Violenza contro le donne e sui minori: un successo la firma del protocollo interistituzionale a Palazzo Chigi ad Ariccia

ARICCIA (RM) – Quello di oggi a Palazzo Chigi ad Ariccia è stato un appuntamento, moderato dal direttore de L’Osservatore d’Italia Chiara Rai, che ha segnato una pagina importante di storia del territorio dove per la prima volta nasce un protocollo operativo interistituzionale realizzato dalla Procura di Velletri guidata dal Procuratore Capo della Repubblica Francesco Prete e dalla Asl Roma 6 diretta da Narciso Mostarda volto al contrasto della violenza di genere e sui minori e a cui hanno aderito ben 30 sindaci del territorio sotto la giurisdizione del Tribunale di Velletri, il Tribunale di Velletri, il Tribunale e la Procura per i minorenni di Roma, la Regione Lazio, la Questura di Roma, il Comando provinciale dei Carabinieri, l’Ufficio Scolastico Regionale, l’ordine degli psicologi.

All’evento ha partecipato anche il Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma, Giovanni Salvi, il presidente della Regione Nicola Zingaretti, la rappresentanza dell’Avvocatura di Velletri, i ragazzi del mondo della scuola e alcuni referenti locali dell’associazionismo.

Qual’è l’obiettivo: accoglienza, ascolto e protezione delle vittime di violenza. Quindi si è presentato come un “protocollo del fare”

È stato un momento molto intenso dove si è celebrato la giornata delle donne ascoltando tutti i protagonisti del protocollo impegnati sul campo per la tutela delle donne vittime di violenza. Una colonna sonora di canzoni dal forte significato simbolico dedicate a valori universali come la libertà, il rispetto e l’uguaglianza che si sono alternate in uno scenario fatto di mimose e due sedie vuote con delle magliette con su scritto i nomi di Alessia e Martina le due bambine vittime della strage di Cisterna di Latina.

Ha fatto gli onori di casa in maniera splendida il sindaco di Ariccia Roberto Di Felice

Il neo presidente della Regione ha parlato alla pancia dei convenuti: “Questo è il modo per stare dentro la giornata dell’8 marzo non in maniera ipocrita ma attiva. Raccontare questa collaborazione con le procure per offrire alle donne che hanno paura o sono vittime di violenza una reale vicinanza e presa in carico dallo Stato con una grande alleanza tra procure, avvocati e forze dell’ordine, Asl, assistenti sociali che l Regione sostiene e finanzia per questo progetto di collaborazione e per i centri antiviolenza”. Il “Protocollo operativo per il contrasto alle varie forme di violenza di genere e sui minori” è, tra l’altro, diretta conseguenza dell’accordo siglato a febbraio tra Regione Lazio e Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma con il quale erano previsti nuovi strumenti (operativi e finanziari) per la realizzazione di strutture da integrare nella Rete sociosanitaria e giudiziaria utile al contrasto della violenza su donne e minori.

Perché, come hanno sottolineato tutti i relatori, chi richiede una maggiore attenzione sono le persone fragili, persone che finiscono per essere private della loro libertà. Quindi oggi si è registrato un momento alto perché Istituzioni, amministrazioni, enti, aziende,volontari con una rinnovata sensibilità si affiancano al mondo della magistratura, alle forze di polizia, alla sanità, all’apparato Regione per dare una risposta a quello che può definirsi un fenomeno ancora allarmante con risvolti sociali preoccupanti e oggi non si può che registrare una forte coesione tra istituzioni

Hanno dato il loro contributo i massimi rappresentanti della Procura Generale presso la Corte d’appello di Roma, della procura e Tribunale di Velletri, della Procura e Tribunale per i minorenni di Roma. Insomma non si è parlanto soltanto di intenzioni ma anche di fatti soprattutto riguardo l’apertura di una casa rifugio per le donne in difficoltà inaugurata alla presenza del Vescovo di Albano, Marcello Semeraro il quale ha voluto mantenere alta l’attenzione anche sul tema dei padri separati e ha ricordato l’inaugurazione di una struttura a Tor San Lorenzo.




ALBANO LAZIALE, INCENDIO DISCARICA: PARTITO L'ESPOSTO ALLA PROCURA DI VELLETRI

Red. Cronaca

Albano Laziale (RM) – Dopo il rogo e la conseguente nube tossica dello scorso 30 giugno relativamente all'incendio avvenuto presso la discarica di Roncigliano ad Albano Laziale, i "Cittadini per il Movimento 5 Stelle di Albano Laziale" hanno presentato, insieme al gruppo "Amici di Grillo Ardea" e alla consigliera del M5S in Regione Lazio Silvana Denicolò, hanno presentato un esposto alla Procura di Velletri evidenziando la circostanza che sia le sostanze tossiche sprigionate che il percolato, risultante dall’acqua utilizzata per spegnere l’incendio, fanno temere gravi danni ambientali con rischio per la salute dei cittadini.

