NAPOLI, SPARATORIA A FUORIGROTTA. L’INTERROGATORIO SHOCK DI RENDE: “HO SPARATO E HO FATTO UN GUAIO”

di Christian Montagna

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Napoli – Arrestato lo scorso sabato intorno alle 22, il super ricercato responsabile del ferimento del poliziotto Nicola Barbato è stato interrogato in Questura dal Pubblico Ministero. Ore di interrogatorio durante le quali l’imputato ha deciso di collaborare e di ammettere le sue responsabilità.


Rende parla. “ Sì, d’accordo ero armato, ma non potevo fare diversamente. Dovevo essere armato, perché era per noi la seconda bussata di porte, quelli dovevano capire…”: così ha commentato la sua presenza all’interno del negozio di giocattoli il Capriccio aperto solo da poche settimane. “ Sì, d’accordo, ho sparato, e come se ho sparato, lo avete visto tutti ”, continua poi rispondendo alle domande del Pubblico Ministero. Raffaele Rende, meglio conosciuto come Lelluccio ‘o criminale durante la latitanza e in seguito alla divulgazione delle foto segnaletiche sul web, aveva optato per un cambio di look, pur di non essere riconoscibile ma, si era rivelato inutile visto che gli inquirenti erano sulle sue tracce subito dopo la sparatoria. Accusato di duplice tentato omicidio, tentata estorsione aggravata dal fine mafioso, ammette le sue responsabilità in merito ai fatti di giovedì notte e si dimostra visibilmente pentito.


La confessione. Il pm Francesco De Falco, che coordina le indagini assieme al collega Maurizio De Marco, a stretto contatto con il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, ha avanzato alcune delle domande di rito a Rende:


– Pm: Cosa è successo quella sera in via Leopardi?
– Rende: “Ero andato per riscuotere, era la seconda volta dopo il 22 settembre, quelli avevano aperto il negozio e dovevano mettersi a posto con noi, con gli amici di Fuorigrotta. Dovevo essere convincente. Ho impugnato l’arma, sono entrato in auto con la pistola in pugno, tanto che devo aver impressionato quelli che mi stavano aspettando. Ho capito che erano armati, pensavo fossero dipendenti del negozio armati e ho capito che ero finito in trappola. Così ho sparato. Ho perso il controllo, sì ho perso il controllo, ma non volevo uccidere, mi sono sentito in trappola e ho fatto un guaio grosso”.


Le condizioni del poliziotto. Restano stazionarie, seppure gravi, le condizioni di Nicola Barbato, il poliziotto ferito giovedì sera a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta, mentre stava effettuando un servizio anti estorsione. Ricoverato all'ospedale Loreto Mare, secondo quanto si è appreso, ha mosso gli occhi ma nulla di più. I medici tengono sotto controllo soprattutto l'edema che potrebbe creare problemi. Dopo la visita del Presidente della Repubblica Mattarella di sabato pomeriggio e del capo della Polizia Alessandro Pansa, durante il match di Napoli Juventus, allo stadio San Paolo anche i calciatori avevano espresso solidarietà mediante uno striscione mostrato prima del match. “FORZA NICOLA” si leggeva tra gli spalti e al centro del campo; un messaggio che ora, da ogni luogo, giunge sincero.


A Fuorigrotta si torna alla normalità. Lentamente si torna alla normalità nel quartiere Fuorigrotta, fortemente colpito dai fatti dello scorso giovedì. Il negozio di giocattoli “Il Capriccio” finito nel mirino del racket ha riaperto al pubblico cercando di dimenticare quanto accaduto. Ancora però i segni di quella ferita immensa sono impressi nell’insegna, forata più volte dalla pistola impazzita di Rende. Anche all’esterno della Cumana, la vettura dei poliziotti in borghese è stata rimossa e la zona è tornata ad essere praticabile dal pubblico. Ma nell’aria, è palese quell’ angoscia che attanaglia tutti; l’angoscia di non sapere come andrà a finire questa situazione. Le speranze però non muoiono mai: Nicola ha il sostegno di un’intera nazione, di una città che gli si è stretta intorno manifestando affetto e calore. Proprio due giorni fa infatti, dinanzi alla Questura un cordone umano si era radunato per dire ancora una volta “NO ALLA CAMORRA, NO AL RACKET”.




