RAI, sit in e cortei in tutta Italia: “Stop alla censura” sul genocidio in Palestina

A Torino bruciata foto di Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Da Trieste a Palermo, passando per Torino, Verona, Perugia e Roma: alcune migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sedi della Rai, scandendo slogan contro la censura e lo “stop del genocidio” in Palestina.

Sit in e cortei legati alle polemiche nate dal comunicato dell’amministratore delegato di viale Mazzini, Roberto Sergio, dopo le tensioni nate a Sanremo. “Non in nostro nome. Rai Radio Televisione Israeliana”, il manifesto srotolato a Roma nel corso della manifestazione a cui hanno preso parte studenti. Dal presidio poi si è staccato un corteo che ha raggiunto la sede di via Teulada, nel quartiere Prati. “Siamo in 5 mila”, l’annuncio al megafono dei movimenti.

Stesse scene in altre città. Momenti di forte tensione a Verona per le due manifestazioni contemporanee organizzate in città dagli animalisti contro la caccia – in concomitanza con l’evento Eos previsto il fiera – e una seconda in favore della causa palestinese. Il corteo pro Palestina, un centinaio i presenti, partito come pacifico, si è animato una volta arrivato in via dell’Industria quando alcuni manifestanti, con bandiere e striscioni a favore di Gaza, hanno tentato di forzare il cordone di Polizia ed entrare in fiera dall’ingresso di Re Teodorico.

A Trieste in alcune decine si sono ritrovate sventolando bandiere e mostrando vari striscioni per chiedere lo “Stop al genocidio” e “Basta con i crimini impuniti di Israele”.

A Torino un corteo di due mila persone ha attraversato le strade del centro. Alla manifestazione hanno aderito varie sigle, tra cui le associazioni arabe, collettivi studenteschi, Cub e le mosche. L’appuntamento è stato il primo dopo le tensioni scoppiate davanti alla sede torinese della Rai martedì. In piazza sono scesi anche i collettivi studenteschi, centri sociali, Si Cobas, Cub, associazione arabe e le moschee. Quando il corteo è arrivato in piazza Castello sono state bruciate le gigantografie della premier Giorgia Meloni e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Altri manifestanti sono saliti sul monumento dedicato a Emanuele Filiberto Duca D’Aosta per sventolare le bandiere palestinesi.

Un presidio di alcune di alcune decine di persone anche davanti alla sede dell’azienda pubblica a Pescara. “Cessate il fuoco” e “stop alla censura” i cori urlati davanti alla sede Umbria della Rai, a Perugia. Una manifestazione che si è svolta pacificamente. In pizza anche rappresentati e bandiere dell’Udu, Cgil e Spi Cgil, Articolo 21, circoli Arci, Rete degli studenti, Omphalos e alcuni cittadini si sono così uniti anche all’appello dei lavoratori e lavoratrici della Rai che si sono dissociati “dalle parole dell’amministratore delegato Roberto Sergio”. Contro di lui, ma anche contro il governo Meloni, durante il presidio sono stati mostrati alcuni cartelli. “Il tentativo di censura di chi richiede il cessate il fuoco e la pace e si esprime contro il genocidio a Gaza è un comportamento che riteniamo ingiustificabile e che alimenta e giustifica il clima di guerra” hanno detto i rappresentanti degli studenti universitari.

Iniziativa anche a Palermo. Alcuni dei partecipanti hanno esposto cartelli con scritte come ‘Italia colpevole Palestina libera’ e ‘Informazione di regime non vede e non sente niente’. Durante il sit-in una delegazione della Rete palermitana di solidarietà alla Palestina ha incontrato il caporedattore Rino Cascio, consegnandogli un documento sui contenuti della protesta.




RAI, “Che tempo che fa”: Fazio ringrazia. Littizzetto, Serra e Damilano su tv e politica

Serra: “La Rai è dello stato non dei partiti”

Lunghissimo applauso in apertura ”dell’ultima puntata per questa stagione di Che tempo che fa”, con Fabio Fazio già emozionato che in principio tace ma si parla molto di Rai e politica.

Michele Serra inizia l’ultima serata del programma che trasloca su la Nove dall’autunno tracciando la sua personale ”storia politica della Rai”.

Poi verso la fine, dopo l’intensa intervista ad Anthony Hopkins che ”volevo intervistare da sempre” e la letterina alla Rai di Luciana Littizzetto, alle spalle di Fabio Fazio compare una grande foto ”di tutti quelli che lavorano qui”.