Nell'esposto presentato alla Procura presso il Tribunale di Velletri si di accertare e valutare se nei fatti riportati siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti, sia nelle cause degli eventi sia nell’adozione delle necessarie misure di prevenzione e sicurezza, procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili.

"Da sempre sosteniamo la necessità di chiudere la discarica di Roncigliano – ad Albano Laziale Ndr. – e i fatti purtroppo hanno dimostrato che questa costituisce un continuo pericolo per la salute pubblica – dichiara il portavoce di "Cittadini per il Movimento 5 Stelle di Albano Laziale" Francesco Camili – ed è ora – ha concluso Camilli – che chi gestisce la politica dei rifiuti sul territorio ne risponda ai cittadini". Nell'esposto presentato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri vengono riepilogati i fatti avvenuti ad Albano Laziale lo scorso 30 giugno quando verso le ore 19.15, nella discarica di Roncigliano nel comune di Albano laziale si è svi luppato un incendio di vaste proporzioni che ha interessato varie strutture tra cui quelle adibite allo stoccaggio e lavorazione dei rifiuti e dove è immediatamente fuoriuscita una nube densa c persistente di vaste dimensioni che ha interessato le aree circostanti.

L'atto di denuncia presentato da "Cittadini per il Movimento 5 Stelle di Albano Laziale" da "Amici di Grillo Ardea" e dalla consigliera del M5S in Regione Lazio Silvana Denicolò evidenzia poi il fatto che sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e che solo all'alba del giorno successivo si è riusciti a domare l'incendio e che sia le sostenze tossiche sprigionate con la nube che il pcrcolato risultante dall' acqua utilizzata per spegnere l'incendio fanno temere un rischio per lo salute dci cittadini c gravi danni ambientali.

Viene quindi chiesto alla Procura della Repubblica di Vellctri di accertare e valutare se nei fatti riportati siano rinvcnibili fattispecie pcnalmcntc rilevanti, sia nella cause degli eventi sia nell'adozione delle necessarie misure di prevenzione e sicurezza, procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili.

I firmatari dell'esposto si sono quindi riservati la costituzione di parte civile in un eventuale processo a carico dei presunti responsabili.

 




PROCURA VELLETRI: FINTI MATRIMONI PER FAVORIRE L'INGRESSO DI MIGRANTI IN ITALIA

Redazione

Velletri (RM) – Dalle prime ore della mattinata i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo nella Capitale e in varie località della provincia 18 misure cautelari e numerose perquisizioni nei confronti di 13 italiani e 5 stranieri ritenuti responsabili di aver avviato un'attività volta al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, alla permanenza sul territorio italiano di cittadini stranieri, dietro pagamento di ingenti somme di denaro, e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Velletri, hanno consentito in particolare di accertare che gli indagati procuravano l'ingresso illegale dalla Grecia in Italia di stranieri, originari prevalentemente del Medio Oriente, organizzando anche per costoro matrimoni simulati con cittadine italiane in modo da far ottenere la carta di soggiorno per motivi familiari. Oltre 150 i Carabinieri impiegati, supportati da unità cinofile e un elicottero.




VELLETRI, FUNZIONE GIUDIZIARIA E POLITICA: LETTERA APERTA AL PROCURATORE CAPO


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Redazione

Velletri (RM) – I riflettori che sono stati accesi dal nostro quotidiano L'Osservatore d'Italia sulle lungaggini della Procura di Velletri sono serviti da spunto per proseguire in una analisi dello status quo in cui versa la Procura della Repubblica di Velletri cui fanno riferimento i Comuni dei Castelli Romani e non solo.

Marco Risica, che ha promosso un’azione giudiziaria sulle vicende giudiziarie che hanno investito il Comune di Albano Laziale e che vedono 11 imputati tra cui il sindaco Nicola Marini convocati davanti al Gup il prossimo 10 marzo 2016 con l’accusa di abuso di ufficio in concorso, ha inviato alla nostra redazione una lettera aperta indirizzata al Capo Procuratore di Velletri Francesco Prete.

Ecco la lettera aperta di Marco Risica al Procuratore Capo di Velletri Francesco Prete:
Nel Bilancio Sociale delle attività svolte dalla Procura di Velletri nel corso dell'anno 2014, redatto dal Procuratore Capo Francesco Prete in data 8 Gennaio 2015 si legge tra l'altro: 

…..omissis …….
“Un altro indice di "produttività" richiesto dal C.S.M. è rappresentato dal tempo necessario a definire i procedimenti. Con riferimento alla fase delle indagini preliminari si ricava dalle statistiche che oltre il 50% dei procedimenti a carico di noti è stato definito nei sei mesi dall'iscrizione ( che è il tempo ordinario previsto dalla legge, salve le proroghe), mentre il dato complessivo dei procedimenti si attesta su una media di 365 giorni.”

