Messina, racket nel mondo della movida: il video dell’operazione Flower

Dieci le persone raggiunte da misura cautelare La Polizia di Stato di Messina, sin dalle prime luci dell´alba, ha arrestato dieci persone, componenti di un pericoloso gruppo criminale coinvolto nella gestione dei servizi di sicurezza presso diversi locali di ritrovo in cui si concentra la movida della provincia messinese, era riuscita ad imporre – ai responsabili della sicurezza ed ai titolari di pubblici esercizi – la corresponsione di somme di denaro per l´assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro.

Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, attraverso la combinazione di intercettazioni di comunicazioni telefoniche ed ambientali, visione di immagini tratte da impianti di video sorveglianza, servizi tecnico-dinamici sul territorio ed analisi di tabulati di traffico telefonico, ha rivelato che alcuni componenti del gruppo criminale sono anche responsabili di due cruente rapine commesse in armi e a volto travisato. Le indagini hanno consentito ai Pubblici Ministeri di richiedere ed ottenere, dal competente Giudice per le Indagini Preliminari, la misura cautelare del massimo rigore nei confronti di 7 persone e quella degli arresti domiciliari a carico dei rimanenti 3.




Casal di Principe, blitz contro i Casalesi: 46 in manette per racket e gioco online

 

CASAL DI PRINCIPE (CE) – I Carabinieri di Casal di Principe (Caserta) hanno eseguito 46 misure cautelari nei confronti di 46 indagati ritenuti appartenenti a clan dei Casalesi. I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Viterbo, Parma, Cosenza e Catanzaro. Tra i destinatari anche l'ex boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, e il figlio Walter. Scoperto un gruppo, riconducibile alla fazione Venosa-Schiavone del clan, che si occupava anche di racket di una piattaforma per il gioco online che imponeva agli esercenti. Il clan manteneva per se circa il 60% dei guardagni. I militari hanno scoperto, anche grazie alle rivelazioni del collaboratore di giustizia Raffaele Venosa, ex reggente del clan, tutte le attività illecite del clan che andavano dalle estorsioni allo spaccio di droga, dal riciclaggio al poker on-line.

Il presunto gruppo criminale accusato di essere dedito, tra l'altro, alle estorsioni e alla gestione del gioco on-line, è riconducile alla fazione Venosa-Schiavone del clan dei Casalesi e secondo le indagini incassava quasi il 60% dei guadagni degli esercenti ai quali veniva imposta la piattaforma. Agiva prevalentemente nei comuni casertani dell'Agro Aversano. Le misure cautelari sono state emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Le accuse contestate dagli inquirenti sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, ricettazione, estorsione, illecita concorrenza con minacce e violenza, intestazione fittizia di beni, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio e detenzione illegale di armi.




NAPOLI, SPARATORIA A FUORIGROTTA. L’INTERROGATORIO SHOCK DI RENDE: “HO SPARATO E HO FATTO UN GUAIO”

di Christian Montagna

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Napoli – Arrestato lo scorso sabato intorno alle 22, il super ricercato responsabile del ferimento del poliziotto Nicola Barbato è stato interrogato in Questura dal Pubblico Ministero. Ore di interrogatorio durante le quali l’imputato ha deciso di collaborare e di ammettere le sue responsabilità.


Rende parla. “ Sì, d’accordo ero armato, ma non potevo fare diversamente. Dovevo essere armato, perché era per noi la seconda bussata di porte, quelli dovevano capire…”: così ha commentato la sua presenza all’interno del negozio di giocattoli il Capriccio aperto solo da poche settimane. “ Sì, d’accordo, ho sparato, e come se ho sparato, lo avete visto tutti ”, continua poi rispondendo alle domande del Pubblico Ministero. Raffaele Rende, meglio conosciuto come Lelluccio ‘o criminale durante la latitanza e in seguito alla divulgazione delle foto segnaletiche sul web, aveva optato per un cambio di look, pur di non essere riconoscibile ma, si era rivelato inutile visto che gli inquirenti erano sulle sue tracce subito dopo la sparatoria. Accusato di duplice tentato omicidio, tentata estorsione aggravata dal fine mafioso, ammette le sue responsabilità in merito ai fatti di giovedì notte e si dimostra visibilmente pentito.


