escort barese che con le sue dichiarazioni nel 2009 fece scoppiare il caso del giro di ragazze a pagamento gestito da Tarantini per le feste a casa dell'allora premier Silvio Berlusconi. "Non mi resta che il suicidio, ditelo": così l'escort barese Patrizia D'Addario ha reagito, in modo disperato, alla sentenza di condanna di Gianpaolo Tarantini e Sabina Began in cui il Tribunale di Bari non ha riconosciuto alcun risarcimento dei danni alle parti civili, tra cui la stessa D'Addario. Fuori dall'aula la donna ha pianto a dirotto davanti alle telecamere spiegando che si aspettava un risarcimento dei danni.




PROCESSO ESCORT, BERLUSCONI SI AVVALE DELLA FACOLTA' DI NON RISPONDERE

di Angelo Barraco

Bari – Oggi Silvio Berlusconi si trovava presso il Tribunale di Bari perché citato come testimone nel “processo escort” che è in corso proprio a Bari. L’ex Cavaliere, dopo aver fornito le sue generalità ovvero nome, cognome e residenza ha detto al presidente Luigi Forleo di non voler rispondere alle domande dicendo “Preferirei avvalermi della facoltà di non rispondere”. Berlusconi inoltre è imputato in un processo connesso per i reati di induzione a mentire. L’Ex Cavaliere non ha voluto essere ripreso in aula, né con foto né con video e ciò è stato chiarito dal presidente Forleo ad inizio udienza. In tale processo per associazione a delinquere finalizzata alla prostituzione, sono imputate altre 7 persone nell’ambito dei festini organizzati nella residenza di Berlusconi tra il 2008 e il 2009, tra gli imputati vi è l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Secondo i magistrati, Berlusconi in concorso a Valter Lavitola, avrebbe spinto Tarantini a fare dichiarazioni mendaci ai pm che indagavano sulle escort. Berlusconi rimane seduto in aula per 2 minuti circa, quando va via lui dall’uscita laterale entra in Tribunale Patrizia D’Addario che riferisce di essere arrivata tardi per evitare di incontrarlo e che la sua vita è stata rovinata. Aggiunge inoltre che la sua vita è stata rovinata e sottolinea di aver raccontato la verità ai magistrati. E sottolinea di non essere una escort ma di essere l’unica ad aver subito in questi anni. L’Avvocato di Berlusconi inoltre ha riferito che “c'è stato un grosso dispendio di energie per un gesto processuale di scarsa utilità, magari consentito sul piano formale ma del tutto inutile dal punto di vista sostanziale” concludendo con “Forse non era il caso di farlo venire apposta, con rischi per la incolumità e la sicurezza”.