….omissis …..
reati contro la pubblica amministrazione
Anche quest'anno deve registrarsi una debole risposta nel contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione. La nuova legge 190/2012 non ha sortito in questo circondario apprezzabili risultati nell'emersione dei fenomeni più perniciosi, restando contenute le denunce di tali reati provenienti da privati o da organi della P.A. . I procedimenti per peculato sono stati 14; a quota 3 sono rimasti quelli per concussione; solo 4 sono quelli per corruzione, nessun procedimento iscritto per l'ipotesi del 319 quater c.p.
Non mancano quelli per reati ex tabella 323 (abuso d’ufficio) e 328 (rifiuto di atti d’ufficio), ma spesso vi si annidano fatti di esclusiva rilevanza amministrativa.
….omissis …..

Questo è uno stralcio della relazione sullo stato della “Procura di Velletri” nell’anno giudiziario 2014, redatta dall’eccellentissimo Procuratore Generale.

Richiamo l’attenzione sul fatto che il responsabile della Procura attesta che il 50% delle indagini si concludono in 6 mesi e la totalità in un anno. Come mai allora le denunce, tutte per reati penali (non per fatti di rilevanza amministrativa) presentate alla Procura della Repubblica di Velletri contro gli amministratori del Comune di Albano Laziale nel periodo 2011-2014 sembrerebbero essersi perse in meandri sconosciuti mentre quelle giunte a conclusione della fase preliminare hanno impiegato 4 anni?

Noi tutti ci rendiamo conto delle condizioni di sottodimensionamento in cui versano gli uffici giudiziari ma questo non può giustificare mai il venir meno di uno dei pilastri fondamentali della nostra Costituzione: “l’obbligatorietà dell’azione penale”. Se mai s’incorresse (per assurdo) nella possibilità che un sostituto procuratore potesse decidere di quale caso occuparsi, avremmo realizzato un autentico colpo di stato strisciante in cui l’ente supremo a garanzia della trasparenza e della legalità si trasformerebbe nei fatti nel principale strumento di coercizione antidemocratica sulla società civile.

Dato che per fortuna la realtà è quella dell’ossequio dei principi fondanti della nostra democrazia, vuol dire che le anomalie non sono frutto di condizioni sistemiche sfavorevoli ma di comportamenti individuali sui quali sarebbe opportuno si cominciasse a fare piena luce.

Non ci possono essere funzioni al di sopra delle parti, in particolare quelle di maggiore valore sociale come quelle proprie della Magistratura inquirente. Auguro a me stesso e a tutta la comunità che il Procuratore Capo possa apportare quelle migliorie e quegli aggiustamenti indispensabili al corretto funzionamento dei poteri istituzionali, impedendo con forza quel corto circuito, ahinoi sempre più pericoloso, tra la funzione giudiziaria e quella politica di governo del territorio che debbono rimanere separate ed indipendenti.




NEMI: SEQUESTRATE LICENZE E TARGHE IDENTIFICATIVE A 8 TITOLARI DI LICENZE NCC OTTENUTE CON FALSE ATTESTAZIONI

Redazione

Nemi (RM) – I Carabinieri della Stazione di Nemi, a conclusione di una complessa attività d’indagine, coadiuvata da personale della Polizia Municipale, hanno sequestrato otto licenze NCC e relativi contrassegni identificativi delle vetture rilasciate da quel Comune avendo riscontrato che esse erano state rilasciate sulla base di false attestazioni fornite dagli interessati. Gli otto titolari delle licenze, tutti residenti in Roma, avevano infatti falsamente dichiarato di avere nel centro cittadino le autorimesse delle loro attività quali sede della loro attività di noleggio con conducente. I servizi di controllo svolti e gli accertamenti effettuati hanno permesso di appurare che i locali indicati dai titolari delle licenze erano in realtà del tutto fittizi oppure non idonei. Il servizio NCC veniva quindi svolto in altri territori sfruttando sedi diverse. L’attività è stata svolta sotto la guida della Procura di Velletri alla quale i suddetti soggetti sono stati segnalati in stato di libertà per reati di falso.

“Come noto tali licenze vengono rilasciate dai Comuni ai privati col presupposto che il servizio debba essere svolto a partire da una sede sita nel proprio territorio, al fine di permettere ai propri residenti di poter fruire del servizio in questione. Spesso tuttavia avviene che i privati, con l’intento di svolgere poi stabilmente l’attività in territori più redditizi, le ottengono da comuni diversi attraverso false attestazioni. Tutto ciò genera un doppio danno: sia ai cittadini dei comuni che rilasciano le licenze, poiché non possono fruire del servizio, sia agli NCC ed ai taxisti dei luoghi dove il servizio viene irregolarmente svolto, poiché subiscono una sleale concorrenza.”

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