La confessione. Il pm Francesco De Falco, che coordina le indagini assieme al collega Maurizio De Marco, a stretto contatto con il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, ha avanzato alcune delle domande di rito a Rende:


– Pm: Cosa è successo quella sera in via Leopardi?
– Rende: “Ero andato per riscuotere, era la seconda volta dopo il 22 settembre, quelli avevano aperto il negozio e dovevano mettersi a posto con noi, con gli amici di Fuorigrotta. Dovevo essere convincente. Ho impugnato l’arma, sono entrato in auto con la pistola in pugno, tanto che devo aver impressionato quelli che mi stavano aspettando. Ho capito che erano armati, pensavo fossero dipendenti del negozio armati e ho capito che ero finito in trappola. Così ho sparato. Ho perso il controllo, sì ho perso il controllo, ma non volevo uccidere, mi sono sentito in trappola e ho fatto un guaio grosso”.


Le condizioni del poliziotto. Restano stazionarie, seppure gravi, le condizioni di Nicola Barbato, il poliziotto ferito giovedì sera a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta, mentre stava effettuando un servizio anti estorsione. Ricoverato all'ospedale Loreto Mare, secondo quanto si è appreso, ha mosso gli occhi ma nulla di più. I medici tengono sotto controllo soprattutto l'edema che potrebbe creare problemi. Dopo la visita del Presidente della Repubblica Mattarella di sabato pomeriggio e del capo della Polizia Alessandro Pansa, durante il match di Napoli Juventus, allo stadio San Paolo anche i calciatori avevano espresso solidarietà mediante uno striscione mostrato prima del match. “FORZA NICOLA” si leggeva tra gli spalti e al centro del campo; un messaggio che ora, da ogni luogo, giunge sincero.


A Fuorigrotta si torna alla normalità. Lentamente si torna alla normalità nel quartiere Fuorigrotta, fortemente colpito dai fatti dello scorso giovedì. Il negozio di giocattoli “Il Capriccio” finito nel mirino del racket ha riaperto al pubblico cercando di dimenticare quanto accaduto. Ancora però i segni di quella ferita immensa sono impressi nell’insegna, forata più volte dalla pistola impazzita di Rende. Anche all’esterno della Cumana, la vettura dei poliziotti in borghese è stata rimossa e la zona è tornata ad essere praticabile dal pubblico. Ma nell’aria, è palese quell’ angoscia che attanaglia tutti; l’angoscia di non sapere come andrà a finire questa situazione. Le speranze però non muoiono mai: Nicola ha il sostegno di un’intera nazione, di una città che gli si è stretta intorno manifestando affetto e calore. Proprio due giorni fa infatti, dinanzi alla Questura un cordone umano si era radunato per dire ancora una volta “NO ALLA CAMORRA, NO AL RACKET”.




NAPOLI, SPARATORIA FUORIGROTTA: “RENDE SONO IO. NON SPARATE”. ECCO DOVE SI TROVAVA IL LATITANTE

di Christian Montagna

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Napoli – E’ terminata ieri sera la sua fuga durata poco più di 24 ore. Raffaele Rende, il responsabile della sparatoria di Via Leopardi dello scorso giovedì è stato assicurato alla giustizia, o almeno si spera. L’eccezionale lavoro delle forze dell’ordine che in questi giorni di latitanza di Rende hanno letteralmente setacciato ogni angolo della città, soprattutto quelli in cui si annida maggiormente la malavita, ha permesso di mettere fine a questo incubo. L’unica speranza che regna ora nei cuori di tutti noi è che il giovane Nicola Barbato, il poliziotto ferito, possa al più presto riprendersi e tornare alla normalità.


