POMPEI: AL VIA IL RESTAURO PER TRE DOMUS

di Christian Montagna


Pompei – E’ tempo di restauri a Pompei. Forse prima o poi riusciremo ad avere il sito archeologico più bello al mondo totalmente rinnovato. Per ora è partito il restauro della “ Casa di Loreio Tiburtino” ma tra qualche settimana toccherà alle domus “ Paquio Proculo” e “ Venere in Conchiglia”. Totalmente taciuto dalla stampa, L’Osservatore d’Italia ha deciso di rendere nota la notizia poiché trattandosi di patrimonio dell’umanità è di interesse pubblico. Gli affreschi e i mosaici che occupano il calpestio, saranno recuperati e riportati alla luce. Allo stesso modo, gli apparati decorativi della domus. Una volta aggiudicatasi la gara d’appalto, la CBC (Conservazione Beni Culturali Soc. Coop.), al costo di trecento trentadue mila euro circa, rimetterà in sesto la poco fortunata domus. Già nel 2011 aveva mostrato i primi segni di cedimento: un pilastro del pergolato esterno era crollato. L’anno successivo, le condizioni climatiche poco favorevoli avevano fatto il resto. Scoperta tra il 1916 e il 1921 da Vittorio Spinazzola, si era classificata tra le prime per bellezza e numero di visite, forte indubbiamente degli elementi decorativi che la compongono, primo tra tutti la loggia porticata lungo la quale scorre un canale d’acqua adornato da statue ed elmi. Di proprietà di Ottavio Quartione, fu trasformata in luogo di culto sacro alla dea Iside, divinità fortemente venerata a Pompei nel I sec. d.C. Per le altre due domus, “Venere in Conchiglia” e “Paquio Proculo”, saranno necessari altrettanti recuperi di mosaici e pitture. In particolare, per la prima, scoperta da Amedeo Maiuri nel 1952 e rimasta danneggiata da una bomba esplosa durante il secondo conflitto mondiale, bisognerà risistemare l’intonaco affrescato al costo di mezzo milione di euro. Per la seconda, di proprietà di un famoso panettiere del tempo, si spenderanno seicento settantamila euro per rimettere a posto la pavimentazione e le numerose e importanti pitture interne. Soldi questi che verranno presi dal “Grande Progetto” che con 105 milioni di euro si occuperà della risistemazione dell’intera area archeologica. Una nazione senza cultura è destinata a non avere futuro e per fortuna c’è ancora qualcuno che si occupa del patrimonio culturale e archeologico italiano, invidiato dall’intero globo.