NAPOLI, SPARATORIA FUORIGROTTA: “RENDE SONO IO. NON SPARATE”. ECCO DOVE SI TROVAVA IL LATITANTE

di Christian Montagna

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Napoli – E’ terminata ieri sera la sua fuga durata poco più di 24 ore. Raffaele Rende, il responsabile della sparatoria di Via Leopardi dello scorso giovedì è stato assicurato alla giustizia, o almeno si spera. L’eccezionale lavoro delle forze dell’ordine che in questi giorni di latitanza di Rende hanno letteralmente setacciato ogni angolo della città, soprattutto quelli in cui si annida maggiormente la malavita, ha permesso di mettere fine a questo incubo. L’unica speranza che regna ora nei cuori di tutti noi è che il giovane Nicola Barbato, il poliziotto ferito, possa al più presto riprendersi e tornare alla normalità.


Napoli, in questi giorni, è stata sotto scacco di due criminali che hanno letteralmente terrorizzato il quartiere di Fuorigrotta, in orario di punta. Erano infatti solo le 20.00 quando in una serata qualunque, il quartiere diveniva un Far west. Spari ovunque, vetri rotti e tanto sangue. Scene da film dell’orrore che difficilmente potrà dimenticare chi le ha vissute.


I dettagli dell’arresto. E’ stato braccato dalle forze dell’ordine a San Giovanni a Teduccio, periferia orientale di Napoli il super latitante Raffaele Rende. Era fuggito lì già lo scorso giovedì, ma, la sua fuga aveva davvero le ore contate. Aveva optato per un cambio di look, tagliandosi la barba per apparire diverso dalle foto pubblicate sul web dalla Polizia di Stato. Ma ciò, non è bastato. Tra gli uomini che hanno partecipato alla cattura del pregiudicato c'era anche il collega di Barbato miracolosamente scampato giovedì sera alla morte. Rende si nascondeva in un appartamento di corso San Giovanni, nel quartiere di S. Giovanni a Teduccio, a casa di parenti lontani. Non era armato al momento dell’arresto, si apprende dalla Questura. Gli uomini della mobile diretta da Fausto Lamparelli al momento dell’irruzione si sono sentiti dire: “Rende sono io. Non sparate”. Senza opporre alcuna resistenza, è stato portato in Questura, in attesa dell’arrivo del Pubblico Ministero, per l’interrogatorio. In manette, è finita anche la persona che gli dava ospitalità e che adesso deve rispondere di favoreggiamento personale.

 

Le accuse. E' accusato di duplice tentativo di omicidio, estorsione aggravata, detenzione e porto abusivo di arma, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose Raffaele Rende che già vantava di un curriculum criminale ricco di reati.


L’appello sui social. La sua foto con la scritta “Wanted” apparsa sul web con annesso numero di targa della vettura con cui si ipotizzava fosse fuggito è stata condivisa dalla maggior parte del popolo del web, in segno anche di solidarietà verso un uomo di stato che tuttora rischia la vita.


Alfano su Twitter. Il Ministro dell’interno ha così esultato alla notizia dell’arresto su Twitter: “Abbiamo catturato il presunto autore del tentato omicidio del nostro poliziotto di Napoli. Ora è in Questura. Stato ancora più forte una volta ancora”.


Solidarietà allo stadio San Paolo. In occasione del match Napoli- Juventus, prima del fischio di inizio, i calciatori azzurri hanno esposto in campo uno struscione con la scritta "Forza Nicola", esprimendo la loro vicinanza all'agente in borghese ferito gravemente.