ROMA: RECORD DI VISITE PER IL COLOSSEO

di Simonetta D'Onofrio

Roma – Se i tredicimila visitatori di Pasqua, con l’apertura gratuita voluta dal ministro Franceschini, è stato un successo, il ripetersi nella giornata successiva con ingresso a tariffa ordinaria ha quasi dell’incredibile. Ci ricorda come, investendo nella cultura, valorizzando i patrimoni che le passate generazioni ci hanno lasciato, si può generare reddito e occupazione.

Ripartire dal Colosseo, per sviluppare una nuova vena turistica, basata sulla qualità della vita, sull’enogastronomia, ma che non prescinda dai capolavori, è possibile. In fondo, l’anfiteatro ha visto negli scorsi anni aumentare il numero di presenze, dai 2,8 milioni del 1998, ai 5,6 milioni del 2013, con un aumento costante.

Costruito da Vespasiano, l’imperatore romano conosciuto per la tassa sugli orinatoi, e inaugurato nell’80 da Tito, l’Anfiteatro Flavio (prende il nome dalla Gens Flavia, cui appartenevano i due imperatori) può essere considerato senza ombra di dubbio il principale simbolo di Roma, l’edificio che la rende riconoscibile in tutto il mondo.

In una città che può annoverare il maggior numero di monumenti di livello mondiale, da San Pietro al Campidoglio, dal Pantheon al Vittoriano, avere l’onore di essere indicato come monumento più rappresentativo, ha un significato che supera qualsiasi riconoscimento, più dell’inserimento, nel 1980, nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, più della nomina, avvenuta nel 2007, come una delle “Nuove sette meraviglie del mondo”, effettuata dalla New Open World Corporation.
Nei due giorni di festa appena trascorsi, il celebre monumento ha visto, nonostante il maltempo, un numero di visitatori che ha superato le ventimila unità, un numero importante, che pone l’ovale in cima alla lista dei monumenti più visti, superando gli scavi di Pompei e le gallerie fiorentine.