MATTEO RENZI, OPERAZIONE REFERENDUM: I SOLDI DEGLI ITALIANI E… JIM MESSINA

di Roberto Ragone

Tutti abbiamo capito che la faccenda della Riforma Costituzionale, con annessa legge elettorale Italicum, è vitale per il governo Renzi. Ma forse non abbiamo capito fino a che punto. Sono lecite tutte le illazioni, ma per scoprire le carte fino in fondo bisognerebbe esser addentro alle segrete cose. Possiamo comunque farci un’idea dell’importanza del referendum e del SI’ per Renzi da fatti accessori che nonostante tutto emergono all’attenzione di un osservatore attento, mentre sono accuratamente celati al grande pubblico. Per intenderci, quello che ancora ascolta e da credito alle fantasiose dichiarazioni di don Matteo in televisione. Il Fatto Quotidiano riporta che negli ultimi tempi, a fronte di 79 ore di Renzi in TV per la campagna del referendum per il SI’, ci sono stati solo 79 secondi per la campagna del NO, a riprova dell’invasione autoritaria di questo governo, avallata dal comportamento decisamente non obiettivo della Rai, dove la mano di Renzi ha fatto le nomine.

Di solito un personaggio come Jim Messina si assume per eventi importanti, come hanno fatto Obama e la Clinton, il primo per la sua rielezione alla Casa Bianca nel 2012, la seconda attualmente in corsa per la prossima presidenza degli Stati Uniti, e candidata del Partito Democratico. Jim Messina è un personaggio ben conosciuto a Washington: Dan Pfeiffer, Senior Advisor del Presidente degli Stati  Uniti, lo definisce “La persona più potente a Washington di cui non avete sentito parlare.” Messina, come si può immaginare del suo cognome, è di origine italiana, e nel 2013 ha ricevuto il Machiavelli Award, come Americano Democratico Italiano dell’anno.  È nato a Denver, in Colorado, laureato a Boise, in Idaho, nel 1993 ha conseguito la Bachelor of Arts in Scienze Politiche a Giornalismo alla University of Montana, nel 1993. Nel 1995 è assunto dal senatore democratico Max Baucus, del Montana. Nel 1999 è capo del personale per la senatrice democratica Carol Mc Carthy, al congresso degli Stati Uniti. Nel 2002 corre nella campagna per la rielezione di Max Baucus. Dal 2002 al 2004 è capo del personale per il senatore americano Byron Dorgan, del Nord Dakota. Nel 2005 è ancora con il senatore Max Baucus come capo di stato maggiore. Messina è stato accreditato dal New York Times Magazine come l’autore della sconfitta del Presidente Bush. Nel 2008 è assunto come capo del personale per la campagna di Obama alla presidenza degli Stati Uniti, con a disposizione 750 milioni di dollari, per cui ebbe a dichiarare al New York Times: “È come avere le chiavi di una fottuta Ferrari.”
La campagna condotta da Jim Messina fu definita dal Bloomberg Business Week “Il corso accelerato di più alto wattaggio mai intrapreso.” Dopo la vittoria di Obama, Messina è stato nominato capo del personale, e successivamente vice-capo di Stato maggiore alla Casa Bianca, guadagnandosi il soprannome di ‘The Fixer’ per le sue relazioni politiche. Nel 2013 Messina fonda il ‘Messina Group’, allo scopo di fornire consulenza strategica alle campagne politiche, alle organizzazioni di difesa e alle imprese. Con la guida dei più importanti leader della tecnologia, Messina ha abbandonato ogni metodo tradizionale di campagna politica, fondendo tecnologia e politica in modo imprevedibile. L’Associazione Americana dei Consulenti Politici lo ha incoronato ‘Miglior Stratega dell’anno’. Nel gennaio 2013 l’amministrazione Obama ha annunciato il lancio di una nuova strategia di difesa allo scopo di promuovere le politiche del Presidente, con Jim Messina come presidente nazionale.

