Pressing delle Regioni: “Ridurre quarantena a chi ha la terza dose”

Sarà inviato domani dalle Regioni un documento indirizzato al Cts che contiene una serie di richieste sulla gestione dell’autoisolamento, in cui si chiede l’azzeramento della quarantena per le persone che hanno copertura vaccinale, in particolare quelle con terza dose effettuata.Le modifiche auspicate – a quanto si apprende da fonti che hanno stilato il documento – sono necessarie alla luce di uno stravolgimento del sistema di contact tracing, ‘saltato’ in diversi territori, che rende appunto necessario un superamento delle attuali regole delle quarantene.Con terapie intensive e ricoveri nei reparti ordinari ormai oltre la soglia e una stima di 2,5 milioni di persone in quarantena, la quarta ondata del Covid, segnata dalla rapida diffusione della variante Omicron, rischia di “paralizzare” l’Italia, con picchi che potrebbero toccare i 10 milioni di persone in isolamento, come ipotizza l’infettivologo dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. Un parere è stato chiesto al Cts, convocato per domani.

L’ipotesi è quella di ridurre, da inizio gennaio, l’isolamento dei contatti a 3-5 giorni per chi abbia ricevuto la terza dose, a partire da inizio gennaio. Ieri, segnalati 30.810 contagi in 24 ore contro i 24.883 del giorno di Natale, quasi la metà per la variante Omicron. Preoccupa la crisi del turismo, con tante prenotazioni annullate soprattutto in montagna.Tra i principali sostenitori della quarantena breve c’è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che peraltro auspica anche l’allargamento dell’obbligo vaccinale. Quello, cioè, che potrebbe essere il prossimo step dopo la riduzione della quarantena. “Bisogna cambiare le regole al più presto prima che si blocchi un intero Paese”, dice Toti rilanciando le dichiarazioni dell’infettivologo dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “Andiamo verso circa 100mila contagi al giorno e questo succederà credo a brevissimo – le sue parole – e allora 7-10 giorni di isolamento, quarantena, vogliono dire un milione di persone che finiranno in isolamento; considerando poi che mediamente ognuno di questi ha avuto 5, qualche volta 10 contatti, il rischio è di avere nel giro di 7-10 giorni 10 milioni di persone in isolamento, in quarantena. Non ce lo possiamo permettere”.Al momento, infatti, per rientrare tra i “contatti stretti” basta una stretta di mano o, per esempio, la permanenza in un luogo chiuso senza la mascherina con una persona risultata poi positiva. Situazioni sempre più all’ordine del giorno, soprattutto nelle scuole italiane, come dimostra la diffusione del contagio tra i più piccoli. “Condivido la revisione delle regole della quarantena – è il parere del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – che andrebbe ridotta o tolta soprattutto per quelli che hanno la terza dose.Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria ma al contempo non dobbiamo bloccare il Paese”. Concorde anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo il quale “è ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato”. Riflettere su eventuali deroghe o riduzioni dei giorni di quarantena per quegli operatori sanitari venuti a contatto, fuori dal proprio ambito lavorativo, con persone positive: un provvedimento di questo tipo punterebbe ad evitare eventuali carenze di personale sanitario dovuto all’isolamento obbligatorio. E’ uno degli elementi di discussione che dovrebbe approdare tra le ipotesi al tavolo del Cts, che si pronuncerà mercoledì sull’eventuale accorciamento dei tempi di quarantena per quei vaccinati con dose booster (o comunque terza dose) che vengono a contatto con persone risultate positive.