Il conduttore fa così il suo saluto e ringraziamento d’addio nell’ultima puntata di Che tempo che fa, prima di introdurre Marco Mengoni. ”Ringrazio tutti i colleghi della Rai, de L’Officina, il trucco il parrucco, tutti. Vorrei anche dire grazie a quelli che in questi giorni si sono fatti sentire”, dice un Fazio commosso che esprime un ringraziamento particolare ”a Rosanna Pastore e Silvia Calandrelli che hanno cercato in questi mesi fino all’ultimo una soluzione, cercando segnali da Marte che non sono arrivati”. Ed aggiunge: ”la Rai è la tv di tutti e anche la mia e non posso che volerle enormemente bene. In questi giorni, esattamente 40 anni facevo il mio provino da imitatore e incredibilmente mi hanno preso”. ”A quel provino c’era Bruno Voglino da cui tutto è iniziato e a lui voglio indirizzare l’ultimo grazie. Andai a fare l’imitatore a Pronto Raffaella la sigla si chiamava Fatalità e io mi sentivo lì proprio per fatalità. Il grazie più grande poi lo voglio indirizzare al pubblico. Sono stati 40 anni bellissimi”, conclude Fazio.

La puntata si era aperta con Michele Serra e la sua personale ”storia politica della Rai”. Si chiede Serra di che partito fossero ”Topo Gigio, il Quartetto Cetra, Tognazzi e Vianello erano uno di sinistra e uno di destra? E per avvicinarsi ai giorni nostri di che partito sono Amadeus, Fiorello, Mara Venier, Vespa lo ha messo Cavour quindi è della destra storica?”, per il giornalista ”è un discorso cretino, perchè è difficile spiegare con la politica una storia che solo in parte lo è. Il lavoro delle persone per fortuna è più forte, nessuno si è mai chiesto in passato se Topo Gigio fosse di destra o di sinistra ma ora invece tutti si chiederebbero a che partito apparterrebbe”. ‘

‘E’ giunto il tempo di una riflessione – conclude Serra – la Rai è dello stato non dei partiti, l’atmosfera rimarrà tossica ora ed è grave perchè ci lavora anche tanta gente per bene”. Si parla di Rai anche con Marco Damilano. ”Andiamo in onda con Il cavallo e la torre fino al 23 giugno, i nuovi dirigenti si sono appena insediati, aspetto di incontrarli” dice. ”In tutto questo gioco delle figurine sulla Rai – ha aggiunto – una cosa che si è dimenticata è il pubblico, che paga il canone ed ha il diritto di vedere delle figure…lo dico a Fabio Fazio poi…” si interrompe Damilano e scatta l’applauso del pubblico. Per il giornalista ”il servizio pubblico ha in questo senso un dovere in più”, e spiega che ”i nuovi dirigenti hanno una responsabilità in più perchè devono difendere la Rai dalla politica che cerca di togliere il canone che è una risorsa fondamentale e devono anche difendere l’autonomia e la professionalità di chi lavora in Rai. Ci metto anche la mia”. Poi Luciana Littizzetto arriva nello studio dell’ultima puntata di Che tempo che fa con il carrello montacarichi pronta per il trasloco ”a mezzanotte scatta lo sfratto definitivo”, dice e punta alla poltrona ”questa dobbiamo portarla via qua ci sono stati culi illustri, dovevamo farla firmare”. E ipotizza ”a chi lasciare i mobili”: i pesci ad Antonella Clerici il tavolo così grande ”mettiamolo su Ebay o giusto a Putin”. ”Stasera puoi fare quello che vuoi” dice Fazio. ”Eppur la Nove”, mette tra le sue consuete citazioni poi non rinuncia ad una ”letterina alla Rai, regina del tubo catodico”. ”È finita non abbiano superato la crisi del settimo governo. Peccato andare via ora. Ho iniziato qui la mia carriera quando Don Matteo era in seminario, Montalbano aveva i cappelli e Vespa aveva solo due nei”. Poi con gli occhi velati parla di ”anni proprio belli, di allegria, di grandi ascolti, di ospiti importanti. Ogni tanto pestavamo un merdone e ci hai spostato di qua e di la’ ma abbiamo resistito grazie agli spettatori e grazie al nostro impegno e non grazie ad altro, lo dico a muso duro”. Inno alla Rai ancora di Luciana Littizzetto prima del trasloco sul Nove dalla prossima stagione: ”Ti voglio bene Rai perchè non sei la parte politica che ti controlla. Sei gli artisti”, che elenca a lungo. E conclude sperando in un ritorno alla Rai chissà: ”spero ci ritroveremo in un’Italia diversa dove chi fa il ministro non abbia paura di chi fa il saltimbanco e ricordati che la Rai è di tutti. Tua affezionatissima Luciana. ps. Bello ciao”, conclude in riferimento al tweet del ministro Matteo Salvini. Rose rosse per lei e per Filippa Lagerback da un commosso Fabio Fazio.




L’arcipelago RAI, oasi per famosi, privilegiati e…

La galassia Rai Spa appare come una massa ibrida, compresa tra la politica e le istituzioni, germoglia nei sobborghi di una vita virtuale e si mostra come una settaria rappresentazione del sistema di informazione singolare.

Le sue controllate sono: Rai Cinema, Rai Com, Rai Pubblicità e Ray Way e a sua volta è controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che detiene il 99,56% delle azioni.

