LIBIA, ITALIANI RAPITI COME RISCATTO: SARANNO LIBERATI IN CAMBIO DI SCAFISTI LIBICI DETENUTI

di Angelo Barraco
 
Roma – Sul rapimento in Libia dei quattro tecnici italiani -Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla-non c’è stata ancora nessuna rivendicazione e sul caso aleggia una fitta cortina di mistero. La pista del rapimento compiuto da scafisti non ha trovato alcun riscontro, come non ha trovato alcun riscontro l’ipotesi del rapimento ad opera di “Jeish al Qabail' (Esercito delle tribu'), alleati del generale Khalifa Haftar. Intanto nel profilo facebook del Comando generale delle forze armate che fa capo al generale Khalifa Haftar è scritto che i responsabili del rapimento dei quattro italiani sono le milizie di Zuara (Zuwarah), che sono legate alla coalizione Alba della Libia (Fajr) e che lo scopo del rapimento sia stato uno scambio con degli scafisti libici detenuti. Si legge che “nostre fonti confermano che le milizie della cosiddetta Fajr Libia di Zuara sono responsabili del sequestro dei quattro italiani, fare pressioni sull'Italia e ottenere la liberazione di sette libici arrestati per traffico di esseri umani nel Mar Mediterraneo”. Abdullah Naker, politico libico fedele al governo di Tobruk ha rivolto accuse contro le milizie di Alba della Libia (Fajr). Anche il ministro Angelino Alfano ha lasciato intendere che non è da escludere l’ipotesi che dietro il rapimento dei 4 italiani vi sia un piano che miri all’ottenimento della liberazione degli scafisti condannati in Italia. Alcune fonti di Sebrata hanno riferito che i quattro italiani sono stati costretti a scendere dalla loro auto per salire a bordo di un’altra auto, hanno poi buttato via i loro telefonini e infine sono scappati via.
 
Altre ipotesi sul rapimento. Secondo quanto riferiscono dall’emittente televisiva “al Jazeera”, i rapitori sono vicini al cosiddetto “Jeish al Qabail” (l'esercito delle tribù), milizie tribali che sono ospiti a quelle di “Alba della Libia” (Fajr) di Tripoli. L’emittente cita fonti militari di Tripoli e dall’emittente riferiscono che la zona dove è avvenuto il rapimento, fino a poco tempo fa, era teatro di scontri e soltanto di recente vi è stato una tregua che è stata sottoscritta dalle milizie tribali e da quelle di Alba della Libia. Secondo le fonti, i quattro italiani sarebbero stati rapiti nel villaggio di al Tawileh, nei pressi di Mellitah e sono stati portati verso sud. Al momento non vi è stata alcuna rivendicazione. Intanto il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha garantito il massimo impegno. Intanto oggi a Bruxelles, al tavolo dei ministri degli Esteri, nella riunione di oggi dedicata alla Libia c’era Bernardino Leon dell’Onu, che sarà a Roma domani alla Farnesina. Federica Mogherini, Alto Rappresentante Ue “continua a sostenere la formazione di un governo di unita' nazionale nella speranza che possa accadere presto e, in particolare, che la fazione di Tripoli vi si unisca rapidamente”. Gentiloni ha detto che “Sappiamo che che sono stati fatti in avanti, ci auguriamo che anche componenti di Tripoli si uniscano all'accordo che e' stato raggiunto. Se l'accordo verra' concluso in modo largo l'Italia  sara' impegnata come nazione leader in tutta l'attivita' di sostegno alla ricostruzione, al consolidamento e alla stabilita'" del Paese”.
 
Dal fronte italiano. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sul rapimento dei quattro italiani in Libia. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona a scopo di terrorismo. E’ stato affidato ai carabinieri del Ros, dal pm, il compito di svolgere gli accertamenti per ricostruire l’accaduto. 
 
La storia, il rapimento. Non si esclude un attacco da parte dell’Isis. I quattro uomini lavoravano come tecnici presso impianti petroliferi del nord-Africa, si occupano di attività di sviluppo, trasporto e manutenzione. Le ipotesi al vaglio degli investigatori che indagano sul rapimento sono tante e non si esclude l’ipotesi di un attacco da parte dell’Isis.Il 15 febbraio scorso è stata chiusa l’ambasciata italiana in Libia e la Farnesina, dopo aver visto e segnalato la grave situazione del paese, aveva invitato tutti i connazionali a lasciare la Libia, tale rapimento è un’ulteriore conferma di una situazione gravissima e precaria e “conferma la difficoltà di una situazione che resta instabile”. Lo ha detto Paolo Gentiloni che oggi avrà modo di discutere della stabilizzazione della Libia. Il ministro ha detto anche che “sono stati fatti dei passi avanti dal lavoro dell'inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon, e ci auguriamo che la componente di Tripoli si unisca all'accordo che è stato raggiunto. Se l'accordo verrà concluso in modo largo, l'Italia sarà impegnata come nazione leader in tutta l'attività di sostegno alla ricostruzione e al consolidamento della Libia”.  L’agenzia di stampa libica Al Tadhamoun sostiene che i quattro soggetti erano rientrati in Libia dalla Tunisia da poco e che il loro rapimento sia avvenuto a Sebrata domenica sera. Allo stato attuale non si sa né l’identità dei rapitori né il luogo in cui sono stati portati i soggetti sequestrati. Gentiloni afferma che “È sempre difficile dopo poche ore capire la natura e i responsabili. Nella zona ci sono anche stati dei precedenti. Per ora ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e ottenerne di altre”, aggiunge che “il rapimento è avvenuto ieri sera e nella notte abbiamo avvertito le famiglie. Sono dei dipendenti della ditta italiana Bonatti. Stiamo lavorando con l'intelligence e oggi dobbiamo occuparci degli sforzi per recuperarli". Ha sottolineato che "ora siamo impegnati a intervenire per cercare di trovare le persone rapite e risolvere il problema"



