NUOVO SCANDALO SUL RADDOPPIO STATALE 640 AGRIGENTO-CALTANISSETTA: COLOSSO "TECNIS" ANCORA NEL CICLONE

di Angelo Barraco
 
Nella giornata di ieri i Carabinieri del nucleo operativo di Caltanissetta hanno messo in atto  un sequestro preventivo, su richiesta della Procura della Repubblica e direzione distrettuale antimafia ed emesso dal gip del tribunale in merito ad opere  che riguardano l’ammodernamento e il raddoppio della Statale 640 Agrigento-Caltanissetta, precisamente nel tratto nisseno. In particolare il sequestro riguarda ben cinque piloni del viadotto Salso e alcune parti della galleria naturale “Caltanissetta” (lato autostrada A19). Questa esecuzione giudiziaria fa ripiombare nello scandalo la “Tecnis”, il colosso della costruzione che già era stato coinvolto nell’inchiesta denominata “Dama Nera” che ha fatto scattare le manette ai polsi a dieci persone, tra cui dirigenti di Tecnis come Concetto Bosco Logiudice e Francesco Domenico Costanzo. La Tecnis aveva vinto appalti per realizzare l’anello ferroviario, per il collettore fognario che va dal porto al depuratore di Acqua dei Corsari che poi è stato girato a una consociata, inoltre ha vinto gli appalti per un lotto del viadotto “Scorciavacche” che è franato però pochi giorni dopo l’apertura e anche dello scivolo di Castronovo presso la statale 189. I dieci uomini tratti in arresto nell’operazione denominata “Dama Nera” sono: Concetto Albino Bosco Lo Giudice, Francesco Domenico Costanzo, entrambi ai vertici della società Tecnis, a seguito: Antonella Accroianò. Oreste De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante, Eugenio Battaglia, Giuliano Vidoni e l'ex sottosegretario Luigi Medur. I reati che sono stati loro contestati sono: associazione per delinquere, corruzione per l’esercizio della funzione e per l’atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita nel dare e nel promettere voto di scambio. Sono stati inoltre sequestrati ben 200 mila euro e sono state effettuate 90 perquisizioni in tutta Italia. 
 
Ma torniamo agli eventi recenti. L’ultima operazione è il risultato di intercettazioni, pedinamenti e analisi nell’ambito di un provvedimento penale che vede il coinvolgimento di dodici indagati  per concorso in frode in pubbliche forniture. Tra loro vi sono dirigenti di società, tecnici ed imprenditori che si occupano di costruzione e professionisti.  Un nome che figura tra gli indagati è quello di Concetto Bosco Lo Giudice. I soggetti sono accusati di aver utilizzato calcestruzzo non conforme alle previsioni contrattuali, gabbie in acciaio per realizzare pali e strutture non conformi, il tutto occultato alla Direzione dei Lavori. Inoltre vi è irregolarità dei materiali. Gli inquirenti tengono a precisare che  le investigazioni si sono protratte per circa un biennio, nel corso del quale Procura Distrettuale e Carabinieri hanno mantenuto costantemente il monitoraggio dell'opera avendo cura di non sospendere la progressione dei lavori, anche in presenza di irregolarità accertate, potendosi avvalere della collaborazione tecnica della Direzione Lavori che di volta in volta, è intervenuta per il ripristino delle strutture non realizzate secondo le previsioni contrattuali. Il sequestro non comporterà ripercussioni sulla circolazione ordinaria poiché le opere interessate ricadono in aree del cantiere ancora in lavorazione e precluse al traffico veicolare.