Con il Dlg. 30 dicembre 2016,n. 244, è stato prorogato e definito il termine della Concessione del Servizio Pubblico, radiofonico, televisivo e multimediale.

L’analisi dei dati che seguono fa comprendere che la scelta del presidente Foa, sebbene importante politicamente per Salvini, Di Maio diversamente importante per Berlusconi ed il Pd, non cancella le difficoltà Rai che hanno immediato effetto sul cittadino .

Scorrendo la Relazione e bilancio al 31 dicembre 2016, ultima disponibile, si è potuto avere un quadro ravvicinato di cosa sia veramente la situazione “pubblico” vs “Rai Spa”.

 

Canone e pubblicità le colonne portanti dell’azienda

I canoni e gli introiti pubblicitari e altri ricavi di natura commerciale hanno contribuito complessivamente con 2.627,7 milioni di euro al bilancio Rai. Solo la voce “canone” ha inciso per 1.909,7 milioni di euro, con una crescita rispetto al 2015 di 272,2 milioni di euro (+16,6%).

Quanto sopra esposto, non esaurisce la voce “entrate” dell’arcipelago Rai, evidenzia invece, se ce ne fosse bisogno, che gran parte del carico lo sopporta pienamente il contribuente e per la restante parte, cioè quella della pubblicità, ne sente l’effetto indirettamente tramite l’aumento dei costi sui prodotti pubblicizzati.

Quanto libera può dirsi l’informazione Rai?

A partire dal 15 novembre 2016, la competenza a stipulare contratti quadro e convenzioni con i Ministeri e stata riallocata in ambito Rai.

Tra le Convenzioni Istituzionali piu significative stipulate nel 2016 si segnalano il rinnovo della collaborazione con il Ministero dell’Interno per la realizzazione di una campagna sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione attraverso la realizzazione di ulteriori edizioni del programma Radici.

Altre convenzioni si stipulano con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Cultura, con l’Isfol (Ministero del Lavoro) e altri.

Cosa insegna la stipula di tutti questi programmi commissionati ogni volta dal governo in carica? Non ci vuole tanto a capirlo. Ogni corrente politica al governo, cerca di inculcare nel paese una sua ragion di stato. In questi ultimi tempi la televisione pubblica ha adempiuto a questo impegno magnificamente, a tal punto da mettere in discussione la stessa libertà di opinione.

Un arcipelago a struttura elefantiaca, paradiso di pochi a carico di tanti

A mandare avanti questa struttura elefantiaca, al 31 dicembre 2016 c’è stato un organico di 11.303 unità più ulteriori 700 unità di personale a tempo determinato. Il 2016 ha visto una crescita di 249 unita del personale in organico rispetto al 31 dicembre 2015.

La Rai è televisione pubblica e perciò il pubblico è bene sappia che questa folta famiglia televisiva pubblica, agli italiani è venuta a costare, solo nel 2016, la modesta somma di 928,2 milioni di euro con un incremento di 39,9 milioni di euro rispetto al 2015 (+4,5%). Non bisogna trascurare che a questa ingente somma c’è da aggiungere gli accantonamenti per liquidazione di fine lavoro ed altre spettanze.

A maggiore chiarezza e giusto per completare il quadro, al 31 dicembre 2016 sono stati ulteriormente pagati euro 131,1 milioni per lavoro autonomo e 34,4 milioni di euro per viaggi di servizio e costi accessori del personale.

Come diceva il grande Totò, sciala popolo e io pago!

All’infuori del canone, nel 2016 il pubblico ha contribuito alla sopravivenza della Rai con un finanziamento di euro 45,4 milioni per servizi speciali da convenzione e a fini istituzionali. Nel 2015 per lo stesso fine il finanziamento è stato di euro 52,8 milioni.

Si sente sempre dire “Mamma Rai, di tutto di più”. Più che vero, è molto di più quello che qui non si è potuto scrivere perché la storia è lunga e complicata.

Dal dibattito, montato ad arte sulla scelta del presidente della società, il pubblico viene completamente escluso.

Se la Rai rimane quell’arcipelago , oasi per famosi e privilegiati, la galassia Rai Spa rimarrà sempre una massa ibrida, compresa tra il pubblico e il privato, il commerciale ed il sociale, tra il virtuale ed il reale e per sempre prona e riverente verso il potere dominante.

