ROMA RIFIUTI, IL GIALLO DI MONTI ORTACCIO E L'OMBRA DI UNA EMERGENZA DA RISOLVERE

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Chiara Rai

Roma – La paura di non riuscire a bloccare i danni derivanti dall’emergenza rifiuti di Roma e provincia incombe sui cittadini costretti a sopportare il peso di una mala gestione.

Il giallo di Monti Ortaccio? Sì, può chiamarsi così. Questa è la nuova del giorno. Domenica, improvvisamente appare un cartello, scoperto dai residenti di Valle Galeria, dov'è scritto chiaramente che i lavori inizieranno l’11 marzo. Un colpo di scena dato che proprio il presidente del consorzio laziale rifiuti Manlio Cerroni ha deciso di sospendere il cantiere «in attesa della pronuncia degli organi giurisdizionali aditi dal Comune di Roma». Questo perché il Campidoglio ha presentato un ricorso al Tar chiedendo la sospensiva dell’Autorizzazione integrale ambientale (Aia) concessa da Sottile il 27 dicembre 2012 ai fini di una discarica provvisoria a Monti Ortaccio. Ma lo stesso Sottile nega: «è una sciocchezza» dice il commissario per l'emergenza rifiuti, «Non so nulla del cartello». Il 20 marzo ci sarà il verdetto di Palazzo Spada. I lavori per la discarica a Monti Ortaccio per ora non partono. Dopo l'intervento del ministro Clini, il quale ha imposto l’”alt” sull’inizio dei lavori, minacciando anche l'invio dei carabinieri, è arrivato l'annuncio di Cerroni: «i lavori sono sospesi fino al 31 marzo».

Il cartello appare, quindi, una provocazione? Clini ha parlato chiaro: «Non è prevista una discarica a Monti dell'Ortaccio nè altrove. È esclusa l'operatività dell'autorizzazione». Per Clini, prima di ricorrere alla soluzione estrema di ricorrere alle discariche ha in mente l’obiettivo di centrare due priorità: aumentare la raccolta differenziata e fare funzionare a pieno regime tutti gli impianti nel Lazio,Tmb e inceneritori, fino a oggi sottoutilizzati così come evidenziato dalle ispezioni e rapporti dei carabinieri del Noe.

A proposito interviene il consigliere di opposizione di Bracciano Elena Carone Fabiani: “Sembra, dalle dichiarazioni del presidente CO.LA.RI, avv. Cerroni – dice Carone –  che i lavori siano stati sospesi fino al 30 marzo. Lo stesso ci comunica che a giugno Malagrotta chiuderà, con tutto ciò che ne consegue. Appare una minaccia, in realtà è la conseguenza della totale inerzia e mancanza di interesse ed impegno delle amministrazioni e delle istituzioni a voler attivare, negli anni, una seria politica sulla gestione dei rifiuti, attivando la raccolta differenziata porta a porta e tutto ciò che la filosofia delle 4R recita. Se dovessero ripartire i lavori per la realizzazione del nuovo invaso, avremmo la conferma di una modalità che non prevede assolutamente la condivisione con cittadini e comitati che da anni si oppongono a tale progetto. La questione ci preoccupa non poco. – Continmua Carone –  Anche qui, a Bracciano, siamo rimasti con una comunicazione inviata all'allora Presidente della regione Lazio, Renata Polverini, dalla nostra municipalizzata Bracciano Ambiente, che dava disponibilità ad accogliere 1.200.000 tonnellate di rifiuti e a realizzare un impianto di Trattamento Meccanico Biologico da 135.000 tonnellate. Lo stesso sindaco, lo ha confermato, esponendo le linee programmatiche della sua coalizione; crediamo, quindi, che occorra mantenere alta l'attenzione e spingere ancora la nostra amministrazione a voler istituire il Comitato per la Trasparenza e la Partecipazione che, come movimento politico BBC (Bracciano Bene Comune) abbiamo chiesto e ci è stato rifiutato. Vorremmo francamente evitare di arrivare, come sempre accade, a dover gestire situazioni e relativi piani d'emergenza, tristemente noti per i loro effetti devastanti”.