LIBIA: ORE DI APPRENSIONE PER I QUATTRO ITALIANI RAPITI

di Angelo Barraco

Tripoli – Importanti novità sul rapimento dei quattro italiani sequestrati nell’impianto petrolifero e gasifero a Mellitah. Secondo quanto riferiscono dall’emittente televisiva “al Jazeera”, i rapitori sono vicini al cosiddetto “Jeish al Qabail” (l'esercito delle tribù), milizie tribali che sono ospiti a quelle di “Alba della Libia” (Fajr) di Tripoli. L’emittente cita fonti militari di Tripoli e dall’emittente riferiscono che la zona dove è avvenuto il rapimento, fino a poco tempo fa, era teatro di scontri e soltanto di recente vi è stato una tregua che è stata sottoscritta dalle milizie tribali e da quelle di Alba della Libia. Secondo le fonti, i quattro italiani sarebbero stati rapiti nel villaggio di al Tawileh, nei pressi di Mellitah e sono stati portati verso sud. Al momento non vi è stata alcuna rivendicazione. Intanto il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha garantito il massimo impegno. Intanto oggi a Bruxelles, al tavolo dei ministri degli Esteri, nella riunione di oggi dedicata alla Libia c’era Bernardino Leon dell’Onu, che sarà a Roma domani alla Farnesina. Federica Mogherini, Alto Rappresentante Ue “continua a sostenere la formazione di un governo di unita' nazionale nella speranza che possa accadere presto e, in particolare, che la fazione di Tripoli vi si unisca rapidamente”. Gentiloni ha detto che “Sappiamo che che sono stati fatti in avanti, ci auguriamo che anche componenti di Tripoli si uniscano all'accordo che e' stato raggiunto. Se l'accordo verra' concluso in modo largo l'Italia  sara' impegnata come nazione leader in tutta l'attivita' di sostegno alla ricostruzione, al consolidamento e alla stabilita'" del Paese”.
 
Dal fronte italiano. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sul rapimento dei quattro italiani in Libia. Il reato ipotizzato è quello di sequestro di persona a scopo di terrorismo. E’ stato affidato ai carabinieri del Ros, dal pm, il compito di svolgere gli accertamenti per ricostruire l’accaduto. 
 
La storia, il rapimento, non si esclude un attacco da parte dell’Isis. I quattro uomini lavoravano come tecnici presso impianti petroliferi del nord-Africa, si occupano di attività di sviluppo, trasporto e manutenzione. Le ipotesi al vaglio degli investigatori che indagano sul rapimento sono tante e non si esclude l’ipotesi di un attacco da parte dell’Isis.Il 15 febbraio scorso è stata chiusa l’ambasciata italiana in Libia e la Farnesina, dopo aver visto e segnalato la grave situazione del paese, aveva invitato tutti i connazionali a lasciare la Libia, tale rapimento è un’ulteriore conferma di una situazione gravissima e precaria e “conferma la difficoltà di una situazione che resta instabile”. Lo ha detto Paolo Gentiloni che oggi avrà modo di discutere della stabilizzazione della Libia. Il ministro ha detto anche che “sono stati fatti dei passi avanti dal lavoro dell'inviato speciale dell'Onu, Bernardino Leon, e ci auguriamo che la componente di Tripoli si unisca all'accordo che è stato raggiunto. Se l'accordo verrà concluso in modo largo, l'Italia sarà impegnata come nazione leader in tutta l'attività di sostegno alla ricostruzione e al consolidamento della Libia”.  L’agenzia di stampa libica Al Tadhamoun sostiene che i quattro soggetti erano rientrati in Libia dalla Tunisia da poco e che il loro rapimento sia avvenuto a Sebrata domenica sera. Allo stato attuale non si sa né l’identità dei rapitori né il luogo in cui sono stati portati i soggetti sequestrati. Gentiloni afferma che “È sempre difficile dopo poche ore capire la natura e i responsabili. Nella zona ci sono anche stati dei precedenti. Per ora ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e ottenerne di altre”, aggiunge che “il rapimento è avvenuto ieri sera e nella notte abbiamo avvertito le famiglie. Sono dei dipendenti della ditta italiana Bonatti. Stiamo lavorando con l'intelligence e oggi dobbiamo occuparci degli sforzi per recuperarli". Ha sottolineato che "ora siamo impegnati a intervenire per cercare di trovare le persone rapite e risolvere il problema".