Emanuel Galea




Rai, Berlusconi scivola su tre lettere. Ecco la strategia di Letta, Tajani e… Salvini

Sulla Rai cade Berlusconi e con lui quello che vi era di solido in Forza Italia. Mai come ora l’ex cavaliere si è ritrovato ad essere privato di tutte le sue influenze, soprattutto in campo televisivo.
Nell’aula al secondo piano di Palazzo S. Macuto la Commissione di Vigilanza ha espresso solo 22 voti favorevoli alla nomina a Presidente Rai di Marcello Foa, ex firma de Il Giornale presieduto dai Berlusconi; non garantendo il superamento della soglia dei 2/3. Presenti ma astenuti i 6 rappresentanti del PD, 2 LeU e 6 di Forza Italia.
É chiaro che sotto alla bocciatura di Marcello Foa si nasconde la strategia di Antonio Tajani e Gianni Letta ma anche il continum della politica di assorbimento del centrodestra da parte di Salvini.
Ieri in mattinata, Silvio Berlusconi riceve alla clinica San Raffaele, dove si trova per esami di “semplice routine”, il leader leghista che secondo alcune indiscrezione sarebbe riuscito a strappare un sì sull’approvazione di Marcello Foa. Ma alle 8 e 40 la commissione procede al voto senza gli esponenti di Forza Italia che forse hanno disobedito a Berlusconi, secondo anche quanto asserito dal vicepremier Luigi di Maio durante i lavori in commissione Affari Pubblici di Palazzo Madama:” se in queste ore la forza politica con cui abbiamo sottoscritto il contratto di governo mi dice che il leader di un’altra forza politica è d’accordo sul quel nome, ma i parlamentari esprimono un voto discorde dalla volontà del leader, credo che questo rappresenti per noi un’attenuante”.
Ma l’Ottuagenario ha evidentemente ceduto alle pressioni di Gianni Letta: un sì a Foa porterebbe Forza Italia a rimmeterci la faccia ma “ancora di più ce la rimetteresti tu Silvio” afferma Letta. Infatti è indicativo lo stato di salute politica di Berlusconi che non ne azzecca più una: cade su tre lettere, Foa, un nome non lontano dalla sua visione politica nel simpatizzare per Putin, nella visione dell’euro pro Savona
e nell’antipatizzare per il Presidente Mattarella. Ancor di più, secondo molti lettori de il Giornale che ieri hanno espresso le loro opinioni tramite alcuni commenti, questo inciampo comporta la fine di Forza Italia non solo perchè troppo vicino al Pd di Renzi ( che comincerà anche la sua trasmissione su un canale mediaset) ma anche perchè Berlusconi ha bocciato una personalità indipendente, allievo di Montanelli,
che ha lavorato fino al 2011 al Il Giornale. Considerando anche che, dopo la riforma sulla Rai di Matteo Renzi, i veri poteri sono riservati all’Ad, ora Salini in quota Tesoro, e non al Presidente.
Mentre Antonio Tajani Presidente dell’europarlamento è ad un passo dal compiere la tanto sperata e auspicata rottura tra Matteo e Silvio facendo avvicinare quest’ultimo a Renzi così da riproporsi in maniera positiva alla Merkel a Strasburgo. Tajani è arrivato, perciò, a minacciare l’ex cavaliere di dimettersi dalla vicepresidenza di Forza Italia.
Per Matteo Salvini (che si prepara ad assestare il colpo dalla nomina di Bernini su Romani il 23 marzo), invece, questa è l’occasione di lanciare l’opa agli ex (?) alleati forzisti che secondo lo stesso vice premier hanno già cominciato a bussare alla porta di via Bellerio. Per correre ai ripari Berlusconi in un’intervista cerca di chiarire come “il centrodestra non sia finito, ma il servizio pubblico non può essere espressione della sola maggioranza” e la riproposizione del nome di Marcello Foa fa sorgere problemi insormontabili giuridicamente, come sostiene anche Usigrai che propone il consigliere eletto dai dipendenti di Viale Mazzini Riccardo Laganà.
Stamane l’ufficio legale della Rai afferma che il “Cda è nel pieno delle sue funzione”, Marcello Foa può convocarlo come consigliere anziano e procedere alle nomine anche quelle dei Tg, l’unico vero obiettivo politico di Lega e M5S.

Gianpaolo Plini




RAI, eletti i consiglieri di amministrazione ‘politici’ 

Eletti dalle Camere i quattro consiglieri di amministrazione della Rai di nomina parlamentare.  L’Aula del Senato ha eletto Rita Borioni (101 voti), componente uscente e riconfermata in quota Pd, e Beatrice Coletti (133), manager televisivo, candidata scelta dal M5s. Alla Camera sono stati eletti Igor De Biasio e Gianpaolo Rossi. De Biasio, in quota Lega e sostenuto dalla maggioranza, ha ottenuto 312 voti, mentre Rossi, intellettuale vicino a FdI, ne ha incassati 166. In commissione di vigilanza era stato eletto presidente Alberto Barachini, parlamentare di Forza Italia, con 22 voti, un voto in più del quorum  che era di 21. L’elezione di Barachini e’ arrivata al terzo scrutinio dopo le prime due votazioni andate a vuoto.  Sul profilo di Barachini, giornalista neoeletto senatore, mantiene qualche riserva M5s, come ha spiegato il senatore Gianluigi Paragone, che a caldo si è augurato che questi non faccia “gli interessi di Mediaset, ma quelli degli italiani”. Da parte sua, Barachini ha chiesto ai colleghi, in particolare di M5s (che comunque avevano votato scheda bianca), di essere “valutato sul merito” e ha aggiunto di volere “una Rai imparziale e radicata sul territorio”.




