PENSIONI, ECCO LA PROPOSTA DELL'INPS: TAGLI AI VITALIZI E REDDITO MINIMO PER GLI OVER 55

di Matteo La Stella

Dal reddito minimo per gli over 55 all'uscita dal mondo del lavoro a partire dai 63 anni, il tutto, finanziato tramite tagli considerevoli alle pensioni d'oro e ai vitalizi, da ricalcolare secondo la norma.

“Abbattere del 50% la povertà” tra gli italiani ultra 55enni che ancora non hanno maturato le condizioni per incassare la pensione: questa la dottrina dell'INPS nell'era della trasparenza, scesa in campo al fianco dei più deboli con la pubblicazione del pacchetto di normative “Non per cassa ma per equità”, già consegnato al Governo nel giugno scorso.

Una sorta di salto dell'ostacolo da parte di Tito Boeri, numero uno dell'Istituto e cofondatore della pagina web “lavoce.info”, che dopo aver sondato il disinteresse da parte del Governo, intento – come lui stesso ha sottolineato- ad adottare tramite legge di Stabilità solo “interventi selettivi e parziali” in questo campo, ha optato nella giornata di mercoledì per la pubblicazione in rete della proposta.

La risposta del Governo. La pubblicazione ha mosso in serata la risposta da parte del Governo che ha escluso categoricamente il conflitto con l'INPS. “Nessuno scontro” tra Palazzo Chigi e l'Istituto, la diffusione del documento era concordata. Questa la controffensiva del Governo che successivamente ha passato la parola al ministero del Lavoro, per cui il pacchetto è:“Un contributo utile al dibattito”, salvo sottolineare che le misure: “Mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi”. Mentre, per sciogliere il nodo e: “Non far pagare questi costi ai pensionati servono risorse che, al momento, non ci sono. Si vedrà presto come intervenire in modo organico sul tema, ma senza effetti collaterali”. In fine è intervenuto anche il dicastero dell'interno che tramite Angelino Alfano ha fatto sapere:”Bisogna distinguere la demagogia dalle cose concrete quindi ci sarà da studiare e vedere se l'intero sistema proposto regge”. Una soluzione che, al momento, sembra non incontrare l'appoggio del premier Renzi, convinto che in questo momento l'importante sia regalare solo iniezioni di fiducia al paese, senza approntare tagli alle pensioni che superano i 2mila euro. Un ordine d'arresto, dunque, proveniente non solo dal ministro Poletti, che, anzi, ha suscitato malumore diffuso nella maggioranza dopo la pubblicazione.

16 tabella. Il pacchetto proposto dall'INPS è costituto di 16 norme, utili ad offrire secondo il primo punto ( tabella dal primo all'ottavo, ndr):”una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su- proprio nella fascia d'età in cui- la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell'area euro”.

Tagli alle super-pensioni. Per tamponare i costi della manovra, secondo Boeri, sarebbe sufficiente andare ad attingere dalle 230mila famiglie ad alto reddito, dalle 25mila pensioni d'oro, assegnate tramite gestioni speciali e non giustificate dai contributi versati negli anni e dai circa 4mila percettori di vitalizi per “cariche elettive”. Nel mirino dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, però, sarebbero anche altre classi di super-pensionati, privilegiati rispetto al resto della popolazione perche sottoposti a regole più dolci rispetto al resto degli italiani. Dai piloti di aerei ai ferrovieri, passando per i dipendenti del settore elettrico e quelli delle forze armate fino ai componenti delle Autorità indipendenti e ai dirigenti sindacali.

Via le integrazioni al minimo per i pensionati fuori Ue.
Il documento “Non per cassa ma per equità” contiene, tra le altre misure, l'eliminazione delle pensioni al minimo con maggiorazione degli assegni versati per i pensionati che risiedono fuori dall'area Ue. Infatti, i pensionati emigrati, come spiegato tempo fa da Tito Boeri, avrebbero già diritto all'assistenza nel di base nel paese ospitante.

Reddito minimo per gli over 55. L'articolo uno del testo targato INPS prevede l'inserimento di un reddito minimo garantito per le famiglie con almeno un componente ultra 55enne. L'assegno previsto sarebbe di 500 euro a regime ( 400 euro nel 2016 e nel 2017). In pratica, un nucleo familiare formato da 2 persone con reddito complessivo pari a 500 euro e di cui una over 55, avrebbe diritto ad un “bonus” da 250 euro mensili.

Pensione flessibile dai 63 anni: l'assegno si abbassa. L'uscita flessibile dal lavoro, secondo L'INPS, prevederebbe una diminuzione dell'assegno di previdenza ai “pensionati precoci”. “Il principio è che chi va in pensione prima non può avere diritto ad una pensione piena per quanto riguarda la quota retributiva dovendo spalmare questi diritti su molti più mesi di chi va in pensione più tardi”. Dunque:”Ogni anno in meno di lavoro rispetto alla età normale di pensionamento comporta una riduzione di questi pagamenti mensili”. Un'ipotesi, dunque, che prende in considerazione uscite anticipate ai 63 anni e 7 mesi, con un taglio dell'assegno da applicare alla sola quota retributiva che andrebbe poi a scomparire.
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