Incontro Raggi – Di Maio per far ripartire Roma: tavolo con sette ministri ma Zingaretti dov’è?

ROMA – Luigi Di Maio ieri ha incontrato Virginia Raggi nella sede del ministero del Lavoro: in poco tempo, neppure 60 minuti, si è chiuso il Tavolo per Roma voluto da Carlo Calenda. Rispetto al progetto di Calenda, questo nuovo ha giusto il nome diverso:  “Cabina di regia interministeriale”, come evidenziato dai grillini in un videoclip di pochi secondi dove criticavano l’incontro Raggi – Di Maio: nessuna parola ma tanta musica e sorrisi. Tradotto: dopo dopo il grande imbarazzo ed empasse per il caso Tor di Valle e l’arresto di Lanzalone, tra il vicepremier e la sindaca è tornato un rapporto disteso e sereno. Ieri, dunque, si è parlato a grandi linee del nuovo piano che dovrebbe rilanciare la Capitale con ben 2 miliardi di euro e con più poteri per il Campidoglio.

L’obiettivo minimo sono i fondi per finanziarie alcune nuove linee di tram e il completamento della Metro C fino al Farnesina: un pacchetto da 2 miliardi di euro. E poi il Campidoglio punta ad ottenere i decreti attuativi della riforma di Roma Capitale, avviata a fine 2010 con il cambio di nome ma con poche competenze reali passate dallo Stato al Campidoglio.

All’incontro non c’era Zingaretti. questo summit Raggi – Di Maio non ha dunque contemplato tra i protagonisti la Regione Lazio.

Felice Raggi all’uscita dall’incontro: “Ho incontrato il vicepremier Di Maio e abbiamo condiviso l’idea di costituire una cabina di regia interministeriale per lo sviluppo di Roma con tutti i ministeri che saranno interessati. Io direi che questa volta si fa sul serio”. Lo ha annunciato la sindaca di Roma Virginia Raggi uscendo dal Ministero del Lavoro”.

Sul nuovo piano per Roma Beppe Grillo ha già dato il benestare. Al nuovo tavolo parteciperanno sette ministri: Di Maio e i titolari di Trasporti, Economia, Ambiente, Ricerca, Agricoltura e Pubblica amministrazione. Dunque l’esclusa sarebbe proprio la Regione di Zingaretti, che sedeva al Tavolo lanciato dall’ex ministro dello Sviluppo l’anno passato.

“Dobbiamo alzare il livello”, ha detto Raggi a Di Maio. I soldi: Raggi ha nel cassetto progetti per almeno 2 miliardi di euro per cui è indispensabile l’aiuto del governo. Dai trasporti alle buche, al verde.

“Alla cabina parteciperanno tutti i ministeri interessati», ha detto Di Maio, che ieri ha annunciato anche i nuovi responsabili degli enti locali del M5S: al posto di Bonafede e Fraccaro, ex tutor del Campidoglio e ora diventati ministri, arriva un terzetto composto da Massimo Bugani, socio dell’associazione Rousseau vicino a Casaleggio, poi l’europarlamentare Ignazio Corrao e la consigliera regionale del Lazio, Valentina Corrado. La cabina di regia in un secondo momento a quanto si apprende sarà allargata anche alle forze produttive e sociali della città.

I PRECEDENTI

I precedenti dei tavoli di lavoro in materia non sono particolarmente incoraggianti. Nel 2009, dopo una lunga serie di incontri tra l’ex sindaco Gianni Alemanno e l’allora titolare del Tesoro Giulio Tremonti, si materializzo’ l’idea di un contributo da 500 milioni di euro l’anno, poi quella di cedere un pacchetto di caserme e forti militari di proprieta’ del Demanio al Campidoglio, che avrebbe monetizzato tramite la vendita ai privati degli immobili. Entrambi i progetti, pero’, sono rimasti lettera morta. Da quel governo, guidato da Silvio Berlusconi, il Campidoglio vide riconosciuta la possibilita’ di far ripartire la contabilita’ del Comune: il debito storico dal 1957 al 2008 e’ stato trasferito in una gestione commissariale. Partito da una cifra attorno ai 17 miliardi di euro oggi ammonta a circa 10, il piano di rientro prevede rate fino al 2048 e viene finanziato con 300 milioni di euro erogati ogni anno dallo Stato e 200 a carico delle tasche dei romani.
Alcune risorse straordinarie per la citta’ sono arrivate in occasione del Giubileo della Misericordia, iniziato nel dicembre 2015 e terminato un anno dopo. Ad agosto 2015 il Campidoglio, al tempo guidato da Ignazio Marino, ha stanziato 50 milioni di euro per realizzare 32 progetti tra decoro urbano e manutenzione in vista del Giubileo. Sul versante comunale delle infrastrutture l’evento e’ stato un flop: molti dei lavori previsti sono partiti in ritardo oppure non sono stati mai realizzati tanto che alcuni fondi sono stati dirottati su interventi programmati in occasione dell’Anno Santo e tuttora i cantieri devono partire. I fondi erogati dal Governo di Matteo Renzi per il Giubileo, invece, ammontavano a circa 150 milioni di euro, meta’ di queste risorse pero’ sono state impegnate per un piano di illuminazione a led dei quartieri periferici della citta’.
Con il governo di Paolo Gentiloni, invece l’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ad ottobre 2017 ha avviato il Tavolo per Roma,a cui hanno partecipato Comune, Regione Lazio, sindacati e parti sociali, proseguito con oltre 60 incontri tra tavoli tecnici e politici. Il filo conduttore pero’, piu’ dei risultati attesi dal tavolo, e’ stato legato alla disputa politica tra Calenda e la Raggi. Il ministro ha polemizzato a piu’ riprese contro l’immobilismo del Campidoglio al tavolo e la sindaca ha replicato parlando di scarsa chiarezza sui fondi realmente a disposizione.Nel corso di sei mesi si e’ discusso di risorse, comprese tra 1 e 3 miliardi di euro, perlopiu’ fondi gia’ stanziati sulla carta da vari enti ma non utilizzati, di fatto pero’ il tavolo si e’ arenato a fine legislatura senza risultati immediatamente spendibili per la citta’.
Ora la Raggi e Di Maio parlano di una cabina di regia tra i ministeri interessati.