Caso Perego, la RAI chiude il programma: bufera dopo grafica sulle donne dell'Est

La Rai ha deciso la chiusura di Parliamone sabato: lo annuncia una nota ufficiale di Viale Mazzini, dopo il vespaio di polemiche sollevato dalla puntata del programma pomeridiano di Rai1 in cui si è discusso dei motivi per i quali scegliere una fidanzata dell'Est. "Gli errori si fanno, e le scuse sono doverose, ma non bastano", dichiara il Direttore Generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto, parlando di "contenuti che contraddicono la mission di servizio pubblico". "Occorre agire ed evolversi", spiega Campo Dall'Orto. "La decisione di chiudere Parliamone sabato non è infatti solo la semplice e necessaria reazione ai contenuti andati in onda lo scorso sabato, contenuti che contraddicono in maniera indiscutibile sia la mission del servizio pubblico che la linea editoriale che abbiamo indicato sin dall'inizio del mandato. E' anche – prosegue il dg – una decisione che accelera la revisione del daytime di Rai1 sulla quale peraltro stavamo già lavorando da tempo. Questo al fine di rendere i contenuti Rai sempre più coerenti ai valori che ne ispirano la missione". Il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, aggiunge: "Rinnovo le mie scuse più sincere per quanto accaduto e ribadisco l'impegno per un'offerta sempre ispirata ai valori del servizio pubblico".

E' bufera sui social per la rubrica Parliamone sabato, condotto da Paola Perego su Rai1, che si è occupata dei 'Motivi per scegliere una fidanzata dell'est', con tanto di lista. "Non ho visto la puntata, lo sto scoprendo dai siti. Quello che vedo è una rappresentazione surreale dell'Italia del 2017: se poi questo tipo di rappresentazione viene fatta sul servizio pubblico è un errore folle, inaccettabile", commenta la presidente Rai Monica Maggioni, interpellata dall'ANSA. "Personalmente mi sento coinvolta in quanto donna, mi scuso".

Nella puntata di due giorni fa, la rubrica della 'Vita in diretta' ha sviluppato il dibattito sulle donne dell'est con ospiti in studio, proponendo una grafica in sei punti che, secondo gli autori, spiegherebbero perché gli uomini italiani dovrebbero preferire le donne dell'est. La questione ha infiammato la rete, che oscilla tra incredulità e insulti.

"Ogni giorno – sottolinea Maggioni – ci interroghiamo su quale immagine di donna veicoliamo, su come progredire, uscire dagli stereotipi. Poi accade un episodio come questo: il problema non è una battuta inconsapevole, ma la costruzione di una pagina su un tema del genere: è un'idea di donna che non può coesistere con il servizio pubblico". "Per prima cosa – dice ancora la presidente – mi scuso. Poi come azienda cercheremo di capire come è nata una pagina di questo tipo". Anche il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, si scusa per quanto avvenuto: "Gli errori vanno riconosciuti sempre, senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #Parliamonesabato", ha scritto su Twitter.

"E' inaccettabile che in un programma televisivo le donne siano rappresentate come animali domestici di cui apprezzare mansuetudine, accondiscendenza, sottomissione. Questa vergognosa lista – trasmessa durante la trasmissione 'Parliamone sabato', in onda su Rai Uno – è offensiva sicuramente nei confronti delle donne". Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, commentando su facebook il servizio sulle donne dell'est andato in onda sabato su Rai1, nel corso della trasmissione 'Parliamone sabato'. 




RAI, PALINSESTI AUTUNNO: TORNANO SANTORO, LORELLA CUCCARINI E HEATHER PARISI

Redazione

Musica, informazione, con format rinnovati, e fiction. Oltre, ovviamente, ai programmi di intrattenimento. I palinsesti autunnali della Rai, presentati oggi a Milano, presentano un alto tasso di novità: sono in tutto, come ha precisato il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto, 42 di cui 37 nuovi programmi e 5 fiction. Nuovi volti come Virginia Raffaele, Pif, Alessandro Sortino, Gianluca Semprini approdano nelle reti con programmi e strisce quotidiane. Mentre altri ritornano, come Gad Lerner e Michele Santoro.

Un primo annuncio, che fa quasi sobbalzare sulla sedia, riguarda Mina e Celentano. Saranno in tv a presentare il nuovo album. In realtà, la presenza di Mina avverrà "in qualche modo", precisa il direttore di Rai Uno, Andrea Fabiano. Quel che è certo è che l'evento sarà il 5 dicembre. Sempre sulla prima rete, sfida tra due icone della televisione italiana: Heather Parisi e Lorella Cuccarini in 'Nemica amatissima'.

Confermato il ritorno di Michele Santoro. Ilaria Dallatana, direttore di Rai Due, annuncia che è stato trovato un accordo che al momento prevede "due speciali in diretta in prima serata". Si tratta di "un anno di collaborazione con una serie di speciali, non tantissimi, con una cadenza che vogliamo ancora decidere".

