RIFORMA CATASTO: IL COLPO DI SCENA DEL CAMBIO DI ROTTA

 

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di Cinzia Marchegiani

L’Osservatore d’Italia ha seguito sin dall’inizio la Riforma del Catasto che avrebbe inevitabilmente toccato le tasche degli italiani. Una riforma che era stata annunciata epocale per l’impatto decisivo che avrebbe prodotto in seguito alla grande raccolta di dati con l’ausilio di modelli matematici e statistici che avrebbe inciso irreversibilmente il volto non solo censuario ma tributario del cittadini. Ciò ineluttabilmente ha generato paura visto che ogni volta che si mette mano ad una nuova legge, l’aumento sulle tasse patrimoniali non ha risparmiato nessuno.

Ma il rischio della stangata legata alla riforma del catasto che riguarda direttamente almeno 4,6 milioni di immobili, edifici centrali considerati popolari, rustici trasformati in ville che finora erano classificati nelle categorie più modeste A4 e A5 sembra bloccarsi. Matteo Renzi sarebbe intenzionato a rinviare la rivoluzione catastale scongiurando un temuto aumento delle tasse sulla casa.

Il colpo di scena. Proprio lunedì 22 giugno 2015 il presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone parlava di stime agghiaccianti sull’aumento di gettito sul tavolo del Governo. Gli addetti ai lavori hanno definito questa decisione un vero colpo di scena regalato all’ultimo momento. La rivoluzione della Riforma del Catasto valutato vero salasso per i proprietari di immobili, avrebbe inciso fortemente sulle imposte fino a vederle quadruplicare. La riforma del catasto aveva già sollevato timori e paure per i mille risvolti che avrebbero inciso in maniera irreversibile la fiscalità immobiliare dei proprietari di tutta Italia, e non solo. Il 12 marzo 2014 era stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 23 con la quale il Parlamento aveva delegato il Governo ad emanare norme in materia di riforma fiscale, e che conteneva, al suo interno, le linee guida per realizzare la tanto attesa riforma del Catasto Urbano. Tale delega prevedeva l’emanazione di decreti legislativi attuativi entro un anno dall’entrata in vigore della stessa legge. Era stato emanato il primo dei D.Lgs, che riguardava la composizione e attribuzione delle Commissioni Censuarie.


Forse il vento del cambiamento di un Governo, che spinge a nuove elezioni considerando anche le nuove retate di mafia Capitale fanno partorire questo cambio di rotta sulla riforma del Catasto.
Il testo del decreto attuativo principale sulla riforma del catasto, quello, che avrebbe dovuto svelare l’algoritmo utilizzato per ricalcolare le rendite catastali degli immobili degli italiani, non sarà oggetto d’esame al Consiglio dei Ministri previsto per le 18 di martedì 23 giugno 2015. La notizia è soprattutto che questa decisione non sembri un semplice rinvio, poiché la legge delega che incarica il Governo di attuare le misure previste all’articolo 2 (la riforma del catasto fabbricati) scade il prossimo 27 giugno. E sembra improbabile che possa essercene un’altra, dopo la precedente.
I motivi per cui allo stato attuale, dall’ordine del giorno della convocazione del Consiglio dei Ministri, sia scomparsa la discussione sul secondo decreto attuativo della riforma del catasto non sono chiari, ma sembra che le simulazioni effettuate dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando gli algoritmi contenuti nel testo, abbiano portato a degli aumenti generalizzati ed elevatissimi: in alcuni casi fino a 8 volte il valore della rendita catastale attuale.

Riproponiamo una riflessione dell’Architetto Alberto D’Agostino, Professore di Economia Urbana ed Estimo Immobiliare presso l’Università La Sapienza di Roma
che aveva lasciato al termine della intervista rilasciata al nostro giornale, che sembrano aver anticipato profeticamenti i problemi generati dall’approccio matematico per calcolare le nuove imposte: “Non sono un politico e quindi non spetta a me trarre le conclusioni sull’attività di governo, mi piacerebbe però assistere ad un maggior impegno dei consiglieri tecnici dei politici e conseguentemente ad una correzione di rotta circa i famosi ed attesi “algoritmi” in gestazione. E’ esperienza comune essere consapevoli di quanto sia pericoloso cambiare punto di vista ed atteggiamento rispetto agli antichi e fondamentali fattori della produzione: terra, lavoro, capitale. Da semplice cittadino temo che i nostri governanti incalzati endemicamente dall’emergenza e dal bisogno possano preferire di sacrificare la gallina pur nella consapevolezza che non ci saranno più uova giornaliere…nel futuro”.

La stangata che, la nuova patrimoniale, avrebbe colpito le tasche di circa 5 milioni di proprietari di immobili fa tremare Matteo Renzi?