Napoli, in questi giorni, è stata sotto scacco di due criminali che hanno letteralmente terrorizzato il quartiere di Fuorigrotta, in orario di punta. Erano infatti solo le 20.00 quando in una serata qualunque, il quartiere diveniva un Far west. Spari ovunque, vetri rotti e tanto sangue. Scene da film dell’orrore che difficilmente potrà dimenticare chi le ha vissute.


I dettagli dell’arresto. E’ stato braccato dalle forze dell’ordine a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli il super latitante Raffaele Rende. Era fuggito lì già lo scorso giovedì, ma, la sua fuga aveva davvero le ore contate. Aveva optato per un cambio di look, tagliandosi la barba per apparire diverso dalle foto pubblicate sul web dalla Polizia di Stato. Ma ciò, non è bastato. Tra gli uomini che hanno partecipato alla cattura del pregiudicato c'era anche il collega di Barbato miracolosamente scampato giovedì sera alla morte. Rende si nascondeva in un appartamento di corso San Giovanni, nel quartiere di S. Giovanni a Teduccio, a casa di parenti lontani. Non era armato al momento dell’arresto, si apprende dalla Questura. Gli uomini della mobile diretta da Fausto Lamparelli al momento dell’irruzione si sono sentiti dire: “Rende sono io. Non sparate”. Senza opporre alcuna resistenza, è stato portato in Questura, in attesa dell’arrivo del Pubblico Ministero, per l’interrogatorio. In manette, è finita anche la persona che gli dava ospitalità e che adesso deve rispondere di favoreggiamento personale.

 

Le accuse. E' accusato di duplice tentativo di omicidio, estorsione aggravata, detenzione e porto abusivo di arma, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose Raffaele Rende che già vantava di un curriculum criminale ricco di reati.


L’appello sui social. La sua foto con la scritta “Wanted” apparsa sul web con annesso numero di targa della vettura con cui si ipotizzava fosse fuggito è stata condivisa dalla maggior parte del popolo del web, in segno anche di solidarietà verso un uomo di stato che tuttora rischia la vita.


Alfano su Twitter. Il Ministro dell’interno ha così esultato alla notizia dell’arresto su Twitter: “Abbiamo catturato il presunto autore del tentato omicidio del nostro poliziotto di Napoli. Ora è in Questura. Stato ancora più forte una volta ancora”.


Solidarietà allo stadio San Paolo. In occasione del match Napoli- Juventus, prima del fischio di inizio, i calciatori azzurri hanno esposto in campo uno struscione con la scritta "Forza Nicola", esprimendo la loro vicinanza all'agente in borghese ferito gravemente.




NAPOLI, SPARATORIA FUORIGROTTA: ARRESTATO IL SUPER RICERCATO RAFFAELE RENDE

di Christian Montagna

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Napoli – La polizia di Stato ha bloccato in serata a Napoli il pregiudicato Raffaele Rende, il responsabile del ferimento del poliziotto Nicola Barbato, avvenuto giovedì sera. Rende, si apprende dalla Questura, é stato trovato in un appartamento nella zona orientale di Napoli.


La visita del Presidente. Una visita lampo che si è conclusa poche ore fa, quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Decisione presa last minute quella di fare visita all’ospedale Loreto Mare di Napoli al poliziotto Nicola Barbato, ferito gravemente nella sparatoria di alcuni giorni fa a Fuorigrotta, durante un operazione anti racket. Oltre al Presidente, anche il capo della polizia Alessandro Pansa ieri era stato nella struttura sanitaria dall'agente che lotta tra la vita e la morte, mentre i suoi colleghi, continuano a dare la caccia all'uomo.

Il latitante Lello Rende. Sul web era stato diffuso l’identikit dell’uomo che ha sparato alla nuca del poliziotto. Sulla pagina Facebook di NSP,oggi pomeriggio si leggeva: “Sparatoria a Fuorigrotta (Na): ricercato ancora latitante per tentato omicidio del sovrintendente della polizia di stato Nicola Barbato. l'auto su cui fuggiva è stata rinvenuta a Benevento..!! Nella notte è stato arrestato il complice un 28enne di Quarto, Roberto Gerard, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti, è indagato per reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Lello Rende quindi è ancora latitante.”