La musica sarà la "protagonista assoluta" della nuova stagione di Rai Uno che presenta anche un'altra novità: l'avvio del prime time alle 21.15, dal lunedì al venerdì, mentre il sabato e la domenica dopo il Tg1. Oltre alla diretta della prima del Teatro alla Scala di Milano, alcune serate evento dedicate a Mogol, Zucchero e Renato Zero. New entry con un programma tutto suo Stefano Bollani con 'L'importante è avere un piano', live show con performance inedite. Quiz musicali per l'intrattenimento.

Grande spazio alla fiction. Le grandi serie d'autunno targate Rai saranno 'L'Allieva', 'Braccialetti Rossi', 'Il Confine'; 'I Medici; 'Io ci sono' (Lucia Annibali); 'La catturandi'; 'La classe degli asini'; Lampedusa; 'La mafia uccide solo d'estate'; 'Purché finisca bene'. Torna infine 'Un medico in famiglia'. Carlo Conti a tutto campo con Tale e quale show', la conduzione del festival di Sanremo e l'evento 'Natale e quale'. Ma ci saranno anche Alberto Angela che racconta il vaticano e la serata dedicata al ballerino Roberto Bolle.

Punta su docu-entertainment Rai Due. L'informazione in prima serata è firmata 'Nemo, Nessuno escluso', con Alessandro Sortino, tra filmati immersivi, inviati infiltrati e testimonianze dirette. Torna sulla rete Santoro, mentre il titolo più atteso è 'Pechino Express', l'adventure game reality condotto da Costantino della Gherardesca. Da martedì 8 novembre, in quattro serate, il One man show di Mika.

Rinnova "il 43,8% del palinsesto" Daria Bignardi, direttore di Rai Tre. Gazebo cambia pelle e diventa 'Gazebo social news', trasmesso quattro giorni a settimana in orario pre-serale, mentre Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, arriva l'anno prossimo con una fascia di 10 minuti, tutti i giorni. "Seguirò l'esempio del maestro Chiambretti che faceva il portalettere negli anni Novanta" anticipa. Conferme per 'Ulisse', 'Chi l'ha visto', 'Mi manda Rai 3' (con un nuovo conduttore, Silvio Sottile), 'Tv Talk', 'Agorà', 'Report' e 'Presa Diretta'.

Ci sarà ancora Corrado Augias, la mattina, con il nuovo programma Quante storie e, sempre la mattina, il nuovo 'Tutta Salute'. Chiuso Ballarò di Massimo Giannini (che, confida Bignardi, forse rimarrà in Rai con un programma che racconta i nuovi volti del potere) alla conduzione arriva, prima volta in Rai, Gianluca Semprini. Nessuna anticipazione sul titolo. Che tempo che fa il sabato sarà condotto da Massimo Gramellini, mentre la domenica torna con la classica conduzione Fazio – Littizzetto in fascia prime time.

New entry all'insegna del divertimento con Virginia Raffaele, che porterà sul piccolo schermo uno show tutto suo a partire dalla primavera 2017. Torna l'atteso 'Rischiatutto' di Mike Bongiorno, con nove puntate il giovedì fra il 27 ottobre e il 22 dicembre. A condurlo Fabio Fazio. Nuovo programma per Lucia Annunziata, che con un gruppo di giovani giornalisti racconterà la realtà internazionale. 'Le ragazze del 68' sarà invece il contenitore delle storie di chi ha contribuito alle trasformazioni del nostro Paese.




RAI, OK AL CANONE IN BOLLETTA

Redazione

Via libera del Consiglio di Stato al canone in bolletta dopo lo stop del mese scorso al provvedimento. Intanto a viale Mazzini scoppia un caso corruzione con la sospensione del gip di Roma di due funzionari accusati di aver percepito tangenti per gli appalti sulla fornitura delle luci per alcune trasmissioni, tra le altre anche Sanremo 2013.

L'amministrazione ha accolto tutte le proposte avanzate sulla riforma del pagamento del canone Rai e il Consiglio di Stato ha dato quindi parere favorevole: lo ha reso noto lo stesso Consiglio di Stato nel corso di una conferenza stampa, spiegando che sono stati superati i rilievi mossi in un precedente parere interlocutorio. Chiariti anche gli aspetti relativi alle compensazioni economiche per le aziende elettriche concessionarie della riscossione.

