RIFIUTI NEL LAZIO, DALLA REGIONE ARRIVA IL "NO" A NUOVI TERMOVALORIZZATORI

Redazione

La Giunta regionale ha approvato la delibera per la determinazione del fabbisogno impiantistico elaborando i dati raccolti dalle province sulla produzione dei rifiuti nel Lazio. Dal 2013 ad oggi la raccolta differenziata è salita dal 26,5% al 32,7% regionale (raddoppiata rispetto al 2010) e in un solo anno ci si è adeguati alle normative nazionali ed europee le quali prevedono che siano trattati tutti i rifiuti raccolti. Nel 2013 la Giunta regionale, con uno dei primi atti dell'attuale amministrazione, ha sospeso lo scenario di controllo perché le motivazioni che avevano portato alla sua determinazione nel 2012 erano incoerenti con le previsioni normative: non si prendeva in considerazione né la riduzione dei rifiuti né un adeguato aumento di raccolta differenziata. L'incremento della raccolta differenziata, il trattamento integrale dei rifiuti indifferenziati, la valorizzazione delle frazioni umide ha portato ad una riduzione dell'utilizzo della discarica come soluzione finale rispetto al passato. Nello scenario preso in considerazione dagli uffici regionali si è evidenziato che gli impianti di trattamento TMB sono già dal 2016 sufficienti per le esigenze di trattamento del rifiuto urbano indifferenziato della regione, pertanto non è necessario pianificare nuovi impianti oltre quelli esistenti. Per quanto riguarda, invece, gli impianti di termovalorizzazione si ritiene che non sia necessario realizzarne nuovi visto la tendenza all'aumento, nei prossimi anni, della raccolta differenziata che dovrebbe raggiungere nel 2020 il 65% con un trend in crescita costante. Per questo motivo si è valutato, a differenza dei dati in possesso del Ministero dell'Ambiente, che non serve nessun nuovo impianto nel Lazio. Anzi ci si può fermare sull'impiantistica attualmente in esercizio.