Il NSP (Nuovo sindacato Polizia) contro le false notizie. A differenza dunque di quanto era stato scritto da alcuni giornali, la ricerca dell’esecutore materiale si è conclusa questa sera. Gli tabella che in questi giorni sono stati diffusi, non veritieri, hanno causato lo sdegno anche della pagina NSP che ha così commentato: “CHE COSA NON SI FAREBBE PER UNO SCOOP..!!! Anche questa volta pagine molto seguite come quella di POLIZIA DI STATO FAN SITE e quella denominata NOI POLIZIOTTI PER SEMPRE hanno dimostrato tutta la loro serietà e tutta la loro responsabilità facendo circolare notizie NON VERITIERE senza prima averne verificato l'attendibilità pubblicando la notizia dell'arresto di LELLO RENDE autore del ferimento del sovrintendente della Polizia di Stato NICOLA BARBATO. Gli amministratori di queste pagine, oltre a perdere la credibilità, hanno anche indebolito le ricerche distogliendo l'attenzione di migliaia di cittadini nonché migliaia di agenti che oggi fanno servizio in strada. Per una corretta informazioni si comunica che è stato arrestato il complice un 28enne di Quarto, Roberto Gerard, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti, indagati per reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. È ancora latitante però ed è ancora ricercata un'altra persona, esecutore materiale del ferimento ovvero LELLO RENDE. Aiutateci quindi nelle ricerche, continuiamo a condividere la foto del balordo e non distogliamo l'attenzione. Chiunque avesse notizie contatti subito la centrale di Polizia riferendo ogni dettaglio.Grazie per la vostra collaborazione.LA SEGRETERIA NAZIONALE”.




NAPOLI, SPARATORIA FUORIGROTTA: ECCO IL VOLTO DEL RICERCATO. MATTARELLA IN VISITA AL LORETO MARE

di Christian Montagna

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Napoli – Una visita lampo che si è conclusa poche ore fa, quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Decisione presa last minute quella di fare visita all’ospedale Loreto Mare di Napoli al poliziotto Nicola Barbato, ferito gravemente nella sparatoria di alcuni giorni fa a Fuorigrotta, durante un operazione anti racket. Oltre al Presidente, anche il capo della polizia Alessandro Pansa ieri era stato nella struttura sanitaria dall'agente che lotta tra la vita e la morte, mentre i suoi colleghi, continuano a dare la caccia all'uomo. 


Il latitante Lello Rende. Sul web è stato diffuso l’identikit dell’uomo che ha sparato alla nuca del poliziotto. Sulla pagina Facebook di NSP,si legge: “Sparatoria a Fuorigrotta (Na): ricercato ancora latitante per tentato omicidio del sovrintendente della polizia di stato Nicola Barbato. l'auto su cui fuggiva è stata rinvenuta a Benevento..!! Nella notte è stato arrestato il complice un 28enne di Quarto, Roberto Gerard, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti, è indagato per reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Lello Rende quindi è ancora latitante.”


Il NSP contro le false notizie. A differenza dunque di quanto era stato scritto da alcuni giornali, la ricerca dell’esecutore materiale è ancora in corso. Gli tabella che in questi giorni sono stati diffusi, non veritieri, hanno causato lo sdegno anche della pagina NSP che ha così commentato: “CHE COSA NON SI FAREBBE PER UNO SCOOP..!!! Anche questa volta pagine molto seguite come quella di POLIZIA DI STATO FAN SITE e quella denominata NOI POLIZIOTTI PER SEMPRE hanno dimostrato tutta la loro serietà e tutta la loro responsabilità facendo circolare notizie NON VERITIERE senza prima averne verificato l'attendibilità pubblicando la notizia dell'arresto di LELLO RENDE autore del ferimento del sovrintendente della Polizia di Stato NICOLA BARBATO. Gli amministratori di queste pagine, oltre a perdere la credibilità, hanno anche indebolito le ricerche distogliendo l'attenzione di migliaia di cittadini nonché migliaia di agenti che oggi fanno servizio in strada. Per una corretta informazioni si comunica che è stato arrestato il complice un 28enne di Quarto, Roberto Gerard, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e stupefacenti, indagati per reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. È ancora latitante però ed è ancora ricercata un'altra persona, esecutore materiale del ferimento ovvero LELLO RENDE. Aiutateci quindi nelle ricerche, continuiamo a condividere la foto del balordo e non distogliamo l'attenzione. Chiunque avesse notizie contatti subito la centrale di Polizia riferendo ogni dettaglio.Grazie per la vostra collaborazione.LA SEGRETERIA NAZIONALE”.