Coronavirus, “l’unica strada è la quarantena e blindare i confini”

Per fermare il nuovo Coronavirus “l’unica misura è la quarantena. E io la chiedo dal 25 gennaio. La quarantena non è discriminazione o razzismo, ma l’unica difesa contro questo virus“. Parole queste pronunciate dal virologo Roberto Burioni commentando i nuovi casi positivi al primo test sul Coronavirus in Lombardia e la nuova ordinanza del ministro della Salute. “Ormai sappiamo due cose – ha detto il virologo – gli asintomatici possono contagiare, e la quarantena è l’unica difesa“. Dichiarazioni, quelle del professor Burioni che hanno suscitato non poche polemiche. “Spiace aver avuto ragione – ha detto ancora Burioni – questo non è proprio il momento di fare polemiche. Occorre isolare chi torna dalla Cina, isolare i possibili contatti e bloccare chi arriva. Ma niente panico. E’ il momento di agire. La quarantena è cruciale e la salute non è di destra o di sinistra. Le ultime notizie mi portano a ripetere per l’ennesima volta l’unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni. Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili”.

“Ogni malattia infettiva ha un periodo di incubazione durante il quale il soggetto infetto non mostra sintomi, i sintomi si mostrano quando il patogeno è riuscito a fare il suo primo ciclo di replicazione e ha colonizzato gli organi che poi “soffriranno” a causa della sua presenza. Tutte le malattie si sviluppano anche in fase pre sintomatica, quindi questa psicosi di dire “ma io mi posso contagiare da uno che non mostra sintomi?” “Ma certo, perché per l’influenza ti contagi solo da quelli che hanno i sintomi?”
Questo quanto spiegato lo scorso 12 febbraio dalla virologa e ricercatrice Ilaria Capua che ha aggiunto “una persona anche il giorno prima che inizi a starnutire è infetta è può trasmettere l’infezione: chi ha un contatto ravvicinato con tale persona può essere contagiato”. Capua ha inoltre detto che non è così facile impedire la diffusione del virus e che bisogna pertanto prepararsi: “Le aziende che hanno la possibilità di lavorare col telelavoro ci inizino a pensare. Qualora ci dovesse essere un contagio importante bisognerà lasciare le persone a casa, quindi per piacere cominciate a pensarci, soprattutto perché significherà aiutare il Paese a rispondere all’epidemia. Questa non è una cosa che fra una settimana andrà via: questa è un’infezione che arriverà in Italia, farà il giro del mondo, combinerà dei guai importanti nei paesi più poveri e quindi bisogna organizzarsi.”

“Se Conte non è in grado di garantire la salute pubblica di chi vive e lavora in questo splendido Paese, si faccia da parte e lasci lavorare chi lo sa fare”, ci va giù duro il leader leghista Matteo Salvini che ha chiesto di “blindare e sigillare i confini”, anche per quanto riguarda gli sbarchi via mare. “Dio non voglia ma ne basterebbe uno… poi con chi se la prendono i fenomeni della sinistra?”

“Chi arriva dalla Cina o da eventuali zone reputate ad alto rischio deve essere tenuto in quarantena, per il bene di tutti. Non si perda altro tempo”, ha detto Giorgia Meloni in linea con quanto dichiarato anche dall’ex ministro degli interni. E mentre il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha fatto presente che le precauzioni prese dall’Italia siano “le più alte a livello Ue” scoppia il caso Toscana. E nel mirino finisce il presidente della Regione Enrico Rossi e le misure adottate, giudicate dai suoi detrattori come non sufficienti, per quanto riguarda i circa 2500 cinesi tornati in Toscana dopo aver trascorso il capodanno in Cina. E Forza Italia ipotizza di denunciare il governatore: “Si configurano i reati previsti all’articolo 452 del codice di procedura penale, che disciplina i delitti colposi contro la salute pubblica”, questa la valutazione del vicepresidente del Consiglio regionale Marco Stella di Forza Italia.

Anche Matteo Renzi leader di Italia Viva, ha puntato il dito sulle scelte che si stanno portando avanti sul fronte della prevenzione ricordando le parole del professor Roberto Burioni che nei giorni scorsi aveva avuto un duro scontro con il governatore Toscano. “Non ne he sbagliata una” ha detto Renzi.