"L'Amministrazione – ha spiegato il consigliere Franco Frattini che presiede le Commissioni speciali incaricate di rendere i pareri sui provvedimenti normativi – ha accolto nella sostanza tutte le proposte del Consiglio di Stato e oggi c'è chiarezza in un atto già reso pubblico dall'Amministrazione sul proprio sito istituzionale". Riguardo ai rilievi che erano stati avanzati, è stato chiarito cosa si debba intendere per apparecchio tv e che tablet o smartphone non sono soggetti a canone. "C'è la certezza – ha spiegato Frattini – che se ci sono più apparecchi tv, il canone è uno solo. Si è ottenuto un importante arricchimento delle forme di pubblicità dei moduli dei documenti, delle istanze, di tutto ciò può essere utile al cittadino per accedere ai propri diritti. E infine tutti i dati del cittadino saranno trattati secondo la prescrizione del codice della privacy, sotto le istruzioni del garante: erano dati destinati a circolare e quindi da proteggere".

Nel corso della conferenza stampa è stato anche chiarito che le aziende elettriche concessionarie del canone avranno una compensazione economica ma a valere su fondi dell'Agenzia delle entrate e in maniera forfettaria. In sostanza è stato acclarato che la compensazione non ricade in bolletta sui cittadini, ma è coperta dall'Agenzia delle Entrate in modo forfettario per evitare che le aziende elettriche possano chiedere di più di quanto stabilito. Il Consiglio di Stato, infine, in questo parere definitivo ha chiesto che anche in futuro si garantisca, in maniera ordinaria e stabile, la massima pubblicità, anche sui siti istituzionali dell'Amministrazione, di tutti gli atti e di tutta la modulistica in materia e che le istruzioni siano scritte con linguaggio comprensibile ai non addetti ai lavori.




RAI E IL SUPERCOMPENSO A VAROUFAKIS A “CHE TEMPO CHE FA”: 24 MILA EURO PER 22 MINUTI

Il Codacons presenta esposto alla Corte dei Conti, è spreco di denaro pubblico e danno alla collettività

di Cinzia Marchegiani

La trasmissione “Che tempo fa” finisce sotto i riflettori della Corte dei Conti. A denunciare il caso di danno erariale è l’associazione dei consumatori CODACONS, che ha deciso di presentare un esposto alla Corte dei Conti sul caso dell’ospitata di Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze del governo ellenico a “Che tempo che fa” andata in onda il 27 settembre 2015, costata la bellezza di 24.000 euro, per solo 22 minuti di intervista oltre a vari benefit come volo, alloggi e pasti.

Il CODACONS non è andato proprio giù lo spreco di denaro pubblico e soprattutto in un momento come quello attuale, dove si sta chiedendo a tutti gli italiani di pagare 100 euro per il canone RAI spalmato nelle fatture dell’energia elettrica. Il Codacons quindi entra a gamba tesa non solo sui compensi elargiti dalla Rai agli ospiti delle trasmissioni, ma anche sulla odiosa prassi della rete di Stato di affidare a società esterne format che potrebbe realizzare in casa propria.

Esposto Corte dei Conti. Il Codacons chiede alla Corte dei Conti di aprire una indagine per verificare quanto sia costata complessivamente l’ospitata di Varoufakis in Rai, tra cachet e servizi concessi dalla rete, e chi abbia effettivamente versato il denaro – spiega l’associazione – e quindi una volta tirate le somme, la Corte deve accertare se la spesa è stata congrua o se, al contrario, ha rappresentato una forma di spreco di risorse pubbliche.

Caustico il Codacons su come la RAI gestisce i suoi programmi: “Ricordiamo inoltre che trasmissioni basate su semplici interviste – ricorda Codacons -come ‘Che tempo che fa’ sono produzioni affidate a società esterne, nonostante la Rai abbia tutti i mezzi e le risorse per realizzare in piena autonomia non solo programmi complessi, ma anche trasmissioni di una semplicità disarmante come quella condotta da Fabio Fazio”.

 




RAI: ARRIVA LA NOMINA DEL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

di Angelo Barraco
 
Oggi pomeriggio sarà nominato, in Viale Mazzini, il nuovo consiglio di amministrazione Rai. La nomina era prevista per le 10 di stamane ma è stata posticipata. Intanto sono stati eletti dalla commissione di Vigilanza i sette nuovi membri del Cda Rai. I votati sono stati Carlo Freccero (M5S-Sel) che ha ricevuto 6 voti, Guelfo Guelfi (Pd) che ne ha ricevuti anch’esso 6, poi vi è sempre del Pd Rita Borioni che ha ricevuto 5 voti, Franco Siddi (Pd-Centro) con 5 voti, Arturo Diaconale di Forza Italia anch’esso con 5 voti, Paolo Messa (Ap Ncd-Udc) con 4 voti e Giancarlo Mazzucca (Centrodestra) con 4 voti. Sono stati votati, ma non eletti, Ferruccio De Bortoli, indicato dalla minoranza Pd; Giovanni Galoppi; Roberto Briglia e G. Briglia. Domani si svolgerà la riunione della commissione di Vigilanza per la ratifica a maggioranza dei due terzi del presidente della Rai. Arrivano anche i commenti dalle alte sfere politiche, Angelino Alfano riferisce: “Buoni risultati. Buoni nomi. Il patto di maggioranza ha tenuto. Siamo molto soddisfatti, per noi è andato tutto bene, andiamo avanti per una Rai migliore”.
 
