SALE CINEMATOGRAFICHE: ADDIO CARA E VECCHIA PELLICOLA. ARRIVA IL DIGITALE

Redazione

Regione Lazio – Dal primo gennaio 2014 tutti i film saranno distribuiti solo in formato digitale, la pellicola scomparirà. Le sale cinematografiche del Lazio dovranno adeguarsi, altrimenti saranno costrette a chiudere. Per questo la Regione promuove un bando da 3 milioni e 400mila euro per aggiornare i cinema alle nuove tecnologie. Il bando prevede un contributo a fondo perduto pari al 70%, con un limite massimo di 200 mila euro. I fondi saranno erogabili tramite sportello telematico fino a esaurimento risorse, con una possibilità di anticipo fino al 50 per cento del contributo. Nel Lazio ci sono 123 cinema, per un totale di 437 schermi. Di questi, solo 245 sono digitalizzati. A Roma sono 82 i cinema con 333 schermi attivi (208 digitalizzati), a Frosinone 8 cinema con 24 schermi (8 digitalizzati), a Latina 14 con 46 schermi (12 digitalizzati) mentre a Viterbo 18 con 29 schermi (12 digitalizzati). Soddisfazione è stata espressa da Giorgio Ferrero, presidente di Anec Lazio, aderente a Confcommercio Roma che ha chiesto alle altre Regioni di seguire l’esempio del Lazio, “le nostr problematiche sono state comprese – ha detto – e questo bando permette al Lazio di tornare al primo posto in Italia”. “Per chi amministra non c’è cosa migliore di poter dire che ha rispettato gli impegni presi”, ha commentato il presidente Nicola Zingaretti. “Nessun cinema deve chiudere, dai multisala alle piccole sale, alle sale parrocchiali. Un film visto al cinema – ha detto Lidia Ravera, assessore alla Cultura – non è uguale alla tv, è una esperienza collettiva, una qualità di emozione non sostituibile. Grazie a questo bando i cinema non chiuderanno e noi ci godremo la sensazione bellissima  di aver difeso il diritto dei cittadini a godersi i film in sala e di aver salvaguardato posti di lavoro”. “Tutte quelle sale chiuse sarebbero state un disastro economico e culturale – ha spiegato Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo Economico – La crisi infatti colpisce anche la cultura, soprattutto quella che fa impresa. Sappiamo bene che  per riavviare lo sviluppo bisogna puntare alle fondamenta e alla costruzione delle condizioni necessarie per mettere in moto risorse imprenditoriali e lavoro”.