 




NAPOLI, SPARATORIA A FUORIGROTTA: IL POLIZIOTTO E’ IN GRAVI CONDIZIONI. ECCO LE REAZIONI DEI COLLEGHI SUI SOCIAL

di Christian Montagna

Napoli – Una città sempre più violenta. A Napoli un poliziotto rischia la vita, "colpevole" di aver fatto il proprio lavoro in una città sempre meno sicura e in balia dei criminali. Eppure, tutto tace…nessuna fiaccolata, nessuna manifestazione, nessuna indignazione espressa nei salotti televisivi, nessuna sceneggiata ai tg. Eppure, una famiglia è in pena per Nicola, padre, zio, figlio e marito. Una famiglia (a cui va tutta la mia stima) che sta vivendo un dolore enorme con la massima riservatezza. A Napoli, un uomo lotta tra la vita e la morte per aver cercato di "allontanare" i criminali dalla città.


E’ in un letto di ospedale Nicola Barbato,46 anni, poliziotto ferito due giorni fa in una sparatoria a Fuorigrotta. Non si è ancora svegliato ma anzi si aggrava sempre di più. Succede ancora in una città violenta come questa che un uomo, intento a svolgere il suo lavoro, si trovi a rischiare la vita per mano di spietati killer. I colleghi del poliziotto in fin di vita senza mezzi termini hanno espresso solidarietà alla famiglia di Nicola che in queste ore è in grande tensione. Sui social, da ogni luogo, dure sono state le condanne verso l’aggressore. Messaggi forti, diretti e senza mezzi termini: l’uomo che ha sparato deve pagarla.


La voglia di vendetta. All’indomani di una sentenza della Cassazione che a Napoli ha lasciato allibiti tutti in merito all’omicidio di BacioTerracino immortalato in diretta da una videocamera di sorveglianza, si chiede a gran voce giustizia. “Spero di trovarti io personalmente. Poi vediamo quanta voglia hai di sparare e se hai il tempo per farlo! Pezzo di m… Ti devo scassare dalla testa ai piedi”, si legge sui social. Questo, è solo uno dei tanti messaggi di solidarietà per fare onore al collega che rischia la vita tuttora. Sulla pagine della sezione anti estorsioni della Squadra Mobile di Napoli, resta alta la tensione. Ieri pomeriggio, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, si è recato a Napoli per incontrare, in ospedale, la famiglia dell'agente, in particolare la moglie.


La solidarietà sui social. E’ partita una vera e propria caccia all’uomo sui social network in cui, tutti si rendono partecipi e disponibili. Qualcuno, ha già postato le foto con il nome del ricercato numero uno. C’è invece chi fornisce utili particolari nella ricerca informando sulle modalità di fuga del malvivente. “ Sappiate che R. R. è fuggito unitamente alla consorte a bordo di una Daewoo Matiz targata BL582DL. In caso di rintraccio notiziate immediatamente le Forze di Polizia fornendo esattamente il luogo ove vi trovate!”, scrivono i testimoni.


Il primo fermato.
E’ Roberto Gerard il primo delinquente ad essere stato fermato con l’accusa di tentata estorsione anche se, dalla Questura, non è ancora arrivata la conferma. Ventisette anni, di Quarto, con un curriculum alle spalle che vanta numerosi reati. Il complice invece sarebbe colui che per ben otto avrebbe sparato contro il poliziotto.