Nel gennaio del 2016 Jim Messina è stato assunto dal Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi come responsabile della campagna per il referendum costituzionale del mese di ottobre 2016. Quest’ultima notizia ci riguarda da vicino, per più di una riflessione. Dando per scontato che un personaggio come Jim Messina non si paga a santini e bruscolini, certamente Matteo Renzi ha dovuto allargare i cordoni della borsa per qualche centinaio di migliaia di dollari, se non di più. Peccato che don Matteo li spenda per sé, e non per la nazione, visto che tutto il denaro di cui dispone ha una unica provenienza, cioè le nostre tasche.
Dopo l’aereo personale, attualmente, pare, inservibile, ma che comunque costa 40.000 euro al giorno, il premier si permette il lusso di ingaggiare il consulente più importante e sicuramente meglio pagato al mondo, e per cosa? Per una consultazione che dovrebbe essere ‘popolare’, con un comportamento antidemocratico teso ad influenzarne il risultato e quindi per falsare in ogni caso la volontà dei cittadini. Non abbiamo dubbi sulla capacità di Jim Messina, dimostrata più volte nel corso della sua carriera a fianco dei personaggi più potenti del mondo.

Se Obama gli ha potuto mettere a disposizione 750 milioni di dollari, possiamo conoscere il budget che invece gli ha offerto Renzi, o almeno quello che Messina gli ha richiesto, fatte salve le competenze del suo ‘Messina Group’? Davvero la trasparenza  non è la caratteristica migliore di questo governo Renzi.
In ogni caso, la posta in gioco è più alta di quello che ci vogliono far credere, con tutte le falsità che ci propinano, e di cui abbiamo già ampiamente scritto su queste colonne, riportando anche pareri autorevoli di costituzionalisti come Lorenza Carlassare, che non sarà consulente del Presidente Obama, ma è una persona di tutto rispetto e fiducia. Facendo due conti, e tenendo presente che la permanenza dell’Italia in questa Europa è importante per i poteri forti – banche, lobby e multinazionali – possiamo vedere chiaramente che tutta la faccenda è tesa ad ottenere in Parlamento una maggioranza bulgara, dopo avere svuotato di ogni potere un Senato fatto di nominati – e che nominati!  Questo per avere le ‘mani libere’ e condurre l’Italia dove i poteri forti vogliono che sia condotta.

Se l’operazione referendum dovesse fallire, crollerebbe tutto il castello di carte, e dopo la Brexit, forse anche noi potremmo liberarci di questa catena al collo, dato che l’Europa non ha mai fatto il bene dell’Italia, anzi, i guai sono iniziati proprio con l’euro e Prodi.  Ecco perché la presenza e la consulenza di un guru occulto come il già collaudato e super pagato Messina diventa necessaria e non più surdimensionata rispetto all’occasione. L’etica non è proprio il lato forte della politica, particolarmente quella di questo governo. Ci si chiede: è morale tutto ciò? È morale impiegare contro il parere democratico dei cittadini il loro stesso denaro? È morale super pagare un personaggio come Jim Messina per distorcere la volontà dei cittadini, che già si immagina orientata diversamente, dato che Messina è stato assunto a gennaio di quest’anno? È morale indire un referendum, che è la massima espressione della volontà popolare, per poi falsarne il risultato? È morale tutto ciò invece di accettare democraticamente di intraprendere la strada che la maggioranza dei cittadini ha scelto? Ricordiamocene ad ottobre, quando andremo a scegliere fra il SI’ all’addio definitivo alla possibilità di avere un governo democratico, e il NO all’autoritarismo, ad una svolta autoritaria che potrebbe portarci indietro di qualche decennio, e metterci in mano a dei padroni indesiderati. A proposito, di recente si è ancora riunita la Bilderberg, per decidere cosa non si sa, ma si può immaginare.