 
Ma com’era il pronostico generale ieri? Confrontiamolo
I grillini avevano deciso di votare per l’elezione di Carlo Freccero nel Cda Rai, avevano promesso ieri che il loro nome sarebbe uscito oggi e così è stato e hanno reso nota la notizia sul blog di Beppe Grillo poco prima della commissione. I rappresentanti del M5S spiegano che “abbiamo deciso di proporre il nome di Carlo Freccero come consigliere di amministrazione della Rai. E oggi il M5S lo voterà in Commissione” aggiungono inoltre “Abbiamo tenuto conto della sua decennale esperienza professionale come autore e dirigente televisivo, della profonda conoscenza che ha del mezzo televisivo e del suo linguaggio e della prova di indipendenza data, in passato, mantenendo scelte editoriali coraggiose e scomode per le maggioranze in carica”. Nel comunicato proseguono dicendo che con la loro scelta si assumono la responsabilità di quanto fatto e di aver cercato un soggetto che risponda ai requisiti e che è in grado di ricoprire quel ruolo. Il loro auspicio è che arlo Freccero, coerentemente con la sua storia, lavori fino all’ultimo per un servizio pubblico che faccia dello sviluppo del senso critico la sua missione principale, che ritorni ad essere una fabbrica di cultura e creatività investendo sulla produzione di contenuti di qualità, un’azienda in grado di anticipare i tempi puntando sull’innovazione tecnologica. In questo modo darà il suo prezioso contributo affinché la Rai possa rispondere alle esigenze dei cittadini e affrontare al meglio le sfide che l’aspettano. 
 
 
E il PD come aveva pronosticato? Il Pd aveva tracciato il profilo di colui che deve essere il prossimo presidente Rai e secondo i requisiti del PD il soggetto deve avere una forte personalità, deve essere esterno all’azienda pubblica. Dal PD riferiscono che “Saranno nomi di altissimo profilo” e ciò è confermato anche da Maria Elena Boschi uscendo da Palazzo Madama ieri. Non sarà interno all’azienda ma non necessariamente estraneo alla politica e sarà in grado di “convogliare un ampio consenso”. Uno dei nomi che echeggiava nell’aria era quello di Walter Veltroni. Renzi dal Giappone, tra una riunione e un’altra, si è fatto  sentire ieri sui delicati argomenti del bel paese e ha tirato fuori un nome, Antonio Campo Dall’Orto, aggiungendo che è uno stimatissimo professionista e un grande innovatore dotato di autorevolezza e qualità, ma puntualizza il fatto di aspettare i nomi della commissione di Vigilanza e poi il Mef. Anche Forza Italia puntava su Arturo Diaconale come consiglio di amministrazione e come direttore generale invece Antonio Campo Dall’Orto.



RAI, ECCO I NOMI DEL CDA: PD SPACCATO

Redazione

Una vittoria per l'intera Forza Italia. Sette dei membri del Cda della Rai hanno un nome. La Commissione vigilanza ha eletto la sua quota di appartenenti al consiglio di amministrazione, con qualche sorpesa assoluta e un nome che e' stato aggiunto solo questa mattina alla lista dei papabili. Ecco la lista: Franco Siddi, Carlo Freccero, Paolo Messa, Rita Borioni, Guelfo Guelfi, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca. Tra i profili che spiccano quello di Freccero, grande e riconosciuta autorita' nel settore televisivo, presentato a poche ore dal voto dal M5S, e Franco Siddi, sino a pochi mesi fa presidente della Federazione Nazionale della Stampa. Paolo Messa e' attualmente presidente del Centro Italiano di studi americani, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca sono due giornalisti (uno direttore dell'Opinione, l'altro del Giorno), Guelfo Guelfi dirige il teatro Puccini di Firenze, Rita Borioni e' una storica dell'arte.
Una disanima di carattere politico porta a sottolineare che, se Freccero e' per l'appunto stato candidato dai grillini, Siddi, Guelfi e Borioni provengono dall'area Pd, mentre Messa e' stato indicato da Area Popolare e Diaconale e Mazzuca erano i candidati del centrodestra, in un momento di ritrovata unita'. Tra gli esclusi l'ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, che invece aveva il gradimento della minoranza interna dei democratici.
Ora le reazioni. Sconcerto dell'opposizione interna al Pd: Gianni Cuperlo ammette che "era da aspettarsi uno scenario diverso" e stigmatizza la bocciatura di de Bortoli ("piccoli vantaggi di notabilato sono pesati piu' della professionalita'"). Nel centrodestra Fi gongola, soprattutto in chiave della ritrovata unita' del centrodestra. Lo sottolinea Mariastella Gelmini: uniti cosi' vinceremo anche battaglie. Altre fonti del partito ci tengono a sottolineare: noi con 5 membri della Vigilanza abbiamo due esponenti nel Cda, il Pd con 16 solo tre.