La ricostruzione dei fatti. Ancora molti dubbi, molte incertezze e molte perplessità riguardo la dinamica dei fatti. Dalla Questura di Via Medina pare non trapelare alcuna informazione utile. Anche il nome del primo uomo fermato, sarebbe ancora tenuto segreto, nonostante, i giornali lo abbiano già diffuso. Sono le voci e le testimonianze di chi quella sera per una pura fatalità non si è trovato nel bel mezzo della sparatoria ma che, dalla cumana o dai negozi della zona, ha assistito ad una scena da far west. Era giovedì sera quando, i due poliziotti in borghese sostavano all’esterno del negozio “Il Capriccio” di via Leopardi aperto da poche settimane, in attesa di incastrare gli estorsori. Proprio il proprietario del negozio infatti si era rivolto all’anti racket perché vittima, subito dopo l’apertura, di richieste da parte dei clan, denunciando in Questura il tentativo di estorsione.


L’appello della famiglia. “ Papà, parlami, parlami… Papà, svegliati”,urla Giovanna, la figlia di Nicola Barbato mentre tenta di abbracciarlo scavalcando gli agenti che lo proteggono. In ospedale molte persone hanno recato un saluto a Nicola tentando di incoraggiare la famiglia affranta dallo strazio. Scene di dolore, di angoscia al pronto Soccorso di Loreto Mare. Ci sono tanti poliziotti, falchi e donne in divisa a simboleggiare la vicinanza a quel collega che oggi tutti sperano possa stare meglio. La pallottola che ha provocato danni al cervello potrebbe essergli fatale. Le operazioni finora effettuate sono andate a buon fine ma, ripete la moglie, “Solo lui mi può togliere l’angoscia, solo lui…Quando si sveglierà e potrò parlargli…solo allora sarò sollevata”.




NAPOLI, BLITZ ANTI RACKET: INDAGATO ANCHE IL GIOVANE UCCISO ALL’UNIVERSITA’

di Christian Montagna

Napoli- Un altro colpo dello Stato è stato sferrato contro quelli che in città venivano chiamati i signori del racket. Abituati da anni ad approfittare dei commercianti e degli operai che spaventati non trovavano il coraggio di denunciare, questa mattina, i Carabinieri capitanati dal comandante provinciale, il generale Antonio De Vita e dal comandante del reparto operativo, il colonnello F. Rizzo, hanno fermato quattro affiliati al clan Martinelli che avrebbero imposto pizzo a commercianti e ambulanti del centro storico.

La novità è che tra gli indagati ci sarebbe anche Gennaro Fittipaldi, il 24 enne assassinato lo scorso lunedì nella zona universitaria. Il Pm che ha coordinato le indagini, Michele Del Prete, ha eseguito i fermi in tempi record, accelerando dopo l’omicidio di Fittipaldi.

Tra i fermati c’è Vincenzo Martinelli, 49 anni e i due figli Rosario e Salvatore, rispettivamente 25 e 24 anni, e Mariano Porcino, 25enne. Tra gli episodi contestati al gruppo malavitoso, ci sarebbe anche un raid armato contro un venditore ambulante che si sarebbe rifiutato di pagare il pizzo. L’estorsione di mille euro era salita a cinque mila con gli interessi imposti dal clan ma l’uomo non voleva pagare e per questo, sotto la sua abitazione 4 colpi di pistola annunciarono la triste fine che avrebbe fatto, accompagnati da amare parole quali “"Adesso te ne devi andare di casa, il tempo è scaduto, il mese è passato".

Un incubo finito dunque per tutti quei commercianti e venditori ambulanti a cui era stato addirittura intimato di lasciare le proprie case e il proprio quartiere se non avessero pagato il pizzo.
Un’altra parte di Napoli, quella della zona Universitaria, bonificata dalla malavita che altro non fa che affossare ancor di più l’economia napoletana.